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Domenica, 27 Aprile 2014 03:32

Dio vivo!

291«Se non vedo, se non tocco, se non metto la mano non credo!». Tommaso vuole delle garanzie, ed ha ragione, perché se Gesù è vivo, cambia tutto. Tommaso sperimenta la fatica di credere, come noi. Eppure in nessuna parte del Vangelo è detto che la fede senza dubbi, granitica, sia più sicura e affidabile della fede intrecciata alle domande (anzi la prima parola di Maria non è un «sì», è invece una domanda... come è possibile che io diventi madre? Non esiste fede esente da domande e da dubbi. Tommaso però, pur dissentendo dagli altri apostoli, non abbandona il gruppo, rimane e il gruppo, a sua volta, non lo esclude. Modello per le nostre assemblee: quando i dubbi sorgono, quando situazioni difficili o errori della comunità ti scoraggiano, non andartene, non isolarti, non sentirti escluso, resta all'interno della comunità. Non stancarti di porre le tue domande: qualcuno, custode della luce, ti porterà la risposta. Otto giorni dopo venne Gesù... Mi conforta pensare che se trova chiuso, Gesù non se ne va; se tardo ad aprire, otto giorni dopo è ancora lì. Venne Gesù... e disse a Tommaso. Gesù viene, non per essere acclamato dai dieci che credono, ma per andare in cerca proprio dell'agnello smarrito, lascia i dieci al sicuro e si dirige verso colui che dubita: Metti qua il tuo dito, stendi la tua mano, tocca! A Tommaso basta quel gesto. Colui che tende le mani verso di te, voce che non ti giudica ma ti incoraggia e ti chiama, corpo offerto ai dubbi dei suoi amici, è Gesù. Non ti puoi sbagliare! C'è un foro nelle sue mani, c'è un colpo di lancia nel suo fianco, sono i segni dell'amore, che Gesù non nasconde, anzi, quasi esibisce: il foro dei chiodi, toccalo; lo squarcio nel costato, puoi entrarci con una mano; piaghe che non ci saremmo aspettati, pensavamo che la Risurrezione avrebbe rimarginato per sempre le ferite del venerdì santo. E invece no. L'amore ha scritto il suo racconto sul corpo di Gesù con l'alfabeto delle ferite. Indelebili ormai, proprio come l'amore. Ma dalle piaghe aperte non sgorga più sangue, bensì luce e misericordia. E nella mano di Tommaso, che trema, ci sono tutte le nostre mani. Tommaso passa dall'incredulità all'estasi: Mio Signore, mio Dio. Mio come lo è il respiro e, senza, non vivrei. Mio come lo è il cuore e, senza, non sarei. La vitalità di Dio mi è compagna, l'avverto, energia che sale, si dilata dentro, dà appuntamenti, mette gemme di luce, mi offre due mani piagate perché ci riposi e riprenda fiato e coraggio. E dico a me stesso: Io appartengo a un Dio vivo, non a un Dio compianto. E questa parola mi è di dolce, fortissima compagnia. Io appartengo a un Dio vivo!
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papa-francesco-veglia-pasqualeIPapa Francesco ha presieduto sabato 19 aprile nella Basilica Vaticana la Veglia Pasquale. Nell’omelia ha commentato l’invito dell’angelo ai discepoli a tornare in Galilea, perché lì Cristo risorto li precede. “La Galilea – ha detto il Papa - è il luogo della prima chiamata, dove tutto era iniziato! Tornare là, tornare al luogo della prima chiamata” significa “riscoprire il nostro Battesimo come sorgente viva, attingere energia nuova alla radice della nostra fede e della nostra esperienza cristiana”, significa “tornare a quel punto incandescente in cui la Grazia di Dio mi ha toccato all’inizio del cammino. E’ da quella scintilla che posso accendere il fuoco per l’oggi, per ogni giorno, e portare calore e luce ai miei fratelli e alle mie sorelle” testimoniando Cristo Risorto con gioia umile e mite.

20 aprile 2014
Pubblicato in 2014
Lunedì, 21 Aprile 2014 05:48

Pasqua rinnovazione dei voti OMD

votiSi rinnova la tradizionale rinnovazione dei voti dell’Ordine nel giorno di Pasqua. Devozione voluta dal Santa Fondatore per “centrare in Cristo” la vita del religioso leonardino, come ha affermato il P. Generale durante il rito fraterno nella Chiesa di Campitelli.

20 aprile 2014 
 
Pubblicato in 2014
Sabato, 19 Aprile 2014 18:47

La nuova nascita

290Ciò che ci fa credere è la croce. Ma ciò in cui crediamo è la vittoria della croce (Pascal): la vittoria sulla morte e sulla violenza. Cristo risorto, eternamente risorgente in me e in ogni cosa, apre l'im­mensa migrazione degli uomini verso la vita. L'esistenza non scivola ineluttabilmente come su di un piano inclinato verso la morte, ma all'incontrario si dirige instancabilmente da morte a vita.

Maria di Magdala esce di casa quando è ancora notte, buio in cielo, buio nel cuore. Notte dell'Incarnazione, in cui il Verbo si fa carne. Notte della Risurrezione in cui la carne indossa l'e­ternità. Così respira la fede, da una notte all'altra. Pasqua ci invita a mettere il nostro respiro in sintonia con quell'immenso soffio che unisce incessantemente l'istante e l'eterno, il visibile e l'invisibile, la nostra povertà e la ricchezza di Dio. Non ha niente tra le mani, ha soltanto la sua vita risorta: da lei Gesù aveva cacciato sette demoni, cioè la totalità del male. E una attesa ardente, come la sposa del Cantico: lungo la notte cerco l'amato del mio cuore.

Maria si ribella all'assenza di Gesù: «amare è dire: tu non morirai!» (Gabriel Marcel). Non a caso chi si reca alla tomba in quell'alba è chi ha avuto più forte esperienza dell'amore di Gesù: le donne, Maddalena, il discepolo amato. E vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Il sepolcro è spalancato, vuoto e risplendente nel fresco dell'alba, aperto come il guscio di un seme. E fuori è primavera. Qualcosa si muove in Maria: un'ansia, un fremito, un'urgenza che cambiano di colpo il ritmo del racconto.

Corse allora... Può correre ora perché sta nascendo il giorno, deve correre perché è il parto di un universo nuovo, le doglie della vita. Il mondo è un immenso pianto (Dio naviga in un fiume di lacrime, scrive Turoldo) ma a Pasqua diventa un immenso parto. Di vita, di futuro, di speranza, di nuovi orizzonti, di lacrime asciugate.

Corre da Pietro e dal discepolo amato: «correvano insieme tutti e due...». Perché tutti corrono nel mattino di Pasqua? Corrono, sospinti da un cuore in tumulto, perché l'amore ha sempre fretta, non sopporta indugi, la vita ha fretta di rotolare via i macigni che la bloccano. Chi ama è sempre in ritardo sulla fame di abbracci.

 L'altro discepolo, quello che Gesù amava, corse più veloce. Giovanni arriva per primo al sepolcro, arriva per primo a capire il significato della risurrezione, e a credere in essa. Chi ama o è amato capisce di più, capisce prima, capisce più a fondo. Il discepolo amato ha intelletto d'amore (Dante), ha l'intelligenza del cuore. Intuisce che un amore come quello di Gesù non può essere annullato dalla morte, che tutto ciò che anche noi vivremo e faremo nell'amore non andrà perduto, non sarà vinto da nulla.
16-aprileCome da tradizione i dipendenti del Comune di Roma si sono ritrovati per la celebrazione della Pasqua nella Chiesa di Santa Maria in Campitelli mercoledì 16 aprile. Alla Liturgia Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Filippo Iannone Vicegerente di Roma ha preso parte il Sindaco di Roma On. Ignazio Marino. Il momento d’incontro è stato organizzato dal nucleo Acli dipendenti del Comune di Roma che con il Parroco di Campitelli, P. Davide Carbonaro nei giorni precedenti ha incontrato i comunali dell’Anagrafe e del palazzo senatorio per la benedizione pasquale. Durante l’omelia il Vicegerente, rileggendo il Vangelo del tradimento di Giuda, ha ricordato del rischio di diventare “discepoli non riusciti” per questo è necessario riconoscere nel dono supremo di Cristo e della sua Pasqua la capacità di mettersi a servizio gli uni gli altri.

16 aprile 2014
Pubblicato in 2014
generale-IIn un messaggio indirizzato all’Ordine per la Pasqua 2014, p: Francesco Petrillo Rettore Generale OMD, ha preso spunto dal recente film di Paolo Sorrentino “La grande bellezza” rileggendo alcune suggestioni alla luce del Sermone di San Giovanni Leonardi sulla “Divina Bellezza”.

15 aprile 2014
pdf  Messaggio del P. Generale Pasqua 2014  
Pubblicato in 2014
Mercoledì, 16 Aprile 2014 08:11

Cile. Campagna di aiuti per Valparaiso

fuogoDa sabato 12 aprile  la città di Valparaiso (Cile) e stata colpita da un incendio violento che ha lasciato più di 8.000 persone senza tetto, distrutto più di 2.500 case e lasciato fino ad oggi 15 persone morte. E riconosciuta come la catastrofe più violenta di quella città. Di conseguenza la Caritas della Diocesi di Rancagua  nella Diocesi di Rancagua, ha iniziato una campagna di aiuto 

dove la parrocchia N.S. del Carmine e il centro dove si ricevono tutte le donazioni. “Chiediamo preghiere per tutti i cileni che vivono in questi giorni un tempo di passione”, ha affermato il portavoce della Caritas.

15 aprile 2014
 
Pubblicato in 2014
Sabato, 12 Aprile 2014 10:37

Morire per amore

289In questa settimana per due volte la Chiesa si raccoglie nella lettura della Passione di Cristo, del patire di un Dio appassionato. La lettura più bella e regale che si possa fare, dove tutto ruota attorno alle due cose che toccano il nervo di ogni vita: l'amore e il dolore, la lingua universale dell'uomo. Lo ha capito per primo, sul Calvario, non un discepolo, ma un estraneo. Alla morte di Gesù, infatti il primo atto di fede è quello di un lontano, un centurione pagano: davvero costui era figlio di Dio. Non da un sepolcro che si apre, non dallo sfolgorio di luce, di giorni nuovi, di un sole mai visto, no, ma davanti e dentro la tenebra del venerdì, vedendolo sulla croce, sul patibolo, sul trono dell'infamia, un verme nel vento, questo soldato esperto di morte dice: era figlio di Dio. Morire così è rivelazione. Morire d'amore è cosa da Dio. Il nostro Dio è differente. Perché è salito sulla croce? Per essere con me e come me. Perché io possa essere con lui e come lui.

Essere in croce è ciò che Dio, nel suo amore, deve all'uomo che è in croce. L'amore conosce molti doveri, ma il primo di questi doveri è di essere insieme con l'amato, come una mamma quando il figlio sta male... e vorrebbe prendere su di sé il male del suo bambino, ammalarsi lei per guarire suo figlio. Dio entra nella morte perché là va ogni suo figlio. Per trascinarlo fuori, in alto, con sé. La croce è l'abisso dove Dio diviene l'amante. È qualcosa che mi stordisce: un Dio che mi ha lavato i piedi e non gli è bastato, che ha dato il suo corpo da mangiare e non gli è bastato. Lo vedo pendere nudo e disonorato, e devo distogliere lo sguardo. Poi giro ancora la testa e riguardo la croce e vedo uno a braccia spalancate che mi grida: ti a­mo. Proprio me? Sanguina e grida, o forse lo sussurra, per non essere invadente: ti amo.

C'erano là molte donne che stavano ad osservare da lontano. Piccolo gregge sgomento e coraggioso: la chiesa nasce dalla contemplazione del volto del Dio crocifisso (C.M.Martini), la chiesa nasce in quelle donne, che hanno verso Gesù lo stesso sguardo di amore e di dolore che Dio ha sul mondo. Le prime «pietre viventi» sono donne. Per diventare chiesa, dobbiamo anche noi sostare con queste donne accanto alle infinite croci del mondo dove Cristo è ancora oggi crocifisso nei suoi fratelli, disprezzato, umiliato, ricacciato indietro, naufragato. Con santa Maria e le donne sentiamo nostra la passione di ogni figlio dell'uomo: il mondo è tutto una collina di croci. Restiamo accanto, a portare conforto, speranza, pa­ne, umanità, vita. Solo così sentiremo a Pasqua che «ro­tola armoniosamente la nostra vita nella mano di Dio» (H. Illesum).
 
Giovedì, 10 Aprile 2014 11:53

Santa Brigida Napoli: Aiuto ai senza tetto

CaritasIn occasione del 5° anniversario della Caritas di S. Brigida si è esibito in chiesa il Coro degli alunni della Scuola Media Statale “ G. Fiorelli” diretto da Giuliana Calimeri. Circa 100 gli alunni coinvolti, accompagnati dalla loro Preside M.C. Palmiero e, il coro, guidato dai  docenti, ha  eseguito melodiosi canti con grande bravura, emozionando le persone presenti. Erano presenti oltre cento persone abitualmente assistite dalla Parrocchia e dalle realtà caritative ad essa collegate.

Tale evento è stato preceduto dalla “ Giornata della carità “ di domenica 6 aprile, per la raccolta di offerte da devolvere agli assistiti della Caritas Parrocchiale di cui è Presidente la sig.ra Tina Tuccillo.

Presente all’appuntamento anche l’Ordine di Santa Brigida che ha sostenuto economicamente e fornendo oggetti di abbigliamento e di biancheria, alla iniziativa benefica. Alcuni membri dell’OMSB, hanno contribuito, con grande disponibilità, all’organizzazione ed allo svolgimento dell’evento.

La Caritas Parrocchiale  si augura di essere stato di esempio nei confronti di tali giovanili menti e cuori ed auspica che non venga meno, nel tempo, il loro genuino entusiasmo e la caritatevole disponibilità verso chi ha avuto meno fortuna nella vita.

Il parroco, Padre T. Galasso ed il Rettore Generale Padre Francesco Petrillo hanno reso la Chiesa di S. Brigida un reale e concreto punto di accoglienza per i fedeli di qualsiasi livello sociale, con particolare attenzione alle persone più bisognose di sostegno morale e materiale.

9 aprile 2014
 
Pubblicato in 2014
reliquiarioDurante la celebrazione che ha radunato i gruppi di P. Pio del Lazio nella Chiesa di San Salvatore in Lauro a Roma al termine dell’Eucarestia presieduta dal Vescovo Matteo Zuppi Ausiliare di Roma per il Settore Centro, sabato 5 aprile, è stato accolto dai numerosi fedeli l’altarolo reliquiario conservato nella Chiesa di Santa Maria in Campitelli. Il singolare reliquiario attribuito dalla tradizione al Vescovo Gregorio Nazianzeno (IV secolo) è un “altare da viaggio” si desume da una antica iscrizione pervenuto da Gerusalemme e contenente oltre alcune insigni reliquie della passione del Signore  (tra i quali un frammento della croce e del chiodo)  un micro mosaico del volto di Cristo benedicente dell’ XI secolo proveniente da Costantinopoli.  Il prezioso reliquiario ha accompagnato le stazioni della Via Crucis da San Salvatore in Lauro attraverso Ponte Sant’Angelo, Via della Conciliazione, Piazza San Pietro ed è stato traslato nella Basilica Papale e accolto da S. Ecc.za Mons. Vittorio Lanzani Delegato della Fabbrica di San Pietro che ha salutato i numerosi pellegrini. Al termine, dall’altare della Cattedra  P. Davide Carbonaro parroco di Campitelli, ha benedetto i presenti con le reliquie della Passione. “Un momento di fede e di gratitudine al Signore per il dono della santità che scaturisce dalla Pasqua di Cristo alla quale ci stiamo preparando” ha affermato Mons. Pietro Bongiovanni Parroco di San Salvatore in Lauro e Delegato dei gruppi di preghiera di P. Pio.

6 aprile 2014

 
Pubblicato in 2014
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