Cookie Consent by Popupsmart Website

stemma e nome

Il XV centenario di Santa Maria in Portico che si aprirà il prossimo 1 di febbraio 2024, sarà un giubileo mariano che: “prepara e affianca quello più grande della Chiesa Universale che si svolgerà nel 2025. Maria attirandoci a sé, coinvolgendoci nel suo meditativo silenzio, ci prepara a incontrare e imboccare la Strada della salvezza, il Figlio Gesù che ella ci porge come dono del Padre celeste” Con queste parole il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma e P. Antonio Piccolo, Rettore Generale dell’Ordine della Madre di Dio, in un messaggio congiunto, hanno voluto esprimere la comune memoria e gratitudine per questo anno dedicato a Maria. Le celebrazioni precedono l’anno giubilare del 2025, che come più volte ha affermato Papa Francesco, ci preparerà nella speranza ad accogliere con fede e con testimonianza sincera quanti giungeranno a Roma.

Ed è proprio legata all’accoglienza la storia dell’icona di Santa Maria in Portico conservata da quindici secoli nel territorio di Campitelli tra le falde del Campidoglio e il porto di Roma sul Tevere. Fu la nobile Galla, il 17 luglio del 524, che nella sua casa alla presenza del Papa Giovanni I, ricevette il segno della luce dal cielo che manifestò una immagine di Maria Madre di Dio. Le tracce di questa antica narrazione, sono ancora visibili come una sorta di memoriale, nell’icona oggi venerata nel santuario di Campitelli. In essa sono incisi tra preziosi smalti, il volto di Maria che indica la strada del suo Figlio tra due alberi di quercia, un portico e le figure degli apostoli Pietro e Paolo, che adornano la sommità delle colonnine doriche. La Madre di Dio, viene ricordato nel messaggio: “Appare là dove la Chiesa si mostra e rivela al mondo la carità di Cristo, là dove la Chiesa alimenta la carità fraterna”. A conferma di questo: “Nella dispensa dell’umile e timorosa Galla che serviva i poveri, appare Maria, dispensatrice della Grazia celeste, Madre di Dio, Madre della Chiesa, Madre della missione”.

San Giovanni Leonardi ereditò dalla chiesa di Roma per i suoi figli, questo tesoro spirituale, e: “Volle che i suoi religiosi posassero ovunque lo sguardo su Maria per divenire immagine di Cristo. Come lei, ora, in questo solenne anno, siamo invitati a sollevare i nostri occhi su questa immagine per scoprire la nostra più profonda identità di cristiani e di Chiesa”.

Dunque una Chiesa dalle porte aperte, con uno sguardo lungimirante e profetico, come fu quello del Leonardi e dei santi della Riforma, che pregarono davanti a questa immagine. Numerosi pontefici ricorsero con affetto filiale a Maria: “Porto della romana sicurezza”, soprattutto nei momenti di particolari difficoltà della Città. Per questo ancora oggi: “Maria si offre al nostro sguardo in un portico aperto. Quando le nostre porte si aprono all’accoglienza diventiamo porto di approdo, quando le porte delle nostre case, delle nostre vite, si aprono alla condivisione diventiamo porta del paradiso e la Chiesa un portico aperto sul mondo, pronto a dare sicuro riparo dalle onde della vita a quanti sono nel naufragio dell’esistenza”.

Le celebrazioni centenarie si apriranno nel santuario parrocchiale di santa Maria in Portico in Campitelli a Roma il prossimo 1 di febbraio ore 18,30 con una concelebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Angelo De Donatis, dai sacerdoti dell’Ordine della Madre di Dio e con l’offerta del calice votivo da parte degli amministratori della Città di Roma.

pdfMessaggio_in_occasione_del_XV_centenario_di_Santa_Maria_in_Portico.pdf

pdfImmagine_Preghiera_S._Maria_Portico.pdf

pdfMensaje_XV_centenario.pdf

pdfORACION_STA_MARIA_IN_PORTICO_Card_De_Donatis.pdf

pdfMessage_for_the_15th_centenary.pdf

pdfPRAYER_FOR_THE_15TH_CENTENARY.pdf

Si compie il XV centenario dall’apparizione dell’icona di Santa Maria in Portico: 17 luglio 524- 17 luglio 2024. L’icona custodita nel santuario parrocchiale di Campitelli a Roma, è speciale protettrice della Città. Le celebrazioni centenarie avranno inizio il 1 febbraio 2024 e si concluderanno il 1 febbraio 2025. Una speciale indulgenza giubilare è stata concessa da Papa Francesco. La perdonanza si potrà ricevere presso le chiese e oratori dell’Ordine della Madre di Dio durante le solennità e feste mariane o pregando davanti ad una immagine della Madre di Dio, alle condizioni stabilite dalla Chiesa. Di seguito pubblichiamo l’articolo di Fausta Speranza apparso su Osservatore Romano del 28 novembre 2023.

 

Da luogo di approdo di navi a rifugio per poveri, da antichissima zona portuale a Romanae Portus Securitatis. La vicenda secolare di una delle più centrali chiese di Roma conserva nel suo nome la ricchezza della storia, la profondità della compassione, la bellezza della devozione. Si chiama Santa Maria in Portico in Campitelli e nella radice etimologica di “portico” suggerisce sia il richiamo all’antica area di navigli nel cuore di Roma tra il Campidoglio e l’Isola Tiberina, sia il significato del fiducioso abbandono alla Vergine «porto sicuro».

Nella sua monumentalità la chiesa conserva l’icona venerata come Romanae Portus Securitatis, che è tanto piccola nelle dimensioni quanto avvolgente nella sua iconocità. È un’immagine della Vergine con Bambino attorniata da arbusti racchiusi in un portico sorretto da due colonne. Sui due lati compaiono le effigi di Pietro e Paolo. La tradizione popolare la vuole immagine acheropita, non dipinta da mani d’uomo.

È doveroso citare la primitiva diaconia di Santa Maria in Portico la cui fondazione è attribuita a Gregorio Magno (540 circa-604) o a Giovanni I (470-526). In ogni caso, al VI secolo ci riporta la tradizione che narra dell’apparizione della Vergine Maria a Galla, nobildonna romana che assisteva poveri della città e pellegrini. La zona era sede della Statio Annonae, dove si gestivano le scorte di grano. Il Princeps senatus Quinto Aurelio Memmio Simmaco, padre di Galla, era con probabilità amministratore annonario, così come lo era stato il suo antenato Simmaco Senior del V secolo.

In questa storia di amministratori irrompe una donna. Il racconto è giunto fino a noi principalmente grazie alle cronache redatte nel XVII secolo dal presbitero Ludovico Marracci dei Chierici Regolari della Madre di Dio, che studia nell’allora annesso collegio romano. Nelle sue Memorie di S. Maria in Portico si legge della historia venerande, et incorruptibilis Imaginis Gloriose Virginis Marie. Spiega che miraculose collocata fuit Ecclesia, que dicitur S. Marie in porticu. Marracci riferisce che la nobile Galla, come ogni giorno, era intenta ad allestire la mensa per dodici poveri, «esercitando quest’atto di carità per imitare l’esempio del Redentore del mondo e onorare la beatissima Vergine Madre, della quale era estremamente devota, avendola eletta per sua avvocata e Signora».

Proprio mentre serviva a tavola — si legge nella narrazione di Marracci — apparve nella dispensa del suo palazzo un improvviso bagliore, «notato dal coppiere» il quale si precipitò ad avvertire la padrona. Galla accorse immediatamente e vide quell’insolita luce senza però scorgere ciò che in essa era contenuto: la sacra immagine di Maria. Comprese che serviva il giudizio del Vicario di Cristo e corse dunque al Laterano, dove il Papa risiedeva e «con umili e pesate parole», gli espose l’accaduto e «lo pregò che si degnasse trasferirsi nella sua casa».

Marracci sottolinea che il Papa non ritenne una favola le parole di Galla e per questo, «mosso da divino istinto», dopo lunga orazione, accompagnato da vescovi e cardinali e dal resto del clero e popolo romano si recò a casa di Galla «processionalmente a piedi, portando candele accese». Entrando e vedendo la meravigliosa luce, «alzò le mani al cielo in preghiera». A questo punto, avvenne un altro prodigio. «Tutte le campane della città di Roma, e particolarmente quelle delle Basiliche lateranense e vaticana, mosse da mano angelica cominciarono a suonare, per onorare l’apparizione della Regina del Cielo». Il Papa scorse nel mezzo della luce «due spiriti celesti che sostenevano nelle mani la preziosa immagine della Madre di Dio e la calaron nelle mani del Sommo Sacerdote di Dio». Il Papa dunque «uscì presso il popolo di Dio mostrando a tutti il sacro tesoro; con quello li benedisse e li rimandò alle proprie case e nel frattempo una terribile peste che aveva colpito Roma cessò immediatamente». Tutto questo, si racconta, avvenne il 17 luglio del 524.

L’icona ha ricevuto da Alessandro VII il titolo ufficiale di «protettrice della Città nelle pubbliche e private avversità» dopo la scampata peste del 1656. Ma, secondo quanto scriveva nel 1605 san Giovanni Leonardi, già diversi Papi in precedenza avevano legato il nome all’icona. Nell’opera Narrazione della miracolosa immagine di Santa Maria in Portico, Leonardi, che è stato il fondatore dell’Ordine dei Chierici regolari della Madre di Dio nonché promotore del Collegio Missionario di Propaganda Fide, ne nomina nove, citando la nascita della Confraternita, interventi di restauro o di ampliamento della chiesa. È interessante leggere che Adriano VI (1522-1523) ricorse alla Vergine per salvare Roma dalla peste, che Paolo III (1534-1539) la invocò a protezione delle invasioni turche. E poi c’è un aneddoto che colora di simpatia le cronache: Leonardi scrive che Paolo II (1464-1471) per devozione asportò di notte l’immagine, che però ritornò miracolosamente nello stesso luogo.

L’attuale immagine della Vergine Romanae Portus Securitatis, con molta probabilità, è una riproduzione dell’antica pittura, o mosaico, che era venerata nel portico di Galla, ed è attribuibile a una scuola italo-bizantina. Non sorprende, considerando che nell’area dove c’era la vecchia chiesa si stabilirono nell’ VIII secolo greci in fuga da Costantinopoli. Anche loro alla ricerca di porti sicuri. La storia, antica come la devozione, si arricchisce e restituisce significati sempre nuovi.

Nella tradizione dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio fondati a Lucca da San Giovanni Leonardi(1541-1609), fra i ricordi cari che segnarono le consuetudini devote dei primi fratelli di comunità, si conserva un gesto che i Chierici hanno da sempre condiviso con il popolo di Dio nel primo giorno dell’anno oggi dedicato alla solennità della Madre di Dio, titolare dell’Ordine. Si tratta dell’affidamento al “Santo protettore” con la consegna del santino nel primo giorno dell’anno. Non è una novità questo gesto; probabilmente il Leonardi lo mutuò dal vissuto spirituale dei Padri domenicani e soprattutto dalla prassi e dagli esercizi di pietà dell’associazione laicale dei Colombini che s’ispiravano al movimento spirituale di Girolamo Savonarola (1452- 1498). Ma ascoltiamo la testimonianza di alcuni biografi del Leonardi per poter contestualizzare questo gesto di pietà privata e popolare. Il P. Giuseppe Bonafede (1605) nella prima biografia del Fondatore, ricorda le origini di questo esercizio di pietà: “Esso (P. Giovanni) fu che introdusse in Lucca o per dire meglio rinnovò quell’usanza antica nella Santa Chiesa, di assegnare nel principio dell’anno a ciascheduno dei fedeli un Santo per particolare Avvocato e Protettore nel modo che hoggi ad ognuno è noto” (G. Bonafede, Vita del Venerabile Padre Giovanni Leonardi, pag. 1082). Si tratta quindi di un’usanza antica nella Chiesa che il Santo restaurò con particolare zelo, sentendo necessari in quel tempo di radicale riforma dei costumi, l’intercessione e l’imitazione dei Santi. Ancora il P. Ludovico Marracci (1612-1700) nella prima biografia edita del Leonardi riferisce: “Si segnalò poi sempre nella veneratione dei Santi, e fu lui che introdusse in Lucca l’uso d’assegnare a ciascuno dei fedeli nel primo giorno dell’anno un Santo per particolare Avvocato; e a quelli della sua Congregazione volle di più, che se n’assegnasse un altro nel principio di ciascun mese. (L. Marracci, Vita del Venerabil Padre Giovanni Leonardi lucchese, Roma, presso il Varese 1623, pag. 363).

La consegna del santo protettore dunque, non era solo un atto di devozione, ma coinvolgeva la vita sacramentale in quanto la particolare memoria liturgica doveva ispirare nell’animo una vicinanza ai sacramenti della grazia. Il P. Domenico De Nobili (1688-1758) ci riferisce dell’amore che il Leonardi portava verso i Santi e quanta venerazione aveva per il pellegrinaggio verso le sacre reliquie nella città di Roma imitando in questo San Filippo Neri (1515-1595) suo fedele amico e compagno: “Si segnalò ancora nella divozione de’ santi e molti se ne era scelti per suoi avvocati, onorandoli ogni dì con particolar culto, e raccomandandosi alla loro intercessione. Egli introdusse in Lucca la divozione che fu poi praticata da altri, di dare il primo giorno dell’anno a tutti i fedeli un santo per particolare avvocato, acciò i santi fossero da questi onorati e partecipar potessero della loro protezione, ed aiuto in tutto l’anno.  Era sì grande la divozione che portava alle Reliquie de’ santi, che si riteneva indegno di portarle addosso, o tenerle presso di sé, dicendo, che un uomo peccatore come lui non le poteva custodire con quella riverenza, che pegni sì preziosi si meritavano. In tutto il tempo che visse in Roma visitò spesso le Catacombe de’ Martiri, facendovi lunghe orazioni, e bagnando quel sacro terreno di tenere lagrime. Visitò ancora quelle chiese nelle quali si custodivano le reliquie de’ Santi Appostoli, e de’ primi martiri della chiesa. Visitò frequentemente le sette chiese, e  negli ultimi anni della sua vita, non potendo per le indebolite forze visitarle tutte in un giorno, le ripartiva in più giorni per non restar privo del tesoro delle sacre indulgenze” (D. De Nobili, Vita del Beato servo di Dio Giovanni Leonardi, Manoscritto, Roma, Archivio Curia OMD, 1750, pag. 186).

La pressi della consegna del Santo protettore è tuttora in uso presso le comunità dell’Ordine, generalmente la sera di Capodanno dopo la celebrazione dell’Eucaristia della Madre di Dio (nell’attuale liturgia solennità del titolo dell’Ordine) e il Canto del Veni creator si benedicono e si distribuiscono ai fedeli le immaginette. Si conservano ancora presso il nostro Archivio di Campitelli le prime schede  del XVII sec. senza immagine con il nome del Santo protettore e la mortificazione che il fedele doveva compiere in sua memoria. Nel XX secolo furono stampati presso l’Editrice M. D’Auria di Napoli una serie di santini con l’immagine in bianco e nero una breve biografia del Santo protettore e la mortificazione da compiere, mentre sul retro un’esortazione invita a non sciupare l’anno che viene come dono del Signore ed apprezzare il tempo come moneta per acquistare l’eterna felicità.

Mercoledì, 27 Dicembre 2023 07:08

Necrologio Raúl Abarca

Il P. Generale, il suo Consiglio e l'Ordine tutto, esprimono il cordoglio a P. Alejandro Abarca OMD per la perdita del papà Sig. Raúl Abarca  di anni sessanta, uomo semplice di grande fede e lavoratore. Affiliato all'Ordine. Assicuriamo a lui i benefici spirituali, mentre eleviamo la preghiera di suffragio e l'intercessione della Madre di Dio e di San Giovanni Leonardi nostro Padre.

Il Venerabire Servo di Dio Cesare Franciotti OMD nasce a Lucca il 3 luglio1557 da Michele Franciotti e da Maria Bertolini. La nobile famiglia vantava relazioni parentali con papa Sisto IV Della Rovere (1414-1484) e con il cardinale Galeotto Franciotti (1471-1507) che, sotto il pontificato di Giulio II (1443-1513) diede nobile lustro al casato. Il servo di Dio visse l’infanzia nell’agio nobiliare, ma anche nel rigore e nell’esercizio dei sani principi evangelici. I testimoni descrivono Cesare «di indole buona e di carattere vivace», tuttavia legato da soggezione e rispetto alla sua famiglia. Si distinse fra i figli di Michele Franciotti per l’ingegnoso acume e la profonda preparazione umanistica. Le prime testimonianze lo ritraggono assorto contemplatore del divino mistero eucaristico, oggetto della sua futura riflessione teologica e spirituale. Alla regola di San Domenico Cesare desiderava legare la vocazione che sentiva sorgere nell’animo. All’età di quindici anni il 2 Luglio 1572, il padre lo indirizzò presso i domenicani del Convento di S. Romano a Lucca sotto la guida di P. Paolino Bernardini (1518-1585), nobile lucchese e riformatore dell’Ordine negli Abruzzi. La vocazione del servo di Dio fu saggiata dalla prova per il rifiuto paterno e per i progetti che altri avevano su di Lui. In questi anni è decisivo l’incontra con San Giovanni Leonardi (1541-1609) fu lo stesso Michele Franciotti a sceglierlo come precettore per il figlio. Presso il Leonardi, Cesare apprese l’esercizio delle virtù cristiane, l’orazione mentale, la contemplazione affettiva dei misteri divini, l’umiltà, la mortificazione, l’obbedienza, la povertà; ma sarà l’assidua frequenza dei sacramenti: la confessione e la comunione, allora concessa di rado, che  forgeranno il teologo e l’apostolo dei Chierici Regolari della Madre di Dio fondati a Lucca dal Leonardi il 1 settembre 1574. Cesare divenuto sacerdote nel 1581 fu apprezzato per la finezza della sua predicazione. La sua voce richiamò le coscienze e fece risuonare la bellezza del Vangelo e la devozione eucaristica nei borghi sperduti, tra gli ultimi, ma anche fra i nobili pulpiti delle cattedrali italiane: Lucca, Siena, Firenze, Roma, Napoli. Una «predicazione che rigenera il cuore e lo prepara alla conversione» testimoniò il Cardinale Cesare Baronio (1538-1607) con il quale il servo di Dio strinse amicizia e al contempo, ricevette la personale stima  di San Filippo Neri (1515-1595) che lo accolse insieme al Leonardi nella Chiesa di San Girolamo della Carità nel 1584. La fama del mite e coraggioso predicatore cresceva, e riceveva la stima di numerosi ecclesiastici impegnati nell’ambito della Riforma Cattolica tra i quali il Vescovo di Rimini Giovanni Battista Castelli (+1583) discepolo di San Carlo Borromeo (1538-1584) e Visitatore Apostolico; l’Arcivescovo di Bologna Alfonso Paleotti (1531-1610) ed altri. Nel 1588 studia teologia presso il Collegio Romano. Di ritorno a Lucca nel 1591 il servo di Dio fu eletto Rettore della Casa Madre al posto del Leonardi a causa delle numerose persecuzioni e vessazioni che la piccola Congregazione subiva dai concittadini. La recente esperienza dell’oratorio filippino di Roma, lo spinse  a fondare la «Scuola di Santa Maria Corteorlandini a Lucca», che gli costò numerose tribolazioni. Sono frutto di questa esperienza di pedagogia cristiana i saggi composti  dal Franciotti per l’educazione della gioventù. Nel 1594 accolse fra i postulanti il beato Pietro Casani (1572-1647) che in seguito passò alla Congregazione delle Scuole Pie di san Giuseppe Calasanzio (1557-1648) dopo la breve unione dei due istituti (1614-1617). Gli ultimi anni del cinquecento vedono il Franciotti accanto al Leonardi nell’opera di visitatore e riformatore a Siena, Aversa e Napoli nel celebre santuario della Madonna dell’Arco. Il servo di Dio con la sua «opera spirituale» rispose al ristagno dell’ignoranza biblica e agli estremismi della riforma protestante con «la Parola meditata». Esempio sono i «soliloqui» e le «pratiche spirituali» editi fin dal 1600, strumenti ascetici con i quali prepararsi a ricevere il corpo eucaristico del Signore e prolungare nell’intimo colloquio la contemplazione adorante del mistero. Cesare nelle sue «pratiche devote» ha come sfondo la dottrina eucaristica tridentina e nello stesso tempo, il patrimonio spirituale e ascetico che segna questo singolare tempo a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, caratterizzato dall’«ascesi volontaristico-affettiva» e dall’«umanesimo devoto». L’opera coniuga catechesi liturgica e  spiritualità eucaristica. Il continuo ricorso alle fonti scritturistiche, le numerose citazioni dei Padri della Chiesa e le note storico-liturgiche, si mescolano con esempi nati dalla vivace trasmissione della «Dottrina Cristiana» sperimentate sul campo durante l’instancabile predicazione. Le diverse edizioni e traduzioni soprattutto in tedesco, testimoniano che si tratta di un’opera in costruzione e di notevole interesse spirituale che ebbe diffusione nell’Europa del XVII e XVIII secolo, le ultime edizioni sono del XIX secolo. Fu lo stesso Leonardi che ingiunse al Franciotti di pubblicare la gran mole di riflessioni e meditazioni per un servizio maggiore al processo di riforma degli animi e dei costumi. Il servo di Dio morì a Lucca il 9 dic. 1627 il processo ordinario fu aperto nel 1641 e introdotto a Roma l’11 lug. 1898 la causa per l’approvazione delle virtù eroiche è ancora in corso presso la Congregazione  per le Cause dei Santi.

Lunedì, 27 Novembre 2023 11:13

Concerto In Nativitate Domini 18 dicembre 2023

locandina corretta

Pubblichiamo il saluto che il P. Generale ha diretto al direttivo al corpo docenti ai genitori e alunni presenti nella St. Leonardi Matric. Hr. School di Samayapuram Tamilnadu India, sabato 25 novembre in occasione dell'11 anniversario di istituzione. Nell'indirizzo di saluto P. Piccolo, ha richiamato alcuni temi sulla custodia e protezione del creato cari al magistero di Papa Francesco. Su queste prospettive gli alunni delle classi scolastiche, attraverso alcune rappresentazioni, ne hanno espresso la profonda attualità e urgenza.

 

Good evening everyone. I am very happy to be here among you. First of all, I thank my brothers, the delegate Father Cyril and the correspondent of this school, Father Donathius for inviting me. I extend a warm greeting to the civil authorities present here. I greet  and wish all the teachers,  parents and relatives, above all my warmest greeting to you my dear children and young people and I thank you in advance.

I am very happy to be here as the successor of San Giovanni Leonardi, the school bears his name (“St.Leonardi”) and I am very pleased with the theme of this School annual day that is “Save the Nature”, which sees us in great communion with the appeal made several times in recent years by Pope Francis for the care for Creation. We must grow more and more in the awareness that we are part of Creation. Indeed, we are the noblest part of Natures Creation, More than that God wanted to make us Guardians of nature, he entrusted us with his house (Nature), the house he prepared for all men so that we have to respect it and love it. Always find that the Nature and life comes to us from God, and collect the fruits of the Earth to nourish ourselves and share them with brothers and sisters.

You, certainly know that San Giovanni Leonardi is the patron saint of pharmacists, because before becoming a priest he was a pharmacist, an apothecary was called in those times, that is, he was a man who knew nature, plants and herbs well and knew how to obtain from these plants medicines to cure illnesses, to cure man's body. Nature is a gift from God so that man could serve God and serve his brothers with all that he received from God. This tells us, that every Christian, is called to respect and to be harmony with creation, to take what the earth offers in a harmonious way, without violating it, to share with others what the earth offers, to provide for the good of all.

Pope Francis is very concerned about the fact of our common home, so much so that he wrote an encyclical in 2015, "Laudato sii" and then in October 4 on the feast day of Saint Francis of Assisi, the apostolic exhortation "Laudate Deum"

But before Pope Francis, Pope Benedict XVI and even before Pope Saint John Paul II had said that all of us, men and women, have a debt with our children, he had stated that we have had the  nature on loan from our children. This is to make us understand, how important it is to consider the earth as everyone's home, it is not a personal possession, not an asset to be exploited at all costs without looking at the consequences of this exploitation and violating it. With the consequences that we are seeing: climate change, desertification, the impoverishment in many countries on earth. How many wars have been waged to take possession of land, nature, oil or diamond deposits, to obtain money and power, without asking ourselves who will pay the price today and tomorrow, and if this is right in the eyes of God .

But each of us can do our part, from the children to the oldest, we can use water well without wasting or polluting it, we can pay attention to the use of plastic which ends up in the sea and causes many environmental disasters, we can try not to waste the food. Small, simple things within the reach of all of us.

Thank you dear guys for this beautiful message that you are giving us today, because it reminds us that we are living in the time of creation and we must live it well for humanity to have a future. Thank you, because from now onwards you feel responsible for Creation, for other men and you have desired the happiness of your brothers. Thank you because you open up hope for a better future.

I wish you to grow in culture and wisdom, I wish you to always give your contribution for the protection of creation and respect for the dignity of all men, I wish you all to hand over this land in which we live to our future generation better than what we have now.

Thank you. May God bless you all.

Lunedì, 27 Novembre 2023 05:39

Necrologio Glory Udoh Alphonsus

Il Padre Generale, il suo Consiglio e l'Ordine tutto, si uniscono a P. Emmanuel Udoh OMD per la perdita della cara mamma, signora Glory Udoh Alphonsus. Memtre invitano i confratelli tutti ad elevare preghiere di suffraggio, l'affidano alla misericordia del Signore e all'intercessione della Madre di Dio e del nostro Fondatore

© 2024 Ordine della Madre di Dio. All Rights Reserved. Powered by VICIS