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Mercoledì, 16 Luglio 2014 09:40

A Latera nel viterbese Santa Maria in Portico “fu portata dai ladri”

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imagUn antico borgo medievale, arroccato tra i Monti Volsini ed il Lago di Bolsena, Latera conserva da trecento anni una copia dell’icona di Santa Maria in Portico giunta in questo luogo per vie alquanto insolite. Santa Lucia Filippini (1672- 1732) agli inizi del 1700 aprì a Latera una scuola. L’incontro tra la Filippini ed il Servo di Dio Don Domenico Canepuccia  (1687-1739) a Montefiascone fu provvidenziale. Il Canepuccia, stimato dal Cardinale Marco Antonio Barbarigo (1640-1706), confidò alla fondatrice delle Maestre Pie di voler ampliare la scuola di Latera fornendola di abitazione e di una nuova chiesa. Così il 4 maggio 1708 venivano poste le fondamenta di Santa Maria della Consolazione. Mentre la fondazione si andava completando con notevoli disagi e privazioni, nel 1711 la Provvidenza  mandò a don Canepuccia “un soccorso inaspettato”. Un giorno al Servo di Dio, mentre recitava il breviario per strada, gli si fecero innanzi alcuni ladri che tentarono di assalirlo e derubarlo. Il pio sacerdote non perdette l’occasione di far tornare sui loro passi i profittatori, ammonendoli con parole forti e persuasive. Cosicché, dopo un atto di ravvedimento consegnarono a don Canepuccia  la loro borsa carica di refurtiva ed un’immagine della Madonna “artisticamente dipinta”. Il Canepuccia non sapendo la provenienza del denaro lo adoperò per portare al termine la costruzione della chiesa della Consolazione che venne consacrata l’11 settembre 1712; ed il 20 giugno 1713 don Canepuccia concesse l’uso della chiesa della Consolazione alle figlie di Santa Lucia Filippini. Il quadretto della Madonna consegnato dai ladri, fu deposto sull’altare maggiore ed il vescovo stabilì che se ne facesse memoria nella festa del SS. mo nome di Maria.  Nell’anno 1808 in occasione di alcuni lavori di restauro: “Fu spolverata ancora la Madonnina della detta Chiesa, dipinta in oro zecchino in una tavoletta, e dietro la tavoletta in presenza delli Signori D. Clemente Arciprete Poscia, e  lo d.o D. Francesco Penna e Giuseppe Levanti vi si lesse scritta la seguente scrittura, quale da me sacerdote Benedetto Marsiliani fedelmente qui si trascrive perché ne resti permanente la memoria – Copia vera effigie di S. Maria in Portico. Quale più volte ha liberato la Città di Roma dalla Peste, e da altre gravi calamità: e  nel contaggio dell’anno 1656 e seguente, essendo ad essa con solenne voto ricorso l’inclito Popolo Romano, la liberazione della Città e di tutto lo Stato Ecclesiastico benignamente ne impetrò- Dipinta da me Agostino Gabrini di Carpegna l’anno 1711 li 15 Luglio”. La testimonianza così redatta è conservata nell’Archivio delle Maestre Pie di Latera: “Libro manoscritto di Memorie, p. 253”. Ancora oggi nella piccola chiesa della Consolazione è possibile venerare l’icona di Santa Maria in Portico custodita in una cornice, circondata da Angeli e per secoli onorata dalle Maestre Pie e dai fedeli delle contrade di Latera.
 
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