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stemma e nome

la-messaDurante la celebrazione eucaristica di Mercoledì 4 aprile ore 12,00 il Vescovo Ausiliare di Roma per il Settore Est ha incontrato i dipendenti del Comune di Roma riuniti nella Chiesa di Campitelli per celebrare il precetto Pasquale. A Rappresentare il Sindaco l’On. Pierluigi de Palo assessore alla Famiglia e alla Scuola.

5 aprile 2012

 




 
Mercoledì, 04 Aprile 2012 16:09

Commissione OMD per il Rituale

Commissione-per-il-rituale-1La commissione per il rituale dell'Ordine si è riunito a Napoli il 19 Marzo scorso, con il segretario esecutivo P. Luigi Piccolo e i padri  Luigi Murra e Felix Antony. Il materiale preso in esame riguarda il benedizionale OMD, il Calendario dell’Ordine,  i santini per il tradizionale Santo protettore dell’anno, la liturgia delle ore per la festa liturgica di Santa Maria in Portico e Santa Maria in Sabato.

 

4 aprile 2012





 
chile-visitaDal 24 marzo a 27 aprile il Padre Generale, P. Francesco Petrillo, è in visita alla nostra Delegazione cilena. Anche se il primo giorno del suo arrivo si è verificato un terremoto di 7,1 richter, possimo dire che la sua visita è stata molto celebrata da  tutti i confratelli, amici e conoscenti del Cile, dopo la sua malattia. In questa prima settimana di presenza ha incontrato l'arcivesco di Santiago, Mons. Ezzati Riccardo, le  nostre comunità, il Consiglio di Delegazione, il Direttorio della Fondazione ICYS, L'Agora, La Fundazione per la Dignità dell'uomo. In tutti i suoi incontri ha potuto notare molta vivacità e voglia di spendersi per il Signore e per i confratelli. Auguriamo ogni bene alla comunità cilena e buona visita al Padre Generale.

3 marzo 2012





 
Lunedì, 02 Aprile 2012 11:40

Melodie dal mondo

01-04-12Il Coro della Terra melodie dal mondo, presenta l’VIII Rassegna corale domenica 1 aprile 2012 ore 20,00 Sla Baldini. Partecipano il Coro della terra diretto dal M° Alessia Calcagni; il Coro Notevolmente diretto dal M° Marco Shunnach; il coro Cantering diretto dal M° Ludovico Versino.

1 aprile 2012
famiglie in_centr
Non solo un resoconto con analisi di dati, ma una proposta concreta affinché le famiglie di Roma e del Lazio trovino risposta ai propri bisogni. Questo il proposito di «Famiglia al Centro: tra crisi economica e nuovi bisogni», conferenza organizzata venerdì 23 marzo dal Forum delle Associazioni familiari nella Sala Baldini della parrocchia di Santa Maria in Portico e che ha visto l’intervento di monsignor Paolo Mancini, responsabile del Centro diocesano per la pastorale familiare e degli assessori alle Politiche familiari, per il Comune e la Provincia, Gianluigi De Palo e Claudio Cecchini. A moderare gli interventi, Beatrice Fazi, attrice e mamma.

www.forumfamiglielazio.it/

24 marzo 2012
Sabato, 31 Marzo 2012 09:18

Spogliò se stesso

188La semplice elementare lirica di Filippesi avvolge nell'ovatta di una poesia sublime il dramma di base della rivelazione cristiana. All'essere umano non viene per nulla difficile nutrire il presentimento della trascendenza e restare impigliato nell'attrazione per il sacro. Nemmeno nel diffuso furore della nostra era secolare. Anzi. Più il gelo immanente della procedura avvolge la vita dell'uomo postmoderno, più le pulsioni dei suoi sensi resi orfani cercano avide l'appoggio di divinazioni persino selvagge.

L'uomo è sempre disposto a credere a tutto. Ma nessun istinto umano per il sacro, come nessun itinerario speculativo, avrebbero potuto formulare l'immaginazione di un divino paragonabile allo sconcertante e commovente abbassamento del Dio di Gesù fin sul pianerottolo dell'ultima dimora umana. I teologi direbbero che si tratta di qualcosa che è "indeducibile". Eppure, proprio quello che non era possibile dedurre sta al centro dell'amicizia annunciata nella rivelazione del Figlio. L'immagine troppo umana di un divino impegnato a tempo pieno nella salvaguardia della propria sovrana autosufficienza viene smentita dall'umanissima icona del Figlio spassionatamente disinteressato alle proprie prerogative divine. Al contrario, determinato a realizzarne il senso ultimo, l'eterna ragione di fondo, il remoto motivo teologale, nella forma di un'obbedienza destinata a com­piersi in forma del tutto incondizionata. Della divina paternità il Figlio mette in mostra precisamente il tratto disinteressato della chiamata all'alleanza. Dio non ha nulla da tenere per sé (come efficacemente continua a insinuare la voce del Mentitore) e non ha bisogno di imporre alla sua passione per l'uomo il peso della propria dismisura. Dio, al contrario, si fa a misura umana senza sentirsi diminuito.

Di questa strabiliante umiltà, motore mobilissimo dell'eterna processione trinitaria del divino, il Figlio ha scelto di essere conferma e testimonianza indefettibile. Il suo modo di morire si rende necessario (una volta reso inevitabile), perché qualsiasi tentativo di mettere in salvo la propria sopravvivenza significherebbe l'immediato spegnersi dell'autentica immagine del divino di cui è testimonianza. Dovesse trovare il modo di sopravvivere, Gesù resterebbe il rappresentante del solito Dio potente.

Per questo ogni evangelico resoconto della passione, nella sua laconica e misurata franchezza, contiene un senso palpabile di inevitabilità. Gesù doveva morire. Non per far riapparire sul teatro della storia l'ennesima rappresentazione del divino assetato di sacrifici, ma l'unilateralità di un Dio che si lascia morire pur di non forzare il libero riconoscimento dell'uomo. Anche Dio si sente umiliato se deve obbligare qualcuno ad amarlo. Piuttosto si lascia uccidere. Quando Gesù entra a Gerusalemme sopra un asino, fra inconsapevoli festeggiamenti già intrisi di ipocrisia, sta già sotto il giogo di questa inaudita e splendente libertà divina.
(Giuliano Zanchi) 

 
Franco02Si sono svolti nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli a Roma venerdì 23 marzo le esequie di Fra Franco Aguglia nato a Roma il 1 agosto del 1918 ed entrato tra i figli di San Giovanni Leonardi nel 1939. Durante l’omelia il P. Generale partendo dalla Parola di Dio che in questi giorni accompagna Gesù verso il compimento della Pasqua, ha affermato che: “la vita di Fra Franco è un dono per l’Ordine e per tutta la Chiesa”.  Tu ci sei caro,  Fra Franco, ha proseguito il Padre:  “Perché nella tua lunga storia di consacrazione e di servizio e di silenzio, hai reso evidente che la fecondità della nostra vita è tutta racchiusa  in una parola: ‘dono’. È Dio stesso  che ce lo insegna, facendosi  dono per la nostra vita, e per la felicità di tutti. Mentre intorno a noi si spengono i segni della gratuità, della capacità di relazione autentiche che non strumentalizzano di altri, la tua storia personale è come un balsamo che rinfresca e riconcilia. Sì, veramente la tua vita di ultimo dei fratelli laici, di questa speciale consacrazione  a Cristo anche nel nostro Ordine che con te è temporalmente  finito, siamo ricollocati nel sentiero della gratuità  che fin dall’inizio il primo dei fratelli laici, Giorgio Arrighini, come ci dice il biografo  Bonafede, ‘si  mise a servizio loro. Il fervente fratello si dedicò con tanto affetto alla casa che, come una madre per ciascuno servì sempre con amore e fedeltà fino alla sua vecchiaia. Fu uomo di preghiera per perseverare  nella vocazione che Dio gli aveva dato’.  Caro Fra Franco, oggi anche potremo dire le stesse parola: ci hai amati come madre, sei sempre perseverante nella preghiera, nel servizio fatto con umiltà e fervore. Nei tuoi 80 anni di fratello laico, dei 94 che il Signore ti ha dato,  hai reso testimonianza che chi da a Cristo e ai fratelli non perde nulla, assolutamente nulla, ma ritrova moltiplicato quello che  ti ha dato.

 28 marzo 2012


pdf  Omelia esequie di Fra franco 23-03-12 (124.47 kB)  
Domenica, 25 Marzo 2012 07:07

L’invisibile sulla croce

187Geremia è culturalmente diventato la figura emblematica della lamentazione. La sua predicazione contiene un elemento di resa dalla consistenza quasi irrinunciabile. La cronaca umana sembra semplicemente impotente di fronte a ogni invito alla conversione . Ma da questo realistico senso di vanità morale Geremia prende lo slancio per un’immaginazione proiettata oltre gli stretti orizzonti del provvisorio. I suoi lamenti difatti vanno costruendo con paziente progressione quel genere di sapienza che trasforma la profezia  in annuncio apocalittico. Il suo contenuto parla della pervicacia di un Dio che getta il sasso della promessa oltre i blandi limiti della storia preconizzando un futuro nel quale un nuovo intervento creativo renderà l’uomo abile a una fedeltà degna dell’alleanza . In sintesi , un cuore nuovo, un rinnovato slancio della libertà, un nuovo respiro della volontà. Nel forgiare la materia di questo sogno  la profezia biblica sposta inesorabilmente la barra del tempo direttamente verso i confini dell’escatologia. Saranno tempi in cui le cose appariranno compiute. Ma per compiere le quali Dio smette fin d’ora di limitare la sua viva presenza al contenitore santo della legge o alla voce fedele del profeta. Dio verrà di persona. In carne ed ossa. Si prenderà sulle spalle tutti gli oneri di una amicizia cui non è mai stato disposto a rinunciare. Ne sarà il garante pressoché unilaterale. Con la stessa determinazione con cui le madri, quando serve, sanno supplire col proprio invincibile supporto di fedeltà alle fisiologiche immaturità dei figli. Ecco, quando succederà, la storia sarà come finita. Questo salto oltre l’immediatezza della cronaca per inerpicarsi al di là delle dimensioni della storia spiega anche l’apparente indifferenza di Gesù che a un gruppo di greci smaniosi di incontrarlo, annunciatigli attraverso una commovente catena di passaparola, oppone la disarmante freddezza di un discorso che avrebbe tutta l’aria di essere liquidatorio. Questi ingenui stranieri sono ancora all’inseguimento dell’aura del tutto contingente del profeta famoso. Vogliono vedere l’oggetto vivente di una celebrità dai contorni tanto intensi quanto del tutto vaghi. Cercano la conferma diretta di un prodigio umano portato sul filo della meraviglia dalla frenesia dei racconti. Ma non è più tempo, nemmeno per la testimonianza del Regno, della consolazione immediata, dell’accudimento primario, della semplice accondiscendenza, giacché il momento si avvicina in cui del Figlio si deve vedere l’inaudito. A chi dunque vuol vedere ancora la sua umana figura di profeta strabiliante Gesù da appuntamento altrove, lasciando con premura tutta divina, le istruzioni per l’uso di un discernimento del quale quasi tutti rimarranno vittime. Il Figlio difatti sarà più interessante sulla croce. Benché più invisibile. Per vedere qualcosa di attraente e di umano in quel caso bisognerà possedere dei criteri di osservazione ben assimilati. Per esempio, che tutto quello che non muore resta morto. Ma per chi li avrà metabolizzati lo spettacolo sarà unico. (Giuliano Zanchi)

 
Sabato, 17 Marzo 2012 09:08

Luminoso riscatto

186Come in ogni forma di relazione, anche nel perimetro dell'alleanza ci deve essere spazio per il giudizio. Gli effetti del disimpegno prima o poi vengono alla luce. La malagrazia del tradimento finisce per mettere in mostra le inevitabili ferite che non ha avuto scrupolo di incidere. Sicché il giudizio, prima ancora che essere pronunciato da un'istanza sovrana, prende forma nei fatti.

L'antica Scrittura ha difatti sistematicamente cercato nella cronaca gli evidenti segni di una giustizia che l'Altissimo stesso lascia amministrare ai concreti processi della vita. La sfrontata disinvoltura con cui il popolo dell’alleanza ne calpesta la memoria consegnandosi giulivamente all'attrattiva di nuove ed esotiche divinità, rimane per propria diretta responsabilità semplicemente esposta alle prove di forza con cui le nazioni si confrontano nello scacchiere della politica. Un popolo che smarrisce la propria statura morale è pronto per affollare una schiera di umani predisposti al servilismo. Sulla base di questo principio, la Scrittura elabora una sorta di teologia della storia nella quale il paziente e pervicace Dio dell'alleanza alla fine non può che consegnare alle conseguenze della storia l'immaturità di un popolo incapace di starsene alla larga dalle facili tentazioni di una globalizzazione dell'edonismo. A nulla serve in questi casi moltiplicare le occasioni di ammonimento. Non c'è dvvero peggior sordo di chi non vuol sentire. Ostinatamente deciso a essere come tutti, questo piccolo popolo dell'alleanza finisce davvero nel comune tritacarne della politica internazionale.

 

Assiri o caldei che siano, i forti della storia fanno presto a scoprire il prezzo del rischio assunto da questo delirio di emancipazione. Ma l'umiliazione più grande - e anche più imprevedibile - sta nell'istante luminoso del riscatto. Dio lascia che sia la storia a punire. Dio lascia che sia ancora la storia a riabilitare. Deve arrivare il capo della superpotenza rivale, il solito pescecane che mangia il pesce più piccolo, a rinnovare l'evento della liberazione e a ricostruire il tempio dell'Altissimo. Non c'è nessuno più laico del Dio dell'alleanza (qualcuno vada a dirlo in televisione). La volontà di Dio non prende necessariamente forma fra le mani presuntuose di chi pensa di appartenergli.

 

Anche il Figlio irrompe a suo modo come imprevedibile sorgente di riscatto. Gesù deve a lungo mostrane le ragioni a uno stranito Nicodemo. È necessaria una paziente e confidente perizia, che Giovanni trasforma in letteratura della coscienza, per confessare il disinteresse di Dio per una logica della condanna e, nello stesso tempo, l'inevitabilità del giudizio. L’ umanità incosciente è sempre sul punto di rimanere imbrigliata con le proprie mani nelle meccaniche ritorsioni della vita. Ad essa Dio offre il Figlio, grande insegna luminosa destinata a rendere chiare e visibili le differenze che salvano. Nella sorte del Figlio, benché non condannati, siamo già tutti giudicati. Per non essere lasciati al brutale e cieco giudizio della storia. (Giuliano Zanchi).


 
Venerdì, 16 Marzo 2012 21:23

Suore di Campitelli rinnovazione dei voti


sr. frncescaSabato 10 marzo all’altare del Santo Fondatore ha rinnovato la professione temporanea Sr. Kim Francesca delle Suore della Carità di S. Giuseppe di Mirinae. I voti sono stati ricevuti nella mani della Rev.ma Madre Generale Hong Colomba, in questi giorni in visita nella Comunità delle suore di Campitelli. Il rito è stato celebrato da Rev. Don Chae Henrico, alla presenza di Sr. Seo Agnese superiora della Comunità.

13 marzo 2012


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