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stemma e nome

Canonizzazione.pellegrinaggioLa gioia della santità.  80 anni fa Pio XI proclamava Giovanni Leonardi Santo

 Sanctorum Mater Ecclesia gaudet. “La Madre Chiesa gioisce dei suoi santi”. Sono le prime parole della Bolla con la quale il Papa Pio XI  elevava  80 anni fa nella Pasqua del 1938 San Giovanni Leonardi agli onori degli altari. Il santo lucchese fu uno degli ultimi della Riforma cattolica ad essere canonizzato. L’inizio della bolla papale riprende le parole del Preconio di Pasqua, annuncio della resurrezione del Signore: Laetetur et mater Ecclesia, tanti luminis adornata fulgoribus: “Gioisca la madre Chiesa, splendente della gloria del suo Signore”. In tale contesto, afferma Pio XI: “La Chiesa casa di Dio, accende sempre le luci della santità e le pone sopra il candelabro come esempio e sollievo dei giusti, i quali sono lieti di portare la loro croce con Cristo, sostenendo con fermezza d’animo l’empia derisione degli uomini e qualunque altra sofferenza”.

 Un processo “secolare”

 Il percorso che portò il Leonardi alla canonizzazione durò quasi tre secoli. Dopo la sua morte avvenuta  il 9 ottobre del 1609 e la prima biografia del Servo di Dio composta da P. Giuseppe Bonafede, i religiosi della Congregazione fondata a Lucca nel 1574 ed elevata ad Ordine nel 1622, iniziarono i processi canonici (rispettivamente a Lucca e a Roma)  nel 1626 a diciassette anni dalla scomparsa del loro Fondatore. Il testo che raccoglie testimonianze, istanze e scritti chiamato “Copia pubblica” (1634), confluì nella Positio redatta nel 1737. In essa tra le tante testimonianze che offrono uno spaccato di prima mano della vita e dell’azione apostolica del Leonardi, si trova quella di uno dei suoi amici ancora in vita durante il processo canonico. San Giuseppe Calasanzio, che afferma: “Quanto la cognizione di detto Padre, dico averlo conosciuto nel tempo di Clemente Ottavo, col quale ho avuto pratica intrinseca, mentre egli è stato in Roma sino alla sua morte. Io dopo, che lo conobbi per li molti discorsi avuti seco, sempre ne feci stima di persona ornata di lettere e di ottime virtù”. Tali virtù furono  riconosciute in modo straordinario da Benedetto XIV nel 1757 il quale, testimoniano le cronache, firmò di suo pugno il decreto di approvazione, per la stima e personale devozione nei confronti del Leonardi. Tuttavia, sarà Pio IX il 10 novembre del 1861 ad ascriverlo nell’albo dei Beati. La causa fu riassunta il 3 febbraio 1934 in seguito ai due miracoli occorsi per la canonizzazione: la guarigione del giovanissimo Vittorio Lamberti da osteomielite flemmosa settica, avvenuta a Napoli nel 1926 e quella di Don Gennaro Nappi parroco di San Trifone in Marzano (Nola) guarito da un’ulcera varicosa alla gamba sinistra nel settembre del 1931. In seguito, si tennero a Roma le Congregazioni dei Cardinali e teologi esaminatori: quella Antepreparatoria, per l’esame dei miracoli il 19 maggio 1936, la Preparatoria il 25 maggio 1937. Le ultime due Congregazioni Generalisi svolsero rispettivamente l’8 febbraio e l’8 marzo del 1938 e furono celebrate alla presenza del Pontefice Pio XI; mentre il Concistoro privato e pubblico per la canonizzazione si svolse il 17 marzo 1938. Infine, nel corso del “Concistoro semipubblico” tenutosi  in Vaticano il 31 Marzo del 1938 con la partecipazione  dei Cardinali, Patriarchi e Arcivescovi, vennero esposte davanti al Pontefice le “Allocuzioni” per il “placet” al rito solenne. Queste sono riportate negli “Atti della canonizzazione”.

 Il Leonardi “Apostolo della nuova Pentecoste”

 Tra le diverse testimonianze ricordiamo  le singolari parole del Cardinale Eugenio Pacelli Segretario di Stato futuro Pio XII: “ Giovanni Leonardi, terzo (tra i canonizzandi) ma non ultimo, degno di stima e di decoro per la sua santità, il cui nome, memoria è virtù hanno dato onore all’Italia soprattutto nelle città di Lucca e Roma, dove con ardore, ed ingegnosa pietà permane la perenne memoria delle sue opere. Prima fra tutte la Congregazione da lui istituita i Chierici Regolari della Madre di Dio, poi la cura  religiosa di bambini e adolescenti attraverso istruzioni adatte alla loro mutevole età. Infine, in Roma dove diede fondamento al Collegio di Propaganda Fide” (Cf. Acta canonizationum, 199). Già lo stesso Pio XI nella Pentecoste del 1922 in occasione del Terzo centenario della fondazione di Propaganda Fide, nell’omelia commemorativa  additava il Leonardi quale: “Apostolo della nuova Pentecoste nella Chiesa”. Ecco le parole del Pontefice in quella circostanza: “Ma la Pentecoste odierna è bella di particolare bellezza, grande di particolare grandezza; è un centenario, il terzo centenario di un’altra Pentecoste, anch’essa mirabile e veramente divina. Il cenacolo della nuova Pentecoste fu qui in Roma. Al posto di Pietro era un tardo suo successore, Gregorio XV; al posto degli Apostoli e degli uomini apostolici era una pleiade di anime grandi e sante, il P. Domenico di Gesù e Maria, il P. Girolamo da Narni, il B. Giovanni Leonardi da Lucca, il Prelato Vives, e molti, molti altri”. (AAS, XIV, 1922, 344).

 Un Santo in tempi difficili: “Per aspera ad astra”

 Il nome del Leonardi sarebbe risuonato nuovamente nella solenne mattina di Pasqua il 17 aprile del 1938. Tempi difficili vissuti dalla Chiesa e dal Pontefice. L’ingerente arroganza dei regimi totalitari e l’approvazione delle leggi razziali in Italia, fecero del Papa un “contestatore solitario” dal magistero solido e dalla voce legata alla intramontabile verità del Vangelo. Sulla loggia delle benedizioni in piazza San Pietro si ergeva il drappo delle canonizzazioni con i tre nuovi santi posti come modelli. Essi, affermava il Pontefice nell’omelia: “Sorgono in questo nostro tempo come validissima difesa della religione e della civiltà”. Il gesuita Sant’Andrea Bobola martire; San Giovanni Leonardi e San Salvatore da Horta dei frati minori. “I tre nuovi santi: l’apostolo italiano, il martire polacco ed il taumaturgo spagnolo, stanno a dimostrare l’universalità della Chiesa”, titolava la stampa cattolica in quel giorno. Oltre cinquantamila pellegrini si riversarono fin dalle prime ore del mattino del 17 aprile in piazza San Pietro, accolti dall’abbraccio materno del colonnato berniniano. Dalle logge della Veronica e di sant’Elena dentro la Basilica Vaticana, pendevano gli arazzi dei miracoli approvati per la canonizzazione. Tra i pellegrini provenienti da Lucca, Roma e Napoli era presente il piccolo Vittorio Lamberti miracolato per intercessione del Leonardi. Una solenne processione di sacerdoti secolari e regolari con i ceri accesi andava snodandosi per la Basilica Vaticana. Aprivano la processione: i penitenzieri, il clero delle basiliche patriarcali, gli officiali del Vicariato di Roma e i consultori della Sacra Congregazione dei Riti. Lo stendardo del Leonardi era preceduto dal P. Giuseppe Forcellati Superiore Generale e Postulatore della causa e da altri cinque sacerdoti dell’Ordine. Pio XI, dopo l’invocazione dello Spirito Santo pronunciava il solenne atto, per mezzo del quale il culto pubblico del Leonardi si estendeva alla Chiesa Universale. Le parole del Pontefice durante l’omelia,  annunciavano la gioia pasquale  che risuona nel Salmo 117: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore rallegriamoci ed esultiamo”. Proseguendo sullo stesso tono affermava: “Oggi Cristo Signore vinta la morte ci ha dischiuso l’eternità. Oggi la Chiesa militante partecipa la gioia della Chiesa trionfante, poiché tre dei sui cittadini seguono le orme del divino Redentore […]”. “Ed è necessario- dichiarava il Pontefice- mostrare e rinnovare le lodi delle loro virtù, per imitarne la forza ed essere stimolati  dalle loro splendide azioni […]”. E additando la figura del Leonardi entrato nella “Celeste Patria per aspera ad astra (dalla fatiche della vita alla luce divina),  così lo presentava al Popolo di Dio: “Non meno lievi rispetto alla testimonianza del martire Andrea Bobola, le prove mostrate da Giovanni Leonardi fondatore della Congregazione dei Chierici Regolari della Madre di Dio. Possiamo imitare lo zelo della sua anima […] la castità della vita, la santità della preghiera e l’amore per la penitenza. E nello stesso modo emulare l’impegno zelante per l’apostolato. Egli non ritenne per sé lo splendore delle sue virtù e l’altezza della perfezione, ma vi richiamò anche altri e persino i lontani dalla retta via. Anzi, ricondusse gli animi ribelli al porto della sicurezza. Fu bene amato dal clero, mentre egli lo animava nella divina pietà e nell’ardore. Infine, lasciata da parte ogni cosa non ebbe altro gran desiderio se non quello di annunciare il Vangelo a tutti i popoli che giacciono nell’ombra della morte, risollevandoli nella luce e nella grazia di Gesù Cristo”. (Cf. AAS, V, 1938, 151-154). Al termine del Rito il Pontefice accompagnato dal Sacro Collegio impartiva la benedizione Urbi et Orbi dalla loggia centrale della Basilica davanti ad una folla esultante. Migliaia di piccole fiaccole romane illuminavano la cupola di San Pietro e l’intera facciate della Basilica vaticana nel vespro di Pasqua del 1938.

Davide Carbonaro


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compie 80_anni.1Giovanni Leonardi (1541 – 1609)

           17 aprile 1938

Cosa può insegnare a noi un santo del XVI sec.? Viviamo una cultura differente e la sua santità sembra lontana dai problemi di oggi: guerre, grandi scoperte, umanesimo e rinascimento: Lutero, Calvino, Giulio II il papa guerriero, Carlo V, Tasso, Ariosto … Borromeo, Loyola, Filippo Neri, Tersa …

Eppure, l’uomo è sempre lo stesso con le sue domande: chi sono? Chi vorrei essere? Non solo: la perenne riforma della Chiesa: in che cosa consiste? Da dove partire?

Tre aspetti sui quali la santità del Leonardi diventa un insegnamento per noi:

Ripartire da Cristo: “Abbiate Cristo davanti in tutte le cose”. Fedele alla Parola di Dio come la Chiesa la vive e la insegna: l’esempio di Maria la Madre di Dio, per la quale voluto una famiglia di sacerdoti.

Considerare la proprio vita: la fedeltà di Dio e la fedeltà a Dio. Un “amministratore fedele” (1 Cor), che “ogni giorno si fa strumento nelle mani di Dio”. Come insegna il Vangelo di Luca: Leonardi fu missionario di pace come mediatore nelle contese (Vescovo di Nola e Viceré di Napoli; Montevergine …), ma soprattutto con il suo stile di vita fu capace di attirare alla bellezza del Vangelo: “Non si può esigere dagli altri quello che io non faccio”.

Evangelizzare: catechesi come scoperta da sé; Propaganda fide: il Vangelo non solo in modo geografico, ma raggiunge il cuore dell’uomo.

Francesco: “La santità il volto più bello della Chiesa:” una provocazione ad essere santi “vivendo con amore e offrendo testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno” (GE)

Oggi vediamo la bellezza di Giovani Leonardi che dopo quattro secoli continua a esercitare nella Chiesa il fascino di dedicarsi a Cristo con tutto se stessi nel servizio alla Chiesa perché il Vangelo giunga dovunque, senza conoscere limite alcuno: “Siate santi se volete santificare”



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80Messa.ReliL’Omelia 17 aprile 2018

80° Canonizzazione di S. Giovanni Leonardi

Se ci guardiamo intorno possiamo dire che la storia, l’arte, la bellezza che appunto è vicino a noi, ci guardano e magari un po’ ci sfidano. Se ci guardiamo indietro troviamo nella salma nel corpo del nostro Santo Fondatore quel mistero di amore di Dio che ha appunto preso possesso attraverso i doni dello Spirito Santo della sua vita e ne ha fatto una vita splendente di santità.

Se guardiamo alla nostra storia, vediamo appunto come questo fermento è cresciuto pian piano, si è diffuso proprio secondo la volontà del Fondatore fino ad arrivare in terre lontane e fino ad arrivare a tante persone, a tanti fratelli, a coloro che sono consacrati dentro la vita religiosa e anche ad altri che respirano lo stesso dono di Dio attraverso la nostra presenza, attraverso la nostra predicazione, attraverso la nostra testimonianza.

Ebbene, oggi è una giornata certamente da ricordare perché il Signore si manifesta con le nostre capacità, secondo le nostre capacità: si  manifesta nel tempo, e nel tempo ha rivelato la santità di Giovanni Leonardi, una rivelazione che come sempre poi si espande, si moltiplica attraverso il tempo e attraverso la nostra risposta e la nostra partecipazione.

Io vorrei arrivare appunto a questo momento nel quale dire un grazie profondo al Signore perché riconosciamo la sua mano nella vita del Fondatore, la riconosciamo perché nonostante tutti gli ostacoli che gli sono stati messi davanti lui ha superato ogni barriere e sempre si è fidato di Dio, messo nelle sue mani come strumento nelle mani del Signore. Questo è il riconoscimento che Il Signore non si lascia intimorire, non si lascia fermare dalla nostra umanità spesso fragile, a volte cattiva, che tende attraverso l’opera del diavolo, o anche attraverso la nostra povertà a impedire la crescita del Regno.

Ecco, nel nostro Fondatore si è rivelata la misericordia del Signore e la sua potenza, e di questo noi lo ringraziamo profondamente perché in questo modo ha dato alla Chiesa uno stimolo forte ad andare oltre.

Allora vogliamo domandarci qual è il nostro ruolo oggi dopo 80 anni dalla sua canonizzazione?

Cosa c’è di nuovo nella nostra famiglia religiosa, cosa c’è di antico, cosa c’è che continua, che continua e che cresce, sviluppa i doni che il fondatore ha seminato? I germi di santità che ha posto nel popolo di Dio.

Credo la prima risposta debba essere quella di noi religiosi, di noi consacrati, la prima risposta  debba essere necessariamente uno scavo dentro di noi, personalmente e dentro le nostra comunità per trovare lo spirito iniziale, quello della sorgente.

Forse ci accorgiamo che c’è un grande lavoro da fare, grande lavoro che faremo insieme, come comunità ma è altrettanto importante che lo facciamo come singoli, individualmente, che noi ci confrontiamo con il nostro Fondatore e chiediamoci se il nostro apporto alla vita della comunità è quello che lui desidera, è  nella sua linea, se la nostra presenza dentro una comunità sé una presenza costruttiva, una presenza che offre stimoli, che offre aiuto, che dà sostegno, che appunto incoraggia coloro che fossero in difficoltà nella comunità …. Credo che questo discorso della vita comune sia proprio per la storia della vita religiosa sia il primo punto per la storia della nostra comunità, perciò vi invito a pensarci un po’, a parlarne un po’.

A cosa ci chiama il nostro Fondatore? Al dialogo, a un impegno, a un confronto che è l’impegno peraltro sempre apprezzabile in un presbitero diocesano?? Sentiamo primariamente e direi totalmente questa gioia profonda dell’appartenenza alla vita religiosa, a san Giovanni Leonardi, questo credo debba essere prima, rendere la comunità un luogo di incontro di confronto, di crescita.

E poi guardiamo anche al di fuori, guardiamo al di fuori come il vangelo, come la prima lettura ci hanno ricordato e come sappiamo anche i testi eucologici, che ci hanno ricordato di questo suo grande desiderio di annunciare la parola dappertutto, di portare ai confini della chiesa, i confini del regno un po’ più avanti,  un po’ oltre.

Allora domandiamoci se noi appunto stiamo facendo questo cammino, se siamo fedeli non soltanto perché ci sono comunità nelle varie nazioni. Chiediamoci se dentro ogni comunità dove siamo, stiamo facendo questo processo, se noi accettiamo questo processo di crescita, se noi accettiamo di andare un po’ oltre, se non ci fermiamo dentro quello che è al sicuro...

Certamente c’è il dono di Dio, ma c’è anche la nostra risposta. Appunto, abbiamo sentito da S. Paolo, siamo amministratori, e dobbiamo seguire le indicazioni che ci sono state date, ci è stato consegnato un tesoro, e dobbiamo farlo crescere come i talenti del vangelo, perché questo tesoro sia sempre più ricco, per farlo sempre più bello, più attraente perché  esprima sempre più la gioia della santità

Noi abbiamo, oltre il santo Fondatore, abbiamo altri personaggi nella nostra storia, abbiamo quelli che aspettano il processo appunto di beatificazione ma credo che ne abbiamo molti di più e Dio li ha riconosciuti come buoni servitori del regno e della parola.

Dobbiamo camminare dietro queste orme, dobbiamo seguire questi esempi splendidi che abbiamo avuto di dedizione, di totale dedizione al regno di Dio, alla vita religiosa, alla chiesa.

Questa deve essere la nostra gioia, la nostra vera gioia, quando diciamo al Signore sono povero sono limitato ma quello che sono lo voglio vivere davanti a te, lo voglio impegnare, lo voglio  mettere come risorsa a servizio della chiesa.

Fratelli e sorelle, 80 anni di canonizzazione, sono un traguardo. Ma cosa sarà ai 100 anni? Ma nel frattempo ci sono tutti i giorni, e tutti i giorni devono essere riempiti dello spirito del Fondatore, deve esser profumo che si espande e che è la sua presenza, la presenza della chiesa che è misericordiosa, che accoglie come Dio è misericordioso.

Veniamo qui alla intercessione di san Giovanni Leonardi e alla mediazione della Vergine Maria, proprio in questa chiesa dove abbiamo l’immagine di Santa Maria in Portico, proprio questa chiesa, per questo motivo è luogo dello spirito, per noi, che non possiamo dimenticare un luogo dove tante volte il Fondatore è stato prostrato in ginocchio. A lei, alla Madre del Signore, chiediamo di fare da madre ancora una volta, alla nostra vita religiosa, chiediamo a lei di darle quella unità, quello spirito di famiglia che lei sa conservare.

Il nostro grazie dal profondo del cuore per tutte le vostre presenze e anche per la presenza di tanti altri confratelli che magari stanno pregando come noi. Questo è il nostro piccolo grazie, ma viene dal profondo del cuore e allora diciamo al Signore che lo faccia crescere dentro il nostro cuore fino alla sua pienezza, quella della santità alla quale il Signore ci chiama.

(P. Vincenzo Molinaro).



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matric.sch.indiaUn Sorriso per un futuro promettente

A Samayapuram, in India del Sud, il 7 aprile, St. Leonardi Matriculation School, gestita dai padri OMD ha festeggiato la nona versione della sua celebrazione annuale della Giornata Leonardina. Questa festa annuale non si limita solo a ballare e cantare. È un giorno per far vedere come i bambini di questa scuola sono preparati per il loro futuro migliore e assicurare i genitori che i loro bambini crescono bene.

La scuola è stata avviata 10 anni fa con 36 bambini e ora funziona con 1060 bambini. Con un breve periodo di tempo, la scuola è cresciuta molto, grazie alle benedizioni di Dio, all’aiuto della Curia Generale dell’ OMD, ai benefattori, alla buona amministrazione e ai dedicati membri del personale. La scuola era stata avviata con una grande visione di rendere autonoma la delegazione indiana OMD, e la scuola sta dando frutti e aiuto alla delegazione come era previsto, nonostante che si sta portando avanti il peso amplificazione dell’infrastruttura e altre strutture della scuola.

Più di 1500 genitori, il Delegato indiano con alcuni padri leonardini, tanti sacerdoti diocesani e i religiosi erano presenti durante la celebrazione della 7 sera, la loro presenza ha reso l’evento ancora più interessante.

È stata una giornata di successo specialmente nella misura in cui si è riuscita a far vedere la crescita complessiva dei bambini nella costruzione del loro futuro migliore.

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Giovedì, 29 Marzo 2018 01:03

Ordinazione Diaconale in India 2018

diaconato.india.2018 Il giorno 22 marzo 2018, cinque chierici dell'Ordine appartenenti alla Delegazione Indiana hanno ricevuto l'ordinazione diaconale in India. Il vescovo ordinante era il Mons. Thomas Paulsamy, il Vescovo della diocesi di Dindigul. L'Ordine invita questi nostri fratelli, i neo-diaconi; Stanley Jefferson, Lucas, Allwin, r2t6qeph Shaju e Maria Antony Sagayaraj al servizio dei fratelli attraverso la cura della Parola di Dio nella liturgia e  carità fraterna.  Continuamo a pregare il Signore per loro perché rimangano fedeli alla loro chiamata, perché per l'intercessione di Maria Madre di Dio, trovino la forza e la grazia per continuare il loro cammino di vocazione alla vita sacerdotale.




GALLERIA-DIACONATO IN INDIA.2018





Domenica, 07 Gennaio 2018 22:26

Professione Solenne 2018

Profession.India-2018Il giorno 6 gennaio 2018, durante la Solennità dell’Epifania, hanno donato se stessi al Bambino Gesù cinque chierici della Delegazione Indiana: Stanley, Lucas, Allwin, Saju e Sagayaraj. Essi, attraverso la loro professione solenne, si sono consacrati all’amore di Dio. Il Rettore Generale, il Rev.mo P. Vincenzo Molinaro ha ricevuto i loro voti durante una celebrazione partecipata. La Delegazione indiana ha invitato tutti i fedli e i confratelli presenti a ricordare nelle loro preghiere i cinque neo-professi. 

Omilia del P. Generale nell’occasione della Professione Solenne in India

Celebriamo questa eucaristia con la stessa meraviglia dei pastori che si vedono sostituiti accanto al presepe da personaggi così importanti di stirpe regale. Celebriamo con la meraviglia dei bambini che in tanta parte del mondo, in questo giorno ricevono i doni, come accade per la prima volta a Gesù Bambino nel racconto di Matteo. Pur nella semplicità della narrazione, inserisce buona parte dell’annuncio evangelico. Celebriamo questa eucaristia come sigillo di un percorso compiuto da cinque dei nostri fratelli, i quali oggi vogliono depositare davanti all’altare un dono molto speciale al Bambino Gesù. Con questo mi piace di salutare i candidati alla professione solenne nell’Ordine della Madre di Dio, mi piace salutare tutta l’assemblea, e in essa i genitori e i parenti dei candidati, il P. Delegato dell’Ordine, il suo Consiglio, i confratelli tutti, i sacerdoti concelebranti, i professi, i postulanti, aspiranti.

Mi piace leggere questa pagina meravigliosa della storia dell’Ordine alla luce del mistero grande che celebriamo. Il Verbo Incarnato, il Figlio di Dio venuto tra gli uomini che si manifesta a tutta l’umanità. E’ questo un grido di gioia, ma è anche un grido di attesa per la grande moltitudine dell’umanità ancora priva di questo annuncio mentre nel medesimo tempo si diffonde tra i credenti uno spirito di secolarizzazione che contagia molti e li allontana dalla fede, se non da quella professata da quella vissuta. Questa nostra celebrazione risponde a una situazione di necessità, non tanto personale, familiare o di Istituzione, quanto a una necessità spirituale, di base, che non si può definire se non evangelica. Tante persone, tanta popolazione hanno fame di Dio, aspettano come diceva san Francesco Saverio qualcuno che parli di Cristo e non si trovano pastori, evangelizzatori, ministri della parola e dei sacramenti

Ebbene, fratelli e sorelle, ecco qui cinque candidati che stanno per compiere un passaggio decisivo. Questo non solo aprirà loro la porta al ministero sacerdotale, prima ancora li costituirà come Gesù  consacrati al Vangelo, consacrati alla chiesa, all’Ordine della Madre di Dio. La professione religiosa dei voti di castità povertà e obbedienza significa propriamente mettere la propria esistenza nelle mani del Signore. Offrirla, come un dono, come una offerta, come un sacrificio puro e senza macchia portato davanti all’altare. La preziosità di questi doni è tale che non si può paragonare al più costoso dei regali. Veramente oggi abbiamo davanti a noi l’oro, l’incenso e la mirra del Vangelo. Senza fare allusioni troppo ardite di cui non abbiamo bisogno, possiamo dire che il dono dell’oro, dell’incenso e della mirra rappresentano i voti religiosi. Infatti Gesù riceve questi doni dai Magi, ma è lui che li trasforma rendendoli preziosi. E’ lui il vero re dell’universo, il redentore dell’umanità caduta nella colpa e assetata di Dio, è lui che si fa dono con gesto regale, è lui che dall’alto della Croce, innalzato, attrae a sé ogni creatura. Il dono dell’obbedienza che possiamo leggere dentro il gesto di Gesù di consegnarsi al Padre con totale fiducia, è quella obbedienza indefettibile che oggi i nostri fratelli prometteranno davanti a tutti. Non si tratta di una ispirazione del momento, venuta all’istante della lettura del vangelo che ha fatto sorgere nei loro cuori questo desiderio e questo slancio. Quanti anni, fratelli carissimi, avete covato questo sogno dentro di voi, forse con varie tentazioni e incertezze, ma oggi state per deporre sull’altare non tanto l’atto formale di una promessa, quanto l’aspirazione profonda che portate in cuore. Vivere da re, come Gesù, non facendosi governare e guidare dalle proprie esigenze o dai propri gusti, ma solo dalla parola del Signore che si manifesta a volta a volta nella parola del vangelo e in quella della chiesa.

Nel nostro Re, che oggi veneriamo bambino insieme ai Magi, splende anche il voto della povertà. Lo stiamo contemplando nella sua nascita in una condizione di povertà che oggi fa gridare allo scandalo. Poche sono le nazioni dove una madre che sta per partorire non trova accoglienza. Se questo accade noi gridiamo allo scandalo. Gesù invece, sceglie questa povertà. Anche voi, fratelli, oggi scegliete questa povertà. Fra un anno o fra dieci anni, non gridate allo scandalo se vi mancheranno le cose necessarie. Quello che oggi promettete è proprio questo, rinunciare a tutto. Rinunciare a una casa, a una famiglia, a una professione redditizia, a una discendenza, a dei figli, al denaro, al potere…rinunciate a tutto per diventare re come Gesù Cristo che non ha dove posare il capo. A quale scopo rinunciare a tutto? Per somigliare a Gesù, per servire come lui, per pensare solo al prossimo. Una sfida, fratelli, un andare contro corrente e qualcuno dice contro natura. Voi avete riflettuto bene su tutto questo e siete giunti alla decisione, donare, donare tutto, la vita e la morte. Nulla sia tra voi e il Cristo. La mirra, questo forte unguento allontana da voi l’odore e il timore della morte e vi conservi intatti fino alla venuta di Cristo Signore. Anche il vostro corpo partecipi di questa purezza, con il dono della castità che alla fine significa solamente amare Dio e amare il prossimo più di se stessi. Questo non vuol dire fare lo straordinario, vuol dire fare come Gesù. E’ lui che ha amato più di se stesso, si è consegnato alla morte, ma il Padre ha gradito il suo gesto e lo ha liberato dai lacci della morte. Questa è la nostra fede, fratelli, quello che muove i nostri passi e nostri sentimenti, le nostre decisioni, i nostri affetti.

Anche l’incenso ha la sua parte nella messa ed è un simbolo bellissimo della consacrazione del nostro cuore prima ancora del nostro corpo.

 Mi pare di lasciare indietro una cosa importante se non dedicassi una riflessione al nostro Fondatore, san Giovanni Leonardi. Voglio cominciare dalla sua giovinezza, quando studiava come farmacista e secondo l’usanza conciliava lo studio con il lavoro. Alla fine, terminato il suo percorso, era pronto a installare una farmacia nel suo paese natio, per far felice sua madre e la sua famiglia. Ma il progetto di Dio su di lui era un altro. Egli si lasciò guidare, non considerò quanto era stato sprecato negli studi farmaceutici, ma semplicemente che tutto era grazia. Avvicinare tanti ammalati, tante persone dipendenti dalla medicina, tante persone bisognose di aiuto, di una parola, di un gesto. Ecco, quello che aveva imparato non sarebbe stato buttato via, ma valorizzato nell’ambito spirituale. Dalla malattia del corpo sarebbe passato a un trattamento spirituale. Giovanni Leonardi diventa sacerdote e si innamora dell’annuncio. Dell’accompagnamento spirituale, della riforma e della missione della chiesa. Il suo desiderio espresso nelle parole della tradizione di andare alle Indie, significava la sua volontà di andare dove c’era necessità dell’annuncio, non importa il paese quanto importa il bisogno. Con questa stella come guida, l’Ordine giunge in India e con la medesima stella giungerà a ogni luogo dove si manifesterà l’esigenza dell’annuncio.

Cari Fratelli, davanti a voi un percorso impegnativo, pieno di tentazioni. A volte vi sentirete soli: vi mancherà la vostra famiglia, vi mancherà una moglie, vi mancherà la tenerezza dei figli. A volte sarete tentai dalla ricchezza. Potere comprare quello che si desidera, le cose belle. Sentirsi importanti. Più spesso ancora sarete tentati dall’orgoglio, dalle vedute personali. Come vivere l’obbedienza? Come accettare che un altro ci dica quello che dovrete fare? La stella, la guida, la luce che non vi mancherà mai e che dovrete seguire per trovare la pace del cuore, la cometa che vi porterà a Betlemme, sarà solo l’Eucaristia. Il Pane, il Corpo donato, il sangue versato, ricevuto come pane di vita dal nostro Fondatore, è quello traccia il cammino. Non c’è consacrazione, non ci sono voti, non c’è fede senza il dono di sé. E non diventiamo anche noi Eucaristia, pane donato, sangue versato. Non si capisce l’obbedienza, la povertà, la castità senza la Pasqua del Signore. Oggi è la vostra Pasqua, il sacramento della vostra vita offerta, donata, gioiosamente. Offerta, donata, gioiosamente. Senza rimpianti, senza guardarsi indietro, al contrario pronti, vigilanti per rispondere a ogni chiamata dei fratelli che hanno bisogno di voi. La Vergine Maria che consegnò il Bambino Gesù ai Magi come lo consegnò al nostro Fondatore, oggi lo consegni a voi e voi fatene dono al mondo.

Giovedì, 21 Dicembre 2017 19:36

Oh Mio Bambino, Oh Mio Dio


Natale 2017De Nativitate Domini


Exit Edictum [Lc. 2, 1]

Oh Dio mio! Oh creator e factor mio! Dove ti ritrovi. Dove alberghi, dove vuoi nascere! Qual cor’ non si liquefà, non vien meno, non si risolve in lacrime in questa consideratione?

Et factum est, dum essent ibi […]. Dove sono, o Gesù mio, I gran palazzi, I superbi edificij, l’alte torri quali all’altezza della maestà tua si convengono? E’ questo il tuo regal palazzo?

Oh altezza, oh superbia del mondo ché non ti confondi poiché il tuo Dio vol nascer in un loco così vile? E tu polvere e cenere, homicciolo vile non ti satij mai, mai ti contenti di edificar case sopra case, camere sopra camere, con che altro non mostri che di haver posto il tuoparadiso in questo mondo…

                                         (Rielaborazione del testo di un’omilia di S. Giovanni Leonardi già registrata nelle carte 455-456)

                                                     
                                          Cari fratelli e sorelle, accogliamo questo Bambino con pace, amore e gioia,

                                         questo è il vero Natale, amare gli uni e gli altri perché
 
                                         quando si ama è sempre Natale. Festeggiamo con Maria Madre

                                         di Dio, Carissimi in Cristo, la Speranza non delude mai, Cristo

                                         è fedele alle sue promesse.

                                        Vi auguriamo un santo Natale e felice Anno Nuovo.

                                                                                                 
                                         Auguri Auguri Auguri!!!!!!!

Mercoledì, 13 Dicembre 2017 11:27

CHE FESTA IN CILE!!

cile.festa1Diaconato di Alexis Ortiz OMD

La Domenica 10 dicembre, il chierico Alexis Ortiz è stato ordinato diacono nella parrocchia di Nostra Signora di Guadalupe a Quinta Normal (Santiago). Il Sacramento dell’Ordine gli è stato conferito da Mons. Oscar Blanco OMD, Vescovo di San Juan Bautista de Calama. L'Eucaristia era partecipata, tutti i fedeli della parrocchia, il neo-ordinato e la famiglia insieme ai parenti e gli amici erano contenti, tutti erano pieni di gioia ed emozione per la celebrazione e per il dono che Dio sta facendo alla Delegazione cilena, all’Ordine della Madre di Dio e alla Chiesa Universale. La presenza del nostro Superiore Generale, Rev.mo P. Vincenzo Molinaro è stata  una gioia e un regalo notevole al neo-ordinato. Siamo tutti invitati a pregare per il diacono Alexis perché il Signore che ha iniziato quest’opera buona in lui possa portarla al compimento, anche perché il neo-ordinato possa servire il popolo di Dio con tutta la sua energia, e lo affidiamo all’intercessione della Madre di Dio.

Mercoledì, 11 Ottobre 2017 20:27

Professione Solenne in Nigeria 2017


Delegazione Nigeriana in Doppia Festa
Il 9 ottobre 2017 è stata una giornata memorabile per il nosprofession naigtro Ordine, poiché, oltre ad aver celebrato la festa del nostro padre fondatore, hanno fatto la loro professione solenne due dei  nostri fratelli: Iheme Emmanuel Chibuike e Manu Christogonus Nnaemeka.
Per commemorare la celebrazione, il giorno precedente la professione solenne, duranti vespri, è stato organizzato un incontro in cui i candidati hanno dato testimonianza del loro cammino vocazionale.
Il giorno 9 ottobre 2017 la messa della professione solenne è iniziata alle 11.00 del mattino ed è stata presieduta dal Reverendo padre Stephen Oduh (Omd), Delegato Superiore, e concelebrata con il Vicario Generale dell’ordine, il Reverendo padre Domenico Aiuto (Omd) che ha rappresentato il nostro Rettore Generale Rev.mo P. Vincenzo Molinaro, Revererndo padre Enyi Francis (Omd), rettore e prefetto della formazione, Reverendo padre Michael Anofuechi (Omd), Reverendo padre Eneji Emmanuel (Omd), Reverendo padre Jude Onuoha (Omd), Reverendo padre Ajogo Michael (Omd) e altri sacerdoti provenienti dalle congregazioni del Sacro Cuori e dei Passionisti.  Erano presenti alla celebrazione molti religiosi e religiose, molti fedeli e membri di diversi movimenti laicali, come ad esempio il Movimento Laicale Leonardino (LLM).
[..] I neo professi hanno mostrato gioia e gratitudine a Dio, all’Ordine e a tutti i presenti per la fedeltà del Signori che li ha chiamati e guidati fino alla loro professione solenne.
Il Reverendo padre Domenico Aiuto ha ricevuto i loro voti solenni a nome del nostro padre Generale, mentre i padri Stephen Oduh e Francis Enyi hanno fatto da testimoni. Il Delegato superiore si è congratulato e ha ringraziato i neo professi per aver detto “Sì” al Signore. Inoltre ha ringraziato le loro famiglie per averli supportati e avvicinati alla Chiesa e a Dio.
La santa messa si è conclusa intorno alle 13:30. Successivamente sono state organizzate diverse manifestazioni popolari da parte della comunità locale, tramite canti e balli, accompagnate da un banchetto conviviali. 

Martedì, 09 Ottobre 2018 09:37

LA FESTA DI UN SANTO

festa-di-un-santo 2S. Giovanni Leonardi
Giovanni Leonardi, Fondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio e Cofondatore del Collegio Urbano di Propaganda Fide, nacque a Diecimo (Lu) nel 1541, morì a Roma il 9 ottobre 1609 e fu canonizzato il 17 aprile 1938. Dalla sua prima giovinezza fino alla piana maturità, contemporaneamente alla professione di speziale, frequentò la compagnia dei Colombini, uno dei centri laicali nei quali si coagulava la reazione cattolica al diffondersi sempre più capillare nello stato luchese delle sollecitazione cattolica luterane. Questa prima esperienza di impegno ecclesiale lo indusse ad una scelta più radicale e totalizzante, attraverso il sacerdozio, realizzata nel 1571. Tre anni dopo fondò l’Ordine della Madre di Dio. Gli inizi del suo sacerdozio sono contrassegnati dalla premura verso i fanciulli per i quali istituì la Compagnia della Dottrina Cristiana e pubblicò un manuale di catechesi. Il suo radicalismo evangelico lo pone in conflitto con il diffuso dissenso religioso. Giovanni Leonardi dovette pagare con la velata diffidenza o l’aperto contrasto, fino all’esilio, le sue scelte di ortodossia e di fedeltà al pontificato romano. Nel 1592 è Amministratore Apostolico nel Santuario della Madonna dell’Arco (Napoli). Dal 1596 al 1601 visita e riforma, per incarico di Clemente VIII , le Congregazioni benedettine di Montevergine e di Vallombrosa e poi quella dei Servi di Maria di Firenze. Infine intorno al 1607 – 1608 dà vita a quello che in seguito sarebbe divenuto il Collegio di Propaganda Fide, in realtà ufficialmente eretto da Urbano VIII, ma il cui primo progetto fu espresso dalla creatività del Leonardi. Nell’estate del 1609, nel corso di un’epidemia di tipo influenzale, colpito da una febbre violenta, all’alba del nove ottobre rendeva a Dio la sua anima. La figura del Leonardi si colloca in tutto quel moto di revisione ecclesiale più noto col nome di riforma cattolica. Egli ebbe il dono di una singolare lettura dei segni di un tempo che andava trasformandosi radicalmente. Come suo personale carisma seppe proporre le nuove tensioni e gli antichi interrogativi dell’uomo in termini di continua verifica interiore e di coerente testimonianza evangelica.

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