
Curia Generale dell'Ordine
Rev.mo Padre Generale P. Luigi Antonio Piccolo OMD
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Segreteria di Curia
P. Rafael Andres Pereira Barbato OMD
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Indirizzo
Piazza Campitelli 9, 00186 Roma
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Nella chiesa di San Giovanni Leonardi, ad Amakohia Layout (Owerri, Imo State), si è celebrata questa mattina, 1° novembre 2025, la professione solenne del chierico Jude Daniel Miaphen, appartenente alla Delegazione Nigeriana dell’Ordine della Madre di Dio.
La Celebrazione Eucaristica, carica di gioia e commozione, è stata presieduta dal Padre Generale, P. Antonio Luigi Piccolo, in visita canonica alle comunità dell’Ordine, accompagnato da P. Francis Antony Maria Arulappan.
Nella sua omelia, P. Piccolo ha rivolto parole di profonda gratitudine al giovane religioso:
“Beato te, fratello, che scegli di appartenere a Cristo per la vita del mondo.”
Ha poi aggiunto:
“Carissimo Jude, oggi la Chiesa, la nostra famiglia religiosa e tutti noi fratelli ti accompagniamo con gratitudine e commozione nel giorno della tua professione solenne. È un giorno di luce, perché tu scegli di appartenere per sempre a Cristo, nel carisma dei Chierici Regolari della Madre di Dio, fondati da San Giovanni Leonardi.”
La professione solenne, ricordava il Rettore Generale, è anche un momento di intensa spiritualità: le Beatitudini guidano il cuore del discepolo e diventano oggi guida concreta per Jude. La povertà evangelica apre al dono totale di sé, la mitezza costruisce comunione, la purezza di cuore permette di vedere Dio anche nei dettagli più nascosti della vita, la fame e la sete di giustizia accendono la passione per il Regno. Essere operatori di pace significa farsi canali di riconciliazione e misericordia; essere fedeli nella prova diventa seme di gioia e speranza per gli altri.
Ogni Beatitudine non è solo parola ascoltata, ma invito a lasciarsi trasformare dall’amore di Dio: un cuore che ama senza possedere, che serve senza riserve, che porta pace e consolazione dove c’è bisogno.
La gioia di oggi non si esaurisce nella celebrazione: essa si estende a tutta la Delegazione Nigeriana, dove il Padre Generale continuerà la visita canonica, accompagnando le comunità nel loro cammino di fede e di fraternità. La vita di Jude diventa così esempio luminoso di fedeltà al carisma leonardino, testimonianza viva del Vangelo e invito a camminare insieme nella pace e nella missione della Chiesa.
In questo giorno speciale, la scelta del chierico Jude di appartenere a Cristo diventa segno tangibile di speranza e gioia per tutti: la sua vita consacrata diventa una Beatitudine vivente, una benedizione per i fratelli, una gioia per la Chiesa e una gloria per Dio.
Questa mattina, 1 settembre, alle ore 7.30, nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, il Padre Generale ha presieduto l’Eucaristia all’altare del Santo Fondatore, San Giovanni Leonardi, ricordando i 451 anni dalla nascita dell’Ordine della Madre di Dio. *[* Alla celebrazione era presente la comunità religiosa della Curia generalizia, insieme ad alcuni Chierici e ai giovani che si stanno preparando al noviziato internazionale. *]*
La liturgia è stata occasione di rendimento di grazie, ma anche di rinnovata riflessione sulla missione che la nostra Famiglia religiosa ha ricevuto. Partendo dalla lettera di San Paolo ai Colossesi, il Padre Generale ha richiamato la necessità di vivere “in modo degno del battesimo che abbiamo ricevuto”, con atteggiamenti che qualificano la vita di ogni comunità cristiana e, in particolare, della nostra.
Il cuore dell’omelia si è soffermato sull’immagine dell’abito, tanto cara all’Apostolo Paolo. «Rivestitevi», scrive l’apostolo: un gesto che va oltre il semplice atto esteriore, ma che indica l’identità nuova del cristiano.
Il Padre Generale ha spiegato come, nel battesimo, il credente depone l’uomo vecchio per indossare l’abito nuovo, segno della vita trasformata in Cristo. Un gesto che trova eco anche nella professione religiosa, quando il novizio lascia l’abito civile e indossa quello dell’Ordine, segno visibile di una scelta definitiva di consacrazione.
Paolo indica anche quali siano le “stoffa preziose” di questo abito: tenerezza, bontà, umiltà, mansuetudine, magnanimità, sopportazione reciproca e perdono, cucite insieme dal vincolo della carità. «È l’abito che ogni battezzato deve indossare, ed esso non conosce distinzioni: uomini e donne, vescovi, presbiteri, religiose e laici – tutti sono chiamati a portarlo», ha ricordato il Padre Generale.
L’omelia ha poi richiamato altri due pilastri fondamentali per la vita comunitaria: la meditazione della Parola di Dio e la preghiera.
«La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza» (Col 3,16) – un invito che diventa per la comunità religiosa occasione di confronto, di edificazione reciproca e di crescita comune nella fede. Così anche la preghiera, che non si limita ai momenti liturgici, ma permea tutta la vita, trasforma ogni gesto quotidiano in rendimento di grazie.
«Tutto deve essere pervaso di gratitudine, riconoscenza verso il Padre per la salvezza che ha operato per noi per mezzo di Cristo», ha sottolineato il Padre Generale, indicando così il cammino per vivere la fedeltà al carisma leonardino.
Celebrando i 451 anni dalla fondazione dell’Ordine, la comunità non guarda solo al passato, ma rinnova il proprio impegno per il presente e il futuro. L’insegnamento dell’Apostolo e l’esempio del Fondatore rimangono fari che illuminano il cammino: essere segno credibile del Vangelo nella Chiesa e nel mondo, con l’abito della carità che tutto unisce e tutto trasfigura.
Il 1° settembre, nel Santuario parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli, l’Ordine della Madre di Dio celebra il 451° anniversario della propria fondazione.
Nato a Lucca per iniziativa di San Giovanni Leonardi, il giovane presbitero che desiderava riportare il Vangelo al cuore della vita cristiana, l’Ordine oggi rinnova il suo ringraziamento al Signore per questo dono carismatico e affida ancora una volta il suo cammino alla Vergine Maria, Madre e custode.
Roma custodisce le reliquie del Fondatore, il cui corpo riposa proprio nella chiesa di Campitelli. In questa presenza silenziosa e viva i religiosi e i fedeli riconoscono un segno di continuità: dal cuore di Lucca al cuore della Chiesa universale, l’eredità leonardina continua a parlare al mondo.
Celebrare questo anniversario significa tornare alle origini, ravvivare la memoria grata e rinnovare la missione di annunciare Cristo con lo sguardo di fede di Maria e con la passione evangelica di San Giovanni Leonardi.
Programma:
ore 7.00 Lodi mattutine
ore 7.30 Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Rev.mo p. Antonio Piccolo, Rettore Generale OMD
ore 19.00 S. Rosario meditato
ore 19.30 Vespri

Accogliendo l’invito di Papa Leone, l’Ordine è chiamato a vivere il prossimo 22 agosto una giornata speciale di digiuno e di preghiera. Una data che, nel calendario liturgico, è arricchita anche dalla memoria della Beata Vergine Maria Regina, alla quale la Chiesa rivolge lo sguardo come Madre e mediatrice.
Il Padre Generale, p. Antonio Piccolo, ha voluto rivolgere a tutti i religiosi e alle comunità dell’Ordine un messaggio di incoraggiamento e di comunione:
Pax Christi
Carissimi fratelli,
accolgo con cuore grato l’invito di Papa Leone a vivere la giornata del 22 come tempo speciale di digiuno e preghiera. Vi chiedo di unirvi con generosità a questa intenzione, affinché come Ordine possiamo presentare al Signore una supplica corale.
Invito ogni comunità a organizzare momenti di preghiera comune, secondo le possibilità e le tradizioni locali, per rendere visibile la nostra comunione fraterna e la nostra fiducia nel Signore.
In questa stessa giornata la Chiesa ci fa volgere lo sguardo a Maria, Regina. Affidiamo a Lei, Madre e Signora, i frutti del nostro digiuno e della nostra preghiera, certi che ci accompagna e intercede per noi presso il suo Figlio.
Sia questo giorno occasione di rinnovata fede, di solidarietà con i più poveri e di testimonianza evangelica.
In Cristo
p. Antonio Piccolo
Rettore Generale OMD
Il Padre Generale sottolinea così la duplice dimensione di questo appuntamento: da un lato l’adesione all’appello del Santo Padre, dall’altro l’affidamento a Maria Regina, che accompagna il cammino delle nostre comunità e dei singoli religiosi.
La giornata del 22 agosto diventa dunque un’occasione preziosa per ravvivare la nostra comunione fraterna e per rinnovare il desiderio di testimoniare il Vangelo con semplicità e radicalità. Ogni comunità è invitata a proporre momenti di preghiera, adorazione e condivisione che aiutino a vivere più intensamente questo tempo di grazia.
Il 15 agosto, la famiglia religiosa dell’Ordine della Madre di Dio ha celebrato con profonda devozione la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, patrona dell’Ordine. Questa festa liturgica, oltre a ricordare il mistero della gloriosa assunzione di Maria al cielo, sottolinea il ruolo della Vergine come modello di vita consacrata e di totale donazione a Dio, fondamento della vocazione di ogni consacrato.
A mezzogiorno, la comunità di Gallipoli si è raccolta insieme ai Chierici presenti per il solenne momento del rinnovo dei voti religiosi, nella liturgia presieduta dal Padre Generale. Tutti i membri hanno rinnovato la propria consacrazione, manifestando la gioia e l’impegno quotidiano di vivere pienamente la propria vocazione. Tra i partecipanti, il Ch. Luigi Bilotto ha concluso un mese di preparazione rinnovando la sua Professione in vista della Professione Solenne, che si terrà il 21 settembre a San Ferdinando di Puglia.
San Giovanni Leonardi, fondatore dell’Ordine, volle che i Chierici rinnovassero i voti religiosi due volte l’anno: nel giorno di Pasqua e nella solennità dell’Assunzione, considerata la “Pasqua di Maria”. Questa scelta sottolinea la continuità tra il mistero pasquale di Cristo e la vita consacrata, ricordando che il rinnovamento dei voti è un vero e proprio cammino di risurrezione personale e comunitaria, in cui ogni consacrato rinnova l’adesione totale a Dio, rinnovando il suo “sì” quotidiano alla vita evangelica.
La liturgia ha proposto la lettura tratta dal Libro del Siracide (24,14-17), scelta come guida per la meditazione sul significato della vita consacrata. La Sapienza divina, incarnata in Maria, si manifesta come un giardino fiorito e profumato: così la vita consacrata, immagine della “piantagione di rose a Gerico”, diffonde nel mondo la bellezza e il profumo della presenza di Dio. Il consacrato, attraverso la propria testimonianza e la fedeltà alle promesse, diventa segno tangibile della Sapienza che illumina ogni aspetto della vita e invita a camminare nella luce del Vangelo.
In serata, presso la parrocchia, il Padre Generale ha presieduto la solenne Celebrazione Eucaristica, espressione di comunione tra la famiglia religiosa e la comunità cristiana locale. Nell’omelia ha invitato a contemplare Maria come prima discepola di Cristo, modello di accoglienza della volontà di Dio e di amore gratuito: «Maria si è fatta piccola per accogliere il Signore» e «la sua piccolezza non è umiliazione, ma libertà, quella che permette a Dio di operare grandi cose».
Il celebrante ha ricordato che l’Assunzione non è un privilegio isolato, riservato a Maria, ma il destino verso il quale tutti siamo chiamati se viviamo con docilità e fiducia la nostra fede quotidiana, abbandonandoci alla guida dello Spirito Santo. La vita consacrata, allora, diventa non solo testimonianza personale, ma segno della presenza divina che trasforma la storia e porta speranza a chi incontra la Chiesa.
La celebrazione si è conclusa con un affidamento alla Vergine Assunta, accompagnato dall’antica invocazione del nostro Ordine, Sub Tuum Praesidium e dalla frase latina “Trahe nos post te” (“Attiraci dietro di te”), come soleva ripetere con gioia il Fondatore. Con queste parole, i consacrati affidano a Maria la guida del loro cammino, certi della sua protezione e della dolcezza della sua presenza, che accompagna ogni passo nella fedeltà e nella gioia della vita consacrata.
Il 2 agosto 2025, il Padre Generale dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, P. Antonio Piccolo, ha indirizzato ai confratelli una lettera carica di senso spirituale, in occasione della pubblicazione dei decreti di trasferimento — le cosiddette “obbedienze” — che riguardano le comunità italiane.
La lettera si sviluppa come un invito accorato a riscoprire nella mobilità religiosa non un semplice riassetto organizzativo, ma un’autentica occasione di crescita nella fede e nella disponibilità evangelica.
“Ogni cambiamento di comunità o di incarico è, per il religioso, molto più di un evento organizzativo: è un atto spirituale”, scrive il Padre Generale.
Il testo riprende con forza la visione di San Giovanni Leonardi, che pose l’obbedienza come prima regola per i suoi discepoli, non come disciplina esterna, ma come cammino interiore di conformazione a Cristo, il Figlio obbediente per eccellenza. In questo senso, le obbedienze diventano il luogo privilegiato dove esercitare una libertà pienamente evangelica: quella che si dona e si trasfigura nell’amore.
Con tono paterno ma esigente, la lettera invita i religiosi a non vivere le decisioni dei superiori come imposizioni, ma come momenti di discernimento condiviso, di reciproco sostegno nella ricerca della volontà di Dio. Le Costituzioni dell’Ordine sono richiamate come guida autorevole e fonte di ispirazione, in particolare i numeri 28 e 29, che descrivono l’obbedienza come dono totale della propria volontà e come dinamica fraterna di ascolto e accoglienza.
Il Padre Generale non ignora le difficoltà umane legate a un trasferimento: la fatica del distacco, il senso di sradicamento, la domanda che nasce nel cuore. Ma proprio in questo contesto richiama la promessa evangelica di Gesù a Pietro: “Chi avrà lasciato… riceverà cento volte tanto”.
Ogni obbedienza ci ricorda che siamo chiamati a metterci in cammino con fiducia, liberi da ogni attaccamento, disponibili a lasciarci condurre dallo Spirito. Lungo il nostro percorso, ogni luogo in cui siamo inviati diventa occasione di incontro con il Signore e con i fratelli. Come scrive il Padre Generale, “la nostra vita religiosa è pellegrina, radicata non nei luoghi ma nel Signore che ci chiama sempre oltre”. In questa prospettiva, risuona con particolare intensità l’esortazione della Lettera agli Ebrei: “Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura” (Eb 13,14).
La lettera si conclude con un duplice invito: ai religiosi chiamati a partire, di farlo “con cuore libero e pronto”, e a coloro che sono chiamati ad accogliere, di farlo “con benevolenza e disponibilità”. È un appello alla comunione vissuta, alla corresponsabilità fraterna, alla fiducia reciproca.
Affidando tutti i religiosi alla Vergine Maria e a San Giovanni Leonardi, il Padre Generale rinnova così il senso profondo di un momento della vita religiosa che, se accolto con fede, può diventare occasione di autentica santità.
In occasione della Solennità dell’Assunzione di Maria, il Padre Generale dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio invita i confratelli e tutti i fedeli a contemplare non solo la gloria finale della Vergine, ma il cammino che l’ha portata fino a lì: un cammino segnato dalla piccolezza e dalla docilità del cuore.
Maria si riconosce fin dall’inizio come piccola e si affida totalmente a Dio. Questa piccolezza, lungi dall’essere una debolezza, diventa lo spazio in cui agisce la grazia. È il luogo in cui la fragilità umana si apre alla forza di Dio.
La docilità, unita all’umiltà, fa di Maria un modello per tutti i credenti. La sua speranza non nasce da meriti personali, ma dalla fiducia in un Dio fedele, che mantiene le sue promesse.
Il Padre Generale richiama anche l’insegnamento di San Giovanni Leonardi, invitando tutti a vivere una fede autentica, libera da egoismi, aperta allo Spirito e radicata nell’amore fraterno.
La lettera si conclude con una preghiera accorata per ricevere un cuore semplice, capace di accogliere la volontà di Dio e guardare con fiducia al futuro.
“Donaci la sapienza di Maria, per perseverare nell’amore fraterno, nella pazienza, nella fiducia che il tuo Regno è già in mezzo a noi"
Il 23 luglio 2025, il Rettore Generale dell’Ordine della Madre di Dio, P. Antonio Piccolo, ha nominato Padre Felix nuovo Delegato del Padre Generale per la Delegazione Italiana. La nomina è stata ufficializzata tramite un decreto, accompagnato da una lettera rivolta ai confratelli della Delegazione.
La Delegazione Italiana, istituita formalmente circa nove anni fa, rappresenta oggi un riferimento organizzativo importante per l’Ordine, raccogliendo e coordinando le comunità presenti sul territorio nazionale. Queste comunità, da sempre parte integrante della vita e della missione dell’Istituto, hanno svolto un ruolo significativo nella trasmissione del carisma di San Giovanni Leonardi, contribuendo alla vita pastorale, educativa e formativa in diversi contesti ecclesiali.
Con questa nomina, il Rettore Generale ha voluto rafforzare il cammino della Delegazione, promuovendo una guida che sia vicina alla vita concreta delle comunità e in sintonia con l’intero corpo dell’Ordine. La figura del Delegato nasce proprio con questo intento: custodire l’unità, sostenere il discernimento, accompagnare i processi di crescita, nel segno della corresponsabilità e della comunione.
Nel suo servizio, il Delegato agisce come punto di collegamento tra il Rettore Generale e le comunità locali. La sua presenza è chiamata a promuovere relazioni fraterne, a incoraggiare il confronto e a orientare le scelte operative in coerenza con il carisma fondativo. In una fase che richiede ascolto, fiducia e rinnovata motivazione apostolica, il suo compito sarà anche quello di alimentare uno spirito di speranza e di collaborazione tra i confratelli.
Il Rettore Generale, nella sua lettera, ha espresso gratitudine per il servizio fin qui svolto e ha invitato tutta la Delegazione a sostenere Padre Felix con la preghiera e la disponibilità, affinché, guidati dallo Spirito Santo e ispirati dall’eredità di San Giovanni Leonardi, si possa continuare a costruire una presenza viva e profetica del Vangelo nella realtà italiana.
Nella cornice luminosa del deserto di Atacama, cuore pulsante del nord del Cile, si è svolto un incontro carico di significato tra il Padre Generale e S.E. Mons. Tomás Abel Carrasco Cortés, Vescovo della Diocesi di San Juan Bautista de Calama. Un momento cordiale, fraterno, illuminato dal desiderio comune di rafforzare il cammino ecclesiale e pastorale in una terra tanto arida quanto feconda di fede. Un crocevia da diverse Nazioni vicine tra loro e quindi luogo di scambio tra culture che però condividono le stesse radici cristiane.
L'incontro si è svolto all’insegna del dialogo aperto e della condivisione, dove la semplicità del gesto ha lasciato spazio alla profondità della comunione. Le parole scambiate hanno toccato temi importanti per la vita della Chiesa locale: la vicinanza ai più fragili, la formazione dei giovani, e il ruolo della Chiesa come presenza viva in un territorio segnato da grandi sfide sociali e spirituali. In questo contesto, il Vescovo ha voluto esprimere gratitudine per il servizio attento e fedele che l’Ordine svolge da anni nella diocesi, riconoscendo il suo contributo come una presenza preziosa e generosa al fianco della comunità.
A coronamento dell’incontro, il Padre Generale e il Vescovo hanno concelebrato l’Eucaristia in occasione della cerimonia del Giuramento alla Bandiera, che si tiene ogni anno il 9 luglio, in ricordo della storica Battaglia di La Concepción. È un momento profondamente radicato nella memoria del popolo cileno, che rende omaggio al sacrificio dei 77 soldati caduti nel 1882, simbolo di lealtà e dedizione estrema.
Importanti e toccanti le parole del vescovo Tomás nella sua omelia, il quale ha ricordato che oggi la forza degli eserciti si esprime soprattutto della difesa del bene comune e di quello supremo della pace.
Un gesto di vicinanza, nel segno della fede e della memoria.

Nel corso della sua visita canonica e fraterna in Cile, il Reveredissimo Padre Antonio Piccolo, ha vissuto momenti significativi che hanno segnato il cammino della Congregazione in questo Paese, in vista dell’imminente celebrazione degli 80 anni di presenza.
Un momento particolarmente intenso è stato l’incontro con Sua Eminenza il Cardinale Fernando Natalio Chomali Garib, Arcivescovo metropolita di Santiago. Presso la Curia arcivescovile, questo dialogo ha rappresentato una preziosa occasione di comunione e confronto tra l’Ordine e la Chiesa cilena. Il dialogo ha toccato temi centrali quali la missione della vita consacrata oggi, la sfida dell’integrazione culturale e la testimonianza evangelica rivolta soprattutto alle nuove generazioni.
In un’intervista rilasciata alla diocesi di Santiago, il Reveredissimo Padre Antonio ha espresso la gioia di rivedere i confratelli e di constatare il dinamismo delle comunità religiose presenti in diverse zone, da Rancagua a Quinta de Tilcoco, passando per le due comunità di Santiago, Guadalupe e la parrocchia di San Lazzaro. Ha inoltre sottolineato la bellezza di una Chiesa che si apre e accoglie anche i fedeli, cileni, venezuelani, colombiani, boliviani, integrandoli come segno di una Chiesa cattolica viva, senza barriere, e capace di costruire fraternità e pace.
Al centro dell’intervista, il Padre Generale ha posto la vita consacrata come testimonianza di fraternità autentica, umiltà e rinnovamento continuo, capace di rendere il Vangelo sempre più attraente e accessibile alle nuove generazioni.
Subito dopo questo incontro, Padre Antonio si è spostato nella comunità di Calama, nel deserto cileno, dove si è svolta una celebrazione particolarmente significativa. La Santa Messa in onore di San Giovanni Leonardi, fondatore dell’Ordine, ha segnato un momento di intensa spiritualità e di invocazione per i malati, con il conferimento del sacramento dell’Unzione degli Infermi.
Presieduta dallo stesso Padre Generale, affiancato da Padre Rafael Pereira, Segretario Generale e convisitatore, e da Padre Javier González, parroco della comunità e membro del consiglio di Delegazione, la celebrazione ha avuto anche il significato di una festa per l’anniversario di ordinazione sacerdotale del Padre Antonio, accolto con affetto e preghiera dalla comunità.
Durante l’omelia, il Rettore Generale ha richiamato la figura di San Giovanni Leonardi, descrivendo Cristo come “fármaco della vita”, medicina e misura di ogni azione. Ha sottolineato come la fede autentica si traduca in servizio concreto, cura e testimonianza, incarnando lo spirito e la missione dell’Ordine anche dopo ottant’anni di presenza in Cile.


