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Giovedì, 02 Febbraio 2023 09:00

Delegazione italiana inizio del Noviziato

Il P. Generale ha presieduto l’ingresso al Noviziato per i Postulanti Roberto e Rupertus nella Casa di Noviziato di Gallipoli recentemente eretta. La celebrazione nella sua semplicità ha affidato i novizi al Maestro P. Rosario Piazzolla per questo anno di discernimento e di impegno nella sequela di Cristo sull’esempio di San Giovanni Leonardi.

Sabato, 21 Gennaio 2023 09:09

III Domenica del Tempo Ordinario

 

San Giovanni Leonardi. Dal Sermone sulla conversione dell’Apostolo Paolo (C. 515)

Quel mare infinito della divina bontà sebbene in tutte le cose si mostra grande e senza limiti, non di meno nell’attrarre a sé le anime e sradicarle dal proprio peccato, e in questo mi sembra che ecceda più di tutte le altre cose […].

E se in alcune situazioni usa la sua altissima provvidenza e sapienza, in questo caso mi sembra che la mostri in modo straordinario, poiché non tutti cerca o chiama nello stesso modo, ma con criteri diversi. [

Così, oggi chiama San Paolo. E non essendo state sufficienti le dolcezze delle ispirazioni, la soavità della chiamata, né la vista dei miracoli, Egli si pone come ostacolo, come può accadere nei casi perversi, duri e ostinati. […]

Le Scritture osservano che Paolo fu sbattuto a terra e gli fu tolta persino la luce degli occhi. Reso pauroso e umile sentì pronunciare dall’alto il suo nome: “Saulo, Saulo” (At 9,4). E quando era con la faccia a terrà domandò “Chi sei Signore?” (At 9,5). Queste parole lo atterrirono profondamente che non gli rimase alito di voce e per questo con profonda umiltà affermò: “Signore che cosa vuoi che io faccia?” (At 9,6). E chi è oggi con Paolo che non dirà: Signore cosa vuoi che io faccia?

Ognuno di noi lo affermi! Anche se molestato dalla vanità, dalla reputazione del mondo, temendo di perderla o di perdere le amicizie, le cariche, la dignità, i favori del mondo, le ricchezze, il buon nome. Dica per favore: Signore che cosa devo fare? Desideri solo Cristo e che Cristo viva in lui e non i desideri e gli affetti che da Cristo ci separano. […]

Sabato, 07 Gennaio 2023 16:02

Battesimo del Signore

San Giovanni Leonardi. 

Da un sermone sulla Passione (C 247)

La Scrittura afferma che Mosè percosse con la verga la pietra e vi uscì acqua. Cristo è la pietra, la percossa è la piaga del costato da cui afferma Giovanni: uscì sangue ed acqua (Gv 19, 34).

Attesta ancora la Scrittura, che l’umanità di Cristo è l’arca di Noè alla quale applica le sue stesse proprietà e fra l’altro, riferisce che la porta laterale è la piaga del costato, come riporta in un commento lo stesso Agostino. La tempesta dei dolori in mezzo ai quali si trovò l’arca, e quella descritta, quando si contemplano ad uno ad uno le membra di Cristo.

Come dall’arca, quando terminò la pioggia la colomba turbata, uscì andando e tornando, finché si prosciugarono le acque sulla terra (Gen 8,7); così dopo la morte di Cristo i suoi uccisori non si pacarono, ed osservando con zelo la legge, dissero di voler tagliare le sue gambe perché non rimanesse il Crocifisso nel giorno di Pasqua.

Smetti di osservare le piccolezze, togli la tua ipocrisia! Poniti tra la lancia ed il cuore di Cristo per essere tu ferito. Ah! cuor mio, perché non fai da scudo tra la lancia ed il tuo Cristo, il tuo Signore? Perché non ripari tu quel colpo?

Entra in quella piaga che è la porta dell’arca, la piscina che risana, la vasca di Siloe, il Giordano, la porta del Tempio, la pietra di Mosè percossa dalla verga da cui infine viene ogni bene ed i sacramenti.

Sabato, 07 Gennaio 2023 15:51

Pubblicato il numero 199 di Notiziario OMD

Pubblichiamo l’Editoriale del numero 199 di Notiziario OMD

Cari amici salutiamo il nuovo anno da discepoli di Gesù. In lui riconosciamo il primogenito della creazione ed il Signore del tempo e della storia. Nel giro degli anni la voce della Scrittura, invita a contare i giorni dell’uomo non come un vuoto a perdere, ma come un tesoro da raggiungere, mirando all’essenziale: “La sapienza del cuore” (Cf. Sal 90,12). L’anno 2023 per la famiglia religiosa  leonardina sarà segnato da una memoria che rinnova il carisma delle origini: il IV Centenario della morte del Venerabile Giovan Battista Cioni (1556-1623) primo compagno di San Giovanni Leonardi. L’esperienza della chiamata dei discepoli della prima ora, così come ci ricorda Gesù nel Vangelo, sollecita anche noi discepoli dell’ultima ad essere fecondi nell’amore a Cristo e al suo Vangelo. Il Venerabile Cesare, si nutrì dello stupore della vocazione carismatica di San Giovanni Leonardi che, nel Convento di San Romano a Lucca, diede inizio al “Cantiere” del futuro Ordine della Madre di Dio. Ad accompagnare la vocazione del Leonardi e quella del Cioni nel comune cammino di santità, furono i Padri della famiglia di San Domenico, che indirizzarono nell’alveo di quella spiritualità la nascente Compagnia dei Chierici Riformati dedicati alla Madre di Dio. Durante il lungo esilio del Fondatore dalla Casa Madre di Lucca, il Cioni vi rimase come presidio e sentinella, testimone di quella regola prima dell’obbedienza che segnò, nei figli del Leonardi, il Primato di Cristo e il Servizio alla Chiesa. Il Venerabile Giovan Battista non disdegnò la povertà e l’austerità del radicalismo evangelico che, come vento impetuoso, il fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio fece soffiare sull’aria stantia di un conformismo religioso stanco e imborghesito. Il giovane Cioni ne restò affascinato e nulla, neppure le suadenti richieste dei familiari o le minacce esplicite, poté staccarlo da chi gli rinnovava ogni giorno la memoria di Cristo e lo conduceva ad una sequela oggettiva ed esigente. Il Cioni incarna quella paternità dolce e forte capace a sua volta di formare spiriti solidi, temprati da un amore che non ammette sconti su sé stessi e non consente di cedere ai colpi dei facili compromessi. Il venerabile Cioni assolve un ruolo che ben si abbina al suo nome: Giovanni Battista. Come il precursore tutto mise a disposizione del Leonardi,  capo carismatico della Compagnia di Preti Riformati che lo Spirito suscitò nel cenacolo della Madonna della Rosa a Lucca. Instancabile evangelizzatore e padre di spirito nella riforma, morì il 31 marzo dell’anno 1623 con segni evidenti di straordinaria bontà. Per la fama dei suoi meriti il Papa Leone XIII ne proclamò le virtù in grado eroico il 15 luglio 1895. Il 2023 preparerà il Giubileo Mariano dell’Ordine per i 1500 anni dall’apparizione di Santa Maria in Portico al Papa Giovanni I e a Santa Galla (17 luglio 524). Nel mentre andremo rinnovando la gratitudine al Signore per  i 450 anni dalla fondazione dell’istituto leonardino (1574-1224). Le pagine di questo calendario ospiteranno alcune immagini legate alla memoria e al culto della Madre di Dio, Porto della Romana Sicurezza. A tutti e a ciascuno giunga l’augurio di un anno vissuto con gratitudine alla sequela di Cristo.

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Mercoledì, 04 Gennaio 2023 16:35

Benedetto XVI e l’Ordine della Madre di Dio

Le voci di gratitudine nei confronti del papa emerito Benedetto XVI, salgono da ogni parte del mondo. Il racconto del suo servizio luminoso alla Chiesa come Pastore e teologo, risuona dalle numerose testimonianze che, dopo la sua morte avvenuta il 31 dicembre 2022, giungono da ogni angolo del pianeta. Anche l’Ordine della Madre di Dio si unisce con memoria grata e con la preghiera di suffragio per il pontefice defunto. Mentre ci si prepara all’ultimo saluto con la celebrazione eucaristica presieduta da Papa Francesco il 5 gennaio in Piazza San Pietro, vogliamo raccogliere in questo breve ricordo, le parole di magistero petrino che l’emerito papa Benedetto ha rivolto all’Ordine della Madre di Dio.

Rispose con positiva benevolenza alla richiesta che i farmacisti fecero per annoverare San Giovanni Leonardi quale loro celeste patrono. Con un decreto della Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti, emanato il 6 agosto 2006, proclamò: “Il Presbitero san Giovanni Leonardi Patrono presso Dio dei fedeli che esercitano l’arte apotecaria”. Prese parte il 30 aprile 2008 alla benedizione della monumentale statua del Fondatore opera dell’artista Paolo Cavallo e collocata presso l’abside della Basilica Vaticana (Via delle Fondamenta). In quella occasione ebbe modo di pregare e ringraziare con l’Ordine il Signore per la santità del Leonardi e il suo dono alla Chiesa: “Effondi la tua benedizione su questa immagine, e fa’ che tutti coloro che la contemplano siano incoraggiati a ricercare e compiere fedelmente la tua volontà e a servire con adente amore la santa madre Chiesa”. Il magistero leonardino di Benedetto si fece più incisivo a partire dalle celebrazioni per il IV Centenario della morte di San Giovanni Leonardi (1609-2009). In una speciale udienza benedì l’icona pellegrina di san Giovanni Leonardi che sostò tra le comunità leonardine in preparazione alle celebrazioni giubilari. 

Il 9 settembre del 2008 rivolse all’Ordine un messaggio nel quale definì il Leonardi: “Un affascinante uomo di Dio”, rilanciando la sua figura ed il suo insegnamento evangelico per gli uomini e le donne del nostro tempo. Infatti: “Il suo cuore e la sua mente, costantemente nascosti con Cristo in Dio, esercitarono, pur fra non pochi contrasti ed ostacoli di ogni tipo, un fascino trascinatore in quanti ebbero la ventura di incontralo. Egli non si stancava mai di invitare tutti nella Chiesa a compiere con umile perseveranza l’indispensabile riforma della propria vita, per essere sempre più in sintonia con gli insegnamenti evangelici”. Al culmine delle celebrazioni giubilari del IV centenario leonardino, Benedetto XIV pronunziò in piazza San Pietro davanti a cinquantamila fedeli una memorabile catechesi. Era il 7 ottobre del 2009,  a pochi giorni dalla memoria liturgica del santo Fondatore. In quella occasione  il pontefice in pieno Anno sacerdotale additò il Leonardi alla Chiesa universale quale “luminosa figura”, che ebbe ad indirizzare la sua esistenza verso la  “misura alta della vira cristiana”.

I suoi, prosegue Benedetto, furono gli anni- non dissimili dai nostri- di un delicato, “passaggio culturale e sociale nei quali cominciarono a delinearsi le premesse della futura cultura contemporanea, caratterizzata da una indebita scissione tra fede e ragione, che ha prodotto tra i suoi effetti negativi la marginalizzazione di Dio, con l’illusione di una possibile e totale autonomia dell’uomo il quale sceglie di vivere ‘come se Dio non ci fosse’. E’ la crisi del pensiero moderno, che più volte ho avuto modo di evidenziare e che approda spesso in forme di relativismo. Giovanni Leonardi intuì quale fosse la vera medicina per questi mali spirituali e la sintetizzò nell’espressione: ‘Cristo innanzitutto’, Cristo al centro del cuore, al centro della storia e del cosmo. E di Cristo – affermava con forza – l’umanità ha estremo bisogno, perché Lui è la nostra ‘misura’. Non c’è ambiente che non possa essere toccato dalla sua forza; non c’è male che non trovi in Lui rimedio, non c’è problema che in Lui non si risolva. ‘O Cristo o niente’! Ecco la sua ricetta per ogni tipo di riforma spirituale e sociale”. Il Leonardi conclude il pontefice: “Non si scandalizzo delle debolezze della Chiesa” ed in mezzo ad essa, da protagonista: “per contrastare la zizzania scelse di essere buon grano”. Il magistero di Benedetto risuono ancora per la Chiesa e per l’Ordine, come chiara profezia, per una sincera riforma della vita e un costante impegno apostolico nel mondo.

E’ antico il culto dei Santi e la Chiesa ne ha sempre affermato il valore e la ricchezza perché, guardando a questi modelli di vita evangelica, potesse il volto del discepolo di Gesù risplendere con più efficacia lungo il pellegrinaggio terreno. Nella tradizione dell’Ordine della Madre di Dio fondato a Lucca da San Giovanni Leonardi (1574), fra i ricordi cari che segnarono le consuetudini devote dei primi fratelli di comunità, si conserva un gesto che i Chierici leonardini hanno da sempre condiviso con il popolo di Dio. Si tratta dell’affidamento al “Santo protettore” con la consegna del santino nel primo giorno dell’anno. Non fu una novità questo gesto; probabilmente il Leonardi lo mutuò dal vissuto spirituale dei Padri domenicani e soprattutto dalla prassi e dagli esercizi di pietà dell’associazione laicale dei Colombini che s’ispiravano al movimento spirituale di Girolamo Savonarola (1452- 1498).

La stessa devozione la ritroviamo tra i padri dell’Oratorio di San Filippo Neri (Cf. G. D. Mansi , Diario Sacro, Lucca 1753, 3). E’ il Leonardi a darne qualche traccia in una omelia giovanile del 1 gennaio, pubblicata  nei  “Sermoni” editi  a cura di V. Pascucci. Facendo riferimento al mistero della Circoncisione celebrato quel giorno afferma: “Per te fu circonciso e fu chiamato con il suo nome Gesù. Gesù vuol dire Salvatore. Da questo apprendi o cristiano a porre ai tuoi figli nomi di salvezza o che conducano alla salvezza come quelli dei santi e delle sante”. E prosegue sulla forza dell’intercessione dei santi che accompagna l’esistenza umana: “Ora se il nome come affermano i saggi, è solito dimostrare la natura e la proprietà delle cose, i nomi dei santi ci mostrano come non vogliamo essere simili agli idolatri e ai pagani. Prendendo i santi per vostri avvocati certo essi vi aiuteranno a salvarvi” (Giovanni Leonardi, Sermoni, (C 430). La prassi dell’affidamento al santo protettore, fu testimoniata dai primi biografi del Leonardi.

Il P. Giuseppe Bonafede (1605), riferendo dell’orazione e della contemplazione del Leonardi, così riporta come da memoria di testimoni, l’uso di questo esercizio di pietà: “Esso (P. Giovanni) fu che introdusse in Lucca o per dire meglio rinnovò quell’usanza antica nella Santa Chiesa, di assegnare nel principio dell’anno a ciascheduno dei fedeli un Santo per particolare Avvocato e Protettore nel modo che oggi ad ognuno è noto” (G. Bonafede, Vita del Venerabile Padre Giovanni Leonardi, 1082). Si tratta quindi di un’usanza antica nella Chiesa che il Santo restaurò con particolare zelo, sentendo necessari in quel tempo di radicale riforma dei costumi, l’intercessione e l’imitazione dei Santi come egli stesso riferisce nel suo sermone. Ancora padre Ludovico Marracci informa: “Si segnalò poi sempre nella venerazione dei Santi, ed egli (Leonardi) fu, che introdusse in Lucca l’uso d’assegnare a ciascuno dei fedeli nel primo giorno dell’anno un Santo per particolare Avvocato, e a quelli della sua Congregazione volle di più, che se n’assegnasse un altro nel principio di ciascun mese, facendone ordine particolare nelle Regole comuni con obbligare ognuno a confessarsi e comunicarsi, e a chiedere qualche penitenza al superiore di Comunità nel giorno che ne correva la festa. Questo ancora oggi si osserva” (L. Marracci, Vita del Venerabil Padre Giovanni Leonardi lucchese, Roma, 1623, 363).

La consegna del santo protettore dunque, non era solo un atto di devozione, ma coinvolgeva la vita sacramentale in quanto la particolare memoria liturgica doveva ispirare nell’animo una vicinanza ai sacramenti della grazia ed alimentare la conversione personale e comunitaria. Il P. Domenico De Nobili (1688-1758) ci riferisce dell’amore che il Leonardi portava verso i Santi e quanta venerazione aveva per il pellegrinaggio verso le sacre reliquie nella città di Roma imitando in questo San Filippo Neri (1515-1595) suo fedele amico e compagno: “Si segnalò ancora nella divozione de’ santi e molti se ne era scelti per suoi avvocati, onorandoli ogni dì con particolar culto, e raccomandandosi alla loro intercessione. Egli introdusse in Lucca la divozione che fu poi praticata da altri, di dare il primo giorno dell’anno a tutti i fedeli un santo per particolare avvocato, acciò i santi fossero da questi onorati e partecipar potessero della loro protezione, ed aiuto in tutto l’anno” (D. De Nobili, Vita del Beato servo di Dio Giovanni Leonardi, Manoscritto, Roma, Archivio OMD, 1750, 186). La pressi della consegna del Santo protettore è tuttora in uso presso le comunità leonardine, nel primo giorno dell’anno solennità della Madre di Dio festa del titolo dell’Ordine.

Mercoledì, 28 Dicembre 2022 11:31

Il Natale OMD nel mondo

Pubblichiamo una galleria di immagini che raccontano la memoria del Natale vissuta dalle Comunità dell’Ordine della Madre di Dio nelle parte del mondo dove sono presenti. A tutti gli auguri di sante feste natalizie.

 

Lunedì, 26 Dicembre 2022 08:20

Natale del Signore

San Giovanni Leonardi. Dal Sermone sul Santo Natale (C. 455)

E’ Cristo il vero Cesare Augusto re dell’universo egli che descrive il mondo intero e chiama alla fede. Ognuno nella propria città è scritto. Prima alla patria celeste dove è la nostra patria celeste e alla Chiesa santa nella quali tutti sono inscritti tra le file di Cristo nel santo Battesimo.

[…]. Occorre che in questi nostri tempi seguiamo Giuseppe e Maria che vanno a Betlemme che significa casa del pane. Ma quale è questa casa del pane se non la Chiesa santa? E di quale pane si tratta se non di colui che disse io sono il pane della vita (Gv 6,51).

Ora coloro che vogliono appartenere a Cristo e  giungere in questa casa prenderanno con loro questo pane e saranno poi iscritti nei cieli, perché il Signore ci dice che chi mangia di questo pane vivrà in eterno (Gv 6,59).

Ma dove si trovavano Giuseppe e Maria? in una piccola stalla, in un luogo per ripararsi dall’acqua e dalla tempesta, vicino alla strada, come alle volte vi capita di vedere. O Dio mio! o mio creatore! Dove ti trovi, dove abiti, dove vuoi nascere! Quale cuore non si scioglie e non viene meno, non scoppia in lacrime meditando queste cose? […]

E si compirono i giorni del parto di Maria Santissima ed ella partorì il Figlio suo primogenito che avvolse in panni e lo depose in una mangiatori, perché non c’era posto per loro nell’albergo(Lc 2,7)[…]. Presepio vuol dire due cose. Sia una mangiatoia grande per gli animali, sia una più piccola come un catino o una cesta dove si mette la biada. […] Betlemme casa di pane, la Chiesa, il pane, Cristo, l’albergo, l’altare, il presepe, il nostro cuore.

Le parole augurali del P. Generale nel suo primo Messaggio di Natale, giungono in queste ore a tutte le Delegazioni e Comunità dell’Ordine. Mentre ci si prepara alla memoria liturgica della Natività del Signore, P. Luigi ricorda come il Natale ha il suo centro: “Attorno alla Santa Famiglia”. Qui,  prosegue il Rettore Generale: “Si sperimenta la gioia e la forza della comunione che sprigiona da Colui che è venuto a riconciliare tutti. Anche le nostre comunità trovino la forza unificante nella persona di Gesù. Se lui non fosse il centro gravitazionale, il punto di convergenza, se nel mezzo delle nostre Case non ci fosse il Signore Gesù, la Vita Consacrata non solo sarebbe priva di fondamento ma anche di significato”.

 Ed è proprio dalla grotta di Betlemme che scaturisce la forza di una rinnovata obbedienza ed il desiderio di una pace gioiosa. “Tutti coloro che incontriamo attorno alla grotta di Betlemme, grazie a una chiamata amorevole quanto esigente, hanno affrontato il pellegrinaggio dalla terra del Sé al Regno di Dio, dal proprio progetto di autonomia a quello di Dio, al quale danno pronta adesione. Il Natale ci offre la possibilità di dare nuovo slancio e vigore al nostro voto di obbedienza a Dio per raggiungere e portare “pace in terra agli uomini amati dal Signore” come gli angeli proclamano. È sicuramente un dono ma è soprattutto pressante richiesta. La pace nei nostri cuori, la pace e la gioia nelle nostre comunità, la pace nel mondo si realizza nell’adesione totale al progetto di Dio, nell’obbedienza alle esigenti richieste del Vangelo”.

Sono posti ad esempio di una obbedienza pacifica la Vergine Maria che: “ha messo da parte ogni suo personale interesse perché si compisse in lei ogni parola di Dio” e il suo Sposo San Giuseppe, che: “Abbandonato il terreno noto, quanto angusto, del legalismo, ascolta la voce divina e ubbidendo al divieto angelico di non temere guadagna la terra promessa, quella della giustizia e della misericordia”. Anche i pastori mossi dalle parole angeliche: “Accogliendo una parola, una promessa di gioia, seppure straniti dal riconoscersi destinatari di un simile annuncio”. Per questi personaggi ai margini dell’umana esistenza: “L’obbedienza diviene fonte di consolante vitalità nuova. La loro esperienza è incoraggiante, siamo tutti preziosi agli occhi di Dio, nessun servizio o lavoro per quanto semplice o umile fa di noi meno di figli amati e redenti nei quali Dio ripone fiducia e che non abbandonerà mai”. Infine, le figure dei Magi che: “Obbediscono ad un annuncio che è poco più di una scia luminosa nel cielo giungendo alla vera gioia! Depongono ai piedi di Chi è tutto ogni loro umana aspirazione di certezza, riconoscimento e preservazione, scoprendo percorsi nuovi per tornare a vivere, abbandonano i sentieri del potere e della sopraffazione, della solitudine che rende sordi e ciechi, del tutto incapaci di incontrare il Salvatore!”. In definitiva, percepiamo nel contesto del Natale, come: “L’obbedienza si nutre dell’ascolto e muove il cuore”.

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