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Da un sermone nella quinta domenica dopo Pasqua (C.375v.)


Dopo aver ascoltato il Vangelo i nostri animi dovrebbero essere accesi e infiammati nel voler servire il nostro amabilissimo Creatore. Abbiamo ascoltato che se anche colpisce con calamità i suoi servi, è sempre pronto a sostenerli e consolarli in queste situazioni. […]

Così c’insegna  come  aiutarci nelle tribolazioni, e ancora ci indica tutto ciò che l’anima desidera per essere consolata. Infatti, come afferma la Scrittura: tutto ciò che chiederete al Padre nel mio nome egli ve lo concederà (Gv 16,23). Nota come sia importante essere servo di Dio in quanto egli stesso si sentirà obbligato a concedere quanto si domanderà. […]

Chiedete e otterrete perché la vostra gioia sia piena (Gv 16,24) Ho! Come sarà piena la nostra gioia. Infatti come si dice pieno quel vaso che in sé non ha alcuna parte vuota, così si dirà dell’anima nella celeste patria della gioia, in quanto vedremo faccia a faccia. Non più speranza perché saremo tra le mani di Dio. Nella patria celeste la nostra intelligenza sarà unita per la luce della gloria alla divina essenza. 

Qui la volontà sarà rapita dalla profondità dell’amore divino. Qui la memoria si ricorderà dei doni ricevuti. Qui l’occhio, qui l’orecchio, qui il gusto, qui l’odorato, qui il tatto, qui ciò che si desidera, qui ciò che ci irrita, qui le malattie della carne, qui non più nostalgia, non più il mondo.

Oh che gaudio pieno! Oh che dolcezza piena! Signore Dio mio, Gesù mio, chi non domanderà una tale gioia? Chi non la desidererà?

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la logica_di_cristo CRISTO E LA LOGICA DI ROVESCIO
 Un Grido di Aiuto

Un fratello è un dono, il prossimo è un Tessore. Siano fratelli che prossimi sono preziosi e vanno accolti e riconosciuti.

Gesù di San Matteo dice:

Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano … Mtt 18: 15-20

“Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui ..”. Carissimi, secondo la logica umana, chi ha commesso colpa contro il suo fratello è colpevole, quindi tocca a lui andare da suo fratello a chiedere perdono. Ma Gesù di San Matteo pensa diversamente, colui che è stato offeso dovrà cercare il volto del suo fratello, lo deve cercare come quell’uomo che ha lasciato le sue novantanove pecore sui monti in cerca di una sua pecore perduta perché è preziosa e ha bisogno di essere aiutata. 

Gesù non s’è fermato a chiederci di cercare un fratello perduto, ma ci dice di fare questo con perseveranza e aiuto degli altri e della comunità dei fedeli, “va’ e ammoniscilo fra te e lui solo, … prendi ancora con te una o due persone, … dillo alla comunità. E’ ancora difficile per noi a fare primo passo verso un fratello in difficoltà, il secondo tentativo non è pensabile mentre la terza via ci sembra impossibile, ma tutto è la via verso l’unità, verso la pace e verso l’amore.

La logica di rovescio di Cristo è semplice da capire per chi ama pace, per un vero cristiano che segue le orme del maestro, colui che sulla croce ha pregato per coloro che egli hanno offeso. Un fratello colpevole e uno in difficoltà, un fratello che offende il suo confratello è debole, stanco e sfinito, non vede più bene, si trova in pozzo e non può aiutarsi, ha bisogno di essere aiutato per uscire da quel pozzo, ha bisogno di una mano che gli guidi per è cieco, ecco perché Gesù dice oggi che colui che è stato offeso da un fratello ha il compito di cercare il suo fratello, di dargli la possibilità di vedere ancore, di estendergli una mano di aiuto. 

La logica di Cristo è la logica di aiuta, aiuto alle persone sotto il potere di peccato, aiuto alle persone che si sono lasciati vincere dai meccanismi di odio, guerre, conflitto, divisione, lotta del potere e dell’esclusione dei prossimi. Un fratello non va battuto ma aiutato e amato ecco perché S. Paolo nella seconda lettura di questa Domenica dice: Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge (Rm 13,8-10), siamo custodi dei nostri fratelli nella stessa maniera in cui il Signore ha posto Ezechiele come sentinella per la casa d’Israele (Ez 33,1.7-9). 

Signore aiutaci a vedere il tuo volto nel volto del fratello e imparare apprezzare il dono chi ci fai tutti i giorni attraverso i nostri fratelli.

P. Kenneth Ani

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340 UN NUOVO CANDIDATO ALLA FEDE

Il Vangelo della terza Domenica di Quaresima,  ci presenta l’incontro di Gesù con la donna Samaritana. Il brano presenta una missionaria che ha portato la fede ai suoi cittadini. Gesù ha scelto questa donna samaritana, una peccatrice a portare il Vangelo. Questo donna è stata come antiprima di Maria Maddelna, che portera’ la buona notizia della risurrezione di Gesù ai suoi discepoli. In questo brano del vangelo, l’evangelista Giovanni mette in luce,  la rivelazione sempre piu profonda del mistero di Gesù, prima alla donna, poi ai discepoli, ed infine ai samaritani. L’annuncio che è stato portato dalla donna, sopratutto il racconto della sua espereinza personale con Gesù, ha fatto scattare l’ora della salvezza e della riconciliazione tra Dio e i samaritani. Non c’è bisogno di fatti clamorosi per credere in Dio, basta la parola di Dio, perche la fede nasce dalla predicazione e dalla testimonianza. E’ l’ascolto semplice e confidente della Parola che fa sbocciare in noi il Regno di Dio.
P. Beno, omd.

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264-meditazioneDal Sermone sul profeta Giona (C.138v.)

Grande fu il grido di Giona dal profondo del mare. Poiché penetrò i cieli e giunse al trono di Dio, dal quale potè ottenere di essere libero ed uscire dalla tempesta. Non pensate che la voce di Giona fosse potente, lo era il suo affetto, grandi erano il desiderio, l’intenzione e le lacrime; grande l’unità di spirito, ed il proposito santo di servire Dio. 
Per cui affermò nel suo grido: “con voce di lode offrirò a te un sacrificio e adempirò il voto che ho fatto; la salvezza viene dal Signore” (Gio 2,10). Tale era la preghiera e Dio nella profonda calma gli rispose: “perché chiami?” ( Es 14,15). 
Come il profeta che prega: Dal profondo ho gridato al Signore” (Sal 129,1). Dice ho gridato e non grido, per indicarci come seguitare nella perseveranza della preghiera che deve essere insistente. Dice ho gridato per mostrarci la forza della preghiera. Supplicare con fortezza Dio, amarlo con affetto e mostrargli il proprio cuore. 
Si dice ancora “dal profondo” sale il grido della preghiera. Fu così potente il grido di Giona che penetrò il cielo, placò Dio, ottenne il perdono, il mare si fece tranquillo ed il pesce lo restituì alla terra. Fu veramente grande ed efficace la voce di Giona. [...]. Dal profondo, dall’intimo del cuore, dalle midolla dell’anima e dall’affetto interiore nasce questo grido. Ma ciò che non viene dal profondo dell’anima da ogni piccola occasione viene abbattutto.

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