Una chiesa gremita, la comunità in preghiera, la gioia di un sì pronunciato per sempre: così le comunità parrocchiali di San Ferdinando di Puglia e i fedeli giunti da diverse località hanno vissuto la professione solenne del chierico Luigi Bilotto nell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio.
La celebrazione, presieduta dal Padre Generale, si è svolta nel giorno in cui la Chiesa fa memoria di San Matteo apostolo ed evangelista. Per questo è stato scelto il Vangelo della sua chiamata: «Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: Seguimi. Ed egli si alzò e lo seguì» (Mt 9,9). Una Parola che ha illuminato il cammino vocazionale di Luigi e ha accompagnato il rito della sua consacrazione definitiva.
Nell’omelia, il Padre Generale ha fatto riferimento al celebre dipinto di Caravaggio, La Vocazione di San Matteo, immagine scelta da Luigi per il ricordino della sua professione. «La luce di Cristo – ha detto – irrompe nelle nostre chiusure, nei nostri conti fatti soltanto per noi stessi: la vocazione nasce sempre da un’iniziativa di Dio». E ancora: «La santità è sempre uno squilibrio: chi rimane perfettamente stabile non cammina. Per seguire Cristo bisogna compiere un movimento decisivo, alzarsi, lasciare il tavolo vecchio dei calcoli per andare verso il tavolo nuovo dell’Eucaristia».
Poi un’esortazione personale: «Caro Luigi, sii sempre un uomo sbilanciato. Non pretendere che tornino i conti secondo la tua logica o quella degli altri. Alzati sempre e segui il Signore senza riserve, lasciati raggiungere dalla sua luce per essere faro di umana divinità». E ha concluso: «La tua professione solenne è come la pennellata di Caravaggio: in poche linee si concentra un cammino lungo e profondo. Da oggi la tua vita diventa testimonianza pubblica e permanente di questo sì. Grazie a Lui e con Lui. Sii fedele e gioioso: la tua scelta è dono per la Chiesa e segno della risurrezione che Cristo opera in chi lo segue».
Il rito ha fatto risuonare questi richiami evangelici in gesti concreti. Dopo l’appello del diacono e il suo «Eccomi», Luigi ha espresso davanti a tutti il desiderio di consacrarsi a Dio «fino alla morte nel servizio del Signore e dei fratelli». Il momento più intenso è stata la prostrazione: il chierico si è steso a terra con le braccia aperte a forma di croce, segno del desiderio di conformarsi al Crocifisso risorto, mentre l’assemblea invocava l’intercessione dei santi.
Successivamente, Luigi ha letto e firmato sull’altare la formula della professione solenne, unendola così al sacrificio eucaristico. Poi ha ricevuto dal Padre Generale i segni della sua nuova vita: la croce e i documenti del Concilio Vaticano II, a testimoniare l’amore al Crocifisso e il servizio fedele alla Chiesa. L’abbraccio di pace con il Rettore Generale e con la comunità religiosa ha suggellato la sua appartenenza definitiva all’Ordine.
La celebrazione si è conclusa in un clima di gioia e riconoscenza, con l’abbraccio della comunità al chierico Luigi, che ha voluto ringraziare tutti per la vicinanza e la preghiera. Dopo la liturgia, la comunità si è ritrovata per un momento di festa e di comunione fraterna, prolungando nella convivialità la gioia della celebrazione.
Un giorno di grazia che l’intero Ordine custodisce nel cuore, riconoscendo in questa consacrazione un dono per la Chiesa e per tutti: come nel quadro di Caravaggio, anche oggi il Signore passa e chiama ciascuno a rialzarsi e seguirlo.


