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Cronica7 G161V07SC_1_1181“El caso de la Clínica del Sida, fundada por el ya fallecido padre Baldo Santi, es un ejemplo patente del acompañamiento y dedicación de la Iglesia a las personas con este mal, y particularmente a los homosexuales”. Las palabras fueron del obispo de San Bernardo, Juan Ignacio González, en una carta al diario El Mercurio hace algunos días, en defensa del apoyo otorgado a la familia de Daniel Zamudio, el joven que murió tras ser cobardemente atacado por una pandilla de neonazis. Monseñor González, sin embargo, se equivocó medio a medio en un detalle “no menor”: el padre Santi no ha fallecido y a sus 90 años —tal como pudo constatarlo “La Segunda” esta semana— sigue trabajando incansablemente en la Clínica Familia, de La Florida, pionera en medicina paliativa para enfermos terminales. Al día siguiente, en otra carta al director, el obispo González pidió disculpas por el “lamentable error”. ¿Cómo reaccionó el sacerdote? Riéndose a carcajadas, como buen italiano... y, como buen chileno (en 1994 se le otorgó la nacionalidad por gracia, junto a Anacleto Angelini, su amigo), hizo gala de su vigor y bromeó con la idea de que le queda “cuerda para rato”. En silla de ruedas y acompañado por sus colaboradores más cercanos, el padre Santi nos recibió la tarde del miércoles. Fue él quien dirigió la conversación, apuntalando cada una de sus intervenciones con una visión sobrenatural de la labor que realiza, poniendo a Dios en casi todas sus frases. —¿Cuánto años más quiere vivir, padre? —Yo le pido a Dios Creador que me dé cuatro años más. —¿Sólo cuatro? —Es que después uno se pone a hablar leseras... —¿Y qué quiere hacer en los próximos cuatro años? —Terminar todo esto (la clínica), con un centro de formación para los voluntarios. —El obispo de San Bernardo lo dio a usted por muerto... —Me llamó para pedirme disculpas y ya está. Usted me ve aquí, muy vivo.

Su vitalidad, de hecho, es asombrosa. “Es un hombre impulsivo”, decía el cardenal Juan Francisco Fresno. Cuando habla de la clínica, su gran obra, los or2t6q se le encienden: en 26 años se ha acogido a más de 4 mil personas afectadas por el VIH, el cáncer y otras enfermedades incurables. Y de ellos, 2.800 han fallecido... “rodeados de amor, acompañados por sus familiares, en paz con Dios y con ellos mismos”, cuenta el padre Santi. En el recinto incluso se hace un trabajo con las familias de los pacientes difuntos, enseñándoles a vivir el duelo. Proveniente de Barga (Toscana), el padre Santi llegó a nuestro país en 1946. Casi inmediatamente fue destinado a la diócesis de Rancagua, donde estuvo durante un año. De regreso a Santiago, fue párroco en algunas poblaciones. Desde 1986, a través de «Cáritas Chile», comenzó a asistir y relacionarse con infectados de sida. “Eran otros tiempos, cuando existía mucho desconocimiento y temor respecto a la enfermedad”, dice él, recordando que debió enfrentar el prejuicio social que marginaba casi por completo a este tipo de enfermos. En 1997 logró concretar el sueño de la Clínica Familia, especializada en cuidados paliativos, gratuita, atendida en un 98% por voluntarios. Por estos días, el sacerdote ha recibido la visita de su superior en la Orden de la Madre de Dios, rector general, padre Francesco Petrillo, con quien recorre las instalaciones e im-parte la bendición a los enfermos. Lo secunda Juan Pablo Zúñiga, su fiel secretario y asistente —“mi bastón”, dice él— y María Margarita Reyes, la directora de la clínica. Al padre Santi no le gusta hablar de platas. “No me quejo nunca”, responde, cuando le preguntamos por el financiamiento del lugar. De todos modos —¿es necesario consignarlo?— siempre les vienen bien las donaciones. La colecta de este año (el 13 de noviembre) será promocionada con más fuerza que en ocasiones anteriores. Quieren darle mayor difusión al servicio que prestan... y poder crecer, consiguiendo más voluntarios. Durante la visita a las habitaciones —todas amplias, limpias y bien iluminadas—, el padre se da tiempo para rezar a los pies de cada una de las camas. A los enfermos les besa las manos y les da la bendición. Su sola presencia, cuenta una enfermera, “les alivia el dolor”. Su rutina diaria comienza temprano, a las 7:30 de la mañana. Celebra misa y trabaja en su oficina, a pocos metros de una capilla en la que ya está el espacio para la que será su propia tumba, que él mismo diseñó para cuando fallezca. “Su deseo es permanecer aquí, cerca de los enfermos”, cuenta una de sus colaboradoras, antes de que el padre Santi se retire a su habitación, a descansar, cuando el día ya termina. (Miguel Ortiz A.  Diario La segunda viernes 20 de Abril de 2012, 12)

 
Pubblicato in 2012
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Sabato, 21 Aprile 2012 10:35

Memoria di intimità

191Eccoci di fronte alla stabile e consolidata struttura narrativa di un racconto di apparizione. Essa però ci gratifica questa volta di una variante estremamente istruttiva. Come al solito, difatti, qui si parla di discepoli confusi dall'apparizione di un fantasma dalla natura indecifrabile. Ma tra coloro che ri­mangono interdetti dalla vertigine di questa strana visitazione ci sono anche quei due che tornano reduci dall'esperienza di Emmaus di cui hanno consegnato ai presenti un animato e sollecito resoconto. Ma sembrano tornati improvvisamente ciechi. La loro fervida testimonianza inservibile. Appena Gesù si ripresenta, torna a far paura col più classico effetto reattivo di ogni storia di fantasmi. Sembra letteratura gotica della più genuina. Il semplice fenomeno paranormale alimenta inquietudine, non favorisce la comprensione. Stava del resto scritto fra le righe di una di quelle storielle con cui Gesù declina la tradizione sapienziale in annuncio del Regno: se uno non ascolta Mosè e i Profeti, non viene persuaso nemmeno se gli appare un morto. L'effetto soprannaturale, dunque, non è determinante agli effetti del riconoscimento che è richiesto dalla fede. Anzi. Esso si presenta come l'elemento di cui rimuovere l'invadenza. Ogni fede che vuole fondarsi sul paranormale si costringe ogni volta a partire da capo. Resta prigioniera dell'immediatezza emotiva del prodigio. Resta letteralmente senza parole. Al contrario, la pedagogia della fede a cui si dedica il Risorto richiede una nuova affezionata attenzione al senso delle parole. Senza di quelle, lo spazio affettivo della fede resta un conato di bisogni indistinti. Come una maestra che tiene la mano al bambino che impara a scrivere, il Risorto svela con premurosa pazienza l'evidente corrispondenza delle antiche speranze con le vicende che lo riguardano. Tutta la Scrittura non parlava che di lui. Ma l'immaginazione umana, legata al volto arcaico di un dio dalla sovranità dispotica e dal volto indecifrabile, era un organo troppo debole per una simile rivelazione. L'apparizione del Risorto non ha dunque scadenti obiettivi dimostrativi. Ma profonde ragioni di rieducazione sentimentale. Di cui il gesto di mangiare è più di una semplice dimostrazione di consistenza corporea. È memoria di intimità ancora del tutto intatte. Rianimare il processo della comprensione richiede il lento battito cardiaco del tempo. Non si dà nella folgore della sorpresa. La sua efficacia è destinata a compiersi attraverso lo strumento simbolico della ripetizione. Notiamo. La struttura narrativa di questi episodi è già intrisa dello schema liturgico della comunione eucaristica. Difficile districare in questi racconti le due matrici. Le apparizioni sono raccontate già come eucaristie. Ma le eucaristie nascono sull'impronta delle apparizioni. La parola e il pane sono segni decisivi per tenere la fede lontano dai fantasmi trat­tenendola entro il perimetro del rigore corporeo della rivelazione. (Giuliano Zanchi)
MiglianoCon una solenne celebrezione domenica 6 maggio presieduta dal P. Generale verrà reso ufficiale il ritorno dell’OMD nel santuario della stella di migliano. Di seguito un articolo apprso sulla Nazione il 1 apriloe 2012.

E’ tra le stelle della Garfagnana, quella che “brilla” da più tempo. Il Santuario di Migliano di Fosciandora (nella foto) dedicato a Maria Santissima della Stella, è al centro di una devozione popolare che ha avuto inizio quasi mille anni fa. Merito o colpa dell’originario affresco dedicato alla Vergine, riapparso dopo essere rimasto nascosto per diversi secoli dai calcinacci del piccolo oratorio di S. Maria de Miliano, esistente dal 1100, in cui la Madonna è raffigurata in un atto di preghiera davanti al leggio al momento dell’annuncio dello Spirito Santo, in compagnia di una colomba e di una stella. Una storia affascinante, che ha alimentato la fama e la fede, finita nel dimenticatoio con i resti del vecchio oratorio, sul quale era stato edificato quello senza riguardo nei confronti di questa sacra immagine, cancellata dalla calce delle nuove pareti e sostituita da una tela, per giunta diversa, dove la Madonna era posta tra S. Rocco e S. Marco. Ci pensò il destino a ridestare la memoria e la fede, facendola riaffiorare nel periodo delle indemani azioni degli edifici di culto, quando l’oratorio era stato venduto alla famiglia Raffaelli che lo avrebbe trasformato in una limonaia. Così, quel 4 luglio 1798, mentre i muratori erano intenti ad abbattere le pareti a colpi di martello, riapparve quell’immagine nella sua integralità, e si gridò al miracolo. Da allora, fu un susseguirsi di pellegrinaggi da tutta la Garfagnana e dagli stati limitrofi e mentre le grazie ricevute dai fedeli aumentavano così come le offerte, i proprietari si decisero ad erigervi un nuovo oratorio, che, solo ad inizio ‘900, fu ceduto all’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio. Da allora a Migliano, la Stella di questo Santuario cominciò a brillare e a proteggere la popolazione, aiutandola nei momenti più cruenti della seconda guerra mondiale. Lo stesso Santuario fu colpito più volte dal fuoco amico e nemico, ma nessuno lo distrusse. La devozione popolare valse all’effige di Maria Santissima della Stella, il 17 agosto del 1952, l’incoronazione ufficiale da parte del Capitolo Vaticano. (Paolo Bottari)

 
Pubblicato in 2012
Mercoledì, 18 Aprile 2012 16:24

Incontri musicali Severino Gazzelloni

salaSabato 14 aprile per la serie “Incontri musicali Severino Gazzelloni” presenta incontro con Michela Berti “Falutisti, repertorio e cultura nell’Europa di Bach e Hotteterre” (Progetto ANR-DFG “MUSICI” sel Deutsches Historisches Institut di Roma e dell’Ecole français de Rome). Segue Oper Space: concerti brevi e brevissimi, prove ensamble, prove solisti, letture musica d’insieme. Direzione artistica Michele Marasco. Consulenti artistici Sara Matteo e Fabio Angelo Colajanni.

18 aprile 2012
Mercoledì, 18 Aprile 2012 16:12

P. Stefano De Fiores una voce per Maria

De-fioresL’Ordine della Madre di Dio si unisce ai Padri monfortani per la perdita dell’amato P. Stefano de Fiores. In un comunicato il P. Generale P. Francesco Petrillo ha affermato: “La notizia della Pasqua di P. Stefano ci lascia addolorati lo accompagniamo con la nostra preghiera perchè accanto al volto di Cristo possa contemplere quello di Maria sua Madre la donna vestita di sole la cui luce ha trasmesso con la testimonianza della sua vita del suo affetto, della sua parola e dei suoi scritti. Grazie P. Stefano”.

Padre Stefano De Fiores, noto mariologo e missionario monfortano, 78 anni, è morto sabato sera, 14 aprile 2012, all'ospedale S. Anna di Catanzaro dove era stato ricoverato in seguito a una crisi cardiaca. Padre Stefano si trovava a San Luca, dove era nato il 2 ottobre del 1933, per il ministero pasquale. Padre Stefano ha dedicato tutta la sua vita di sacerdote e di studioso all'approfondimento del mistero di Maria. Se il santuario di Polsi ha rappresentato "la culla della sua devozione mariana", l'incontro con il carisma di san Luigi Maria de Montfort, un santo che ha saputo conoscere, amare e far amare il Signore, avendo Maria come modello e guida, lo segnerà e lo accompagnerà sempre. Entrato nei missionari monfortani, è stato ordinato sacerdote nella Basilica di Loreto, il 21 febbraio del 1959. Docente di mariologia, per diversi anni, alla Pontificia Facoltà Teologica "Marianum" di Roma, padre Stefano lascia il patrimonio non solo della sua immensa produzione letteraria in campo mariologico ma anche della sua passione volta a  incontrare e a far incontrare in modo vivo  la presenza di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa. La Vergine Maria, nella quale si è lasciato formare, l'accolga.

18 aprile 2012
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Martedì, 17 Aprile 2012 21:32

San Ferdinando di Puglia: Tra storia e devozione.

chiesa-del-rosarioIn occasione del centenario della presentazione alla pubblica venerazione dell’immagine della Madonna della Pietà (aprile 1912 –aprile 2012), la locale confraternita del Carmelo in  San Ferdinando di Puglia ha organizzato una “peregrinatio” che coinvolgerà tutte e tre le parrocchie cittadine. Rispettando il programma delle iniziative e dopo aver sostato nella Parrocchia del S.Cuore, la sacra immagina è giunta nella mattinata di venerdì 9 marzo nella Parrocchia del Rosario accolta da centinaia di fedeli che hanno gremito la chiesa. L’unico santuario mariano cittadino ha accolto con sentita  devozione la sacra effigie della Pietà ed a tutti è stato rivolto l’invito del Parroco Padre Raffaele Tosto a riflettere su alcuni passi tratti dalla Redemptoris Mater del Beato Giovanni Paolo II: 

 “Soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata”, in questo modo Maria “serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce ”(Lumen gentium, 58):l'unione mediante la fede, la stessa fede con la quale aveva accolto la rivelazione dell'angelo al momento dell'annunciazione.Allora si era anche sentita dire: “Sarà grande..., il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre..., regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine ” (Lc 1, 32-33). La sacra effige sosterà nella Parrocchia del Rosario fino al 22 marzo per poi fare tappa nella Parrocchia di San Ferdinando Re fino al Venerdì Santo quando dopo la processione dei misteri farà ritorno nella chiesa del Carmine dove da cento anni è esposta al culto.

17 aprile 2012
 
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Martedì, 17 Aprile 2012 21:16

Assemblea annuale Essegielle

SGLSi è svolta sabato 14 aprile 2012 l’Assemblea annuale dei soci della EsseGiElle cooperazione internazionale Onlus. L’apertura dei lavori, dopo l’accoglienza nella suggestiva Sala Baldini della Parrocchia di S. M. in Campitelli, è iniziata con la relazione del presidente padre Vincenzo Molinaro, preceduta dalle formalità legali e di routine: le firme, le deleghe e la lettura dei registri sociali. Presenti tanti soci, per la maggior parte di Roma, Lariano, i rappresentanti delle altre sedi e gruppi locali, oltre ai soci che hanno dato l’adesione nel corso dei lavori portando nuovi stimoli e riflessioni che insieme ai soci fondatori e di quelli attivi e sempre presenti in campo, hanno permesso di tracciare le linee programmatiche per i prossimi mesi.

L’invito del presidente è stato quello di “focalizzare l’attenzione sugli aspetti della nostra azione più promettenti, senza lasciarsi atterrire dalle fosche previsioni”. Il riferimento alla recessione interna ed internazionale è chiaro, ma nuova linfa viene dalla società civile, capace in ogni caso di trovare risposte alle emergenze e rispondere con responsabilità alle richieste che provengono dai tanti Sud del Mondo. Mentre i tagli alla cooperazione vengono annunciati come la cura ai mali interni, nel privato i rimedi possono cercarsi altrove. Come dimostrano i dati dell’aiuto allo sviluppo, in periodo di crisi, la solidarietà lievita, e i progetti di sviluppo vanno avanti. Il lungo lavoro di preparazione, progettazione e ricerca portato avanti negli anni precedenti ha dato i primi frutti. Nel corso del 2011 sono stati avviati due importanti interventi nel settore dell’istruzione:  in India la scuola di lingua inglese, la St. Leonardi English Medium School, in fase di completamento nel villaggio di Samayapuram. In Nigeria è stata avviata la costruzione della scuola elementare di Amakoia, da realizzare con il contributo dei fondi dell’8 per mille accordato dalla Cei – Comitato per gli Interventi Caritativi in Favore del Terzo Mondo. Sempre in Nigeria prosegue con successo il lavoro presso il frantoio, dove oltre alla produzione di olio di palma per le famiglie locali, un gruppo di giovani è stato formato all’uso delle attrezzature e già in tanti sono impiegati nei frantoi della vicina Owerri. Nell’agenda della EsseGiElle sono stati inseriti e approvati i prossimi interventi in Africa nel campo della sicurezza alimentare: un progetto di produzione di polli per la periferia di Owerri (Nigeria) e il ritorno in Rd Congo per sostenere la realizzazione di un pozzo per l’acqua potabile nel villaggio di Yalikpo nella zona di Bumba a Nord-est del paese.

Ampio spazio è stato dato al progetto sanitario in India che riprenderà la marcia in Azhikal, nelle vicinanze di Madurai e al consolidato progetto di Sostegno Scolastico a Distanza che registra un numero cospicuo di sostenitori per l’ India come per la Nigeria dove viene realizzato con una formula più personale.

A lungo si è discusso delle iniziative promozionali in Italia, organizzate nelle diverse sedi con mostre fotografiche, pranzi di solidarietà, pesche di beneficenza, concerti e incontri, che diventano occasione per fare informazione, diffondere notizie sulle azioni intraprese e far conoscere le nuove possibilità offerte alle Onlus dal 5 per mille. Tutto questo grazie all’operato di volontari e soci che sono l’anima dell’associazione. A loro il ringraziamento del Consiglio d’amministrazione e del presidente che in chiusura ha ricordato che la EsseGiElle ha “un’anima”, e lo ha fatto con queste parole: “Cerchiamo di dare ogni gesto la valenza specifica  della manualità, dell’impegno personale, non importa se piccolo, perché messi tutti insieme siamo ruscello nel grande fiume della cooperazione”.

 

17 aprile 2012
Pubblicato in 2012
Domenica, 15 Aprile 2012 12:46

Chiusura anno scolastico OMD a Samayapuram

st.leonardiCon una festa è stato chiuso l’anno scolatico nella Nursery St. Leonardi scuola primaria a Samayapuram in India. Alla presenza delle personalità pubbliche  del personale scolastico, dei genitori e degli amici in tutto circa settecento persone. Gli alunni hanno potuto presentare i loro lavori di teatro, danza e specialità varie. La giornata ha visto anche la presentazione della figura di San Giovanni Leonardi ai numerosi convenuti, toccando gli aspetti educativi della spiritualità leonardina. Il Direttore P. Lourdu,  ha potuto ricevere le valutazioni e le osservazioni di eccellenza delle istituzioni scolastiche OMD provenienti dal locale ufficio dell’educazione.

 

15 aprile 2012

 
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Domenica, 15 Aprile 2012 12:34

Le porte della speranza

190L'obiezione che avanza Tommaso, resistendo all'euforia dei compagni, non riguarda proprio per nulla il bisogno, in una cultura analitica che è solo nostra, di un accertamento empirico di cui un fenomeno ha bisogno per essere ritenuto reale. L'obiezione va decisamente più a fondo spingendosi al cuore della questione teologica che riguarda la vicenda del Messia crocifisso.

Perché è proprio questa la ragione essenziale dello scandalo davanti al quale, come portoni di legno pesante, si chiudono gli occhi di tutti. Il protagonista di una fine tanto ignominiosa, infame, umiliante, come quella riservata al rabbino di Nazareth appeso a un palo, è com­patibile con la pretesa avanzata dalle sue parole e dai suoi gesti di esprimersi nel nome dell'Altissimo? Tutta una teologia e una tradizione inorridiscono al solo pensiero. Lo sberleffo dei religiosi, compiaciuti spettatori sotto la croce, colpisce al cuore precisamente questa pretesa che si rivela con evidenza in tutto il suo aspetto ridicolo. La loro sfida nei confronti del Gesù morente nella sua perfidia colpisce al cuore la questione: se è il Figlio di Dio non dovrebbe stare appeso a un millimetro dalla sconfitta. Il sottinteso è ancora più acuminato: davvero questo rabbino di Nazareth è il figlio che pretende di essere? Davvero Dio lo tratta come un figlio? non sarà anche lui uno dei tanti maledetti da una giustizia divina che non sopporta di farsi rappresentare da un facile apologeta della misericordia?

 

Tutti alla fine, discepoli compresi, di fronte alla sconfitta di Gesù, hanno tirato una bella saracinesca su una storia dalle pretese andate in fumo. Gesù non era il figlio. Lo dimostra la sua carne appesa a un palo.

È con queste saracinesche calate sugli occhi che Tommaso si protegge dal contagio dell'euforia dei suoi compagni. Quando poi si vede di fronte il misterioso simulacro del Maestro, non molla di un centimetro la trincea della propria cautela. Fantasmi se ne possono sempre vedere. Figli di Dio no. Il punto è essere sicuri che quel fantasma sia realmente lo stesso Gesù che tutti hanno visto spirare meschinamente sopra una croce romana. Solo in questo caso si possono inusitatamente riaprire le porte della speranza alla verità di una storia ritenuta morta e sepolta. Per questo il banco di prova sono le ferite, la loro realtà e la loro persistente profondità. Solo se questa apparizione conserva intatta i segni reali del dramma, essa è apparizione di un qualche interesse e non semplicemente un innocuo effetto paranormale: allora siamo sicuri che questo fantasma è quel Gesù.

 

Se quel Gesù, morto da maledetto sulla croce, è questo Gesù, visibile a nuova vita, tutta la vicenda si accende di una nuova sfolgorante affidabilità. Gesù è proprio il Figlio. Lo dimo­strano i segni della battaglia attraversata. Solo se questa apparizione è quella del Crocifisso può anche essere creduta quella del Risorto. (Giuliano Zanchi) 

 
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Domenica, 08 Aprile 2012 12:50

Messaggio del P. Generale per la Pasqua

P.-Francesco-PetrilloIl P. Generale celebra i riti pasquali nella Chiesa di San Lazzaro a Santiago del Cile ed ha fatto pervenire il suo messaggio atutti i religiosi dell’Ordine: “La nostra visione del mondo deve restare serena e gioiosa, poiché Cristo è Risorto! Pasquale”.

8 aprile 2012 


pdf  Messaggio Pasqua 2012 (70.03 kB)
 
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