“La luce di Cristo che risorge glorioso disperda le tenebre del cuore e dello spirito.”
Nella notte santa, queste parole antiche hanno introdotto la celebrazione della Veglia pasquale a Santa Maria in Portico in Campitelli, presieduta da Padre Luigi Murra, parroco del santuario parrocchiale e Vicario generale dell'Ordine della Madre di Dio. Una liturgia intensa, ricca di segni, parole e silenzi, che ha condotto i fedeli dal buio alla luce del Risorto.
Nel corso dell’omelia, il parroco ha invitato i presenti a lasciarsi raggiungere dalla luce che trasforma, quella luce che “non solo consola, ma rimette in cammino”. Ripercorrendo le letture della Veglia, ha sottolineato il lungo cammino della salvezza: dalla creazione al passaggio del Mar Rosso, dalla promessa di un cuore nuovo fino all’incontro inatteso delle donne con il sepolcro vuoto. Non un semplice ricordo, ma un evento che continua a rinnovare, a sorprendere, a dare vita.
Particolarmente intenso il passaggio dedicato alle donne del Vangelo. Padre Luigi ha ricordato come esse non andassero in cerca di miracoli, ma di un corpo da ungere: portavano affetto, memoria, fedeltà. E invece, è il Vivente a cercare loro. Cercavano un morto, ma è la vita a trovarle, a sorprenderle, a rimetterle in piedi. Non saranno loro a custodire il ricordo di Gesù: sarà Lui, vivo, a trasformare la loro vita in annuncio. Da custodi del passato, diventano portatrici del futuro.
Prima della conclusione della liturgia, la comunità si è fermata in contemplazione del mistero di Maria, Madre del Risorto. Nel raccoglimento e nel canto, si è sostato davanti all’icona di Santa Maria in Portico, mentre al canto solenne del Regina caeli venivano aperte le porticine che la custodiscono. In Maria, la prima credente, la Chiesa contempla colei che ha accolto la luce della Pasqua nel cuore, rimanendo in attesa fedele anche quando tutto sembrava perduto. È Lei, Madre del Risorto, a insegnare oggi ai credenti a lasciarsi sorprendere da Dio e ad affidarsi senza riserve alla sua Parola.
Al termine della celebrazione, Padre Luigi ha espresso il suo vivo ringraziamento a tutta la comunità: ai fedeli, ai ministranti, ai volontari, alla Cappella musicale diretta dal Maestro Vincenzo Di Betta, e in modo particolare ai rettori e ai presbiteri presenti. Insieme, ha sottolineato il parroco, “abbiamo celebrato l’unica Pasqua del Cristo risorto”, segno concreto di una comunione che si fa testimonianza.
Cristo è risorto, la luce è accesa, il cammino è aperto. E questa notte, come ricordato, è davvero la notte che non conosce tramonto.