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Taiz-per-lukrainaA Santa Maria in Portico, il vescovo Matteo Zuppi, incaricato del Centro diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese, ha presieduto la veglia: «Con la preghiera si cambia il mondo». Domenica 9 marzo, a Sebastopoli, nel corso di una manifestazione pro-Ucraina un centinaio di dimostranti filo-russi ha attaccato a calci e pugni diverse persone che manifestavano per opporsi all'adesione della penisola ucraina a Mosca. Poche ore dopo - rispondendo ad un appello di Papa Francesco durante l’Angelus del 2 marzo, di pregare per il «dialogo e la concordia» in Ucraina - nel santuario parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli, il Centro diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese e l’Ufficio per la pastorale delle migrazioni della diocesi di Roma, in collaborazione con la parrocchia di Campitelli  e la comunità greco cattolica ucraina di Roma, hanno organizzato una veglia di preghiera per affidare l’Ucraina «alla Madonna porto di sicurezza», l’icona mariana custodita nella chiesa di piazza di Campitelli, tra le più antiche di Roma «In questo luogo si venera da tanti secoli la maternità di Maria - ha detto il vescovo Matteo Zuppi, incaricato del Centro diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese, che ha presieduto la veglia - e si capisce perché hanno sistemato la sua icona così in alto. Perché ci aiuta ad alzare lo sguardo e a guardare lontano, ci aiuta ad avere speranza. Qualche volta pieghiamo la testa e ci sembra che di fronte a problemi così grandi non ci sia nulla da fare. Maria ci aiuta a trovare forza, speranza e convinzione». Le armi per ora tacciono in Crimea, ma la tensione sale. «È molto vicino il rischio che una situazione come questa - ha proseguito il presule - possa precipitare in una guerra civile. L’Europa, come purtroppo in altre situazioni, dimostra debolezza e ritardo e invece dovrebbe giocare un ruolo. Del resto l’Ucraina richiede un legame più stretto con l’Europa. Questo deve avvenire nell’interesse di tutti, senza confliggere con gli interessi della Russia». Nelcaso di un innalzamento delle tensioni tra Russia ed Ucraina, Roma è pronta a pregare insieme al Papa e a tutto il mondo, come già accadde il 7 settembre, a piazza San Pietro, in favore della Siria. «Come il Papa è stato tempestivo e sensibile alla tragedia della Siria, credo che lo ripeterà per altre situazioni. La Chiesa di Roma - ha concluso monsignor Zuppi - deve aiutarlo in questa sua coraggiosa attenzione. La preghiera e il digiuno sono la prima vera risposta per cambiare il mondo». Alla veglia, animata dai canti della comunità di Taizé, hanno partecipato - oltre al parroco di Santa Maria in Portico, padre Davide Carbonaro - don Ivan Kulyk, parroco di Santi Sergio e Bacco degli Ucraini, e il coordinatore nazionale degli ucraini greco cattolici in Italia, don Marco Semehen, insieme a numerosi membri della comunità greco cattolica ucraina di Roma. «Noi speriamo e affidiamo nelle mani del Signore tutta la situazione. La Russia - ha detto don Semehen - sta giocando forte e non sappiamo quali scenari potranno aprirsi, però noi speriamo che Dio ci darà saggezza. L’Ucraina si aspetta aiuto dall’Europa e dall’Italia, un sostegno per conservare l’integrità del paese». «La comunità ucraina di Roma è molto vivace - ha detto infine monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale delle migrazioni - è una comunità bella e vera, che ci fa sentire nella preghiera il respiro di Dio. La Madonna si fa intercettrice per tutti. La fede ci rende tutti fratelli e ci fa condividere le pene, le gioie e le angosce di tutti».

10 marzo 2014
 
Pubblicato in 2014
Lunedì, 10 Marzo 2014 12:53

Cile: Professione temporanea

tre-noviziSabato 8  marzo tre novizi, due colombiani (Welver e Oney) e uno cileno (Alexis), hanno emesso i primi voti (con la professione temporanea) nell’Ordine. L’Eucaristia, è stata celebrata  nella capella della casa di formazione (Regina Apostolorum), Rettore Generale P. Francesco Petrillo, chi ha ricordato ai novelli religiosi “che poter vivere i consigli evangelici oggi è un dono del Signore e anche segno per ogni realtà, in più in questo tempo che Dio ci offre la Chiesa, perche possiamo riconoscere quelle risposte che Gesù fa nelle tentazione nel deserto. Non ricchezze, non potere e non possedere; ma autentica povertà, generosa castità e disponibile e volontaria obbedienza”. Inoltre, ha sottolineato che questo momento comporta anche un evento storico per l´Ordine, perché la prima volta che due colombiani fanno professione nell’ Ordine e questo segna l´inizio della missione che tra alcune settimane si inaugurerà in Bogotá.

9 marzo 2014
 
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Giovedì, 06 Marzo 2014 15:02

Papa Francesco: Quaresima è ritorno a Dio

ceneri1La Quaresima è un invito a tornare a Dio, perché “qualcosa non va bene in noi, nella società e nella Chiesa e abbiamo bisogno di convertirci”. Così il Papa celebrando questo pomeriggio presso la Basilica di santa Sabina sull’Aventino il mercoledì delle Ceneri. “Viviamo in un mondo sempre più artificiale dove - ha detto il Pontefice - senza accorgercene escludiamo Dio dal nostro orizzonte”. “La Quaresima – è stata l’esortazione - viene a risvegliarci dall’inerzia e dalla routine per “andare oltre il nostro orticello”. Prima della Messa, la processione penitenziale dalla Chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino. Preghiera, digiuno, elemosina per non farsi dominare dalle cose che appaiono, perché “quel che conta – spiega Papa Francesco - non è l’apparenza o il successo, ma quanto abbiamo dentro”: questi tre elementi caratterizzano il cammino quaresimale che comprende la croce e la rinuncia. Il Papa li ha indicati invitando ad “aprirsi a Dio e ai fratelli” in un mondo sempre più artificiale, in “una cultura del fare e dell’utile”, dove senza accorgercene “escludiamo Dio dal nostro orizzonte”. “La Quaresima – ha detto - ci chiama a riscuoterci, a ricordarci che siamo creature e non siamo Dio”. "Quando io guardo nel piccolo ambiente quotidiano alcune lotte di potere per spazi, io penso: 'Ma, questa gente gioca a Dio Creatore!'. Ancora non se ne sono accorti che non sono Dio!". La preghiera – ha spiegato il Santo Padre- è la forza del cristiano e di ogni credente. Nella debolezza e nella fragilità della vita possiamo rivolgerci a Dio con la fiducia di figli con una preghiera “capace di farsi carico delle necessità dei fratelli” in povertà o sofferenza. "Dinanzi a tante ferite che ci fanno male e che ci potrebbero indurire il cuore, noi siamo chiamati a tuffarci nel mare della preghiera, che è il mare dell’amore sconfinato di Dio, per gustare la sua tenerezza". “Il digiuno – ha proseguito Papa Francesco – comporta la scelta di una vita sobria, che non spreca, non scarta”. “Digiunare aiuta ad allenare il cuore all’essenzialità e alla condivisione: è un segno di presa di coscienza e di responsabilità di fronte ad ingiustizie e soprusi specialmente nei confronti dei poveri e dei piccoli; è segno della fiducia riposta in Dio e nella provvidenza. "Dobbiamo stare attenti a non praticare un digiuno formale, o che in verità ci “sazia” perché ci fa sentire a posto. Il digiuno ha senso se veramente intacca la nostra sicurezza, e anche se ne consegue un beneficio per gli altri, se ci aiuta a coltivare lo stile del Buon Samaritano, che si china sul fratello in difficoltà e si prende cura di lui".Espressione di quella gratuità che dovrebbe caratterizzare ogni cristiano che da Dio ha ricevuto tutto gratuitamente è, infine, l’elemosina: si da a qualcuno da cui non ci si aspetta di ricevere qualcosa in cambio. Un‘azione spesso estranea dalla vita quotidiana dove – ha constato il Papa - tutto è calcolo e misura, tutto si vende e si compra”. "L’elemosina ci aiuta a vivere la gratuità del dono, che è libertà dall’ossessione del possesso, dalla paura di perdere quello che si ha, dalla tristezza di chi non vuole condividere con gli altri il proprio benessere".Ma perché dobbiamo tornare a Dio come esortano le Scritture? “ Perché – è la risposta del Papa - qualcosa non va bene in noi, nella società e nella Chiesa e abbiamo bisogno di cambiare, di convertirci”. “La Quaresima – ha concluso – viene a ricordarci che è possibile realizzare in noi e attorno a noi qualcosa di nuovo, perché Dio è fedele e pronto a perdonare e a ricominciare da capo”.

6 marzo 2014
 
Pubblicato in 2014
Martedì, 04 Marzo 2014 18:13

Cappella Musicale di Campitelli per la Georgia

GeorgiaAlla presenza dei  Cardinali Montezemolo, Sardi e Cottier e del gran Consiglio dell’Ordine di Malta si è tenuto lunedì 3 marzo un concerto di beneficenza per la Georgia  a cura della Fondazione Cardinale Pio Laghi. E’ stata eseguita la  Messa di Bonaventura Rubino a cinque voci concertata dalla Cappella Musicale Santa Maria in Campitelli, l’Ensemble Antonio il Verso di Palermo e l’Ensemble la Cantoria diretta dal  M° di Cappella Vincenzo Di Betta. Un saluto ai convenuti è stato espresso dal Parroco P. Davide Carbonaro che ha ricordato come: “In questo luogo la Madre di Dio da secoli  è venerata nell’ambito del servizio della Carità che è peculiare per tutta la Chiesa ed in particolare per la Chiesa di Roma”. In tale prospettiva, il concerto è stato organizzato con una attenzione speciale ai poveri della Georgia. Lo scorso 31 gennaio è stata formalmente e giuridicamente istituita a Tbilisi, in Georgia, dall’ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta (Smom), Marcello Celestini, la “Cardinal Pio Laghi Foundation”, organismo con personalità giuridica non commerciale. Fondazione intitolata al porporato che fu Patrono del Smom a due anni dalla sua morte, ha nel logo il motto del suo stemma, “In verbo tuo”. Essa si ispira ai principi etici e morali dello statuto del Smom e alla sua regola: “Tuitio fidei, obsequium pauperum”. Membro del consiglio di amministrazione è il rettore della nuova università cattolica di Tbilisi, Vaja Vardizde. Il primo progetto operativo si occuperà, dal 1° marzo prossimo, di assistenza socio-sanitaria domiciliare per persone malate non autosufficienti e disabili poveri della città di Tbilisi, in collaborazione con l’assessorato dei servizi sociali del municipio. La fondazione - riferisce L'Osservatore Romano - sarà lo strumento migliore per incentivare una presenza istituzionale del Smom in Georgia. Essa costituisce un messaggio, a tutti accessibile, che meglio di ogni altro mostra il volto del cavaliere dell’Ordine di Malta, il quale non opera discriminazioni nel suo servizio ma opera dovunque il bisogno si manifesti.

3 marzo 2014
Pubblicato in 2014
Sabato, 01 Marzo 2014 10:15

Dipendenti dal cielo

283Gesù rilancia la sua sfida per un altro modo di essere uomini: non preoccupatevi delle cose, c'è dell'altro che vale di più. È la sfida contenuta nella preghiera nel Padre Nostro: dacci oggi il nostro pane quotidiano. Ti chiediamo solo il pane sufficiente per oggi, il pane che basta giorno per giorno, come la manna nel deserto, non l'affanno del di più. È la sfida del monaco: conosco monasteri che vivono così, come uccelli e come gigli, quotidianamente dipendenti dal cielo. Ma questa sfida è anche per tutti noi, pieni di cose e spaventati dal futuro. La vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Occuparsi meno delle cose e di più della vita vera, che è fatta di relazioni, consapevolezza, libertà, amore. Vuoi volare alto, come un uccello, vuoi fiorire nella vita come un giglio? Allora devi deporre dei pesi. Madre Teresa di Calcutta soleva dire: tutto ciò che non serve pesa! Meno cose e più cuore! Non una rinuncia, ma una liberazione. Dalle cose, dalla 'roba' diventata padrona dei pensieri. Guardate gli uccelli del cielo... Osservate i gigli del campo... se l'uccello avesse paura perché domani può arrivare il falco o il cacciatore, non canterebbe più, non sarebbe più una nota di libertà nell'azzurro. Se il giglio temesse la tempesta che domani può arrivare, o ricordasse il temporale di ieri, non fiorirebbe più. Gesù osserva la vita, e la vita gli parla di fiducia e di Dio. E a noi dice: beati i puri di cuore perché vedranno Dio, vedranno in tutto ciò che esiste un punto verginale e fiducioso che è la presenza di Dio, vi scopriranno un altare dove si celebra la comunione tra visibile e invisibile. Allora: non affannatevi, quell'affanno che toglie il respiro, per cui non esistono feste o domeniche, non c'è tempo per chi si ama, per contemplare un fiore, una musica, la primavera. Cercate prima di tutto il Regno di Dio e queste cose vi saranno date in più. Non è moralista il Vangelo, non si oppone al desiderio di cibo e vestito, dicendo: è sbagliato, è peccato, non serve. Anzi, tutto questo lo avrete, ma in tutt'altra luce. «Il cristianesimo non è una morale ma una sconvolgente liberazione» ( Vannucci). Libera dai piccoli desideri, per desiderare di più e meglio, per cercare ciò che fa volare, ciò che fa fiorire e ti mette in armonia con tutto ciò che vive. Insegna un rapporto fiducioso e libero con se stessi, con il corpo, con il denaro, con gli altri, con le più piccole creature e con Dio. Cercate il regno, occupatevi della vita interiore, delle relazioni, del cuore; cercate pace per voi e per gli altri, giustizia per voi e per gli altri, amore per voi e per gli altri. Meno cose e più cuore! E troverete libertà e volo.
 
Giovedì, 27 Febbraio 2014 14:27

Il saluto commosso a Corrado Lopopolo

pappa-di-P.-Michele“Per tutta la vita si è nutrito di terra e di sole”. Così, P. Michele Lopopolo ha ricordato suo papà Corrado durante i funerali celebrati nella Chiesa di Maria Santissima del Rosario a San Ferdinando di Puglia mercoledì 26 febbraio. Chiesa parrocchiale che ha visto fin dall’inizio “il pellegrinaggio spirituale di Corrado” dal suo Battesimo fino alla Pasqua che oggi celebra con Cristo. Durante l’omelia il P. Generale, ha ricordato che: “Corrado con la sua vita umile, laboriosa e onesta ha detto: Gesù è la mia carne, la mia avventura, la mia storia”. A Rosina sposa di Corrado a P. Michele e a Giacomo insieme ai familiari si sono stretti numerosi confratelli dell’Ordine e fedeli.

27 febbraio 2014
 
Pubblicato in 2014
formaz1La formazione permanente in Italia è stata organizzata nei giorni 11 12 e 13 febbraio presso la casa delle suore del Divino Amore a Roma. In alcuni interventi guidati dal Prof. Tonino Solarino è stato riferito come nell’incontrare occorre: “Mettersi nei panni degli altri”. Tonino  ha inoltre ricordato che, è necessario “ascoltare il cuore dell’uomo”. Altri interventi sono stati guidati dal Prof.  Don. Nello dell’Agli, nei quali è stato sviluppato il tema della Lectio umana e della Lectio divina. Don Nello ha detto che: “Alla Parola di Dio va prestata obbedienza soprattutto nelle nelle lotte della vita quotidiana”. Poi i partecipanti hanno avuto modo di sperimentare il metodo della Lectio proposto. Sono stati tempi necessari nei quali i confratelli, si sono ritrovati insieme per dedicare il loro tempo e condividere. Il secondo guppo di confratelli si ritroverà nei giorni 18, 19 e 20 febbraio.

16 febbraio 2014
 
Pubblicato in 2014
Sabato, 15 Febbraio 2014 07:29

Parole da vertigini

281Avete inteso che fu detto, ma io vi dico... Gesù non annuncia una nuova morale più esigente e impegnativa. Queste, che sono tra le pagine più radicali del Vangelo, sono anche le più umane, perché qui ritroviamo la radice della vita buona. Il discorso della montagna vuole condurci alla radice, lungo una doppia direttrice: la linea del cuore e la linea della persona. Il grande principio di Gesù è il ritorno al cuore, che è il laboratorio dove si forma ciò che poi uscirà fuori e prenderà figura di parola, gesto, atto. È necessa­rio guarire il cuore per guarire la vita. Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque si adira, chiunque alimenta dentro di sé rabbie e rancori, è già omicida. Gesù risale alla radice prima, a ciò che genera la morte o la vita. E che san Giovanni esprimerà in un'affermazione colossale: «Chi non ama suo fratello è omicida» (1Gv 3,15). Cioè: chi non ama uccide. Non amare qualcuno è togliergli vita; non amare è un lento morire. Ma io vi dico: non giurate affatto; il vostro dire sia sì, sì; no, no. Dal divieto del giuramento, Gesù arriva al divieto della menzogna. Di' la verità sempre, e non servirà più giu­rare. Così porta a compi­mento, sulla linea del cuore, le conseguenze già implicite nella legge antica. E poi la linea della persona: Se tu guardi una donna per desiderarla sei già adultero... Non dice: se tu, uomo, desideri una donna; se tu, donna, desideri un uomo. Il desiderio è un servitore indocile, ma importante. Dice: Chi guarda per desiderare, e vuol dire: se tu guardi solo per il tuo desiderio, se guardi il suo corpo per il tuo piacere, allora tu pecchi contro la sua persona. Tu allora sei un adultero, nel senso originario di adulterare: tu falsifichi, tu inquini, tu impoverisci la persona. Perché riduci a oggetto per te, a corpo usa e getta la persona, che invece è abisso, oceano, cielo, angelo, profondità, vertigine. Pecchi non tanto contro la legge, ma contro la profondità e la dignità della persona, che è icona di Dio. Perché la legge è sempre rivelazione dei comportamenti che fanno crescere l'uomo in umanità, o che ne diminuiscono l'umanità e la grandezza, che è come dire rivelazione di ciò che rende felice l'uomo. È un unico salto di qualità quello che Gesù propone, la svolta fondamentale: passare dalla legge alla persona, dall'esterno all'interno, dalla religione del fare a quella dell'essere. Il ritorno al cuore, là dove nascono i grandi «perché» delle azioni. Allora il vangelo è facile, umanissimo, anche quando dice parole come queste, che danno le vertigini.
 
Martedì, 11 Febbraio 2014 11:21

Kupang Indonesia: un anno dopo.

visita-InasiaE’ già passato un anno da quel 2 febbrario del 2013  quando fu inaugurata la casa dell’Ordine della Madre di Dio in Indonesia. Oggi, un anno dopo, il P. Generale si eè recato  nuovamente  nell’ isola di Kupang  per  ringraziare Dio  e quei fratelli che anche li’ svolgono il carisma  di san Giovanni Leonardi.  Nella domenica  8 febbraio  il P. Generale ha voluto, in effetti, fossero maggiormente  messo in evidenza  il nostro Fondatore e la radice mariana  che lo distingue. Nella celebrazione dominicale ha regalato  alla comunita’ OMD il reliquario di san Giovanni Leonardi, fatto costruire per il 75 anno della sua canonizzazone.  Il Papa Francesco lo aveva benedetto e venerato il 17 aprile del 2013,  per l’anniversario, e oggi, è  venerato dalla pietà e devozione  della comunità indonesiana. Poi ha voluto regalare un  quadro della Madonna di Guadalupe che il cardinale  di Citta’ del Messico, Mons. Roberto Nivera, aveva  consegnato nelle mani del P. Generale in occasione della sua vista a Messico per l’incontro con i vescovi latinoamericani. Il Padre Generale ha voluto dire con quei due gesti, come aveva scritto nell’editoriale  del notizario n. 172, “state in buone mani: quelle di Maria, di san Giovanni Leonardi e del Papa Francesco. Alla comunita’ religiosa OMD, alla quale si  aggiunto un piccolo gruppo di postulanti, (due),  si è reunita  la comunità Cristiana delle vicinanze con grande gioia a voglia di crescere nel carisma leonardino. 

11 febbraio 2014

Pubblicato in 2014
Per-siriyaI brevi ma intensi canoni della comunità ecumenica di Taizé si intrecciavano con le antiche melodie arabe e greche della Chiesa melchita di Siria. La Chiesa non dimentica la Siria e la sua gente. E invoca la pace e la liberazione dei prigionieri. Una speciale Veglia di preghiera  nel santuario parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli, davanti all’antica e venerata icona della Madre di Dio particolare protettrice della città di Roma, domenica 9 febbraio ad un anno esatto dal rapimento dei sacerdoti padre Michel Kayyal e padre Maher Mahfouz. L’incontro è organizzato dal Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese e dall'Ufficio per la pastorale delle migrazioni della diocesi di Roma in collaborazione con l'associazione Finestra per il Medio Oriente, la comunità parrocchiale di Campitelli e  la comunità melchita di Santa Maria in Cosmedin.  Accolti dal Vescovo Ausiliare di Roma Centro Mons. Matteo Zuppi e dal Parroco di Campitelli P. Davide Carbonaro, l’arcivescovo Boutros Marayati dell’Arcieparchia di Aleppo e l’Arcivescovo Capucci  emerito di Gerusalemme; insieme all’archimandrita P. Atonios Haddad di Santa Maria in Cosmedin a Roma e i Rettori del Collegio Armeno e Siro Antiocheno. La veglia ha ricordato il vescovo Zuppi : “è una nuova occasione di preghiera in sintonia con Papa Francesco e in profonda unione con tutti i cristiani del Medio Oriente perché non cessiamo di sperare che abbia finalmente termine il conflitto in Siria”. E aggiunge: “Seguendo l'invito di Papa Francesco continuiamo a pregare per la pace e per la liberazione di tutti i rapiti, in particolare dei sacerdoti padre Michel Kayyal e padre Maher Mahfouz a un anno dal loro rapimento avvenuto il 9 febbraio 2013, del vescovo siro-ortodosso di Aleppo, Gregorios Youhanna Ibrahim e del vescovo greco-ortodosso di Aleppo e Iskenderun, Boulos Yaziji, delle suore di Maalula e di padre Paolo Dall'Oglio, missionario gesuita romano. Preghiamo per non dimenticare e per far nostro il gemito del popolo siriano che aspira alla pace”. Durante la celebrazione la toccante testimonianza dell’Arcivescovo Marayati che portando il gemito dei suoi connazionali: “ringrazia il Signore perché in questa chiesa si prega per la pace”. Poi prosegue ricordando che ad Aleppo: “città ecumenica, in questi tempi duri lavoriamo insieme in modo solidale per aiutare le famiglie e in nome di Cristo mettiamo tutto insieme”. Sempre nella nostra città, “abbiamo convissuto con i musulmani, ma i fanatici hanno spaccato il nostro dialogo”. Come riprendere questo dialogo, si domanda Mons. Marayati. Prima del conflitto Aleppo era “un incrocio di culture”, ma “la guerra distrugge, la guerra fa male a tutti e tutti siamo perdenti”. Aleppo, ha ricordato, è stata “la culla del cristianesimo, i seguaci di Gesù qui sono stati chiamati cristiani per  la prima volta”; e prosegue, “questi cristiani oggi stanno andando via!”. “Aleppo la mite” come fu descritta da scrittori e poeti, “la città dei sogni”, ma oggi questi sogni sono infranti. Tuttavia noi crediamo nella pace, ha concluso l’arcivescovo: “crediamo che Dio è con noi e non ci lascerà, noi crediamo nella forza della preghiera”. Congedandosi dall’assemblea promette che dirà ai suoi fedeli e agli uomini e donne di buona volontà: “siete nel cuore di tutti i cristiani!”. Al termine della celebrazione i Vescovi ed una rappresentanza di famiglie siriane e di fedeli hanno pregato davanti all’icona di Santa Maria in Portico.

10 febbraio 2014
 
Pubblicato in 2014
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