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Sabato, 17 Marzo 2012 09:08

Luminoso riscatto

186Come in ogni forma di relazione, anche nel perimetro dell'alleanza ci deve essere spazio per il giudizio. Gli effetti del disimpegno prima o poi vengono alla luce. La malagrazia del tradimento finisce per mettere in mostra le inevitabili ferite che non ha avuto scrupolo di incidere. Sicché il giudizio, prima ancora che essere pronunciato da un'istanza sovrana, prende forma nei fatti.

L'antica Scrittura ha difatti sistematicamente cercato nella cronaca gli evidenti segni di una giustizia che l'Altissimo stesso lascia amministrare ai concreti processi della vita. La sfrontata disinvoltura con cui il popolo dell’alleanza ne calpesta la memoria consegnandosi giulivamente all'attrattiva di nuove ed esotiche divinità, rimane per propria diretta responsabilità semplicemente esposta alle prove di forza con cui le nazioni si confrontano nello scacchiere della politica. Un popolo che smarrisce la propria statura morale è pronto per affollare una schiera di umani predisposti al servilismo. Sulla base di questo principio, la Scrittura elabora una sorta di teologia della storia nella quale il paziente e pervicace Dio dell'alleanza alla fine non può che consegnare alle conseguenze della storia l'immaturità di un popolo incapace di starsene alla larga dalle facili tentazioni di una globalizzazione dell'edonismo. A nulla serve in questi casi moltiplicare le occasioni di ammonimento. Non c'è dvvero peggior sordo di chi non vuol sentire. Ostinatamente deciso a essere come tutti, questo piccolo popolo dell'alleanza finisce davvero nel comune tritacarne della politica internazionale.

 

Assiri o caldei che siano, i forti della storia fanno presto a scoprire il prezzo del rischio assunto da questo delirio di emancipazione. Ma l'umiliazione più grande - e anche più imprevedibile - sta nell'istante luminoso del riscatto. Dio lascia che sia la storia a punire. Dio lascia che sia ancora la storia a riabilitare. Deve arrivare il capo della superpotenza rivale, il solito pescecane che mangia il pesce più piccolo, a rinnovare l'evento della liberazione e a ricostruire il tempio dell'Altissimo. Non c'è nessuno più laico del Dio dell'alleanza (qualcuno vada a dirlo in televisione). La volontà di Dio non prende necessariamente forma fra le mani presuntuose di chi pensa di appartenergli.

 

Anche il Figlio irrompe a suo modo come imprevedibile sorgente di riscatto. Gesù deve a lungo mostrane le ragioni a uno stranito Nicodemo. È necessaria una paziente e confidente perizia, che Giovanni trasforma in letteratura della coscienza, per confessare il disinteresse di Dio per una logica della condanna e, nello stesso tempo, l'inevitabilità del giudizio. L’ umanità incosciente è sempre sul punto di rimanere imbrigliata con le proprie mani nelle meccaniche ritorsioni della vita. Ad essa Dio offre il Figlio, grande insegna luminosa destinata a rendere chiare e visibili le differenze che salvano. Nella sorte del Figlio, benché non condannati, siamo già tutti giudicati. Per non essere lasciati al brutale e cieco giudizio della storia. (Giuliano Zanchi).


 
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Venerdì, 16 Marzo 2012 21:23

Suore di Campitelli rinnovazione dei voti


sr. frncescaSabato 10 marzo all’altare del Santo Fondatore ha rinnovato la professione temporanea Sr. Kim Francesca delle Suore della Carità di S. Giuseppe di Mirinae. I voti sono stati ricevuti nella mani della Rev.ma Madre Generale Hong Colomba, in questi giorni in visita nella Comunità delle suore di Campitelli. Il rito è stato celebrato da Rev. Don Chae Henrico, alla presenza di Sr. Seo Agnese superiora della Comunità.

13 marzo 2012


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Venerdì, 16 Marzo 2012 21:15

Incontri di formazione permanente OMD

formazione-permanenteSi svolgono in queste prime settimane di marzo gli incontri di formazione permanete OMD affidate alla equipe di P. Giovanni Salonia. La tematica presentata dal Dott. Toniano Solarino tocca ancora l’evoluzione del conflitto nei singoli e nella vita comuntaria. Il processo afferma, deve condurre la comunità ad esprimere il “come essere buoni insieme”, senza dipendenze disfunzionali o autosufficenze svalutanti. Occorre riconoscere inoltre che, nella vita comune, alcuni “conflitti sono funzionali” riguardo a momenti “valutativi” e “decisionali”. Tuttavia i momenti di verifica comune, dovranno affrontare necessariamente “ percorsi di interiorità e relazione”.

9 marzo 2012


 
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Mercoledì, 14 Marzo 2012 13:24

Pubblicazioni OMD

San-Giovanni-Leonardi-1 page_1Esce in questi giorni per i tipi della Casa Editrice Velar Elledici, la versione inglese della biografia del Fondatore. D. Carbonaro,“Saint Jhon Leonardi”, Bergamo 2012. Si tratta della traduzione già editata nel 2009 in occasione del IV centenario leonardino. In contemporanea è stato pubblicato il secondo numero degli “Annales OMD” 2011, commentario dell’Ordine che si apre con un articolo di Selvaraj Manoharraj OMD: “Pauline vision of Saint John Leonardi in the formatiom and in the reformation of the Christian community”. Il numero presenta gli atti ufficiali dell’Ordine le circolari del P. Generale, i Decreti del Consiglio Generale, le attività di Curia e le notizie apparse sul sito ufficiale.

 

11 marzo 2012

 
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Mercoledì, 14 Marzo 2012 13:07

Scuola Samayapuram


samayapuramAl via i lavori per il completamento della scuola di Samayapuram India in questi giorni, afferma P. Lourdu, si è svolta  la benedizione per l’inizio dei lavori del secondo piano. Grazie alla solidarietà della ONG Essegielle e a quanti già operano perché questo cantiere dell’eduzione possa essere completato.

14 marzo 2012
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1Sono iniziate nella Chiesa di Campitelli le celebrazioni per i quattrocento anni della nascita della Serva di Dio Anna Moroni che insieme a P. Cosimo Berlinsani fondarono La Congrezione delle Suore oblate del Bambino Gesù. La solenne celebrazione è stata presieduta domenica 11 marzo da Rev.mo P. Generale  P. Francesco Petrillo. Il luogo è significativo ha ricordato Madre Raffaella Funari, Superiora Generale, perché ci raccoglie in un luogo dove i fondatori ebbero a fare l’esperienza di Dio e dalla quale è originato nella Chiesa il nostro Istituto. Durante l’Omelia P. Francesco , ha percorso la liturgia della Parola domenicale ed ha ricordato che: “I tempi del secolo XVII reclamavo una nuova chiesa, una nuova evangelizzare  e uomini e donne plasmati dallo Spirito. Dio, che non abbandona mai  e ama le sue creature, suscitò tra la Congregazione quella delle Convittrici del Bambino Gesù mettendo sullo stesso sentiero – di voleri, di intenti e di santità – la signora Moroni e il Padre Cosimo Berlisani (1619-1694) che insieme fondarono la Congregazione  delle Convittrici del SS.mo Bambino Gesù, il 2 luglio 1672 in Roma e precisamente in Piazza Margana nella Parroccia di Santa Maria in Portico in Campitelli. Ma che cosa volevano  fare? Far crescere il tempio di Dio nell’anima e nel  corpo nel ricordo del carisma dell’ Incarnazione, inteso come capacità di generare, di far nascere e crescere, nel proprio cuore e in quello degli altri, Gesù Cristo, Figlio di Dio, Tempio vivo, pietra angolare, casa santa. Madre Anna e Padre Cosimo sono convinti che Gesù Cristo non è un concetto, una dottrina, un programma soggetto  a libera elaborazione, ma è innanzitutto una Persona che ha il volto del Bambino di Betlemme”. Inoltre, l’odierna celebrazione ha proseguito P. Generale: “Ci unisce a Lui con la Pasqua e ci fa diventare “pietre vive”. Madre Anna e padre Cosimo, in proporzione della loro unione con Lui,  diventiamo il luogo in cui dimora il Padre:  e siano resi capaci di offrire ‘sacrifici spirituali graditi a Dio’. Care sorelle, con i vostri Atti dei Colloqui di studio: “La bellezza delle origini” e poi il secondo “da Betlemme al Calvario”, ci avete fatto entrate nel vostro cantiere. Abbiamo visto le straordinarie fondamenta del vostro edificio spirituale, abbiamo visto la radicalità di una donna abitata da un amore appassionato per Gesù Bambino e per il crocifisso, “ossigenava la sua vita allo spirito del Mistero dell’Incarnazione, ne respirava tutta la sua profondità con il suo atteggiamento umili, semplice, obbediente, povero e a lo stesso tempo ricco d’amore per il Divino infante”; una donna innamorata del Signore, dal cuore aperto a Dio ai fratelli e decisa a fare della sua casa una casa di “Oblazione” al suo Dio. Si siamo affascinasti dalla roccia di  P. Cosimo, su cui si è fondata la  virtù e i pregi di Anna, nella sua straordinaria ed umile condizione di religioso della Madre di Dio e Parroco di questa Chiesa; fare riflettere, far nascere e crescere nel proprio  cuore  e  in quello di Anna, Gesù Cristo: Figlio di Dio e di favorire una fede adulta e matura. Ed è con queste premesse che la Congregazione delle Suore Oblate del Bambino Gesù entra nel III millennio, per essere nel mondo testimonianza viva del vero spirito dell’Istituto, pietre preziose nella continua ed incessante costruzione del Tempio grande di Dio: la Chiesa, corpo vivente di Cristo nella storia.”.

13 marzo 2012

pdf  omelia del P. Generale (160.02 kB)
 
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Domenica, 11 Marzo 2012 07:01

Prima pietra scuola in Nigeria

nigeria-okE’ stata posta la prima pietra nel terreno che ospiterà la scuola ad Amakoia Owerri Nigeria.
 
11marzo 2012

 
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Domenica, 11 Marzo 2012 06:39

Il mercato del sacro

185Esiste anche una fede di cui Gesù non si fida. Si tratta di quell'avida attrazione per il segno paranormale con cui gli umani amano identificare la dimostrazione di forza del divino. Quando pare loro di intravederne delle manifestazioni, subito si precipitano nel suo perimetro convinti di avere in qualche modo parte dei suoi effetti. La chiave di volta di questa disinvolta febbre per il prodigio è l'equazione di principio fra il divino e il potere. Dio deve essere potente. L'equazione del resto è transitiva. Il potere è divino. Umano o trascendente che sia. L'uomo di potere difatti sa emanare un'aura di attrazione entro i confini della quale molti si precipitano a rifugiarsi. Scambiato per un dio, l'uomo di potere può gettare alla folla spiccioli della propria sovrana autosufficienza potendo contare sull'adorante e riconoscente compiacimento dei deboli. Dove scarseggia la dignità hanno più successo i padrini dei padri. Il cerchio sacro della loro influenza genera una forma di fede che ha l'oscura intensità della magia.


Di questa fede Gesù diffida profondamente. Soprattutto quando sono i suoi segni a generarla. Non solo nel caso dei semplici che lo ammirano, ma anche sotto la pressione di dotti giudei, protettori della tradizione e custodi della Scrittura, che lo mettono alla prova chiedendogli un segno a legittimazione di un gesto di lesa maestà alle devozioni del tempio. Quale soprannaturale prova di autorevolezza aggiungere a soccorso di una ribellione dello spirito che dovrebbe apparire sacrosanta anche se compiuta dall’ultimo credente nascosto in mezzo alla folla, poiché fondato dai secoli dei secoli nel cuore dell'alleanza e sigillato senza pentimenti nella lettera della Scrittura? Quale prova di autorità invocare per un atto di autentica e necessaria indignazione che dovrebbe essere precisamente compito di questi dotti teologi trasformati in inquisitori da santuario? Nessuna. Perché qualsiasi segno di autolegittimazione confermerebbe alla distorsione spirituale dei dotti come dei semplici l’idea che appunto al divino si deve dare credito ogni volta che sciorina gli incantesimi del suo potere.

 
Sicché Gesù lancia l'enigmatica sfida di un segno destinato a passare per il crogiolo dell’impotenza. Distruggete questo tempio e lo tiro su nuovo in tre giorni. Rebus gettato tra le gambe degli interlocutori. Occhio strizzato al lettore che, alla luce della pasqua, sa perfettamente risolvere l'enigma. Si vedrà bene l'origine dell'iraconda allergia del rabbino Gesù per questa irreligiosa parata di devozione cash. Ma lo si potrà vedere solo scoprendo che la vera casa di Dio nella storia è la carne umana del Figlio.


Non esiste nessun sacro potere presso il cui alone sottrarsi alle prove della vita. Solo fedeltà sempiterna di un Dio che sta per primo, punto per punto, sotto la legge della responsabilità, della cura, del discernimento. Legge che fonda l'amicizia con Dio e salva il patto fra gli uomini, il cui primo comandamento chiede di non sbagliarsi mai: non scambiare Dio per un qualsiasi padreterno di questa terra. Il Dio di Gesù ha più eleganza. (Giuliano Zanchi)


 
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Sabato, 03 Marzo 2012 17:04

Fede nell’alleanza

184Il fascino irrequieto esercitato dal racconto del mancato sacrificio del figlio di Abramo, su cui giustamente sono stati versati fiumi di inchiostro, ha la consistenza delle emozioni catartiche indotte dalle tragedie greche. Il tema di fondo, del resto, staziona attorno a orbite del tutto simili. L'incommensurabile fragilità della libertà umana contro l'indecifrabile strapotere del divino. La libertà non è che un perimetro illusorio? Il divino è puro arbitrio a dimensione trascendente? L'vventura umana è forse il periglioso camminare in punta di piedi sul filo di rasoio della dipendenza? Esiste qual­cosa di sacro che non sia perciò stesso dispotico? Nelle antiche tragedie - come si sa - il peso del divino è schiacciante. La libertà, più che umana, è eroica. La testimonianza biblica - come testimonia questo controverso racconto - conserva la questione. Mantiene persino il copione di una tragedia standard in cui il divino mette alle corde l'uomo imponendogli il sacrificio più disumano che si possa immaginare. Ma la strategia del racconto è precisamente quella di disinnescare il cortocircuito di fondo. Si esprime in forma narrativa quello che nella realtà è una fondamentale conquista teologica. Il Dio dell'alleanza non ha certamente bisogno di prove del sangue per tenere viva la sua alleanza con gli umani. Ci vorranno la Legge e i Profeti, lungo secoli di un duro e continuo esercizio di riscrittura, per radicare il popolo dell'alleanza nelle impegnative conseguenze legate a questa convinzione. Ma questa nuova sapienza, che consente all'uomo di rivolgersi a Dio secondo il registro della confidenza e non dell'asservimento discende direttamente dal monte su cui si è impedito alla fede di Abramo di esprimersi in forma disumana. L'umanità di Dio ha cominciato lì a risplendere. Nell'incarnazione del Figlio essa avrebbe dovuto riaccendersi in modo del tutto definitivo. Sempre sopra una montagna - dove nella Scrittura accade ogni evento di rivelazione essa dà a vedere l'abisso teologale di cui è na­scosta e quotidiana manifestazione il corpo umano di Gesù. Marco, mentre imbastisce questo racconto di sapore del tutto escatologico non è altro che una variante delle apparizioni postpasquali del Risorto - è cosciente di presentare una sorta di itinerario iniziatico a beneficio del discepolo. Come tanti Isacco, ignari discepoli vengono condotti in cima al monte per comprendere la vera natura del divino che si rivela nella vita del maestro di Nazareth. Intanto essa resta incomprensibile se non compresa alla luce della Legge e della Profezia Mosè ed Elia - esattamente come per i frastornati discepoli di Emmaus. Guardate Gesù alla luce della Legge e dei Profeti e diventa più bianco della neve.

Tuttavia questa rivelazione gloriosa del Figlio sarà vera gloria soprattutto nell'atto della donazione suprema. Allora lì si capirà fino in fondo la profonda umanità del Dio dell'alleanza. Se, per tenerla viva, qualche figlio si deve sacrificare, Dio sacrifica il suo, non quello degli altri. Chi più del Padre di Gesù ha fede nell'alleanza? (Giuliano Zanchi)


 
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Sabato, 03 Marzo 2012 16:53

Delegazione cilena in ritiro

SDC10121Dal 27 al 2 marzo i sacerdoti e i fratelli della delegazione cilena si sono  ritrovata in ritiro all’inizio dell’anno pastorale presso la casa di esercizi “Zenta Mayer” a Valdivia. Le riflessioni sono state tenute da P. Edoardo Winser OMD sul tema: “Conversione e Riconciliazione: un camino di guarigione integra del nostro essere".

 

2 marzo 2012

 
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