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Sabato, 26 Novembre 2022 11:35

Prima Domenica di Avvento

San Giovanni Leonardi. Dal Sermone sul Salmo 33 (C. 254)

 

Gli occhi del Signore sui giusti (Sal 33,15). Questa provvidenza è così grande che se appunto Dio li  ritira da noi cadremmo a terra come dei bambini che non sanno camminare. Essi sono ritti, quando sono custoditi dalla madre, ma una volta che questa li lascia andare da soli si precipitano, e così Dio nei nostri confronti.

Accade anche che colui il quale vuole far rappresentare la sua immagine in uno specchio, questo sguardo ci fa stare rivolti a Dio.

Così come quando uno vuole vedere la sua immagine, occorre che guardi nello specchio. In effetti, noi non possiamo guardarci da soli, solamente in Dio possiamo ammirare la nostra immagine.

Pertanto occorre  accettare che fra la nostra visione e quella di Dio c’è molta differenza. Da parte nostra siamo portati a vedere bassezze o varie cose per conoscenza. La visione di Dio è produttrice di bene, e questo lo potrai notare nelle parole pronunziate dalla Vergine Maria: Egli ha guardato l’umiltà della sua serva (Cf Lc 1,48), alle quali fanno eco quelle del salmista: Egli che guarda la terra e la fa sussultare (Sal 103,32).

Pubblichiamo la lettera inviata dal Delegato d’Italia P. Luigi Murra il 20 novembre 2022, in occasione delle nuove composizioni delle comunità OMD italiane.

Carissimi fratelli, con questa lettera sono a presentarvi la nuova formazione delle nostre comunità.

Ho avuto la gioia di poter visitare tutte le nostre case e avere momenti di incontro e di scambio con ciascuno di voi. È stato per me un momento bello e arricchente e, il mettermi in ascolto delle vostre storie e dei sogni per la vita del nostro Ordine, mi ha dato tanta forza.

Come possiamo ben immaginare è impossibile poter realizzare tutti i desiderata, quello che ho potuto fare è accoglierli, portarli nella mia preghiera e discernimento e offrirli anche al Consiglio come possibilità per orientare le nostre scelte. Quello che però vorrei chiedevi, in questo momento, è di cogliere questo tempo che ci accingiamo a vivere come tempo favorevole per far rinascere e intensificare sempre di più la vita fraterna tra di noi e nelle nostre comunità. Quante volte abbiamo esortato, nelle predicazioni e catechesi, a vivere una vera conversione, a uscire fuori da schemi per vivere concretamente e pienamente la dimensione della riconciliazione? Bene, forse dovremmo imparare a mettere da parte alcuni pregiudizi o alcune situazioni che ci rendono impossibile riconoscere il volto del fratello per offrirci tutti una nuova possibilità e per non correre il rischio di essere quelli che dicono e non fanno (cf Mt 23,1-4). Tutti noi, quando abbiamo scelto di consacrarci, sapevamo che la vita consacrata comporta anche difficoltà. I fratelli ci vengono assegnati e non siamo noi a sceglierli, quindi dovremmo imparare a leggere la storia del nostro fratello di comunità per scoprire le sue ricchezze e fragilità, per renderci conto che ogni vita è bella e nello stesso tempo complicata e per questo necessità di quell’amore che io posso offrire. La ricchezza dell’interculturalità porta con sé tanti limiti, ma se non iniziamo a tenderci la mano, a sostenerci a vicenda, rischiamo che la differenza diventi muro e forse, alle volte, anche alibi per non cambiare. Ognuno dev’essere pronto a perdere qualcosa a vantaggio di tutti. Facciamo che sia l’amore di Cristo quel pungolo che ci porta ad accoglier la vita del fratello per non vivere più per noi stessi ma per Lui che è morto e risorto per noi (cf Cor 5,15).

Come ricordano i biografi, san Giovanni Leonardi, “Ricevuto egli il precetto; in segno di somma riverenza al Vicario di Christo, piegò le ginocchia in terra, e in quella maniera havendolo letto, se lo pose sopra la testa, con dire, haverebbe puntualmente

obbedito. Per tutto quel giorno si mostrò Giovanni così lieto, e contento, che fu udito, mentre andava per casa o stava nella sua camera ritirato, cantare alcune canzoni spirituali, fuori del suo stato comune”. In questi giorni di visita - soprattutto i nostri fratelli maggiori - hanno spesso fatto riferimento a questa scena dicendo: “quando arriverà la lettera la metterò sulla testa e farò l’obbedienza”. Mi piace quest’immagine di metter la lettera sulla testa. È quasi un atto di fede in quanto noi crediamo che sopra la nostra testa, nel cielo, si trova Dio e quella lettera ci mostra ciò che il Signore oggi ci sta chiedendo. È uscire fuori da noi stessi per ricercare la sua volontà. Alle volte quello che lui ci chiede non coincide con quello che noi desideriamo, ma nel dire “sia fatta la tua volontà” forse potrà essere più facile comprendere la storia che Dio sta scrivendo con noi. I trasferimenti sono frutto di discernimento avvenuto nel consiglio di delegazione che ha proposto al padre Generale e al suo consiglio, per la nuova costituzione delle comunità. Tutto questo non rende perfetta l’opera iniziata, ci sono situazioni delicate in cui non abbiamo potuto in questo momento intervenire e che speriamo quanto prima possano essere riviste e migliorate. Il nostro confratello di venerata memoria, p. Domenico Cipollini, durante gli anni di formazione ci ripeteva sempre: simo perfettibili. Nella fede accogliamo tutto sapendo che il Signore è capace di trarre anche dalla nostra fralezza il bene. Fidiamoci di Lui.

In Italia generalmente i cambiamenti avvenivano sempre alla ripresa delle attività pastorali quindi settembre – ottobre. I tempi necessari per le consultazioni e la formazione della delegazione italiana ci ha portato a dover spostare tutto questo di parecchio ed è chiaro che ci troviamo in un anno pastorale già avviato. Dovremmo fare molta attenzione a far sì che i passaggi avvengano con serenità e celerità, coordinandosi in modo tale che si possano sentire e valutare le singole esigenze. Vi chiedo di rendermi partecipe dei tempi che prevedete. Tutti i trasferimenti, come anche riportato nel decreto, devono avvenire entro la fine del 2022.

Che il nostro padre Fondatore ci aiuti a vivere questo nuovo periodo con lo spirito di chi ha lasciato tutto per seguire il Signore e vivere in pienezza il vangelo. Buon apostolato a tutti.

Sabato, 19 Novembre 2022 15:59

Solennità di Cristo Re dell'Universo

San Giovanni Leonardi, Dal Sermone sulla parabola del granello di senape (C.397)

Per mostrare la regalità di Cristo la grandezza di questa parabola dice per ben due volte a cosa rassomiglierò il Regno dei cieli? (Cf Mc 4,30)

[…] In molte maniere il Regno dei cieli viene indicato da Gesù. In esso è possibile scorgere il Paradiso. Così afferma il ladrone sulla croce, “ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” (Lc 23,42). Il Regno è innanzitutto il Cristo Santo, il “il re dei regnanti il signore dei signori” (1Tm 6,15). La Chiesa santa che è comunione con il Sangue di Cristo (1 Cor 10,16). Questi si manifesta per mezzo della divina Scrittura, per la grazia e la croce con le quali si giunge alla fede, per l’anima pervasa dalla grazia, sede della sapienza e regina del cielo fra i regni. […]

Come il piccolo granello di senape,

Cristo è piccolo verbo. Egli si chinò su di noi, spogliò se stesso, fu annunziato dai piccoli, tra disprezzo e persecuzioni.[…]. Con la sua piccolezza e grandezza è contemplato in tutti i troni del mondo fondati sopra la terra

Il Dicastero per l’evangelizzazione è impegnato a rendere più accessibili i documenti dei suoi archivi che raccontano il processo storic o dalla prima Congregazione de Propaganda fide al Dicastero stesso: è quanto emerso al convegno dedicato ai 400 anni della fondazione della Congregazione, al quale partecipano studiosi, missionari e studenti di cinque continenti. L’obiettivo è capire passato e presente attraverso testimonianze di prima mano, come sottolinea il cardinale Tagle

Un’impostazione di lavoro originale – temi trasversalmente affrontati rispetto ai dati cronologici o culturali - caratterizza il convegno intitolato Euntes in mundum universum, che ha preso il via oggi pomeriggio, dopo la presentazione alla stampa ieri.

Si ricorda la data del 6 gennaio 1622, quando Papa Gregorio creò la sacra Congregazione de propaganda fide. La scelta della solennità dell’Epifania, antica memoria della chiamata dei pagani nel regno di Cristo e ai suoi insegnamenti, è indicativa di quello che era considerato il principale compito della congregazione. Al tempo stesso fa riferimento al mandato missionario di Cristo (Mt 28, 18-20) e alla responsabilità pastorale del Papa verso tutti i popoli.

Il cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione, Gran Cancelliere della Pontificia Università Urbaniana, ha sottolineato che le buone storie si basano sull'esperienza e su un racconto veritiero. Per questo, ha sottolineato  l'importanza degli archivi storici della Congregazione che – ha assicurato - sta attivando per rendere più accessibili, in parte anche in modalità digitale, i preziosi documenti ivi contenuti. Questo – ha spiegato -  aiuterà i ricercatori di tutto il mondo ad offrire studi scientifici sulla missione del Propaganda Fide e racconti di missione di testimoni oculari.

Le storie – ha affermato il cardinale -  rivelano chi siamo, il senso della nostra vita e dove stiamo andando: “Mentre racconto le mie piccole storie, la storia fondamentale della mia vita viene rivelata non solo all'ascoltatore ma anche a me”. La storia di ognuno – ha ricordato - non si sviluppa nel vuoto ma è immersa nelle storie degli altri e nelle storie del proprio tempo.

Il valore della memoria

Un aspetto importante: l'identità personale è modellata dall'interazione con il mondo messo in memoria. Il ricordo – ha suggerito - è vitale per la conoscenza di sé. Ricordando le nostre storie, ci rendiamo conto che il passato non è statico. Continua a modellarci.  Attraverso le storie vediamo quanto siamo cambiati e quanto ancora dobbiamo cambiare. E proprio queste parole hanno spiegato l’importanza di un convegno che guardi al passato ma anche al presente.

Tra valori e norme

Le storie – ha aggiunto il prefetto -  sono il terreno per comprendere i simboli spirituali, dottrinali ed etici. Le storie rivelano i valori, le norme morali e le priorità di una persona o di una comunità. I simboli etici, spirituali e dottrinali preziosi per una persona sono derivati e compresi solo quando la storia è conosciuta e ascoltata.  Ma le storie – ha avvertito - possono essere soppresse, da dittatori ad esempio, ma non si può dimenticare che “dove le comunità rivendicano la loro vera storia, rivendicano il loro potere per il cambiamento sociale”.

La sfida delle traduzioni

Il professor Claude Prudhomme, dell’Università Lumière-Lyon2, ha illustrato, con interessanti richiami alla documentazione storica di diversi momenti di questi quattro secoli di evangelizzazione, la grande sfida rappresentata dall’esigenza delle traduzioni, di testi sacri o della Liturgia. Ha chiarito come sia stato sempre importante trovare il termine giusto per esprimere in una lingua diversa lo stesso concetto o la stessa verità e ha raccontato qualcosa della cura prestata in tutti i diversi periodi.

Tra fede e cultura

Padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche e coordinatore del convegno, ha ricordato che la costituzione apostolica ‘Inscrutabili Divinis’ del 22 giugno 1622 sottolineava il dovere e il diritto del Papa di diffondere la fede quale principale compito del ruolo papale di pastore di anime. Dall’autorità centrale romana tutti i missionari dovevano dipendere nella maniera più diretta possibile per essere inviati in missione. I metodi dovevano essere regolamentati e l’ufficio doveva assegnare i campi di missione. Il rapporto tra fede e cultura resta un elemento essenziale, ha spiegato padre Ardura, ricordando che al momento della fondazione della Congregazione nel 1622 c’era grande attenzione alle diverse culture. Di fatto – è stato ribadito al convegno – si voleva un impegno di evangelizzazione che non fosse condizionato dalle grandi potenze del momento o da particolarismi religiosi.

L’imperativo dell’unità

Dopo il concilio di Trento (1545-1563) si comprese che la riforma era urgentemente necessaria per creare un’azione più unita e concertata. Il numero crescente di missionari provenienti da diversi istituti religiosi e di clero secolare impegnati nella diffusione della fede esigeva un tale approccio unificato. Emerse la necessità di una nuova istituzione a Roma quale strumento nelle mani del Papa per promuovere la riforma interna della Chiesa nei Paesi europei, alcuni dei quali erano passati al protestantesimo, e per riconquistare i territori persi, ovunque fosse possibile, per favorire rapporti stretti con la chiesa ortodossa. Inoltre, avrebbe avuto la responsabilità della diffusione della fede cattolica in America, Africa e Asia.

Nel 1967, la riforma della Curia Romana effettuata da san Paolo VI con la costituzione apostolica Regimini Ecclesiae universae fa sentire un’eco degli insegnamenti del Concilio Vaticano II nella competenza del dicastero. Ancora una volta la riforma conferma la competenza generale del dicastero missionario come l’organo centrale della Chiesa, responsabile di organizzare e coordinare l’attività missionaria nel mondo.

Papa Francesco, con la costituzione apostolica Praedicate Evangelium del 19 marzo 2022, ha istituito il Dicastero per l’Evangelizzazione, il quale è presieduto direttamente dal Papa ed è composto dalla sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo e dalla sezione per la prima evangelizzazione e le nuove chiese particolari. La sezione per la prima evangelizzazione e le chiese particolari raccoglie l’eredità della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Propaganda Fide). Dalla sezione per la prima evangelizzazione e le nuove chiese dipendono alcune circoscrizioni ecclesiasti delle Americhe, e quelle di quasi tutta l’Africa, dell’Asia (ad eccezione delle Filippine) e dell’Oceania (ad eccezione dell’Australia). Attualmente ci sono 1,117 circoscrizioni ecclesiastiche (arcidiocesi, diocesi, vicariati apostolici, prefetture apostolici, ecc.) sotto la competenza del dicastero missionario, che hanno lo stesso obiettivo di ritrovarsi nell’unità degli obiettivi.

Padre Ardura ha sottolineato che la Praedicate Evangelium mette chiaramente un luce anche un aspetto preciso: l’impegno ad una nuova evangelizzazione nei territori dove è arrivato storicamente l’annuncio ma dove non ci sono più nelle nuove generazioni evidenze di cristianizzazione. (Fausta Speranza – Città del Vaticano)

Domenica, 13 Novembre 2022 09:31

27 Novembre 2022 Professione Temporanea

professione 27 11 2022

Sabato, 12 Novembre 2022 16:59

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario

San Giovanni Leonardi. Da un sermone per le quarantore (C. 134v.)

Che cosa dobbiamo dunque fare fratelli? Vogliamo essere beati? Vogliamo vivere sempre da insensati? No certamente! Ma prendiamo animo da questi santi, rincuoriamoci per mezzo dei santi, rinnoviamoci dai nostri errori ed innalziamo una volta,  una nuova volta al cielo l’occhio della nostra mente. Solleviamo lo sguardo al Signore, gridiamo a lui e non dubitiamo perché egli come Padre ci esaudirà. Sarà tolta da noi l’infelicità e lieve ci sembrerà il tempo che passa. E la fine delle tante angustie e delle innumerevoli  tribolazioni. Ognuno si sforzi di ravvedere il suo spirito e a Dio innalzi l’occhio del cuore.

Sabato, 05 Novembre 2022 11:07

Trentaduesima Domenica del Tempo Ordinario

San Giovanni Leonardi. Dal Sermone beati gli occhi che vedono (C. 347)

[…] Aprici gli occhi Signore e compi in noi quanto fece Eliseo per quei soldati accecati (Cf 2 Re 6). Infatti, per guarire la cecità è necessaria la medicina amara, avere intimo pentimento, confessare i propri peccati, sottomettersi, avere avanti agli occhi l’amarezza della morte e del giudizio.

Cominciamo ora ad essere beati cosicché possiamo accogliere questa beatitudine nel futuro. Ora, alcuni, tale felicità la posero nei piaceri, altri nelle virtù dell’anima, altri, come noi cristiani, nella conoscenza e visione di Dio. E questa avviene in due modi: nella speranza e nella realtà. Una termina, l’altra si compie, una si ottiene per grazia, l’altra avviene per mezzo della gloria.

Della speranza Gesù dice che questa è la vita eterna (Gv 17,3) e che nella tua luce vedremo la luce (Sal 35,10). Della realtà il Vangelo ci dice: “Beati i vostri occhi perché vedono” (Lc 10,23). Ma cosa vedono? Vedono il Verbo eterno, il Salvatore venuto nel mondo, l’atteso, il diletto. Da ciò che vedono deriva tutto il loro bene, la loro felicità e consolazione.

Mercoledì, 26 Ottobre 2022 07:06

26 ottobre Servo di Dio Cosimo Berlinsani OMD

Nato a Lucca il 12 dicembre 1619 da Vincenzo e Maria Pinocci si distinse per pietà e zelo. Raggiunto a Roma il fratello Ludovico medico, chiese di entrare nella Congregazione della Madre di Dio fondata a Lucca nel 1574 da san Giovanni Leonardi (1541-1609). Vestì l’abito leonardino nella chiesa di Santa Maria in Portico a Roma il 25 marzo 1643. Trasferito dai superiori nella vicina Chiesa di Santa Maria in Campitelli fu apprezzato come confessore e direttore di anime. Tra le figlie spirituali la Serva di Dio Anna Moroni che sotto la sua direzione, istituì presso palazzo Serlupi (Piazza Margana) una scuola per le ragazze disagiate affinché fossero istruite nelle virtù umane e cristiane. Questa iniziale esperienza pose le fondamenta della Congregazione delle «Convittrici del Santissimo Bambino Gesù» oggi Suore Oblate del SS. Bambino Gesù per le quali P. Cosimo redasse la prima regola di vita ed ebbe a sopportare dissensi e persecuzioni persino dai suoi confratelli e superiori i cui obblighi accolse con premurosa carità e lungimirante obbedienza.  Dopo la morte della Moroni, continuò a dirigere spiritualmente l’Istituto fondando altre case fuori Roma ognuna «sui iuris», in modo che ciascuna potesse mantenere la propria indipendenza. Morì a Roma il 26 ottobre 1694. E' in corso il Processo di Canonizzazione presso  il Dicastero delle Cause dei Santi.

O Padre fonte di ogni bene

nell’incarnazione del tuo Figlio Gesù

ci hai rigenerati,

nella redenzione

liberati dal male e dalla morte

e con il dono dello Spirito Santo

resi nuove creature.

Tu hai scelto il Servo di Dio

Cosimo Berlinsani e con doni

speciali di discernimento

e mansuetudine lo hai posto come

pastore zelante e guida del tuo popolo

concedi per sua intercessione

la grazia che ti chiediamo…

Per Cristo nostro Signore. Amen

_________

Postulazione Generale OMD

Piazza Campitelli 9

00186 Roma www.omdei.org

“Permettiamo a Cristo innanzitutto di parlare al nostro uomo interiore. Permettiamo a Cristo di intercettarci nei nostri percorsi personali e comunitari”. Con queste parole prese in prestito dal magistero di san Giovanni Paolo II, nella cui memoria  liturgica il P. Generale P. Antonio Luigi Piccolo, invia alle comunità leonardine nel mondo un Messaggio per la 96ma Giornata Missionaria Mondiale. Il tema del 112 Capitolo Generale sulla missionarietà dell’Ordine ed il IV Centenario della fondazione di Propaganda Fide, istituzione voluta dal carisma apostolico di San Giovanni Leonardi, ispirano le parole con le quale Padre Piccolo si rivolge ai religiosi. Un dialogo interiore dunque che: “Ci dischiuda gli orizzonti del nostro pellegrinaggio terreno, i cantieri odierni per la costruzione del Regno di Dio!”. Non può”, in tale contesto mancare la domanda che va al cuore della vita missionaria ed evangelizzatrice dell’Ordine a servizio della Chiesa: “Dove vuoi Signore che io, tuo ministro renda presente il tuo mistero pasquale? In quale terra, luogo, periferia esistenziale, vuoi portare la salvezza attraverso la nostra vita fraterna offerta in sacrificio “pro multis”?  Dove vuoi essere crocifisso “per la seconda volta”   con la testimonianza della nostra vita, con la  nostra quotidiana martyria?”. Infine, il Rettore Generale chiede di rinnovare in questo giorno dedicato alla Missione: “La ferma volontà  di seguire totalmente Cristo”, senza ostacoli alla voce dello Spirito, come avrebbe affermato San Giovanni Leonardi.

pdfMESSAGGIO_DEL_PADRE_GENERALE__GMM_22-10-2022.pdf117.19 KB

pdfMensaje_GMM_2022.pdf79.65 KB

pdfMESSAGE_OF_Fr_GENERAL_ON_WORLD_MISSION_DAY.pdf297.10 KB

Sabato, 22 Ottobre 2022 17:30

Trentesima Domenica del Tempo Ordinario

San Giovanni Leonardi Dal Sermone sulla grandezza e piccolezza di Cristo (C. 249 v.)

Vedi quanto è grande tanto che i cieli e la terra non possono contenerlo […]

Vedi la grandezza che ha fatto tutte le cose belle e ricche, vedi la piccolezza che ha bisogno di vestire poveri panni. Vedi la grandezza che regge l’universo, la piccolezza che è retta dalle braccia di una Vergine. Vedi la grandezza che pasce e nutre l’anima, vedi la piccolezza che è nutrita dal seno della Vergine. Vedi la grandezza che con la sua sapienza genera tutte le cose, ma la piccolezza è generata da una volontà. La grandezza non dorme mai (Cf. Sal 120,4). la piccolezza dorme nella povertà.

 

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