
Curia Generale dell'Ordine
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Il 2 agosto 2025, il Padre Generale dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, P. Antonio Piccolo, ha indirizzato ai confratelli una lettera carica di senso spirituale, in occasione della pubblicazione dei decreti di trasferimento — le cosiddette “obbedienze” — che riguardano le comunità italiane.
La lettera si sviluppa come un invito accorato a riscoprire nella mobilità religiosa non un semplice riassetto organizzativo, ma un’autentica occasione di crescita nella fede e nella disponibilità evangelica.
“Ogni cambiamento di comunità o di incarico è, per il religioso, molto più di un evento organizzativo: è un atto spirituale”, scrive il Padre Generale.
Il testo riprende con forza la visione di San Giovanni Leonardi, che pose l’obbedienza come prima regola per i suoi discepoli, non come disciplina esterna, ma come cammino interiore di conformazione a Cristo, il Figlio obbediente per eccellenza. In questo senso, le obbedienze diventano il luogo privilegiato dove esercitare una libertà pienamente evangelica: quella che si dona e si trasfigura nell’amore.
Con tono paterno ma esigente, la lettera invita i religiosi a non vivere le decisioni dei superiori come imposizioni, ma come momenti di discernimento condiviso, di reciproco sostegno nella ricerca della volontà di Dio. Le Costituzioni dell’Ordine sono richiamate come guida autorevole e fonte di ispirazione, in particolare i numeri 28 e 29, che descrivono l’obbedienza come dono totale della propria volontà e come dinamica fraterna di ascolto e accoglienza.
Il Padre Generale non ignora le difficoltà umane legate a un trasferimento: la fatica del distacco, il senso di sradicamento, la domanda che nasce nel cuore. Ma proprio in questo contesto richiama la promessa evangelica di Gesù a Pietro: “Chi avrà lasciato… riceverà cento volte tanto”.
Ogni obbedienza ci ricorda che siamo chiamati a metterci in cammino con fiducia, liberi da ogni attaccamento, disponibili a lasciarci condurre dallo Spirito. Lungo il nostro percorso, ogni luogo in cui siamo inviati diventa occasione di incontro con il Signore e con i fratelli. Come scrive il Padre Generale, “la nostra vita religiosa è pellegrina, radicata non nei luoghi ma nel Signore che ci chiama sempre oltre”. In questa prospettiva, risuona con particolare intensità l’esortazione della Lettera agli Ebrei: “Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura” (Eb 13,14).
La lettera si conclude con un duplice invito: ai religiosi chiamati a partire, di farlo “con cuore libero e pronto”, e a coloro che sono chiamati ad accogliere, di farlo “con benevolenza e disponibilità”. È un appello alla comunione vissuta, alla corresponsabilità fraterna, alla fiducia reciproca.
Affidando tutti i religiosi alla Vergine Maria e a San Giovanni Leonardi, il Padre Generale rinnova così il senso profondo di un momento della vita religiosa che, se accolto con fede, può diventare occasione di autentica santità.
In occasione della Solennità dell’Assunzione di Maria, il Padre Generale dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio invita i confratelli e tutti i fedeli a contemplare non solo la gloria finale della Vergine, ma il cammino che l’ha portata fino a lì: un cammino segnato dalla piccolezza e dalla docilità del cuore.
Maria si riconosce fin dall’inizio come piccola e si affida totalmente a Dio. Questa piccolezza, lungi dall’essere una debolezza, diventa lo spazio in cui agisce la grazia. È il luogo in cui la fragilità umana si apre alla forza di Dio.
La docilità, unita all’umiltà, fa di Maria un modello per tutti i credenti. La sua speranza non nasce da meriti personali, ma dalla fiducia in un Dio fedele, che mantiene le sue promesse.
Il Padre Generale richiama anche l’insegnamento di San Giovanni Leonardi, invitando tutti a vivere una fede autentica, libera da egoismi, aperta allo Spirito e radicata nell’amore fraterno.
La lettera si conclude con una preghiera accorata per ricevere un cuore semplice, capace di accogliere la volontà di Dio e guardare con fiducia al futuro.
“Donaci la sapienza di Maria, per perseverare nell’amore fraterno, nella pazienza, nella fiducia che il tuo Regno è già in mezzo a noi"