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Mercoledì, 03 Settembre 2025 05:39

Uomini pasquali, carne del Cristo Risorto! Esercizi spirituali a Santa Maria in Portico in Campitelli

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Dal 2 all’7 settembre, la comunità di Santa Maria in Portico in Campitelli vive una settimana di grazia attraverso gli esercizi spirituali, guidati da don Antonio Parrillo.

Partecipano la cura generalizia, i chierici e gli otto novizi del noviziato internazionale, che si preparano ad accogliere questa esperienza di preghiera, ascolto e silenzio.

Il tema scelto per accompagnare il cammino è:

 

“UOMINI PASQUALI, CARNE DEL CRISTO RISORTO!

ATTIVARE E AMPLIFICARE I CINQUE SENSI DELLA VITA CONSACRATA…

…PER UNA VITA IN PIENEZZA: SEMPRE PIÙ UMANA/DIVINA!”

 

Un invito a riscoprire, nella luce del Risorto, i sensi della vita consacrata – vista, udito, tatto, gusto e olfatto – come strumenti di grazia, di comunione e di testimonianza.

 

La meditazione introduttiva

Gli esercizi si sono aperti con la proclamazione del Vangelo della Risurrezione (Mt 28,1-10), che ricorda l’incontro delle donne con il Risorto.

Don Antonio ha sottolineato come gli esercizi non siano un discorso umano, ma spazio lasciato alla Parola di Dio, che sola opera nei cuori: «Gli esercizi spirituali sono un terremoto nella vita: ci scuotono dalle sicurezze, ci spingono ad uscire dalle nostre tombe interiori, a rotolare via le pietre che ci tengono prigionieri. Anche le nostre fragilità, se accolte, possono diventare luogo d’incontro con il Signore».

Essere “uomini pasquali” significa vivere fino in fondo la propria umanità trasfigurata dal Risorto: non imitare gli angeli, ma diventare uomini autentici, carne del Cristo risorto.

La meditazione ha offerto immagini forti: il sepolcro come simbolo delle abitudini e delle paure che ci chiudono; il terremoto come scossa interiore che apre nuove possibilità; le guardie come le resistenze e i pregiudizi che ci frenano.

E infine, il gesto delle donne che abbracciano i piedi del Risorto, segno di umiltà e di concretezza: «La vera vita spirituale non è fuga dal mondo, ma scendere in profondità, abbracciare la nostra carne ferita perché lì arrivi la gioia pasquale».

 

Silenzio e ascolto

Un posto centrale è riservato al silenzio, non come esercizio formale ma come spazio che permette alla voce di Dio di emergere, come i sogni nella notte. Il silenzio aiuta a riscoprire la presenza del Signore nel “qui ed ora” della vita quotidiana, persino nei gesti più semplici come il condividere un pasto.

L’invito è chiaro: lasciarsi scuotere, osare il cambiamento, custodire la speranza di rinascere.

Questi giorni diventano così un cammino di risurrezione personale e comunitaria, un’occasione per riattivare i sensi interiori e vivere in pienezza la propria vocazione: sempre più umana, sempre più divina.

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