Curia Generale dell'Ordine
Rev.mo Padre Generale P. Luigi Antonio Piccolo OMD
ordine.madredidio@libero.it
Segreteria di Curia
P. Rafael Andres Pereira Barbato OMD
omdcuria@gmail.com
Indirizzo
Piazza Campitelli 9, 00186 Roma
Tel. e fax: (+39) 06.31073632
CONTATTACI
PROFESSIONE SOLENNE IN CILE - I PRIMI COLOMBIANI
Santiago, Chile
Il giorno 22 aprile 2018, la domenica del Buon Pastore ci sono riuniti tutti i fratelli nella Chiesa di San Lazaro a Santiago per celebrare la professione solenne dei fratelli Oney Amaya e Welver Gambino. Si tratta della prima professione dei primi Colombiani nella nostra famiglia religiosa; l’Ordine della Madre di Dio, L´Eucaristia è stata presieduta dal Delegato della Delegazione Cilena-Colombiana, P. Alejandro Abarca, e concelebrata da tutti i confratelli.
Era un momento molto importante per la nostra famiglia leonardina perché ci ha risuscitato in noi quello zelo per servire ed amare e di vedere ognuno come confratello. Continuiamo a pregare per questi i nostri fratelli perché rimangano fedeli alle promesse che hanno fatto oggi, che le loro vite siano veramente un dono all’umanità per la salvezza di tutti.
______________________________________________________________________________________
GALLERIA
https://www.ordinedellamadredidio.org/component/k2/itemlist?lang=it&start=200#sigProId6c5439f4ac
FESTEGGIAMENTI PER LA CANONIZZAZIONE DI S. GIOVANNI LEONARDI A FOSCIANDORA: 18 SETTEMBRE 1938
P. Domenico Cipollini, OMD, ci Racconta
Fin da ragazzo mi sentivo attratto alla vita sacerdotale .La chiamata interna crebbe con la presenza dei nostri Chierici di Migliano al mio paese natale Vagli Sotto (Lucca) in occasione del 25° di sacerdozio del mio parroco Don Pilade Guerrini: era il 22 febbraio del 1934
Rimasi colpito dalla serietà e compostezza di quei chierici che già indossavano la veste talare . E poi il servizio all'altare fatto con decoro e amore mi attraevano, ed io rimuginavo dentro di me: anche io voglio essere come loro.
Mi colpì in modo particolare un chierico bassotto dai capelli rossicci. Quando sono entrato in Collegio l' ho rivisto cresciuto e siamo diventati amici fino al punto di seguirlo poi in Cile. Quel ragazzo, cresciuto, era Padre Mario Feroci.
Il mio parroco vedeva in me segni di vocazione sicura e mi insegnava il latino e l' italiano per tenermi pronto per il possibile ingresso al Collegio di Migliano. Don Guerrini conosceva bene quei Religiosi ,ai quali indirizzò tutta la documentazione per essere accolto come aspirante.
La mia richiesta fu subito esaudita ed io non vedevo l'ora di entrare o almeno di poter parlare quanto prima con il Rettore di allora, il Padre Nicolta d'Amato. Questa 'occasione si presentò con i festeggiamenti che si tenevano al Santuario della Madonna della Stella per la recente canonizzazione di S Giovanni Leonardi .
In molte parrocchie della Garfagnana furono inviati dei manifesti con il programma dei solenni festeggiamenti . I nostri Sacerdoti del Santuario della Stella da anni aiutavano i vari parroci con i differenti ministeri pastorali, compresa la devozione al Santo canonizzato da poco .
La festa veramente solenne culminava il 18 Settembre 1938 con la celebrazione del pontificale presieduto dal cardinale Ermenigilo Pellegrinetti . Dai vari paesi accorrevano gruppi parrocchiali, comitive spontanee e singoli fedeli: Per tutto il giorno le arterie stradali che collegano al Santuario erano piene di fedeli. I canti di quelli che erano arrivati sulla collina si incrociavano con i pellegrini della valle: era una sinfonia di gioia.
Io e mia madre ci organizzammo da soli: a me premeva tanto rivedere quei chierici e parlare con il Rettore di allora per presentarmi come nuovo aspirante della comunità .Di buon mattino partimmo da Vagli Sotto con la corriera per Castelnuovo e poi a piedi fino Santuario: la voglia e la gioia superavano la fatica.
Con mia madre ci trovammo immersi a una folla che saliva verso il Santuario: tutti eravamo contenti di camminare insieme, di cantare, di invocare e acclamare .
In mezzo a tanta gente io ero felice e mi ritenevo fortunato come uno che per la prima volta entra in una nuova casa. dove mi aspettavano confratelli con i quali avrei condiviso tutta la vita. il piazzale del Santuario e del Collegio era un tappeto di gente. Molti stavano appollaiati sui poggi , sui sentieri .
Gli addobbi fatti di stoffe pregiate decoravano non solo la chiesa ma tutto l'altare esterno situato davanti il portone di casa . Dentro la chiesa troneggiava una grande tela raffigurante S Giovanni Leonardi nella gloria dei Santi con la protezione della Madonna. . Il quadro della Madonna della Stella si trovava ancora sull'altare laterale. La scola cantorum era posizionata al lato destro del Santuario: mi è rimasto impresso nella mente e nel cuore il canto latino "Exultate iusti in Domino" a varie voci. Mi sentivo felice dietro quelle note che poi imparai bene nel Collegio. Io non provavo stanchezza a stare tutto il tempo in piedi: tanto è vero che mia madre rimase ammirata della mia attenzione e gioia.
Dopo il pontificale i vari gruppi si sono sparpagliati nei vicini poggi e prati per il loro picnic. Io con mia madre e qualche parente ci siamo recati al ponte di Ceserana da una una famiglia conosciuta dove abbiamo consumato il nostro pasto . Mentre che stavamo li' abbiamo visto altri gruppi arrivare con il treno per salire al Santuario . Un gruppo numeroso era quello di Diecimo, paese natale del Santo appena canonizzato.
L'entusiasmo di quei pellegrini mi spinse a risalire : volevo assolutamente rivedere e parlare con il Rettore per esprimergli la mia di essere stato ammesso al Collegio. Dentro la così detta "galleria" (corridoio che collega il Collegio alla chiesa santuario) vedevo un via vai di chierici. molto indaffarati. Ho chiesto a più di qualcuno di loro che volevo parlare con il P Rettore; ma ognuno mi rispondeva che egli era molto occupato. Allora capii che quello non era il momento adatto, per cui con mia madre facemmo ritorno a Vagli Sotto. Però io portavo a casa un bagaglio di entusiasmo sacro.
Il mio ingresso al Collegio di Migliano avvenne il 3 novembre del 1938, anno speciale per la canonizzazione di S Giovanni Leonardi e anno fortunato per me: mi ha dato l'occasione di stare nell'Ordine della Madre di Dio, da lui fondato ..
Ora che sono passati 80 anni da quel giorno , tutto mi ritorna nella mente e ne ringrazio il Signore insieme al nostro Fondatore. Lo preghiamo che dal cielo continui a guidare la nostra famiglia religiosa dell'Ordine della Madre di Dio e interceda per tutti i suoi devoti .
P. Domenico Cipollini
Napoli 01 Marzo 2018
______________________________________________________
GALLERIA
https://www.ordinedellamadredidio.org/component/k2/itemlist?lang=it&start=200#sigProId98bbda4d6a
L’Omelia 17 aprile 2018
80° Canonizzazione di S. Giovanni Leonardi
Se ci guardiamo intorno possiamo dire che la storia, l’arte, la bellezza che appunto è vicino a noi, ci guardano e magari un po’ ci sfidano. Se ci guardiamo indietro troviamo nella salma nel corpo del nostro Santo Fondatore quel mistero di amore di Dio che ha appunto preso possesso attraverso i doni dello Spirito Santo della sua vita e ne ha fatto una vita splendente di santità.
Se guardiamo alla nostra storia, vediamo appunto come questo fermento è cresciuto pian piano, si è diffuso proprio secondo la volontà del Fondatore fino ad arrivare in terre lontane e fino ad arrivare a tante persone, a tanti fratelli, a coloro che sono consacrati dentro la vita religiosa e anche ad altri che respirano lo stesso dono di Dio attraverso la nostra presenza, attraverso la nostra predicazione, attraverso la nostra testimonianza.
Ebbene, oggi è una giornata certamente da ricordare perché il Signore si manifesta con le nostre capacità, secondo le nostre capacità: si manifesta nel tempo, e nel tempo ha rivelato la santità di Giovanni Leonardi, una rivelazione che come sempre poi si espande, si moltiplica attraverso il tempo e attraverso la nostra risposta e la nostra partecipazione.
Io vorrei arrivare appunto a questo momento nel quale dire un grazie profondo al Signore perché riconosciamo la sua mano nella vita del Fondatore, la riconosciamo perché nonostante tutti gli ostacoli che gli sono stati messi davanti lui ha superato ogni barriere e sempre si è fidato di Dio, messo nelle sue mani come strumento nelle mani del Signore. Questo è il riconoscimento che Il Signore non si lascia intimorire, non si lascia fermare dalla nostra umanità spesso fragile, a volte cattiva, che tende attraverso l’opera del diavolo, o anche attraverso la nostra povertà a impedire la crescita del Regno.
Ecco, nel nostro Fondatore si è rivelata la misericordia del Signore e la sua potenza, e di questo noi lo ringraziamo profondamente perché in questo modo ha dato alla Chiesa uno stimolo forte ad andare oltre.
Allora vogliamo domandarci qual è il nostro ruolo oggi dopo 80 anni dalla sua canonizzazione?
Cosa c’è di nuovo nella nostra famiglia religiosa, cosa c’è di antico, cosa c’è che continua, che continua e che cresce, sviluppa i doni che il fondatore ha seminato? I germi di santità che ha posto nel popolo di Dio.
Credo la prima risposta debba essere quella di noi religiosi, di noi consacrati, la prima risposta debba essere necessariamente uno scavo dentro di noi, personalmente e dentro le nostra comunità per trovare lo spirito iniziale, quello della sorgente.
Forse ci accorgiamo che c’è un grande lavoro da fare, grande lavoro che faremo insieme, come comunità ma è altrettanto importante che lo facciamo come singoli, individualmente, che noi ci confrontiamo con il nostro Fondatore e chiediamoci se il nostro apporto alla vita della comunità è quello che lui desidera, è nella sua linea, se la nostra presenza dentro una comunità sé una presenza costruttiva, una presenza che offre stimoli, che offre aiuto, che dà sostegno, che appunto incoraggia coloro che fossero in difficoltà nella comunità …. Credo che questo discorso della vita comune sia proprio per la storia della vita religiosa sia il primo punto per la storia della nostra comunità, perciò vi invito a pensarci un po’, a parlarne un po’.
A cosa ci chiama il nostro Fondatore? Al dialogo, a un impegno, a un confronto che è l’impegno peraltro sempre apprezzabile in un presbitero diocesano?? Sentiamo primariamente e direi totalmente questa gioia profonda dell’appartenenza alla vita religiosa, a san Giovanni Leonardi, questo credo debba essere prima, rendere la comunità un luogo di incontro di confronto, di crescita.
E poi guardiamo anche al di fuori, guardiamo al di fuori come il vangelo, come la prima lettura ci hanno ricordato e come sappiamo anche i testi eucologici, che ci hanno ricordato di questo suo grande desiderio di annunciare la parola dappertutto, di portare ai confini della chiesa, i confini del regno un po’ più avanti, un po’ oltre.
Allora domandiamoci se noi appunto stiamo facendo questo cammino, se siamo fedeli non soltanto perché ci sono comunità nelle varie nazioni. Chiediamoci se dentro ogni comunità dove siamo, stiamo facendo questo processo, se noi accettiamo questo processo di crescita, se noi accettiamo di andare un po’ oltre, se non ci fermiamo dentro quello che è al sicuro...
Certamente c’è il dono di Dio, ma c’è anche la nostra risposta. Appunto, abbiamo sentito da S. Paolo, siamo amministratori, e dobbiamo seguire le indicazioni che ci sono state date, ci è stato consegnato un tesoro, e dobbiamo farlo crescere come i talenti del vangelo, perché questo tesoro sia sempre più ricco, per farlo sempre più bello, più attraente perché esprima sempre più la gioia della santità
Noi abbiamo, oltre il santo Fondatore, abbiamo altri personaggi nella nostra storia, abbiamo quelli che aspettano il processo appunto di beatificazione ma credo che ne abbiamo molti di più e Dio li ha riconosciuti come buoni servitori del regno e della parola.
Dobbiamo camminare dietro queste orme, dobbiamo seguire questi esempi splendidi che abbiamo avuto di dedizione, di totale dedizione al regno di Dio, alla vita religiosa, alla chiesa.
Questa deve essere la nostra gioia, la nostra vera gioia, quando diciamo al Signore sono povero sono limitato ma quello che sono lo voglio vivere davanti a te, lo voglio impegnare, lo voglio mettere come risorsa a servizio della chiesa.
Fratelli e sorelle, 80 anni di canonizzazione, sono un traguardo. Ma cosa sarà ai 100 anni? Ma nel frattempo ci sono tutti i giorni, e tutti i giorni devono essere riempiti dello spirito del Fondatore, deve esser profumo che si espande e che è la sua presenza, la presenza della chiesa che è misericordiosa, che accoglie come Dio è misericordioso.
Veniamo qui alla intercessione di san Giovanni Leonardi e alla mediazione della Vergine Maria, proprio in questa chiesa dove abbiamo l’immagine di Santa Maria in Portico, proprio questa chiesa, per questo motivo è luogo dello spirito, per noi, che non possiamo dimenticare un luogo dove tante volte il Fondatore è stato prostrato in ginocchio. A lei, alla Madre del Signore, chiediamo di fare da madre ancora una volta, alla nostra vita religiosa, chiediamo a lei di darle quella unità, quello spirito di famiglia che lei sa conservare.
Il nostro grazie dal profondo del cuore per tutte le vostre presenze e anche per la presenza di tanti altri confratelli che magari stanno pregando come noi. Questo è il nostro piccolo grazie, ma viene dal profondo del cuore e allora diciamo al Signore che lo faccia crescere dentro il nostro cuore fino alla sua pienezza, quella della santità alla quale il Signore ci chiama.
(P. Vincenzo Molinaro).
__________________________________________________________________
GALLERIA
https://www.ordinedellamadredidio.org/component/k2/itemlist?lang=it&start=200#sigProId49369ef621
Il giorno 22 marzo 2018, cinque chierici dell'Ordine appartenenti alla Delegazione Indiana hanno ricevuto l'ordinazione diaconale in India. Il vescovo ordinante era il Mons. Thomas Paulsamy, il Vescovo della diocesi di Dindigul. L'Ordine invita questi nostri fratelli, i neo-diaconi; Stanley Jefferson, Lucas, Allwin, r2t6qeph Shaju e Maria Antony Sagayaraj al servizio dei fratelli attraverso la cura della Parola di Dio nella liturgia e carità fraterna. Continuamo a pregare il Signore per loro perché rimangano fedeli alla loro chiamata, perché per l'intercessione di Maria Madre di Dio, trovino la forza e la grazia per continuare il loro cammino di vocazione alla vita sacerdotale.
GALLERIA-DIACONATO IN INDIA.2018
Il giorno 6 gennaio 2018, durante la Solennità dell’Epifania, hanno donato se stessi al Bambino Gesù cinque chierici della Delegazione Indiana: Stanley, Lucas, Allwin, Saju e Sagayaraj. Essi, attraverso la loro professione solenne, si sono consacrati all’amore di Dio. Il Rettore Generale, il Rev.mo P. Vincenzo Molinaro ha ricevuto i loro voti durante una celebrazione partecipata. La Delegazione indiana ha invitato tutti i fedli e i confratelli presenti a ricordare nelle loro preghiere i cinque neo-professi.
Omilia del P. Generale nell’occasione della Professione Solenne in India
Celebriamo questa eucaristia con la stessa meraviglia dei pastori che si vedono sostituiti accanto al presepe da personaggi così importanti di stirpe regale. Celebriamo con la meraviglia dei bambini che in tanta parte del mondo, in questo giorno ricevono i doni, come accade per la prima volta a Gesù Bambino nel racconto di Matteo. Pur nella semplicità della narrazione, inserisce buona parte dell’annuncio evangelico. Celebriamo questa eucaristia come sigillo di un percorso compiuto da cinque dei nostri fratelli, i quali oggi vogliono depositare davanti all’altare un dono molto speciale al Bambino Gesù. Con questo mi piace di salutare i candidati alla professione solenne nell’Ordine della Madre di Dio, mi piace salutare tutta l’assemblea, e in essa i genitori e i parenti dei candidati, il P. Delegato dell’Ordine, il suo Consiglio, i confratelli tutti, i sacerdoti concelebranti, i professi, i postulanti, aspiranti.
Mi piace leggere questa pagina meravigliosa della storia dell’Ordine alla luce del mistero grande che celebriamo. Il Verbo Incarnato, il Figlio di Dio venuto tra gli uomini che si manifesta a tutta l’umanità. E’ questo un grido di gioia, ma è anche un grido di attesa per la grande moltitudine dell’umanità ancora priva di questo annuncio mentre nel medesimo tempo si diffonde tra i credenti uno spirito di secolarizzazione che contagia molti e li allontana dalla fede, se non da quella professata da quella vissuta. Questa nostra celebrazione risponde a una situazione di necessità, non tanto personale, familiare o di Istituzione, quanto a una necessità spirituale, di base, che non si può definire se non evangelica. Tante persone, tanta popolazione hanno fame di Dio, aspettano come diceva san Francesco Saverio qualcuno che parli di Cristo e non si trovano pastori, evangelizzatori, ministri della parola e dei sacramenti
Ebbene, fratelli e sorelle, ecco qui cinque candidati che stanno per compiere un passaggio decisivo. Questo non solo aprirà loro la porta al ministero sacerdotale, prima ancora li costituirà come Gesù consacrati al Vangelo, consacrati alla chiesa, all’Ordine della Madre di Dio. La professione religiosa dei voti di castità povertà e obbedienza significa propriamente mettere la propria esistenza nelle mani del Signore. Offrirla, come un dono, come una offerta, come un sacrificio puro e senza macchia portato davanti all’altare. La preziosità di questi doni è tale che non si può paragonare al più costoso dei regali. Veramente oggi abbiamo davanti a noi l’oro, l’incenso e la mirra del Vangelo. Senza fare allusioni troppo ardite di cui non abbiamo bisogno, possiamo dire che il dono dell’oro, dell’incenso e della mirra rappresentano i voti religiosi. Infatti Gesù riceve questi doni dai Magi, ma è lui che li trasforma rendendoli preziosi. E’ lui il vero re dell’universo, il redentore dell’umanità caduta nella colpa e assetata di Dio, è lui che si fa dono con gesto regale, è lui che dall’alto della Croce, innalzato, attrae a sé ogni creatura. Il dono dell’obbedienza che possiamo leggere dentro il gesto di Gesù di consegnarsi al Padre con totale fiducia, è quella obbedienza indefettibile che oggi i nostri fratelli prometteranno davanti a tutti. Non si tratta di una ispirazione del momento, venuta all’istante della lettura del vangelo che ha fatto sorgere nei loro cuori questo desiderio e questo slancio. Quanti anni, fratelli carissimi, avete covato questo sogno dentro di voi, forse con varie tentazioni e incertezze, ma oggi state per deporre sull’altare non tanto l’atto formale di una promessa, quanto l’aspirazione profonda che portate in cuore. Vivere da re, come Gesù, non facendosi governare e guidare dalle proprie esigenze o dai propri gusti, ma solo dalla parola del Signore che si manifesta a volta a volta nella parola del vangelo e in quella della chiesa.
Nel nostro Re, che oggi veneriamo bambino insieme ai Magi, splende anche il voto della povertà. Lo stiamo contemplando nella sua nascita in una condizione di povertà che oggi fa gridare allo scandalo. Poche sono le nazioni dove una madre che sta per partorire non trova accoglienza. Se questo accade noi gridiamo allo scandalo. Gesù invece, sceglie questa povertà. Anche voi, fratelli, oggi scegliete questa povertà. Fra un anno o fra dieci anni, non gridate allo scandalo se vi mancheranno le cose necessarie. Quello che oggi promettete è proprio questo, rinunciare a tutto. Rinunciare a una casa, a una famiglia, a una professione redditizia, a una discendenza, a dei figli, al denaro, al potere…rinunciate a tutto per diventare re come Gesù Cristo che non ha dove posare il capo. A quale scopo rinunciare a tutto? Per somigliare a Gesù, per servire come lui, per pensare solo al prossimo. Una sfida, fratelli, un andare contro corrente e qualcuno dice contro natura. Voi avete riflettuto bene su tutto questo e siete giunti alla decisione, donare, donare tutto, la vita e la morte. Nulla sia tra voi e il Cristo. La mirra, questo forte unguento allontana da voi l’odore e il timore della morte e vi conservi intatti fino alla venuta di Cristo Signore. Anche il vostro corpo partecipi di questa purezza, con il dono della castità che alla fine significa solamente amare Dio e amare il prossimo più di se stessi. Questo non vuol dire fare lo straordinario, vuol dire fare come Gesù. E’ lui che ha amato più di se stesso, si è consegnato alla morte, ma il Padre ha gradito il suo gesto e lo ha liberato dai lacci della morte. Questa è la nostra fede, fratelli, quello che muove i nostri passi e nostri sentimenti, le nostre decisioni, i nostri affetti.
Anche l’incenso ha la sua parte nella messa ed è un simbolo bellissimo della consacrazione del nostro cuore prima ancora del nostro corpo.
Mi pare di lasciare indietro una cosa importante se non dedicassi una riflessione al nostro Fondatore, san Giovanni Leonardi. Voglio cominciare dalla sua giovinezza, quando studiava come farmacista e secondo l’usanza conciliava lo studio con il lavoro. Alla fine, terminato il suo percorso, era pronto a installare una farmacia nel suo paese natio, per far felice sua madre e la sua famiglia. Ma il progetto di Dio su di lui era un altro. Egli si lasciò guidare, non considerò quanto era stato sprecato negli studi farmaceutici, ma semplicemente che tutto era grazia. Avvicinare tanti ammalati, tante persone dipendenti dalla medicina, tante persone bisognose di aiuto, di una parola, di un gesto. Ecco, quello che aveva imparato non sarebbe stato buttato via, ma valorizzato nell’ambito spirituale. Dalla malattia del corpo sarebbe passato a un trattamento spirituale. Giovanni Leonardi diventa sacerdote e si innamora dell’annuncio. Dell’accompagnamento spirituale, della riforma e della missione della chiesa. Il suo desiderio espresso nelle parole della tradizione di andare alle Indie, significava la sua volontà di andare dove c’era necessità dell’annuncio, non importa il paese quanto importa il bisogno. Con questa stella come guida, l’Ordine giunge in India e con la medesima stella giungerà a ogni luogo dove si manifesterà l’esigenza dell’annuncio.
Cari Fratelli, davanti a voi un percorso impegnativo, pieno di tentazioni. A volte vi sentirete soli: vi mancherà la vostra famiglia, vi mancherà una moglie, vi mancherà la tenerezza dei figli. A volte sarete tentai dalla ricchezza. Potere comprare quello che si desidera, le cose belle. Sentirsi importanti. Più spesso ancora sarete tentati dall’orgoglio, dalle vedute personali. Come vivere l’obbedienza? Come accettare che un altro ci dica quello che dovrete fare? La stella, la guida, la luce che non vi mancherà mai e che dovrete seguire per trovare la pace del cuore, la cometa che vi porterà a Betlemme, sarà solo l’Eucaristia. Il Pane, il Corpo donato, il sangue versato, ricevuto come pane di vita dal nostro Fondatore, è quello traccia il cammino. Non c’è consacrazione, non ci sono voti, non c’è fede senza il dono di sé. E non diventiamo anche noi Eucaristia, pane donato, sangue versato. Non si capisce l’obbedienza, la povertà, la castità senza la Pasqua del Signore. Oggi è la vostra Pasqua, il sacramento della vostra vita offerta, donata, gioiosamente. Offerta, donata, gioiosamente. Senza rimpianti, senza guardarsi indietro, al contrario pronti, vigilanti per rispondere a ogni chiamata dei fratelli che hanno bisogno di voi. La Vergine Maria che consegnò il Bambino Gesù ai Magi come lo consegnò al nostro Fondatore, oggi lo consegni a voi e voi fatene dono al mondo.
De Nativitate Domini
Exit Edictum [Lc. 2, 1]
Oh Dio mio! Oh creator e factor mio! Dove ti ritrovi. Dove alberghi, dove vuoi nascere! Qual cor’ non si liquefà, non vien meno, non si risolve in lacrime in questa consideratione?
Et factum est, dum essent ibi […]. Dove sono, o Gesù mio, I gran palazzi, I superbi edificij, l’alte torri quali all’altezza della maestà tua si convengono? E’ questo il tuo regal palazzo?
Oh altezza, oh superbia del mondo ché non ti confondi poiché il tuo Dio vol nascer in un loco così vile? E tu polvere e cenere, homicciolo vile non ti satij mai, mai ti contenti di edificar case sopra case, camere sopra camere, con che altro non mostri che di haver posto il tuoparadiso in questo mondo…
(Rielaborazione del testo di un’omilia di S. Giovanni Leonardi già registrata nelle carte 455-456)
Cari fratelli e sorelle, accogliamo questo Bambino con pace, amore e gioia,
questo è il vero Natale, amare gli uni e gli altri perché
quando si ama è sempre Natale. Festeggiamo con Maria Madre
di Dio, Carissimi in Cristo, la Speranza non delude mai, Cristo
è fedele alle sue promesse.
Vi auguriamo un santo Natale e felice Anno Nuovo.
Auguri Auguri Auguri!!!!!!!
Diaconato di Alexis Ortiz OMD
La Domenica 10 dicembre, il chierico Alexis Ortiz è stato ordinato diacono nella parrocchia di Nostra Signora di Guadalupe a Quinta Normal (Santiago). Il Sacramento dell’Ordine gli è stato conferito da Mons. Oscar Blanco OMD, Vescovo di San Juan Bautista de Calama. L'Eucaristia era partecipata, tutti i fedeli della parrocchia, il neo-ordinato e la famiglia insieme ai parenti e gli amici erano contenti, tutti erano pieni di gioia ed emozione per la celebrazione e per il dono che Dio sta facendo alla Delegazione cilena, all’Ordine della Madre di Dio e alla Chiesa Universale. La presenza del nostro Superiore Generale, Rev.mo P. Vincenzo Molinaro è stata una gioia e un regalo notevole al neo-ordinato. Siamo tutti invitati a pregare per il diacono Alexis perché il Signore che ha iniziato quest’opera buona in lui possa portarla al compimento, anche perché il neo-ordinato possa servire il popolo di Dio con tutta la sua energia, e lo affidiamo all’intercessione della Madre di Dio.