Cookie Consent by Popupsmart Website

stemma e nome

Sabato, 21 Aprile 2012 10:38

III Domenica di Pasqua

205
Dal Sermone beati gli occhi che vedono (C. 346)

 

“Beati i vostri occhi che vedono”. Bellissima e degna di considerazione, questa sentenza di Gesù. Quattro cose vi si ossevano. La prima, riguarda gli occhi a cui il Signore si riferisce. La seconda, di che beatitudine si tratta. Cosa vedono gli Apostoli per essere beati? La quarta, in che senso gli Apostoli sono lodati.

 

Per intendere questa massima dobbiamo tenere presente il ringraziamento che Gesù fa al Padre per aver manifestato attraverso la parola i suoi segreti, nascondendoli ai malvagi (Cf. Mt 11,25).

 

Così il Maestro, chiamati da parte i discepoli con volto pacato dice loro: beati i vostri occhi perché vedono. Quasi volendo esprimere loro: Beati e felici voi ai quali è fatta tanta grazia, offerto tanto dono, nel vedere cose grandi e comprendere tanti misteri!

 

Di quali occhi parla il Salvatorie? Non certo quelli del corpo, perché sarebbero stati beati anche i Fariseri che vedevano come gli Apostoli. Gesù parla degli occhi dell’anima, cioè dell’intelletto, nel quale risiede la fede. L’intelligenza umana  è come un occhio, attraverso il quale l’anima vede le cose appartenenti alla nostra salvezza.

 
Domenica, 15 Aprile 2012 12:36

II Domenica di Pasqua

204Da un sermone sulla domenica in albis (C. 338)

 

[…]  Stette Gesù in mezzo! E’ stato sempre suo desiderio essere in mezzo alla nostra umanità: quando nacque in un presepe; stette in mezzo tra i due ladroni sulla croce, piantato sulla terra; oggi è in mezzo ai suoi discepoli. Questo per mostrarci, o carissimi, che è lui la regola della vita cristiana.

 

Pace a voi! (Gv 20,19) Dolce voce, soave voce, poiché come dice la Scrittura: egli dispone le fondamenta della terra (Cf. Pr 8,29). Ora mi voglio soffermare sul senso della pace […]

 

Vedete carissimi, ciascuna cosa cerca il proprio ordine, la propria disciplina. Infatti, per quanto riguarda la pace, ciò che Dio fece nell’universo, lo realizzò nel mondo più piccolo, nell’uomo che egli  ha fatto giusto (Cf. Qo 7,29). Ora nell’ordine divino, dato che i sensi sono sottoposti alla volontà, non vi è tranquillità e pace davanti al peccato. […] Occorre essere in pace con Dio e con se stessi, pace con il prossimo come comanda il Signore, è necessaria la pace tra le nostre famiglie cosicché ne provenga beneficio a colore che le abitano.

 

Pace ai governanti, perché abbiano davanti ai loro occhi, l’ordine stabilito da Dio ed il suo onore. Ugualmente sia fatta giustizia al povero come al ricco, perché il Signore sta in mezzo a noi. Pace affinché i poveri siano soccorsi.

 

E finalmente questa pace ha sempre voluta Cristo. Per questo venne dal cielo in un tempo di pace e gli angeli cantarono la pace, apparve ai suoi discepoli e lasciò loro la pace, ma soprattutto sul duro legno della croce egli fu la nostra pace.

 
Domenica, 08 Aprile 2012 12:23

Domenica di Pasqua

203Dal sermone sul fine dell’uomo (C. 506)

 

L’Altissimo ed eterno Dio creando questo universo, costituì come dice la Sapienza tutte le cose in peso, numero e misura (Cf. Sap 11,21) e ad ogni cosa diede il proprio fine […]. Ora l’uomo, il più nobile tra tutte le creature, fu stabilito come fine di tutte le cose create. E che sia l’uomo il fine delle cose create lo afferma la Scrittura dicendo: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza (Gn 1,26) […].

 

Ma solo all’uomo tra le realtà create, Dio ha dato la possibilità di essere fruitore della divina essenza. Ora, come nelle cose naturali i mezzi sono naturali […], similmente nelle cose spirituali i mezzi per condurci al nostro fine sovrannaturale, devono essere tali. E fra tutti i mezzi proporzionati ed efficaci vi sono i santi sacramenti.

 

Il Battesimo, la Penitenza e l’Eucaristia. Infatti, attraverso il primo ci riconciliamo con Dio, otteniamo la grazia per la quale la fede si fa viva, la carità s’infiamma, la speranza si rinverdisce e l’umanità cammina verso il suo fine. Per il sacramento dell’Eucaristia, inoltre, siamo confortati, nutriti spiritualmente, siamo uniti e trasformati in Dio. Siamo, come dice l’Apostolo resi partecipi della natura divina. (2Pt 1,4)

 
Sabato, 31 Marzo 2012 09:21

Settimana Santa

202
Dal  Sermone ricordati di me Signore (C. 246)


 

Cristo non si è dimenticato del ladro. Signore mio sembra agli occhi degli uomini che tu abbia fatto tutti i mali del mondo, che tutto il mondo ti è contro! Che gran crudeltà! Non esiste malfattore che abbia compiuto tanti  male per essere punito come te, o Cristo innocente! Ma noi con i nostri peccati facciamo lo stesso.

 

Occorre tuttavia imparare dal buon ladro, non tanto nell’aspettare la fine della vita per convertirsi, quanto rispondere prontamente nell’ora della chiamata. E questa è l’ora del ladro. Così, tu se sei chiamto ora, rispondi!

 

Coloro che si burlano delle cose spirituali, sono come quelli che scrollano il capo davanti alla Croce. Quelli che affermano: non si può osservare la legge evangelica, è troppo stretta. Costoro sono come coloro che dicono: “scendi dalla croce!” (Mt 27, 40). Se ti esortano a lasciare la via di Dio, tu non compiacerli, ma continua a seguire Cristo.

 

Domenica, 25 Marzo 2012 07:10

V domenica di quaresima

201Da un sermome sull’Esaltazione della Croce (C. 500)

 
La croce fu piantata nel mezzo della terra perché ricorda il salmista: in mezzo alla terra Dio ha operato la sua salvezza (Cf. Sal 73,12). E questo perché noi possiamo intendere, o diletti, che la croce del Signore è fissa nel mezzo della nostra umanità, cioè nella nostra  anima.

 
Infatti, la Croce fu piantata nel nostro cuore tante volte. Quando Dio introdusse in noi la sua grazia. Egli piantò la croce in noi nel Battesimo quando fummo rigenerati in questo lavacro benedetto.

 
La piantò nella confermazione, quando fummo chiamati tra le sue schiere. La radica in noi ancora oggi quando ci confessiamo con viva contrizione.

 
Pianta la croce ogni volta che si celebra il sacrificio nel santo Sacramento. La innesta continuamente nella mente dei suoi fedeli quando in essi accende il fuoco della sua passione.



 
Sabato, 17 Marzo 2012 09:10

IVdomenica di quaresima

200Da un sermone sulla lettera agli Efesini (C. 199)

 

E’ Dio che promette di farci diventare suoi figli ed eredi (Cf. Gal 4,7) […]. Infatti, se egli crea lo fa per amore; se custodisce la creazione è ancora per amore; se governa lo fa per amore; se ordina, ciò avviene unicamente per amore. Chi fece incarnare nel tempo suo Figlio se non l’Amore? Afferma l’evangelista Giovanni: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito (Gv 3,16). Imita Dio in questo, offri tutto di te all’Altissimo! Ma come dobbiamo amare? Come Cristo ci ha amati  dando se stesso per noi (Ef 5,2). Consegna a Dio la tua volontà, poiché Dio non accetta niente da te senza di te. […]

 

Sii ostia a lui gradita come Cristo che si offrì in sacrificio di soave odore. Come gli aromi i quali non danno la loro fragranza quando sono interi, ma quando sono frantumati. Questo fece Cristo, diffondendo il suo odore quando fu spezzato, quando gli furono aperte le mani, i piedi, il capo ed il costato. Spezzati gli aromi e posti nel fuoco si sparge il loro odore. Il buon profumo di Cristo non si sarebbe sparso se egli non fosse stato ostia gradita posta sul fuoco. […] Oh vita della mia vita! Oh vita dell’anima mia! Se mi fosse lecito vorrei abbracciare la tua santissima umanità.

 
 
Domenica, 11 Marzo 2012 06:43

III domenica di quaresima

199Dal sermone sulla guarigione dal peccato (C. 219)

 

La miglior novità ed il maggior conforto che si possono dare ad un infermo gravemente ammalato, è dirgli che il medico gli ha ordinato un rimedio che lo farà guarire. In questo modo fratelli, anche noi infermi nella nostra anima, come non possiamo ascoltare che Cristo medico ci offrirà il migliore rimedio per noi? Dunque è Cristo la buona notizia! In Lui Dio ci vuole risanare. […]

 

Ditemi, quale infermo è così ostinato da essere nemico del proprio bene. E che nel suo male, vedendo il medico e con lui la medicina per guarirlo, anche se dolorosa, il malato non diventerà nemico di se stesso sforzandosi di applicare il medicamento consigliato? Vedete anche noi siamo infermi incerti. Dio ha tra le mani la medicina per la nostra salute: la penitenza e i mali che meritiamo. Saremo così insensati da non voler prendere tale rimedio? Cristiani i nostri rimedi sono la penitenza, il digiuno, la preghiera, la devozione. Ora come il Vangelo ci ricorda che il funzionario del re ottenne la guarigione per suo figlio (Cf. Gv 4,49) da Cristo medico, come non presentarci anche noi presso tale medico con maggiore fede e non ottenere lo stesso? Su cristiani con il cuore umiliato buttiamoci davanti al medico Cristo e con me pregate!

 

O Signore discendi in mezzo a noi con la tua grazia, sanaci con i tuoi doni. Per le tue sante piaghe, per i chiodi, per le spine trafitte sul tuo santo capo, prendi noi, queste tue anime, perché tornati a Te ci farai liberi dal male e compagni nella tua gloria.

 

 

 
Sabato, 03 Marzo 2012 17:06

II domenica di quaresima

198Sulla Divina bellezza (C. 244)

 

Tutti desiderno l’umana bellezza e l’amano come ci ricorda la Sacra Scrittura. Alcuni furono da essa accecati perché possiede una grande forza. Per tale motivo alcuni santi passarono la loro vita senza guaradre in faccia nessuno.

 

Ora se le realtà umane muovono tanto l’uomo ad amarle, come non ci attirerà Dio che è somma bellezza? Ma per parlare della bellezza di Dio è come scorgere le gocce in mezzo la mare e sarebbe più facile perché della sua magnificenza è scritto: “è mia la bellezza dei campi” (Cf Sal 49,11).

 

In effetti questo campo di cui parla il salmista è l’universo.Cosiché difficilmente si può comprendere tale bellezza. Per questo è necessario ascendere dalle creature al Creatore essendo che queste sono, come affermano alcuni santi, vestigia della divinità.

 

Contempla dunque la bellezza degli Angeli e dei Santi. Ma tutte queste appartengono a Dio in grado più eminente, poiché egli è origine di tutta la bellezza.

 

Per questo riflettendo la nobiltà di Dio le creature devono muoverci e attrarci ad amarlo. Come molti per godere della bellezza affrontano tanti disagi, quanto più noi mossi dall’eterna bellezza di Dio?


 
Sabato, 25 Febbraio 2012 14:23

I domenica di Quaresima

197Da un sermone sulla Passione (C.246)

Il ricordo della mia miseria e del mio vagare è come assenzio e veleno” (Lam 3,19). Lo disse Cristo con la voce del profeta Geremia affinché ci ricordassimo dei suoi dolori e della sua passione.

La passione di Cristo è proposta come un libro nel quale leggiamo ed apprendiamo ogni virtù, come rimedio in ogni nostra tentazione e come uno specchio per conoscere le nostre imperfezioni. Si dice che questo libro è quello che vide san Giovanni nell’Apocalisse segnato con sette sigilli (Cf. Ap 5).

In esso si leggono tutti gli attributi di Dio e tutte le nostre miserie. E si dice anche che era scritto all’interno e all’esterno. Il profeta dice che nel libro trova rimedio, perché fu figurato nel serpente di bronzo e come in uno specchio nel quale è possibile vedere le virtù di Cristo e riconoscere in noi i vizi contrari.


 
Sabato, 18 Febbraio 2012 11:33

VII domenica del tempo ordinario

196Dal sermone sul paralitico (C. 453)

 

Quei quattro che portavano il paralitico rappresentano le quattro virtù che uno deve possedere per essere risanato dal peccato.

 

Poiché colui che non si confesserà bene non ha prudenza nel prendere in esame la sua coscienza. E non gli gioverà a nulla se non aggiungerà la fortezza, cioè il dispiacere di aver offeso Dio e non si proporrà di voler resistere ai vizi e alle contrarietà che gli possono accadere. E similmente la temperanza, l’abbandono di ciò che è superfluo, vano, le cattive pratiche, insomma non giungere agli estremi.

 

Così la prudenza, sarà nell’intelletto, la giustizia nella volontà, la fortezza nella parte irascibile e la temperanza dove risiedono le passioni; non volendo ne desiderando se non ciò che è di bisogno.

 
© 2024 Ordine della Madre di Dio. All Rights Reserved. Powered by VICIS