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Venerdì, 02 Dicembre 2022 10:37

San Giovanni Leonardi parla indonesiano

Da qualche anno con la presenza dell’Ordine in Indonesia, è necessario che alcuni strumenti per la formazione e la conoscenza del Fondatore e della storia leonardina, vengano tradotte nella lingua locale. E’ stato questo uno degli impegni di Guido e Vinsen i giovani professi indonesiani che, hanno riportato nella loro lingua il fumetto della vita di San Giovanni Leonardi: “Santo Yohanes Leonardi Impian Seorang Santo”.

In un clima di gioia e di gratitudine, mentre si accendono le prime luci dell’Avvento, nella chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Leonardi, hanno emesso la professione temporanea i novizi Guido e Vinsen.  “Rivestitevi di Cristo”, sono le parole che raccolgono i loro primi passi dentro la famiglia religiosa dei Chierici Regolari della Madre di Dio, che da oggi, si farà maestra di vita per questi suoi figli. Durante l’omelia il Padre Generale, P. Antonio Luigi Piccolo, ha ripreso questa icona, resa plastica nel momento in cui i due candidati hanno rivestito l’abito dei figli di San Giovanni Leonardi. Poi, i moniti dell’Avvento che si apre con coraggiosa speranza: “Accorgerci, svegliarci, trovare il riparo presso Dio”, temi che ben si affidano alla vita consacrata. Occorre “svegliarci per un amore che trasforma”, ha ribadito P. Luigi, con quelle “armi della luce che servono a coltivare e nutrire l’umanità”. In un tempo che appare come “fuori controllo”,  l’invito a rivestirsi di Cristo: “Trasforma e trasfigura come il pane ed il vino nell’Eucarestia”. Facendo spazio a Cristo, mettendosi dietro a lui, da veri discepoli: “Resisteremo alle insidie del male”. Riconosceremo che: “C’è: uno più forte che vince la carne e chiede di prendersi cura”. Ricordando le parole del fondatore, P. Luigi, ha invitato i neo professi a “Mettere da parte ogni interesse, per avere una volontà ben accomodata alla volontà di Dio. Metterci il cuore, con tutte le scelte possibili, per lo zelo delle anime ed il servizio alla Chiesa”. Infine, ricordando le parole di Papa Francesco il Rettore Generale, ha invitato tutti a “Sentire la responsabilità dell’artigianato della pace che comincia quando dismettiamo gli abiti delle nostre culture e indossiamo il grembiule del nostro Maestro”.

 

Sabato, 26 Novembre 2022 11:35

Prima Domenica di Avvento

San Giovanni Leonardi. Dal Sermone sul Salmo 33 (C. 254)

 

Gli occhi del Signore sui giusti (Sal 33,15). Questa provvidenza è così grande che se appunto Dio li  ritira da noi cadremmo a terra come dei bambini che non sanno camminare. Essi sono ritti, quando sono custoditi dalla madre, ma una volta che questa li lascia andare da soli si precipitano, e così Dio nei nostri confronti.

Accade anche che colui il quale vuole far rappresentare la sua immagine in uno specchio, questo sguardo ci fa stare rivolti a Dio.

Così come quando uno vuole vedere la sua immagine, occorre che guardi nello specchio. In effetti, noi non possiamo guardarci da soli, solamente in Dio possiamo ammirare la nostra immagine.

Pertanto occorre  accettare che fra la nostra visione e quella di Dio c’è molta differenza. Da parte nostra siamo portati a vedere bassezze o varie cose per conoscenza. La visione di Dio è produttrice di bene, e questo lo potrai notare nelle parole pronunziate dalla Vergine Maria: Egli ha guardato l’umiltà della sua serva (Cf Lc 1,48), alle quali fanno eco quelle del salmista: Egli che guarda la terra e la fa sussultare (Sal 103,32).

Pubblichiamo la lettera inviata dal Delegato d’Italia P. Luigi Murra il 20 novembre 2022, in occasione delle nuove composizioni delle comunità OMD italiane.

Carissimi fratelli, con questa lettera sono a presentarvi la nuova formazione delle nostre comunità.

Ho avuto la gioia di poter visitare tutte le nostre case e avere momenti di incontro e di scambio con ciascuno di voi. È stato per me un momento bello e arricchente e, il mettermi in ascolto delle vostre storie e dei sogni per la vita del nostro Ordine, mi ha dato tanta forza.

Come possiamo ben immaginare è impossibile poter realizzare tutti i desiderata, quello che ho potuto fare è accoglierli, portarli nella mia preghiera e discernimento e offrirli anche al Consiglio come possibilità per orientare le nostre scelte. Quello che però vorrei chiedevi, in questo momento, è di cogliere questo tempo che ci accingiamo a vivere come tempo favorevole per far rinascere e intensificare sempre di più la vita fraterna tra di noi e nelle nostre comunità. Quante volte abbiamo esortato, nelle predicazioni e catechesi, a vivere una vera conversione, a uscire fuori da schemi per vivere concretamente e pienamente la dimensione della riconciliazione? Bene, forse dovremmo imparare a mettere da parte alcuni pregiudizi o alcune situazioni che ci rendono impossibile riconoscere il volto del fratello per offrirci tutti una nuova possibilità e per non correre il rischio di essere quelli che dicono e non fanno (cf Mt 23,1-4). Tutti noi, quando abbiamo scelto di consacrarci, sapevamo che la vita consacrata comporta anche difficoltà. I fratelli ci vengono assegnati e non siamo noi a sceglierli, quindi dovremmo imparare a leggere la storia del nostro fratello di comunità per scoprire le sue ricchezze e fragilità, per renderci conto che ogni vita è bella e nello stesso tempo complicata e per questo necessità di quell’amore che io posso offrire. La ricchezza dell’interculturalità porta con sé tanti limiti, ma se non iniziamo a tenderci la mano, a sostenerci a vicenda, rischiamo che la differenza diventi muro e forse, alle volte, anche alibi per non cambiare. Ognuno dev’essere pronto a perdere qualcosa a vantaggio di tutti. Facciamo che sia l’amore di Cristo quel pungolo che ci porta ad accoglier la vita del fratello per non vivere più per noi stessi ma per Lui che è morto e risorto per noi (cf Cor 5,15).

Come ricordano i biografi, san Giovanni Leonardi, “Ricevuto egli il precetto; in segno di somma riverenza al Vicario di Christo, piegò le ginocchia in terra, e in quella maniera havendolo letto, se lo pose sopra la testa, con dire, haverebbe puntualmente

obbedito. Per tutto quel giorno si mostrò Giovanni così lieto, e contento, che fu udito, mentre andava per casa o stava nella sua camera ritirato, cantare alcune canzoni spirituali, fuori del suo stato comune”. In questi giorni di visita - soprattutto i nostri fratelli maggiori - hanno spesso fatto riferimento a questa scena dicendo: “quando arriverà la lettera la metterò sulla testa e farò l’obbedienza”. Mi piace quest’immagine di metter la lettera sulla testa. È quasi un atto di fede in quanto noi crediamo che sopra la nostra testa, nel cielo, si trova Dio e quella lettera ci mostra ciò che il Signore oggi ci sta chiedendo. È uscire fuori da noi stessi per ricercare la sua volontà. Alle volte quello che lui ci chiede non coincide con quello che noi desideriamo, ma nel dire “sia fatta la tua volontà” forse potrà essere più facile comprendere la storia che Dio sta scrivendo con noi. I trasferimenti sono frutto di discernimento avvenuto nel consiglio di delegazione che ha proposto al padre Generale e al suo consiglio, per la nuova costituzione delle comunità. Tutto questo non rende perfetta l’opera iniziata, ci sono situazioni delicate in cui non abbiamo potuto in questo momento intervenire e che speriamo quanto prima possano essere riviste e migliorate. Il nostro confratello di venerata memoria, p. Domenico Cipollini, durante gli anni di formazione ci ripeteva sempre: simo perfettibili. Nella fede accogliamo tutto sapendo che il Signore è capace di trarre anche dalla nostra fralezza il bene. Fidiamoci di Lui.

In Italia generalmente i cambiamenti avvenivano sempre alla ripresa delle attività pastorali quindi settembre – ottobre. I tempi necessari per le consultazioni e la formazione della delegazione italiana ci ha portato a dover spostare tutto questo di parecchio ed è chiaro che ci troviamo in un anno pastorale già avviato. Dovremmo fare molta attenzione a far sì che i passaggi avvengano con serenità e celerità, coordinandosi in modo tale che si possano sentire e valutare le singole esigenze. Vi chiedo di rendermi partecipe dei tempi che prevedete. Tutti i trasferimenti, come anche riportato nel decreto, devono avvenire entro la fine del 2022.

Che il nostro padre Fondatore ci aiuti a vivere questo nuovo periodo con lo spirito di chi ha lasciato tutto per seguire il Signore e vivere in pienezza il vangelo. Buon apostolato a tutti.

Sabato, 19 Novembre 2022 15:59

Solennità di Cristo Re dell'Universo

San Giovanni Leonardi, Dal Sermone sulla parabola del granello di senape (C.397)

Per mostrare la regalità di Cristo la grandezza di questa parabola dice per ben due volte a cosa rassomiglierò il Regno dei cieli? (Cf Mc 4,30)

[…] In molte maniere il Regno dei cieli viene indicato da Gesù. In esso è possibile scorgere il Paradiso. Così afferma il ladrone sulla croce, “ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” (Lc 23,42). Il Regno è innanzitutto il Cristo Santo, il “il re dei regnanti il signore dei signori” (1Tm 6,15). La Chiesa santa che è comunione con il Sangue di Cristo (1 Cor 10,16). Questi si manifesta per mezzo della divina Scrittura, per la grazia e la croce con le quali si giunge alla fede, per l’anima pervasa dalla grazia, sede della sapienza e regina del cielo fra i regni. […]

Come il piccolo granello di senape,

Cristo è piccolo verbo. Egli si chinò su di noi, spogliò se stesso, fu annunziato dai piccoli, tra disprezzo e persecuzioni.[…]. Con la sua piccolezza e grandezza è contemplato in tutti i troni del mondo fondati sopra la terra

Il Dicastero per l’evangelizzazione è impegnato a rendere più accessibili i documenti dei suoi archivi che raccontano il processo storic o dalla prima Congregazione de Propaganda fide al Dicastero stesso: è quanto emerso al convegno dedicato ai 400 anni della fondazione della Congregazione, al quale partecipano studiosi, missionari e studenti di cinque continenti. L’obiettivo è capire passato e presente attraverso testimonianze di prima mano, come sottolinea il cardinale Tagle

Un’impostazione di lavoro originale – temi trasversalmente affrontati rispetto ai dati cronologici o culturali - caratterizza il convegno intitolato Euntes in mundum universum, che ha preso il via oggi pomeriggio, dopo la presentazione alla stampa ieri.

Si ricorda la data del 6 gennaio 1622, quando Papa Gregorio creò la sacra Congregazione de propaganda fide. La scelta della solennità dell’Epifania, antica memoria della chiamata dei pagani nel regno di Cristo e ai suoi insegnamenti, è indicativa di quello che era considerato il principale compito della congregazione. Al tempo stesso fa riferimento al mandato missionario di Cristo (Mt 28, 18-20) e alla responsabilità pastorale del Papa verso tutti i popoli.

Il cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione, Gran Cancelliere della Pontificia Università Urbaniana, ha sottolineato che le buone storie si basano sull'esperienza e su un racconto veritiero. Per questo, ha sottolineato  l'importanza degli archivi storici della Congregazione che – ha assicurato - sta attivando per rendere più accessibili, in parte anche in modalità digitale, i preziosi documenti ivi contenuti. Questo – ha spiegato -  aiuterà i ricercatori di tutto il mondo ad offrire studi scientifici sulla missione del Propaganda Fide e racconti di missione di testimoni oculari.

Le storie – ha affermato il cardinale -  rivelano chi siamo, il senso della nostra vita e dove stiamo andando: “Mentre racconto le mie piccole storie, la storia fondamentale della mia vita viene rivelata non solo all'ascoltatore ma anche a me”. La storia di ognuno – ha ricordato - non si sviluppa nel vuoto ma è immersa nelle storie degli altri e nelle storie del proprio tempo.

Il valore della memoria

Un aspetto importante: l'identità personale è modellata dall'interazione con il mondo messo in memoria. Il ricordo – ha suggerito - è vitale per la conoscenza di sé. Ricordando le nostre storie, ci rendiamo conto che il passato non è statico. Continua a modellarci.  Attraverso le storie vediamo quanto siamo cambiati e quanto ancora dobbiamo cambiare. E proprio queste parole hanno spiegato l’importanza di un convegno che guardi al passato ma anche al presente.

Tra valori e norme

Le storie – ha aggiunto il prefetto -  sono il terreno per comprendere i simboli spirituali, dottrinali ed etici. Le storie rivelano i valori, le norme morali e le priorità di una persona o di una comunità. I simboli etici, spirituali e dottrinali preziosi per una persona sono derivati e compresi solo quando la storia è conosciuta e ascoltata.  Ma le storie – ha avvertito - possono essere soppresse, da dittatori ad esempio, ma non si può dimenticare che “dove le comunità rivendicano la loro vera storia, rivendicano il loro potere per il cambiamento sociale”.

La sfida delle traduzioni

Il professor Claude Prudhomme, dell’Università Lumière-Lyon2, ha illustrato, con interessanti richiami alla documentazione storica di diversi momenti di questi quattro secoli di evangelizzazione, la grande sfida rappresentata dall’esigenza delle traduzioni, di testi sacri o della Liturgia. Ha chiarito come sia stato sempre importante trovare il termine giusto per esprimere in una lingua diversa lo stesso concetto o la stessa verità e ha raccontato qualcosa della cura prestata in tutti i diversi periodi.

Tra fede e cultura

Padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche e coordinatore del convegno, ha ricordato che la costituzione apostolica ‘Inscrutabili Divinis’ del 22 giugno 1622 sottolineava il dovere e il diritto del Papa di diffondere la fede quale principale compito del ruolo papale di pastore di anime. Dall’autorità centrale romana tutti i missionari dovevano dipendere nella maniera più diretta possibile per essere inviati in missione. I metodi dovevano essere regolamentati e l’ufficio doveva assegnare i campi di missione. Il rapporto tra fede e cultura resta un elemento essenziale, ha spiegato padre Ardura, ricordando che al momento della fondazione della Congregazione nel 1622 c’era grande attenzione alle diverse culture. Di fatto – è stato ribadito al convegno – si voleva un impegno di evangelizzazione che non fosse condizionato dalle grandi potenze del momento o da particolarismi religiosi.

L’imperativo dell’unità

Dopo il concilio di Trento (1545-1563) si comprese che la riforma era urgentemente necessaria per creare un’azione più unita e concertata. Il numero crescente di missionari provenienti da diversi istituti religiosi e di clero secolare impegnati nella diffusione della fede esigeva un tale approccio unificato. Emerse la necessità di una nuova istituzione a Roma quale strumento nelle mani del Papa per promuovere la riforma interna della Chiesa nei Paesi europei, alcuni dei quali erano passati al protestantesimo, e per riconquistare i territori persi, ovunque fosse possibile, per favorire rapporti stretti con la chiesa ortodossa. Inoltre, avrebbe avuto la responsabilità della diffusione della fede cattolica in America, Africa e Asia.

Nel 1967, la riforma della Curia Romana effettuata da san Paolo VI con la costituzione apostolica Regimini Ecclesiae universae fa sentire un’eco degli insegnamenti del Concilio Vaticano II nella competenza del dicastero. Ancora una volta la riforma conferma la competenza generale del dicastero missionario come l’organo centrale della Chiesa, responsabile di organizzare e coordinare l’attività missionaria nel mondo.

Papa Francesco, con la costituzione apostolica Praedicate Evangelium del 19 marzo 2022, ha istituito il Dicastero per l’Evangelizzazione, il quale è presieduto direttamente dal Papa ed è composto dalla sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo e dalla sezione per la prima evangelizzazione e le nuove chiese particolari. La sezione per la prima evangelizzazione e le chiese particolari raccoglie l’eredità della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Propaganda Fide). Dalla sezione per la prima evangelizzazione e le nuove chiese dipendono alcune circoscrizioni ecclesiasti delle Americhe, e quelle di quasi tutta l’Africa, dell’Asia (ad eccezione delle Filippine) e dell’Oceania (ad eccezione dell’Australia). Attualmente ci sono 1,117 circoscrizioni ecclesiastiche (arcidiocesi, diocesi, vicariati apostolici, prefetture apostolici, ecc.) sotto la competenza del dicastero missionario, che hanno lo stesso obiettivo di ritrovarsi nell’unità degli obiettivi.

Padre Ardura ha sottolineato che la Praedicate Evangelium mette chiaramente un luce anche un aspetto preciso: l’impegno ad una nuova evangelizzazione nei territori dove è arrivato storicamente l’annuncio ma dove non ci sono più nelle nuove generazioni evidenze di cristianizzazione. (Fausta Speranza – Città del Vaticano)

Domenica, 13 Novembre 2022 09:31

27 Novembre 2022 Professione Temporanea

professione 27 11 2022

Sabato, 12 Novembre 2022 16:59

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario

San Giovanni Leonardi. Da un sermone per le quarantore (C. 134v.)

Che cosa dobbiamo dunque fare fratelli? Vogliamo essere beati? Vogliamo vivere sempre da insensati? No certamente! Ma prendiamo animo da questi santi, rincuoriamoci per mezzo dei santi, rinnoviamoci dai nostri errori ed innalziamo una volta,  una nuova volta al cielo l’occhio della nostra mente. Solleviamo lo sguardo al Signore, gridiamo a lui e non dubitiamo perché egli come Padre ci esaudirà. Sarà tolta da noi l’infelicità e lieve ci sembrerà il tempo che passa. E la fine delle tante angustie e delle innumerevoli  tribolazioni. Ognuno si sforzi di ravvedere il suo spirito e a Dio innalzi l’occhio del cuore.

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