Cookie Consent by Popupsmart Website

stemma e nome

305
Sermone sull’onore dovuto ai genitori (C. 244)


Nel precetto onora il Padre e la madre non s’intende solo l’onore che si deve ai genitori. ma anche agli altri superiori, e al contempo la cura che i superiori devono avere verso i sudditi. 

Occorre essere soggetti ai superiori come ai propri padri, perché ognuno sia conservato nel proprio stato. Ciò si dimostra dal fatto che i principi e tutori sono come dei padri e ad essi si deve amore, obbedienza e riconoscenza.

Oh quanto agisce male chi trasgredisce con portare odio o non obbedisce e straparli o mormora! Guarda bene che nella trasgressione di questo precetto possono cadere sia i sudditi che i superiori.
Sabato, 02 Agosto 2014 08:52

Diciottesima domenica del tempo ordinario

302
Dal Sermone sulla nobiltà dell’anima (C. 148 v.)


Fra tutte le cose che sono reprensibili nell’uomo, una è principale: la brutta e abominevole ignoranza delle cose grandi che egli è tenuto a sapere per renderne conto. Da questa considerazione nasce il fatto che le cose di pregio non si stimano e le vili ed abiette, si tengono tra le importanti. Così come accade ad un contadino che non conoscendo il valore di un rubino lo venderà a poco prezzo, mentre il gioielliere ne terrà di gran conto il valore. Questo accade alla miseria della nostra umanità, che ceca ed ignorante della preziosità della sua anima la disprezza a favore della viltà del proprio corpo […].

Ora Dio che creò il cielo e la terra con i suoi ornamenti a compimento di tutto fece una creatura che fosse più nobile ed eccellente delle altre creature; un trono, una sede dove l’altissimo Signore potesse trovar riposo per mostrare  la sua magnificenza e grandezza.  Fece come fanno i pittori, i quali quando cominciano le loro opere, prima le abbozzano iniziando dai colori grigi, poi vanno sempre più al vivo dell’immagine man mano che giungono al completamento della pittura. Aggiungono la vivacità dei colori, in modo che la magnificenza dell’opera si mostri e l’arte del maestro venga lodata.

Così il Signore nostro, Carissimi, creando questo universo, abbozzandolo, tirò solo le linee dicendo semplicemente: si compia la mia parola (Cf. Gen 1,3), ma quando toccò all’uomo non disse solo si compia, ma facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza (Cf. Gen 1,26), onde formato il corpo dal suolo, su quel nobile colore disegnò la sua bellezza, ispirando sul volto lo spirito di vita e donandogli l’anima. Questo fu l’ultimo atto della creazione di Dio.

Oh, grandezza di questa anima! Oh nobiltà che la fa simile ed una con  il suo Creatore: immortale, invisibile, infinita, eterna, impassibile. Essa possiede volontà, intelletto, libertà come Dio […]. Si conosce la grandezza dell’anima dal cibo che per essa è stato ordinato. Poiché quando si vede una mensa con delicatissime vivande, subito ci rendiamo conto a chi appartiene tale cibo e a chi è offerto il più nobil cibo che trovar si possa.  E’ nobile dunque questa nostra anima, perché è trono di Dio, è tempio di Dio, e sede di Dio, è sposa di Dio è delizia di Dio.
 
302
Dal sermone (C. 254)


Gli occhi del Signore sui giusti (Sal 33,15). Questa provvidenza è così grande che se appunto Dio li  ritira da noi cadremmo a terra come dei bambini che non sanno camminare. Essi sono ritti, quando sono custoditi dalla madre, ma una volta che questa li lascia andare da soli si precipitano, e così Dio nei nostri confronti.

Accade anche che colui il quale vuole far rappresentare la sua immagine in uno specchio, questo sguardo ci fa stare rivolti a Dio.

Così come quando uno vuole vedere la sua immagine, occorre che guardi nello specchio. In effetti, noi non possiamo guardarci da soli, solamente in Dio possiamo ammirare la nostra immagine.

Pertanto occorre  accettare che fra la nostra visione e quella di Dio c’è molta differenza. Da parte nostra siamo portati a vedere bassezze o varie cose per conoscenza.

La visione di Dio è produttrice di bene, e questo lo potrai notare nelle parole pronunziate dalla Vergine Maria: Egli ha guardato l’umiltà della sua serva (Cf Lc 1,48)
Sabato, 19 Luglio 2014 16:44

Sedicesima Domenica del Tempo Ordinario

299
Dal sermone sulla bontà del consigliarci (C. 322)


Avendo Nostro Signore fornito la bontà umana dell’originale giustizia, e come il freno agisce su un cavallo feroce, così la parte sensibile della nostra umanità si trova  soggetta alla ragione, per cui con gran facilità l’uomo si libera dall’amor proprio, ma il peccato è sempre alle porte: “Più fallace di ogni altra cosa è il cuore difficilmente guaribile chi lo può conoscere?” (Ger 17, 9).

Ciò è segno divino che ai medici non è permesso di curare se stessi, né a coloro che guidano di essere al contempo, pastori e pecore. Vedi come l’infinita bontà divina fra gli altri rimedi alle miserie pose quello contro la tirannia dell’amor proprio. E se nelle nostre cose non vogliamo errare occorre che prendiamo qualche buon consiglio. 

Per questo afferma la Scrittura: “ Figlio non agire senza consiglio”. Ci viene ricordata così la nostra miseria. Mentre vogliamo costruirci da soli, è conveniente umiliarci davanti agli uomini. E questo perché? “La sapienza si trova presso coloro che prendono consiglio”. Questi sono i veri sapienti. Ed è Dio che regge coloro che con sano consiglio si governano e con tutte le loro azioni lo onorano e lodano.
Sabato, 12 Luglio 2014 15:19

Quindicesima domenica del tempo ordinario

300
Dal sermone sul fine dell’uomo (C. 506)


Nelle cose spirituali i mezzi per condurci al nostro fine sovrannaturale devono esse anch’essi sovrannaturali. Ed il Signore non ce ne ha privato. Fra questi mezzi proporzionati ed efficaci a questo fine, vi sono i santissimi sacramenti. E fra tutti, quando uno ha perso l’innocenza battesimale, vi sono il sacramento della penitenza e quello dell’eucaristia. […] Questi in effetti, sono i mezzi più efficaci per conseguire il nostro fine.

Ora benché la passione di Gesù Cristo sia causa naturale dell’umana salvezza, […] Dio ha ordinato che la causa naturale, cioè la passione di Gesù Cristo, venga a noi unita mediante i santi sacramenti. […]. Cosiché il buon cristiano frequentando questi celesti misteri, purifica la sua coscienza ed è confortato lungo il suo pellegrinaggio terreno, ed in tal modo può pervenire al suo fine.

Questo ci fu rappresentato, carissimi, nel santo Elia il quale, sfuggito dall’ingiusta regina Gezabele e giunto presso il torrente Cherit, stanco per il viaggio, agitato dal dolore, indebolito per la mancanza di cibo, si buttò sotto un ginepro e domandò la morte (Cfr 1 Re 19,4). E nel sonno ecco giungere il Padre della provvidenza che inviò il suo Angelo con una brocca d’acqua e un pane cotto sotto la cenere. Svegliato il profeta gli ordinò di mangiare e bere. Fatto ciò il profeta si addormentò e nuovamente l’Angelo comandò di alzarsi e mangiare. Per quale scopo? Perché restava ancora un grande viaggio da compiere. Fortificato da quel cibo, come afferma la Scrittura, Elia camminò quaranta giorni e quaranta notti verso il monte di Dio l’Oreb. Ora ditemi, mancavano forse a Dio altri mezzi per condurre il profeta, di cibo, di pane e di acqua? Ciò egli comandò, essendo tale cibo figura del Santissimo Sacramento. […] e se contemplate, o carissimi, la dolcezza di questo convito, scoprirete che qui vi è un cibo sopra ogni altro cibo, un pane sopra ogni pane, qui vi è Cristo!
299
Da un sermone sul Paradiso (C.294)


Benedite il Signore voi tutti suoi eletti (Cf. Tb 13,10) […]. Quasi volesse dire riempite i vostri giorni di letizia e lodate il Signore. Beati tutti coloro che amano te Gerusalemme e si rallegrano per la tua pace […]. Benedite la casa di Dio!

Oh casa di Dio risplendente e bella! Io ho amato la bellezza ed il fuoco dove abita la gloria del mio Signore che ti ha creato e ti possiede. A te sospiro lungo il mio pellegrinaggio, giorno e notte, desidera e brama te il mio cuore, a te anela la mente mia, all’amicizia della tua felicità e gloria desidera giungere la mia anima. Io dico a colui che ha fatto te che possieda me, me in te, perché lui ha fatto me e te. Che io mi consumi per la dolcezza di te o patria sì bella!

Oh città del mio Dio! Oh abitazione suprema! Oh luogo di riposo e di pace! Sede della letizia! dimora sopra ogni felicità! Cumulo di delizie! A te sospiro, a te grido, a te supplico e ti dico: Ho Gerusalemme, Casa di Dio, dopo l’amor di Gesù tu sia la mia allegrezza e consolazione, la dolce memoria di te sia refrigerio nella mia amarezza.

Tutti leviamoci di dosso questo fango, stacchiamoci da questo mondo infelice, saliamo in cielo a godere del riposo di Dio, per trovarci in quella suprema luce, ammirare quella incredibile bellezza e starcene con il nostro Dio per sempre. Amen.
Venerdì, 27 Giugno 2014 10:11

Santi Pietro e Paolo


meditazione 28-06-14Sermone nel giorno dei santi Pietro e Paolo (C. 510)

Questo è quel Pietro che segue Giovanni chiamato da Cristo, lascia il Battista per passare ad uno stato di vita più nobile e perfetto, e perché tu possa imparare da questo! Pietro appena viene chiamato, abbandona la barca, la rete ed il padre e segue subito il Signore e questo perché tu possa apprendere che quando il Signore chiama devi abbandonare tutto e subito come fece l’Apostolo.

Questi è colui che vedendo Gesù dalla barca chiese licenza di andare verso di lui sull’acqua, ma vedendo venire quell’onda, si perse d’animo. E questo perché tu impari che quando Dio ti fa incominciare un’opera e poi vedi le tentazioni che sorgono, non per questo ti devi perdere d’animo. 

Questi è colui che essendosi affaticato tutta la notte per pescare senza prendere nulla, al comando della parola di Gesù sperimentò l’abbondanza. Questi è colui che, mentre Gesù affermava la sua dipartita a Gerusalemme disse dopo averlo riconosciuto come Messia, questo non ti accada o Signore (Cf. Mc 8,32) e Gesù gli disse vai dietro a me Satana! Perché tu possa apprendere a non togliere i tuoi passi da quello che il Signore vuole.

 
Domenica, 22 Giugno 2014 19:11

SS. Corpo e Sangue di Cristo


meditazione 22-06-14Dal Sermone sulle nozze regali (C.468)

Qual è il convito delle nozze spirituali? Altro non è, che il convito del Santo Sacramento del Corpo del Signore. Perché questi, prima per mezzo della penitenza, ci sposa unendoci a sé attraverso la sua grazia, poi ci nutre con il suo Corpo.
Come per le carni degli animali grassi e forti chi se ne ciba riceve la stessa forza, così da questo alimento divino.
Oh alto segreto! Oh profondo mistero!
Considerate che ciò avviene per il Corpo di Cristo. Coloro che si cibano del suo corpo diventano più robusti, proprio perché, uno degli effetti del Santo Sacramento è dare forza e consolazione interiore, come avvenne per il profeta Elia che fu confortato dal cibo divino, il quale prefigurava questo Sacramento. E che tutto ciò  corrisponde al vero, ascolta cosa dice il salmista: “il pane che sostiene il cuore dell’uomo” (Cf. Sal 103 15) e altrove: “per me tu prepari una mensa” (Cf. Sal 22,5). […] Tutto questo manifesta la Chiesa quando canta: “E’ il pane che fornisce delizie al re”. O sacro convito!

 
Sabato, 14 Giugno 2014 19:11

Santissima Trinità

298
Dal sermone sulla divina bellezza (C.167)


Proprio perché Dio è somma bellezza questo ci dovrà convincere ad amarlo in modo sublime. Ora, volendo parlare della divina bellezza, è come voler svuotare tutto il mare goccia a goccia. Sarebbe più facile calcolare tutte le stelle del cielo, contare tutte le rane del mare.

In Dio, risiedono tutte le bellezze dell’universo come è scritto : E in mio possesso la bellezza del compo (Cf. Sal 49,11) Di che campo si tratta se non dell’universo dove egli esce a seminare (Cf. Mt 13,3) il seme della sua bellezza? […]

Nella conoscenza di tale bellezza, noi infermi, siamo chiamati a salire come scrive Platone: Ascendere per mezzo delle realtà belle, di grado in grado fino alla bellezza ultima, profondo oceano di splendore nel quale le creature s’immergono.
 
Vedi cristiano, tutte le cose belle dell’universo sono unite in Dio in modo eminente. Così  come i raggi splendenti del sole dispersi sulla terra, essi sono sono uniti nel disco solare. Osservando queste cose eleviamo in alto il nostro intelletto per comprendere che le creature portano in sé le tracce della divinità ed alcune sono fatte ad immagine di Dio. […]

La vera bellezza è una scintilla che Dio ha seminato nel campo dell’universo. In lui è tutta la bellezza, di tutti gli uomini che sono stati e che saranno.
 
Sabato, 31 Maggio 2014 20:27

Ascensione del Signore

297
Da un sermone (C. 384)


Ecco come si entra in cielo e come si va in paradiso. Attraverso molte tribolazioni! (Cf At 14,21)

E tu superbo dimmi con quale volto vorrai andare tra quelli che patirono umiliazioni?

Tu ambizioso con quale volto fra quelli che fuggirono l’ambizione?

Tu che cerchi solo te stesso con quale volto andrai tra coloro che hanno disprezzato se stessi?

Tu che sei avaro con quale volto andrai fra quelli che davano tutto di sé?

Tu che usi il matrimonio con malizia con quale volto andrai tra quelli che lo vissero in santità?

Tu che sei sepolto in questi pensieri, sarai  fra quelli che acquistarono valore con il loro umile passaggio. 

© 2024 Ordine della Madre di Dio. All Rights Reserved. Powered by VICIS