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Sabato, 22 Marzo 2014 18:58

III Domenica di Quaresima

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Ven. P. Cesare Franciotti, Pratiche, 55v-56v


Gv 4

Affaticato dal Viaggio. Essendo molto stanco a causa del viaggio il Signore non volle altro riposo che sedersi un po’ al fresco di quel fonte: Sedeva presso il pozzo. Aspettando quella povera anima della Samaritana. Ma tu anima mia, rifletti che, l’Altare è quel fonte, e che il tuo Signore è qui giunto; non certamente con fatica,sudore o stanchezza che egli abbia ora sostenuto, ma che così bene sostenne per lasciarti questa ricca eredità del Santissimo Sacramento e della gloria . Pensa, inoltre, che in questa sacra ostia, posto a sedere, cioè glorioso nella sua maestà, seppur velato ai tuoi occhi egli ti sta aspettando.. Ora considera come ti prepari con diligenza per giungere a questa fonte d’acqua viva e come raccogli la mente ed i sentimenti.

Giunge una donna samaritana. Non ti lasciare vincere anima mia, da questa donna , porta anche tu un vaso grande , cioè un ardente desiderio di portare con te molte sorgenti di grazie per dare gusto alle tue azioni. Tanto più che il tuo Signore ha cosi gran desiderio della tua salvezza che lo fa inchinare a domandare da bere prima a te, chiedendoti il cuore: Donna dammi da bere. Dimmi ti prego se il Signore ti comparisse in casa tutto sudato, e stanco e ti chiedesse un poco poco d’acqua, con quanta prontezza a lui diresti: Come acqua mio Signore  il mio sangue, le viscere, il cuore, l’anima e quanto di me possiedo e desidero ti offro! Ora ricerca in te questa prontezza mentre egli afferma; Donna dammi da bere.

Donna se tu conoscessi il dono di Dio. A te il Signore si dirige e vuol dite: Ah se tu sapessi e penetrassi la grazia che ti viene fatta quando sei chiamato a questa sacra Mensa degli Angeli. E se tu conoscessi la Maestà di quel Signore che lì si nasconde. Ha se tu gustassi la dolcezza di quell’acqua che innalza alla vita eterna, che estingue ogni vana passione e da la vera vita. Quanto con prontezza e ardore mi diresti con la Samaritana: Signore dammi quest’acqua.

Sono io che ti parlo. Non si era ancora manifestato come il vero Messia il Signore con la Samaritana , ma l’aveva accesa di desiderio e condotta a tale disposizione che con l’avvento del Messia ella desiderava cambiare vita. Dunque si rivela a lei con dire: Io sono. Pensa che stupore, e che gioia sentì la donna. Credo che le si gettò ai piedi e come un’altra Maddalena con molte lacrime li bagnò. O anima mia, se tu sei quella e che fino ad ora sei stata affezionata ai cinque sensi ed ai conosciuto il tuo errore  e fatto proposito di correggerti, ma avresti voluto sentire forza e la mano del Signore davanti a te: Eccola presente! Sono io che ti parlo, come a dire non indugiare più a correggerti sono pronto ad aiutarti. Io sono la fonte dell’acqua, io porto nelle mani quanto desideri; gettati tu ai piedi e fa quello che fece la Samaritana cioè:

Lasciò la sua anfora. O meravigliosa commozione in una donna non proprio abituata alle cose spirituali, subito mette mano ad eseguire il buon volere. Questo fa vergogna a coloro che dichiarano di vivere spiritualmente così, ma poi con gran fatica abbandonano dalle loro mani l’anfora dell’amor proprio e la fune della loro volontà. Tu anima mia, confusa ed incitata da così grand’esempio, sappi che il frutto della santissima Comunione è lasciar subito ogni cattiva volontà , ogni peccato, ogni occasione di male e con tutto il cuore temere ed amare il Signore nella verità e sincerità dell’intimo. Questo significa abbandonare l’anfora, questo è adorare  il Signore in spirito e verità. In tal modo si fa conoscere la verità di quella parola: Chi berrà di quest’acqua non avrà più sete in eterno.

 
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