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Mercoledì, 15 Giugno 2022 22:44

Primo giorno di scuola in India

Pubblicato in 2022
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Martedì, 22 Settembre 2020 16:52

Ordinazione Sacerdotale in India 2020

E' stata un'altra occassione di ringraziamento, gioia, condivisione fraterna per la famiglia leonardina, per la Chiesa e in modo particolare per la Delegazione Indiana dell'Ordine della Madre di Dio quella di ordinazione sacerdotale di Rev.do Padre Morais Reegan il 17 settembre 2020 in India. L'ordinazione sacerdotale è una chiamata dal Signore, un dono alla Sua Chiesa, ecco perché rigraziando il Signore per la grazie che ha conceso al nostro confratello per poter rispondere a questa Sua chiamat, ricordiamolo sempre nelle nostre preghiere perché sia sempre fedele a questo progetto di Dio e sia veramente uno strumento nelle mani di Dio per il bene dei fratelli. Caro padre Reegan che la Madonna interceda per te, tanti auguri.

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Venerdì, 21 Agosto 2020 21:22

Ordinazione Diaconale in India 2020

dia.india2020coverTantissimi auguri ai neodiaconi. I Rev.di Stephen Velgit e Halson Vishal sono stati ordinati diaconi ieri, il 19 agosto 2020 in India per l'imposizione delle mani e la preghiera consacrazione di Sua Eccellenza Mons. Thomas Paulsamy, Vescovo della diocesi do Dindugal. L'ordinazione avvenuta a Samayapuram. Che il Signore li aiuti nel loro servizio alla Chiesa e ai fratelli, che la Madonna li accompagni.

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Martedì, 18 Agosto 2020 22:33

Professione Solenne India 2020

p.s.india2020coverCarissimi fratelli Vishal e Velgith,
nella imminenza della vostra Solenne Professione, voglio farvi giungere il mio saluto e il mio augurio.

L’Ordine della Madre di Dio è davvero lieto di accogliere la vostra domanda e di ammettervi tra i propri membri, affidando anche a voi l’eredità spirituale che il Santo Fondatore ha lasciato alla Chiesa. Che la vostra Professione avvenga alla vigilia della solennità dell’Assunzione di Maria costituisce una coincidenza provvidenziale. Infatti il nostro Ordine ha in Maria Assunta la sua Patrona, in questo giorno rinnova i suoi voti, e quindi ciò stringe ancora di più i legami tra l’Ordine stesso e voi che in maniera definitiva vi inserite nel gruppo.

A Maria Assunta, quindi, voglio affidare la vostra consacrazione, le vostre persone, il vostro futuro, il vostro servizio apostolico. A Maria Assunta, in questo anno mariano, sarete consacrati per la vita, secondo l’esempio di San Giovanni Leonardi. Maria Assunta, sia dunque il vostro orizzonte, la vostra aspettativa, il vostro ideale. Avvicinatevi a Lei con totale fiducia, sarà la maestra per la vostra povertà, castità e obbedienza. Avvicinatevi a Lei per il vostro servizio, seguite il suo esempio di umiltà e dedizione.

Insieme a voi voglio salutare tutti i fratelli che rinnovano i voti e in particolare coloro che rinnovano allo scadere dei tre anni. Voglio salutare le vostre famiglie e augurare a tutti la pace interiore e la buona salute.

Sappiate che vi sono vicino e che tutto l’Ordine vi è vicino.

Ricevete la mia benedizione con l’assicurazione della mia preghiera.

Roma, 12 agosto 2020                                                          Dev. mo P. Vincenzo Molinaro


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Venerdì, 01 Novembre 2019 22:43

Diecimo, 25° Missione OMD in India

25smo missione_indiana9 ottobre 2019.    1. Essere qui e tentare di assorbire la potenza dello Spirito che soffia da secoli su questo luogo, sul battistero dove i coniugi Leonardi portano il loro bambino, in questa chiesa che ha accolto le sue prime preghiere, le sue prime celebrazioni eucaristiche e successivamente ha raccolto la tempesta dolorosa nel suo cuore innescata dalle avversità e dal rifiuto nei suoi confronti creati ad arte …Qui certamente si è rifugiato quando è dovuto partire di nascosto, la mattina presto, senza salutare i confratelli, i suoi figli spirituali, spaventati perché lo avevano accolto per un giorno, benché avesse la protezione delle bolla pontificia, mentre gli avversari erano alla porta, pronti a chiudere ogni canale di sostentamento. In questo luogo, mi piace crederlo, Giovanni Leonardi ha trovato tanta pace e invece di rinunciare ai sogni ne ha concepito di più arditi, come varcare i confini dell’Italia, confini abbastanza stretti intorno a lui, quasi a diventare mura di detenzione, e da qui ha guardato il mondo e le sue necessità, l’urgenza di essere evangelizzato lo ha spinto a formulare un progetto con il quale diversi secoli fa egli è approdato alle Indie.

Secondo le nostre tradizioni, quando egli consultò il suo confessore esprimendo il desiderio di partire per la missione, gli fu risposto: Padre Giovanni, le tue Indie sono l’Italia.

Da questo rifiuto è nata Propaganda Fide, oggi Congregazione dell’Evangelizzazione dei Popoli, che deve proprio al Leonardi la sua ideazione. Una di quelle idee che facilmente si definiscono stramberie, stranezze, fantasticherie, e poi quando pian piano prendono forma e si concretizzano manifestano tutta la forza profetica proveniente dallo Spirito.

Andare nelle Indie fu il sogno di Giovanni Leonardi, sogno compiuto in maniera imprevedibile, da altri protagonisti, che perciò conserva fino ad oggi la sua inarrestabile valenza di intuizione grandiosa, una di quelle che riempiono la vita non di una sola persona, ma di una moltitudine.

Con il 25° che celebriamo oggi, forse non corrispondono i numeri: è una storia molto più antica, ma corrisponde l’ideale e più ancora corrisponde una Parola, la Parola, quella che abbiamo ascoltato e che non può non riscaldare il nostro cuore e la nostra volontà.

2. Se oggi ascoltiamo la Parola di Dio accolta, interpretata e vissuta da San Giovanni Leonardi, anche noi usciremo convinti che la nostra esistenza non può essere contenuta entro i semplici schemi a cui ci siamo adattati: tutti dobbiamo uscirne, tutti dobbiamo diventare portatori di questo messaggio, con lo slancio giovanile di chi si imbarca su una nave o su un aereo, oppure di chi più pragmaticamente si mette a disposizione della stessa Parola in ambito più familiare ma non per questo meno bisognoso dell’annuncio. Quando faremo nostre le indicazioni di Papa Francesco che spinge la Chiesa a mettersi in uscita, allora ci accorgeremo che tanti fratelli e sorelle lo hanno fatto prima di noi.

Qual è la caratteristica degli annunciatori che Gesù manda a preparare la strada davanti a lui? Cosa devono portare? Come devono vestirsi? Cosa devono studiare? La sobrietà, mi piace chiamarla così, che gli apostoli dovranno indossare, è funzionale al contenuto di quello che annunciano. Non servono studi prolungati, non servono apparati elettronici potenti e sofisticati, non servono vestiti sontuosi: quello che serve è la fede, la fede, la certezza che la Parola basta a se stessa, che se io credo la Parola esplode, fa i miracoli, guarisce i malati…quando gli apostoli tornano e raccontano a Gesù dimostrano con la loro meraviglia che ancora non avevano compreso, dicono: anche satana era sottomesso a noi…se diciamo la Parola di Gesù, anche i malati guariscono, anche gli spiriti immondi sono allontanati.

La Parola annuncia il Regno, il Regno è Gesù. Abbiamo ascoltato questa Parola? Abbiamo accolto Gesù? Come lo accolse Giovanni Leonardi, come lo hanno accolto tanti e tante nella chiesa? Senza cavilli, senza vestiti belli, senza cercare il primo posto? …Questo è l’annuncio. L’annuncio prima di tutto deve conquistare noi. I primi a esserne investiti, i primi a cambiare vita, i primi a mettersi a disposizione, i primi a raccontare con emozione quello che il Signore ha fatto per noi. Gesù è la Parola, quando l’ascolti, quando l’accogli la vita cambia, comprendi che ormai gli appartieni. Gesù, il salvatore, il Verbo di Dio incarnato, è lui che ci ottiene il dono dello Spirito per cui la nostra vita viene trasformata e diventa dono, come quella di Gesù. D’ora in poi, fa di me quello che credi…Cristo è la misura di tutte le cose, come dirà Giovanni Leonardi e come oggi ripete a noi. Tutto quello che avete fatto e tutto quello che avete intenzione da fare, ha valore e senso se entra nella misura di Cristo. Ecco la partenza di ogni missionario. Credo che oggi dobbiamo dire a ogni fratello che chiede di entrare nell’Ordine fondato da Giovanni Leonardi, se ha preso la giusta misura per la sua vita. Se si è liberato da ogni forma di mondanità, da ogni personalismo, se è pronto a partire per le Indie. E’ questa la condizione perché anche i non credenti si avvicinino al Vangelo e quindi il regno si estenda, se la misura dei nostri passi, delle nostre intenzioni è Cristo.

Servitori, amministratori di questa Parola, non proprietari, obbligati a pronunciarla perché Gesù ci ha preceduti. Il suo è un richiamo irresistibile. Con lui diciamo ai più poveri, ai prigionieri, agli umiliati: il Regno è alle porte. Conta usare la misura di Cristo, cioè mostrare che non siamo noi a possedere la Parola ma è la Parola che possiede noi, noi vogliamo solo servire, ma volgiamo farlo con tutto il cuore. Non possiamo farlo per umana convenienza, ma solo perché è Gesù con il suo amore che ci spinge. Questa Parola ci fa respirare l’umanità e la sua disperata esigenza di essere messa a contatto con Cristo. Cadano i personalismi, si affermi la misura di Cristo.

3. Lo sbarco in India, 25 anni fa, è stata una risposta tardiva? Una obbedienza fuori ordinanza, oppure il compimento di un progetto che è più grande di noi, non solo di quelli che ci abbiamo lavorato e ci stiamo lavorando, ma di tutti noi e delle nostre belle intenzioni? Anche oggi siamo chiamati e inviati, chiamati alla fede, chiamati ai sacramenti, chiamati a vivere nella comunità cristiana e nello stesso tempo inviati: inviati a testimoniare, a ripetere con le nostre parole e con le nostre opere, con le nostre scelte, con le nostre rinunce, con le nostre lacrime, inviati a ripetere: il Regno è dentro di voi, Gesù è qui, il nostro Salvatore, colui che ha garantito per noi…Un impegno troppo grande per potere dire che è stata opera nostra. La missione è un’opera grande anche oggi. Rispondere ogni mattino alla chiamata, è più grande di me, ho bisogno di aiuto, di stimoli per rinnovare il mio sì. Tutti noi, battezzati, ogni giorno veniamo chiamati a spingere in avanti i confini del regno, ma sappiamo quanta fatica. Fatica a convincersi che il Signore ci chiama, fatica ad accettare che la nostra missione si svolga alla porta di casa, fatica a spogliarci del nostro abbigliamento sfarzoso, delle nostre comodità, dei nostri pregiudizi, dei nostri diritti che si contrappongono ai diritti di altri. Questa fatica quotidiana si può solo superarla con la ferma fede che noi tutti siamo chiamati, operai anche della ultima ora, il tramonto: ma chiamati da una voce che ci coinvolge. Lasciamoci dunque coinvolgere, mettiamoci nella tenuta di chi è pronto a partire, ogni mattina, e diamo la nostra disponibilità. Tempo, servizi, compagnia, denaro, coinvolgimento, presenza, testimonianza, c’è ancora una chiamata per te, quella che solo puoi leggere nel tuo intimo, quella che ti chiede di dire il tuo sì incondizionato…pronuncialo e parti. E non voltarti indietro. Il tuo cuore sia per Cristo. Ecco la missione, anche oggi e anche domani. Non fare i conti, non dare alla missione lo scarto del tuo tempo o dei tuoi bene, dà il cuore. Dallo ogni giorno.

Venticinque anni fa, dopo sei anni di preparativi, siamo andati in India. Eravamo in quattro, con me c’era P. Bruno, il primo sacerdote indiano, P. Maschio, uno studente. I lavori sono in corso, in quella che sarà la nostra prima casa e quindi veniamo accolti in una struttura diocesana vicina. Sperimentiamo la povertà, la provvisorietà…

Guardando adesso gli anni che sono passati, possiamo solo ringraziare il Signore che ci ha spinti alla missione, ci ha fatto incontrare le persone giuste, ha guidato i nostri passi incerti, tenendoci per mano.

Dobbiamo dire che da subito si è capito che si trattava e si tratta di una missione in cui non si può scindere la valenza umana, sociale, economica, promozionale da quella evangelica. Il vescovo ci ha chiesto di portare nella diocesi l’esperienza della nostra umanità soprattutto nell’ambito scolastico. Così ci siamo lasciati coinvolgere in un lavoro di qualificazione delle strutture e di aiuto alle persone, soprattutto agli ultimi, che in India vuol dire le donne. Così oltre alla costruzione o al rifacimento degli edifici, veniva il progetto di scuola superiore per le ragazze. Questo è stato il filo del nostro radicamento: in India è non si può entrare se non come turisti, è proibito predicare all’esterno delle chiese, ma è consentito far crescere dentro le mura di una scuola i valori della giustizia e della verità. Accanto alle scuole sono venuti i due seminari, i luoghi dello spirito per i nostri giovani, e poi pian piano le parrocchie e il desiderio di crescere e di testimoniare anche fuori dall’India le meraviglie che il Signore ha compiuto. Con i 25 anni si può dire che un ciclo si chiude e un altro si apre. Finora la missione è stata nella sua minore età, ha avuto bisogno di continuo sostegno. Oggi, si volta pagina sia sul piano economico che progettuale. La missione guarda lontano e si prepara a partire.

 Dal primo viaggio fatto insieme a P. Francesco, fino all’ultimo dello scorso marzo per la visita canonica e per la celebrazione iniziale del 25° della missione non si possono contare solo gli anni. Ci sono state tante persone, sia in India che in Italia, che hanno sostenuto la stessa missione e ne hanno fatto motivo di vita…Come non ricordare P. Bruno, la sua presenza di uomo di preghiera, capace di sopravvivere con qualche biscottino, dedito però alla missione e quindi impegnato a imparare la difficile lingua tamil, per potere almeno celebrare…e poi P. Innocenzo, P. Tommaso e, ovviamente, P. Francesco che dall’inizio ha sostenuto la missione e ha dato l’impulso per la costruzione della nuova scuola che oggi costituisce una speranza per il futuro…. Quindi P. Methos che parte per la Nigeria, seguito da P. Sekar, per impiantare anche in quella nazione la presenza dei Padri leonardini. E così gli altri Delegati, P. Lourdu e P. Manohar, fino all’attuale P. Donathius. Voglio salutarli tutti e ringraziarli a nome dell’ordine e della Chiesa. Nel gennaio scorso, il grande dono di otto nuovi sacerdoti, preludio dei 25 anni. Essi sono tutti già impegnati nel campo della missione, uno di loro nella lontana Indonesia dove il seme è già stato sparso e comincia a spuntare. Ma la Delegazione indiana, oggi, è attiva non solo in India, nei due seminari e in sette parrocchie e nel paese natale del Fondatore, ma è presente numerosa in Italia e anche in Cile con un sacerdote parroco a Quinta de Tilcoco. E sta alla ricerca di nuovi lidi, dove portare il proprio servizio e la testimonianza.

Diremo a tutti loro il nostro grazie? Sì. Ma con la consapevolezza che il grazie va allo Spirito che suscita buoni desideri, noi possiamo dire solo: siamo servitori, abbiamo fatto quello che dovevamo. E vogliamo farlo con il medesimo atteggiamento di servizio. Questo ci avvicina al Santo Fondatore, al suo servizio totale alla Chiesa, e ci identifica con Cristo Gesù, venuto per servire e non per essere servito.

4. Qui era prevista la conclusione dell’omelia. Ma ieri è giunto il rescritto della Penitenzieria Apostolica nel quale Papa Francesco ha voluto concedere all’Ordine della Madre di Dio e a tutti i fedeli animati dai medesimi sentimenti di fede speranza e carità il dono della indulgenza plenaria, da ottenere ogni qual volta, durante l’Anno Mariano, si celebrerà in onore della Vergine Madre. Mi piace così chiudere entrando una volta di più in questo tempio dedicato a Maria Assunta in cielo. A lei la custode della nostra fede, chiediamo che sia custode della fedeltà alla nostra vocazione. Non solo quella religiosa o presbiterale, anche quella familiare. Come non riconoscere che la famiglia del nostro Santo è stato il vero cenacolo dove si è temprato il suo carattere e la sua fede con la devozione alla Vergine Assunta? Come non riconoscere che la devozione all’Assunta ha conservato nel corso dei secoli questa comunità, questo borgo, unito, attivo e fiero della propria storia? Diamo gloria a Dio per i secoli di fede di questa comunità cristiana, diamo gloria per i 445 anni dell’Ordine e specialmente diamo gloria a Dio per i 25 anni di gioiosa donazione della missione indiana e chiediamo al nostro Santo di accompagnare tutta la sua famiglia, lo sguardo fisso alla realtà eterna che ci attende, e impegnata a lato di tutti i fratelli e sorelle che sulla terra attendono un gesto e una parola di incoraggiamento.

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Pubblicato in 2019
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Mercoledì, 20 Marzo 2019 08:52

25 Anni in India

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25° della Missione indiana
Se cerchiamo una ragione per cui è stata aperta la missione OMD in India ne troviamo diverse: sono le amicizie, le conoscenze, il desiderio di sfidare se stessi, la curiosità di conoscere cose nuove…ma la vera ragione è l’ispirazione profonda che noi portiamo dentro da più di quattro secoli. E’ il grido, il sogno del nostro Fondatore, Giovanni Leonardi, di varcare i mari verso le Indie: Mari, Indie, parole e immagini che erano familiari al nostro Santo per la sua quotidiana frequentazione con i missionari gesuiti di ritorno dal Sud America dove avevano fatto le le prime tristi esperienze di una evangelizzazione asservita alla politica e spesso alla forza militare degli stati coloniali.

Al momento giusto circa 30 anni fa, la conoscenza di mons. Volante, la sua amicizia con Mons. Remigius, la sua amicizia con i nostri Padri in Cile, la curiosità di P. Bruno, sono state le scintille che hanno fatto accendere questa fiamma che ormai arde da 25 anni e ha già suscitato tante speranze di luce e di calore in tante parti del mondo. Nello scorso gennaio, 8 giovani vite si sono consacrate al servizio del Vangelo e alla santificazione delle anime col sacerdozio, in questa famiglia religiosa, cresciuti nella prima comunità della terra indiana. Non poteva esserci migliore inizio alle celebrazioni giubilari!

Facciamo memoria, intanto, e consegnamola al futuro.

Dopo le traversie della unità di Italia, con il rischio della dispersione, l’Ordine finalmente si ritrova unito, piccolo ma compatto. Siamo verso la fine del 1800. Così nel secolo scorso matura una vitalità notevole sia nel numero dei confratelli, sia nelle opere. Il nuvo seminario di Fosciandora ne è il segno, la canonizzazione del Fondatore, nel 1938, ancora di più evidenzia la consistenza e la solidità della famiglia religiosa. Infatti pochi anni dopo si realizza la prima vera missione in America Latina. E’ l’anno 1946. Da allora l’Ordine vivrà la modernità con il Concilio Vaticano II e con il rinnovamento che lo stesso Concilio chiede negli anni successivi. Sono anni di turbolenza ma anche di apertura, quando il mondo si fa più piccolo, i popoli si avvicinano. Ed ecco le nuove Costituzioni, 1988, e contemporaneamente i primi fratelli indiani che passando per Roma raggiungono il Cile per la prima formazione.

Da qui, dopo sei anni, si giunge al 1994, quando Mons. Peter Remigius crea la parrocchia intitolata a Maria Madre di Dio e la affida all’Ordine e nomina il primo parroco. La casa parrocchiale è stata ingrandita, con una sopraelevazione per permettere l’alloggio della comunità.

Il giorno della inaugurazione, il 19 marzo 1994,
la casa non era ancora abitabile, la cucina era piccola, non c’era sala da pranzo. Andavamo alla KMSS, tre volte al giorno per i pasti e poi tornavamo qui, di sera con le pile per evitare che le macchine ci investissero…

Cosa ci attraeva verso l’India, verso questo luogo fino ad allora sconosciuto? Da una parte, quella nostra, c’era qualcosa di speciale in quegli anni, un fuoco si era acceso nella nostra mente e nel nostro cuore. Era la consapevolezza di dare corpo, visibilità al sogno del nostro Fondatore, le Indie, gli spazi grandi, la fame di vangelo da soddisfare, i bambini che ci circondano e non ci lasciano pace…Il desiderio di aprirsi alla sfida della evangelizzazione che la chiesa del post concilio sta sviluppando con il dialogo con tutte le religioni e con tutte le nazioni. L’Oriente si è aperto ad accogliere non più singoli pionieri, uomini straordinari, campioni isolati…si è aperto alla comunione totale, a iniziare da quella culturale, commerciale e quindi religiosa. L’annuncio che il nostro Fondatore ha avviato nelle chiese di Lucca e che poi, tramite il progetto di Propaganda Fide, ha esteso a tutte le nazioni, ora è nelle nostre mani a favore di questa provincia interna dell’India. Ora attraverso la predicazione, attraverso un servizio di promozione umana incessante che prende forma non solo in chiesa ma nei vari plessi scolastici, viene proposta una visione dell’uomo nuovo che supera le barriere delle divisioni nazionali e religiose e guarda a quel domani che è la promessa di Cristo di rinnovare in lui tutta la creazione. Tutti i nostri benefattori, i laici delle nostre comunità, la nostra NGO, EsseGiElle, danno il meglio di sé in un’opera che durerà circa 10 anni e che consegnerà alla comunità diocesana un Campus, la Saint Mary School di Pallividai, totalmente rinnovato. L’attenzione è andata alla classe più debole, alle donne, e proprio per le ragazze venne costruito il grande edificio destinato alla Girl’s high school. Se mi è consentito un ricordo, il giorno della inaugurazione, era presente il responsabile della Pubblica istruzione di Trichy, una signora. Ebbene, quando furono rappresentati i miti indù dalla compagnia teatrale cristiana, invitata per la circostanza, la signora mi disse: “Ora ho visto tutto quello che di bello c’è nel mondo. I cristiani che rappresentano la mitologia indù in una scuola della diocesi…”A questo si deve aggiungere l’impegno rinnovato e ripetuto per un servizio sanitario a disposizione dei più poveri. Ma questa non ebbe fortuna, appena la St. Mary Clinic fu costruita e inaugurata, cominciarono i progetti dell’autostrada che perteranno alla sua distruzione. Voglio ripetere che quello che si realizzava qui, aveva una pronta risonanza nelle nostre comunità d’Italia, specialmente. Non erano solo le foto dei bambini che venivano richieste, era anche grande l’interesse suscitato per l’adozione a distanza che noi strutturammo come adozione scolastica, sempre nella convinzione che la cultura sia il veicolo più certo per giungere alla comprensione degli esseri umani. Quando venivo a Pallividai mi pareva di entrare a casa e l’affetto dei bambini e dei ragazzi e la stima degli insegnanti mi ricompensavano della fatica e del caldo…

Dall’altra parte, quella del Vescovo Remigius,
c’era il disegno di creare un polo solido anche dal punto di vista culturale che fosse il segno della presenza e dei valori dei cristiani nella zona a forte valenza indù. La presenza di una comunità religiosa permette l’esperienza di quella novità di vita che viene da Cristo. Uomini di diversa estrazione sociale, cultura, età che in Gesù Cristo si scoprono fratelli e instaurano relazioni di amore vicendevole e di dialogo interreligioso nell’ambiente. È questo il segno grande della Comunità religiosa, uomini che professano e vivono la castità, la povertà e l’obbedienza come Gesù. E’ anche il sogno di Giovanni Leonardi, santificarsi con Gesù per condividre questa santità con tutti coloro che la cercano, magari senza saperlo. Fare in modo che Gesù diventi la misura di tutte le cose. Il sogno di Giovanni Leonardi continua nell’opera dei suoi figli impegnati oggi come ieri a intercettare i bisogni e le infermità degli uomini per portarvi Cristo, medico delle anime e dei corpi.

Qui è giusto fare memoria di P. Amaladas, lui sì un pioniere, uno studioso, un professore che ha dedicato gli ultimi suoi anni al dialogo intereligioso e che ha consegnato alla diocesi, con i suoi libri, tutti i suoi sforzi perché non finissero con lui. P. Amaladas e P. Bruno che dialogano, P. Bruno che si impenga a imparare il tamil, che celebra in tamil, è il segno della serietà della nostra dedizione. Così accanto alla parrocchia sorge la prima nostra vera casa di formazione. Ma si rivela piccola e quindi dopo l’acquisto del terreno inizia la costruzione del grande seminario, Arulagam. Ne seguirà un secondo a Madurai, per i filosofi. Qui però a Samaypuram, il progetto non si esaurisce, al contrario si espande con la venuta delle Suore Carmelitane…e nelle vicinanze le Suore della Carità di santa Maria, che con la loro presenza assicurano un servizio prezioso specialmente per le ragazze.

Queste sono le opere visibili, intanto il progetto sorpassa i confini ed entra nell’immaginario. Giovani indiani vengono a studiare nelle università ecclesiastiche romane, vengono tradotti libri in inglese e in tamil. Viene avviata la grande opera della St. Leonardi matriculation School, opportunità per centinaia di ragazzi di formarsi e crescere secondo valori cristiani e diventare lievito che fermenta la pasta. Un modo di consegnare alla Delegazione il futuro della propria attività, il sostentamento e lo sviluppo dell’apostolato.

In questi 25 anni si sono succeduti tanti avvenimenti,
troppi per ricordarli tutti. Mi limito a dare grazie al Signore per l’opera di P. Bruno Dessì che con spirito di pioniere e di uomo povero e libero, si avventurò affidando solo al Signore la sua vita. Poi P. Innocenzo Santangelo, P. Tommaso Petrongelli, il P. Francesco Petrillo, ex Generale. Quindi i confratelli indiani che hanno servito, come P. Maschio, e continuano a servire come P. Lourdu, oggi P. Manohar. Mi piace ricordare anche i confratelli che danno onore alla Delegazione con i loro studi e titoli culturali. Così P. James Rosario, P. Sekar, P. Ceril, P.Francis, P. Seelan, P. Esron….E quelli che servono nella chiesa di Dio con mansioni di parroco..., Poi è necessario fare riferimento ai Capitoli Generali e alla progressiva presenza in essi dei confratelli indiani, segno della crescita e della qualità del loro serrvizio. E’ cresciuto il numero delle parrocchie affidate alle nostre cure pastorali. Siamo in un momento straordinario di grazia e di espansione.

La domanda che oggi circola nelle nostre menti è la più semplice di tutte. Il grido del Fondatore, l’ispirazione che ha portato i primi missionari qui a Samayapuram 25 anni fa, è ancora vibrante? Nelle vene, corre la spinta per andare là dove urge il bisogno?

E’ il momento giusto per farsi le domande, queste sollecitano la ricerca e stimolano la vista per individuare quello che gli occhi a volte non vedono. Intanto qualcosa cui guardare c’è: si tratta della missione in Indonesia, alla quale la Delegazione indiana dedica fin dall’inizio i suoi sforzi. Ma non basta.

Oggi stiamo vivendo un momento speciale, un momento di attesa, di riflessione, per prendere lo slancio, come quando si prepara una festa, o si fanno le scorte, si fa il conto mentalmente di tutto quello che serve: la grande forza sono i giovani pieni di entusiasmo che stanno per partire, essi aspettano il momento proprizio, il via: ecco i loro nomi: Abishek Rosario, Allwin, Jayaprakash, r2t6qeph Shaju, Lucas, Maria Antony Sagayaraj, Martin Innalyah, Stanley Jefferson. A questi mi piace aggiungere Alexis, confratello cileno ordinato l’11 dicembre 20189 e Emmanuel Ihelme e Cristogonus Manu nigeriani ordinati il 9 febbraio 2019.

Quando ho saputo che otto fratelli sarebbero diventai sacerdoti tutti insieme, mi sono commosso profondamente. Credo mai nella nostra storia sia accaduto un fatto simile. Ovviamente ricordo la mia ordinazione, eravamo cinque, per 50 anni è stato il record. Oggi è superato. Quando fummo ordinati noi, due furono inviati alle parrocchie, uno in missione, due in un piccolo seminario che apriva allora i battenti. Mi chiedo: dove manderemo questi otto fratelli, giovani, entusiasti, che non aspettano altro che andare a fare l’annuncio?

Questa riflessione ci introduce al domani, quando passato l’anno del giubileo, diremo: e ora che fare? Come profittare di questo tempo che abbiamo passato? La domanda significa individuare dove è diretta la nostra missionarietà. E’ questa la domanda che ci fa anche il Capitolo Generale, invitandoci a preparare un Instrumentum laboris sulla missionarietà per la prossima assise capitolare.

Per ora, in particolare per il prossimo anno, su di noi si stenderà l’ala protettrice di Maria Madre di Dio, venerata nel mistero della sua Assunzione in Cielo. Questo mistero ci è molto caro perché è stato caro al Nostro Fondatore. Egli è nato in un paesino dove l’Assunta è una festa spettacolare. Certamente ha illuminato la sua fantasia da bambino come fanno i fuochi artificiali. Per lui però non fu soltanto un fuoco di poco splendore o di breve durata. Ma una luce per la vita. Da Maria Assunta, il passaggio a Gesù asceso al cielo, il passo è breve. E’ anche breve il nesso tra Maria Assunta e il cristiano che vive nella sua umiltà e fedeltà la parola del Vangelo e attende l’incontro misterioso con il Dio della vita in anima e corpo. Come Maria. Questa vogliamo celebrare e questa vogliamo vivere. Sono passaati 70 anni da quando il mistero di Maria Assunta in cielo in anima e corpo è stato proclamato dogma di fede. Intuizione già presente nella storia della chiesa e nella fede del popolo di Dio come testimoniato dal nostro Santo Fondatore. Così le due ricorrenze, il 25° della Delegazione e il 70° anno della proclamazione del dogma dell’Assunta, si incrociano e si fondono. Diventano non solo un unico programma, ma una unica ispirazione. E’ la Vergine Assunta in cielo a segnare la strada per il nostro futuro. E’ lei quella che per prima percorre questo cammino. Dalla terra al cielo. La segue il nostro Santo Fondatore. La seguiremo anche noi, cercando e trovando non tanto il percorso più facile, ma quello più eloquente, quello più attraente. Cercheremo il cammino per il cielo nella terra dei poveri, dei diseredati, degli ultimi. Così saremo sicuri di stare sulla strada giusta, quella aperta dalla incarnazione di Gesù e seguita con generosità dal nostro Santo Fondatore. Per fare tutto questo torniamo alle radici, alla ispirazione profonda che guidò il Fondatore e i suoi primi compagni, la Parola di Dio, l’Eucaristia, la preghiera comune, la devozione alla Vergine Maria. Questo è la pista su cui camminare. In fraternità e nello spirito della Riforma permanente.

Samayapuram, 19 marzo 2019 nel 25° anniversario della missione indiana
                                                      

                                                                                                                   P. Vincenzo Molinaro

                                                                                                                   

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Mercoledì, 16 Gennaio 2019 09:17

Otto Nuovi Sacerdoti i India


otto sacerdoti_pageSACERDOS IN  AETERNUM…
The First time in the history of our Order, on 5th January 2019 on the Eve of the Solemnity of the Epiphany of the Lord, eight of our Brothers in Our Indian Delegation namely Stanley  Jefferson, Lucas, Allwin, r2t6qeph Shaju, Maria Antony Sagaya Raj, Jayaprakash, Martin Innaiah, Abishek  Rosario were conferred the Priestly Ordination by His Excellency Antonisamy Francis D.D., the Bishop of Kumbakonam. This gracious event was held in the premise of St.Leonardi Matriculation School at Samayapuram. More than 1000 people participated in the Solemn Eucharistic Celebration including the parents, relatives, and friends of the Newly ordained. Number of Priests and Religious graced the occasion.

            As the Newly ordained  had taken the common motto “Go and Do Likewise” (LK 10:37) the mandative invitation of our Lord  to the Teacher of the Law after the parable of the Good Samaritan, The Bishop in his homily insisted and encouraged the newly ordained to be  living witnesses of the Evangelical charity to the world. The whole Order of the Mother of God, particularly Indian Delegation rejoices in immense gratitude to the Lord for such a great gift-the gift of eight New Priests in the threshold of the Silver Jubilee Year of OMD in India. The Presence of Fr.Beno Vaz, the General Councilor, Most.Rev.Fr.Francesco Petrillo, the former Rector General, and Rev.Fr.Tommaso Petrongelli, the former Delegate enriched the celebration. The Indian Delegation renders thanks to all the fathers and brothers from various delegations in a precise way  Most Rev.Fr. Vincenzo Molinaro, the Rector General and his council fathers for their thoughtful prayers and wishes!

 

 Fr. Manohar omd

Delegate General -India.

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Sabato, 14 Luglio 2018 18:31

St. John Leonard's School India

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Mercoledì, 18 Luglio 2018 09:22

Diaconato in India 2018

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Martedì, 08 Maggio 2018 10:17

Consacrazione in India 2018

Prof.india2018AbishakConsacrazione totale dei tre Chierici Indiani
     L'8 maggio 2018, tre fratelli della Delegazione indiana; chierici Jeyaprakash, Martin Innaiya e Abishek Rosario hanno fatto la loro professione solenne nell’Ordine della Madre di Dio. Il Delegato della Delegazione Indiana, padre Leo Antony Manohar Raj ha accolto i loro voti. Il Vice Delegato; padre Cyril nella sua omelia durante la solenne celebrazione Eucaristica con la presenza di molti sacerdoti del nostro Ordine, i parroci, religiosi, seminaristi, parenti e amici, ha esortato i neo-professi a rimanere sempre nell’amore di Dio e di guardare sempre la Madre di Dio per l’aiuto specialmente nei momenti difficili. Egli ha spiegato loro il significato della Professione Religiosa con le testimonianze di vita delle personalità importanti nella Chiesa e ha insistito sulla necessità di essere un religioso gioioso.
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