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Con Cristo
misurate le cose
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Con Cristo
misurate le cose
Lo scorso 2 giugno le Madrine dell’Ordine della Madre di Dio si sono ritrovate a Capurso, ridente cittadina della provincia di Bari, presso il Santuario della Madonna del Pozzo gestito dall’ordine dei Frati Minori, per l’annuale incontro di formazione e di programmazione di un importante pilastro della vita dell’Ordine. Quasi in perfetto orario secondo il programma, sono giunte a Capurso le delegazioni delle Madrine delle Parrocchie di San Ferdinando di Puglia, Gallipoli, Napoli e Roma, calorosamente accolte dai frati del Santuario che hanno illustrato, prima dell’inizio dell’incontro, la storia della Basilica di Santa Maria del Pozzo,
progettata dall'architetto barese G. Sforza, ultimata nel 1770 che per volontà di Papa Pio IX, venne elevata al rango di Basilica minore e in seguito, per interessamento della famiglia reale di Napoli, i Borbone delle Due Sicilie, a Reale Basilica. Al suo interno si conserva ed è venerata l'icona bizantina della Madonna, ritrovata il 30 agosto 1770, da don Domenico Tanzella all'interno del pozzo sito nella contrada Piscino nella periferia campestre di Capurso. Il culto a Capurso della Madonna del Pozzo è tra le più importanti realtà di turismo religioso mariano del meridione. Numerosi anche i religiosi OMD presenti, coordinati da P. Luigi Piccolo relatore della catechesi sul tema: “Donne testimoni del mistero per generare Dio nel Mondo” . A seguito della lettura del brano dal Vangelo secondo Luca, ci è stato presentato il bellissimo dipinto che rappresenta “La Visitazione”, l’incontro di Maria con la cugina Elisabetta. Nell’esaminare i dettagli, la prima cosa che p. Luigi Piccolo, ha voluto evidenziare, la meraviglia degli sguardi delle due donne, l’abbraccio leggero e delicato di Maria nei confronti della cugina Elisabetta che nel salutarla sembra sollevarsi da terra nonostante la sua venerabile età, oltre al mantello di Maria meravigliosamente rappresentato gonfio di quella grazia ricevuta da Dio. Al termine dell’incontro i presenti hanno partecipato alla S.Messa concelebrata dai Padri OMD e successivamente, nonostante il caldo, si sono recati a piedi alla Cappella del Pozzo (edificata sul pozzo dove fu ritrovata l'icona della Santa Vergine) e dove hanno potuto bere dell’acqua che sgorga dalle fontanelle del pozzo per poi pregare ed accompagnare col canto l’atto di sottoscrizione di una pergamena da consegnare al P. Generale. Una così ben organizzata iniziativa non poteva che concludersi con un momento di convivialità per tutti i circa cento partecipanti presso un agriturismo nei pressi del Comune di Rutigliano (Bari), un momento di festa ed una buona occasione per riassaporare la sana cucina pugliese con i prodotti tipici locali. Al termine prima dei saluti e dei ringraziamenti finali le rappresentati dei rispettivi gruppi delle madrine con il Padre Luigi Piccolo hanno omaggiato i presenti con una torta dall’aspetto e dal sapore “eccellente” . Dell’aspetto ve ne diamo conto con le foto pubblicate, dell’ottimo sapore ne danno testimonianza i presenti e le preziose madrine dell’Ordine della Madre di Dio. Arrivederci al prossimo anno, senza dimenticare che il successivo appuntamento per tutte è fissato per il 9 ottobre nelle rispettive Parrocchie per pregare con San Giovanni Leonardi per tutti i sacerdoti dell’Ordine e per le vocazioni. 18 giugno 2012
Con un concerto nella Chiesa di Campitelli lunedì 25 giugno ore 20,30 l’Ordine ricorderà P. Lucio Migliaccio già Rettore Generale OMD. Saranno proposte musiche di Pergolesi, Durante, Gardella, eseguite dalla Cappella Musicale di S. Maria in Campitelli e dall’Ensable La Cantoria dirette dal M° Vincenzo Di Betta (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). 19 giugno 2012
“C’è una santità che si può cogliere nel vissuto e lo storico ha il dovere di rintracciarne i segni”. Con queste battute il Prof. Gian Luca D’Errico, dell’Alma Mater – Università di Bologna, ha introdotto sabato 16 giugno ore 19,00 la conferenza: “Progetti di riforma ed esperienze spirituali di San Giovanni Leonardi nella Roma dei papi”. L’incontro si è svolto nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli sede della Curia generalizia dei Chierici Regolari della Madre di Dio in occasione della II edizione dell’iniziativa “Case dei Santi”. La santità passa anche attraverso le pieghe ed i giochi di potere, lì s’inscrive la virtù dell’obbedienza e la saldezza morale unita alla profonda vita evangelica che il Leonardi conservò nella Roma a cavallo tra il XVI ed il XVII secolo. Parlare di esperienze pastorali come di modelli di riforma, in questo arco temporale, ha proseguito D’Errico: “Obbliga a una profonda riflessione sul contesto storico, politico e religioso del tempo e sulle circostanze che videro maturare la figura di s. Giovanni Leonardi nella Roma dell'età moderna. Data questa premessa si può operare una distinzione torica fra due periodi fondamentali della vita e dell'azione pastorale del nostro, che ruota attorno all'anno 1587: negli anni precedenti a questa data, infatti, si compie la svolta religiosa (in termini di vocazione), la formazione spirituale, la raccolta attorno a sé di un consistente numero di concittadini che accolsero il messaggio del futuro santo, fino allo scontro con la repubblica di Lucca che si tradusse nell'allontanamento coatto di Leonardi dalla propria città”. La presenza romana del Leonardi fu essenzialmente legata alla cattedra di Pietro e l’ossequio fedele ed operativo a quelle istanze di riforma che scaturirono dall’assise tridentina e che i pontefici proseguirono in una serie di progetti spesso affidati a chi della santità di vita e del servizio apostolico aveva fatto il motivo dell’esistenza. Così, ha concluso D’Errico: “Per affrontare in modo più esplicito il tema delle esperienze pastorali e i modelli di riforma di Giovanni Leonardi in relazione al papato, sicuramente un documento, o forse meglio dire un'iniziativa, che assume particolare rilievo è quella del Progetto Missionario, composto insieme a Giovan Battista Vives e Martin de Funes fra il 1607 ed il 1608. L'importanza che viene accordata a questa operazione non vuole sminuire tutte le altre, come appunto il vissuto a Lucca, le visite apostoliche, la stesura definitiva delle Costituzioni della Congregazione approvate da Clemente VIII nel 1604, il Memoriale a Paolo V per la riforma universale della Chiesa del 1605; anzi, usando le parole di Vittorio Pascucci riferite al Memoriale, il Progetto Missionario, che fra l'altro rappresenta una delle ultime espressioni di apostolato della vita di Leonardi, si può considerare un punto in cui si ricapitolano esperienze remote con quelle più recenti, oppure si enunciano proposte, rilievi, o vere e proprie provocazioni evangeliche, come quella relativa alla necessità di formare pastori che tali veramente siano, in modo che mettano tutto se stessi al servizio della Chiesa di Cristo e non viceversa”.Il Leonardi con voce profetica e schiettezza evangelica si fa carico di quelle istanze di Riforma che rendono la Chiesa di ogni tempo, anche quella nostra, semper reformanda. Così, registrano le fonti. Mentre la Chiesa era in attesa del successore di Leone XI, il santo scrive nel 1605 una missiva ai suoi religiosi senza peli sulla lingua, esortando tutti a pregare Iddio perché ‘provveda alla Chiesa sua di buon pastore e non di mercenario’ e all’eletto Paolo V nei memoriali che redige chiede che chi si mette a disposizione dalla riforma e della missione: “non cerchi i propri interessi ma quelli di Gesù Cristo”. Nell’indirizzo di saluto P. Davide Carbonaro Segretario Generale OMD, ha ricordato che: “La ‘Casa di Pietro’ e dei suoi successori, secondo le parole promesse da Gesù è la roccia salda nella quale si edifica la Chiesa. Ecco perché i santi, di ieri e di oggi, uomini e donne illuminate dalla grazie, profondamente segnati dai bisogni dell’umanità pellegrina sulla terra, hanno bussato alla ‘Casa di Pietro’ a Roma per ricevere conferma del particolare dono dello Spirito ed attingere a quei gesti e parole di Gesù di cui l’Apostolo è primo testimone e servo nella carità. Comprendiamo allora perché molti santi e sante hanno dimorato nell’Urbe e ancora oggi le loro ‘Case’ sono, accanto alla ‘Casa di Pietro’.
17 giugno 2012
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Introduzione conferenza Case dei Santi 16-06-12
L’immaginazione umana, intenta a individuare segni della presenza di Dio nella storia, alza normalmente lo sguardo in cerca di qualcosa che sopravanzi l’ordinaria statura delle cose umane. Il divino - se agisce - deve, per definizione, produrre segni di manifestazione che siano inequivocabili, portentosi, paranormali, dotati di quella efficacia che non aspetta tempo a far valere le proprie regole, a imporre la propria logica, ad applicare quando è il caso - il processo della propria resa dei conti. Quando Dio arriva - pensa l'uomo, specie se religioso -, ci si accorge per forza. Non è tipo da passare inosservato. La sua non è presenza che ama dissimularsi. Entra, al contrario, nella mischia segnando perentoriamente il proprio territorio. Questa idea di una presenza divina provvista di sicura e spietata efficienza cosmica assiste da sempre le ambizioni di un certo zelo religioso. L'antica Scrittura, in effetti, per esempio attraverso la visionarietà escatologica di Ezechiele, attribuisce sovente connotati di grandezza alle intenzioni con cui Dio annuncia il suo imminente ingresso nella storia degli umani. Esse si incarneranno certamente in una presenza dotata di inestirpabile stabilità, di definitiva solidità, di sicura ospitalità. Dio entrerà nella storia umana con la solennità di un cedro secolare, con la maestosità di un albero senza tempo, con una possenza senza confronti. Ma già in questa dichiarazione di grandezza e di sublimità erano contenuti i principi di una logica anomala capace di lasciare interdetta qualsiasi ragione del buon senso umano. Già il Dio degli eserciti, quello testimoniato da Ezechiele, faceva dipendere il propagarsi della propria potenza di crescita da un punto di germinazione minimo, elementare, invisibile. Al Dio di Ezechiele basta un rametto di cedro per mettere in moto il metabolismo del suo radicamento nella storia e, una volta impiantate le sue radici, ha la forza di ribaltare le più consolidate gerarchie delle potenze vitali del mondo. Il piccolo lo farà diventare grande. A chi si crede immenso rivelerà la sua piccolezza. L'assimilazione con cui il Figlio parla del Regno come di qualcosa di invisibile rivela definitivamente la felpata discrezione con cui il Dio dell'alleanza entra nello spazio della storia umana. Quando arriva, normalmente si confonde con la terra della vita umana. Agisce facendone lievitare la quotidiana nascosta bellezza. Essa resta invisibile allo sguardo di quelli che cercano segni di manifestazione "religiosa". Si manifesta invece nella sua smisurata potenza di ramificazione agli occhi di chi la sa cercare negli innumerevoli atti con cui gli umani preservano nella carità la grazia della fraternità reciproca. Allora si scopre che Dio è continuamente in azione. Persino all'insaputa di quelli che sono chiamati a esserne testimoni. A loro toccherebbe semplicemente avere occhi per riconoscere dove essa già scava sentieri di salvezza nella fragile vita degli umani. Magari ringraziare Dio con stupefatta meraviglia. (Giuliano Zanchi)
Da domenica scorsa il Padre Generale ha inziato il suo viaggio in Indonesia con il P. Justino. Con lui ha voluto che l'Ordine della Madre di Dio inziasse il suo percorso carismatico in questo Paese di 17.550 isole. E' un piccolo passo, ma grande riguardo a quel grande progetto missionario di san Giovanni Leonardi. Insieme a P. Justino sono alloggiati nel seminario dei missionari del Sacro Cuore di Gesu' e Maria, fondato da san Gaetano Errico. Insieme a questo nostro fratello indiano, tutto l'Ordine puo' definirsi "indonesiano", per capire cosa vuol dire annunciare Cristo con lo spirito de San Giovanni Leonardi. Oggi, 14 giugno, il Padre Generale e il P. Justino,hanno fatta una visita al Vescovo di Kunpang, Mons. Pietro Turag per mettersi in comunione con lui e con la sua Diocesi. Al P. Justino, che da oggi rimarrà in Indonesia, vada il nostro auguro e la preghiere per il suo apostolato. 14 giugno 2012
Si, veramente Cristo è stato in mezzo ai suoi con la solenne ordinazione di Ciril e Starlin avvennuta sabato 9 giugno a Alizhal (India). La festa del Corpus Domini è stato un momento bellissimo. Vedere Cristo nel suo corpo sacramentale e poi nel suo corpo ministeriale. L’uno e l’altro hanno mostrato Cristo. Così Padre Generale, P. Francesco Petrillo, ha commentato durante la celebrazione.
E’ stata una festa particolare per la comunità OMD di Alizhal. E’ stato anche un ringraziamento al Signore anche perche’ questo villaggio e’ stato vittima dello Tsunami che distrusse le coste dell’India. Oggi abbiamo il Signore che ci ha offerto un mare di felicità. Oltre al vescovo di Kottar, Mons. Remigius e al Padre Generale OMD, sono convenuti 50 sacerdoti e un gran numero di fedeli che hanno ringraziato il Dio che continua a pascere il suo popolo.
13 giugno 2012
In occasione della Seconda Edizione delle Case dei Santi, Sabato 16 giugno ore 19,00 nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli il Prof. Gian Luca d’Errico dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, presenterà: “Progetti di riforma ed esperienze spirituali di San Giovanni Leonardi nella Roma dei Papi”. Intanto Venerdì 8 e lunedì 11 giugno l'agenzia Rome Reports TV News Agency, che fornisce informazioni alle TV di Spagna e America Latina, ha realizzato un lungo servizio, sulla manifestazione, presentanto altre tre figure: San Felice da Cantalice, San Camillo De Lellis e San Giovanni Leonardi. Le riprese e le interviste sono state realizzate all'interno delle rispettive Case in via Veneto, in piazza della Maddalena e in piazza Campitelli. Ad illustrare la vita dei Santi, sono stati intervistati P. Armando Ambrosi per i Cappuccini, P. Jesus Maria Ruiz per i Camilliani e P. Davide Carbonaro per i Leonardini.
12 giugno 2012
Nella faticosa alleanza fra Dio e gli umani Gesù ha messo in mezzo il suo corpo. Per corpo si deve intendere l'intero di una vita. Identità, carne, libertà, affezioni. Tutto quanto un uomo può essere. Gesù ha sacrificato tutto se stesso per rimettere in piedi l'amicizia dell’uomo con Dio. Ha così restituito splendore inequivocabile all’esperienza del sacrificio mostrandola come la legge nascosta di ogni affezione destinata a durare. Gli umani stessi hanno imparato a specchiarsi nella sua logica. L’esistenza di tutti, difatti, trabocca di esperienze nelle quali qualcosa ha dovuto morire in qualcuno perché qualcun altro potesse vivere. La luce di questo principio irradiata nella sublimità del gesto di Gesù ha illuminato anche quei segmenti di vita in cui agli uomini e alle donne di questa terra capita di riuscire a corrispondervi. Facciamo la volontà di Dio molto più spesso di quanto noi stessi non crediamo.
La Scrittura ci aiuta a capire l’estremo abisso verso cui Gesù trascina questo sacrosanto principio di una dedizione pronta a giocarsi in tutto. Lo fa anzitutto portandoci al passato. Ricordandoci come l’alleanza mosaica sigilla la propria fedeltà all’Altissimo. Essa proietta sull’offerta sacrificale tutta la violenza connessa ad un’alleanza il cui vincolo non può essere infranto senza serie conseguenze. Succeda come a quei giovenchi a chiunque spezzi il patto stipulato di fronte a Dio. L'ombra del dio arcaico lambisce ancora questo solenne rituale di alleanza in cui la presenza della violenza è un monito contro la trasgressione, in cui qualcosa deve andare perduto, in cui l’amicizia col divino si manifesta richiedendo la controparte delle cose migliori. In questa alleanza esiste ancora qualcosa di inquietante, un sentimento di profonda soggezione, una violenza a cui l’uomo non resta che sottomettersi.
La lettera scritta per gli ebrei ci spiega che con Gesù la violenza contenuta nell’alleanza viene disinnescata completamente. Il Figlio la prende tutta su di sé. Niente più sangue di vitelli. Semmai solo il proprio. Ha preso in carico la responsabilità di un’amicizia da ricostruire da capo mostrando che, se ci sono dei sacrifici da fare per mantenere fede all’alleanza, Dio non chiede di sacrificare qualcosa di prezioso per l’uomo, ma mette a repentaglio la vita del suo Figlio. Dio sacrifica tutto pur di averci per amici. Per questo il corpo di Gesù è segno della nuova alleanza. Con il gesto con cui prima di morire Gesù spezza il pane, cerca di spiegare il criterio della sua esistenza. Quel pane che si rompe è la sua vita dedicata completamente a riportarci in amicizia con Dio. Essa ci appare quanto mai a portata di mano perché resa ai nostri occhi affidabile dalla natura del Dio di cui il Figlio si rende manifestazione. Non abbiamo più davanti la figura torva dell’idolo che chiede per se stesso. Ma l’icona di una paternità che si lascia mangiare viva se questo serve alle possibilità di vita dei figli. Di questo è segno il corpo di Cristo. Di quell'amore che non genera se non si lascia consumare. (Giuliano Zanchi)
Roma, Basilica di Santa Maria in Aracoeli 8-10 giugno 2012 Ideata dalla Minoritica Provincia Romana dei SS. Apostoli Pietro e Paolo - Centro Culturale Aracoeli, la manifestazione è realizzata con il sostegno di Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico e del FG GROUP, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e della Feniarco (Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali), sotto la direzione artistica dell’Associazione Musicale Vocalia Consort. Il Festival, alla sua terza edizione, articolato in due serate ad ingresso gratuito con inizio alle ore 21,00, presenta una selezione di concerti di musica vocale sacra (liturgica, spirituale, devozionale e meditativa) risalenti a diversi periodi e tradizioni. Ospiti d’eccezione a questa terza edizione cori di fama internazionale: dall’Estonia il Kammerkoor Collegium Musicale di Tallin (con un ricco programma di musica contemporanea) diretto dal Mo Endrik Üksvärav; e per l’Italia due cori, il Vocalia Consort e il Coro Giovanile Italiano (si esibiranno con un programma di musica sacra tra le quali opere di Pierluigi da Palestrina, Monteverdi, Schütz, Gesualdo) diretti dai maestri Dario Tabbia e Lorenzo Donati. Ulteriore momento particolare del Festival è la Santa Messa Cantata, celebrata domenica 10 giugno alle ore 11,00 nella Basilica di S. Maria in Aracoeli, presieduta da S. E. Card. Paolo Sardi, Patrono Sovrano Ordine di Malta, con la partecipazione dei cori. Al termine della S. Messa i cori si esibiranno con un breve programma di musica antica contemporanea. Un avvenimento musicale d’eccezione che intende avvicinare il pubblico alla grande ed antica tradizione di canto sacro. PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE: Venerdì 8 giugno – ore 21.00 Coro Giovanile Italiano e Vocalia Consort (Italia) – dir. Dario Tabbia e Lorenzo Donati Sabato 9 giugno – ore 21.00 Kammerkoor Collegium Musicale di Tallin (Estonia) – dir. Endrik Üksvärav Domenica 10 giugno – ore 11.00 Santa Messa cantata (con i cori partecipanti al Festival) presieduta da S. E. Card. Paolo Sardi, Patrono Sovrano Ordine di Malta Al termine della S. Messa i cori si esibiranno con un breve programma di musica antica e contemporanea.
Il 30 Maggio sera la comunità di Arulgam in Samayapuram ha fatto corona intorno a sette fratelli postulanti che hanno iniziato il Noviziato. Stanley, Prakash, Lucas, Shaju Allwin, Martin, Abishek, Si sono preparati per ben 5 anni nel seminario Amalagam (Immacolata) in Madurai con due anni di Aspirandato e tre di filosofia. Il 31 Maggio, nella festa della Visitazione della Madonna, altri tre fratelli: Arockia Doss, Jebaraj; Backia Raj hanno fatto la professione temporanea emettendo i tre voti di obbedienza, povertà e castità. Sotto la guida del P Manohar per tutto l’anno del noviziato hanno dato prova di fare sul serio sulla vita religiosa comunitaria. La liturgia è stata presieduta dal P. Generale che in questi giorni sta visitando la delegazione indiana. Nell’ omelia prendendo spunto dalla festa della visitazione, ha affermato che la Madre del Signore ci ha visitato dandoci le grazie di cui ognuno ha bisogno, portando anche a noi, come alla cugina Elisabetta, Gesù che è il motivo principale della vita religiosa. Alla fine della liturgia il neo professo Backia Raj, a nome degli altri neo professi , ha ringraziato coloro che li hanno aiutati in questo cammino, sia genitori che i padri e confratelli. Erano presenti alcuni sacerdoti e suore di altre congregazioni religiose. La giornata si è conclusa con l’inaugurazione del nuovo scuolabus offerto dalla Essegielle e con un pellegrinaggio presso un vicino santuario mariano. 2 giugno 2012