Cookie Consent by Popupsmart Website

stemma e nome

A 20 anni dalla morte di P. Alceste Piergiovanni OMD abbiamo chiesto a Paola e Paolo Boncristiano di tracciarne alcuni tratti.

Padre Alceste Piergiovanni nacque in quel di Tuscania il 28 marzo del 1929; a soli 10 anni entrò in seminario e nell’ottobre del 1954 fu ordinato sacerdote. Non passarono due anni da quel momento, quando fu inviato in Cile. Imbarcato in una nave piena di emigranti, il giovane Alceste sbarcò in quella terra lontanissima, soprattutto per quei tempi, dove pensava di svolgere un compito missionario solo per alcuni mesi.

Le cose non andare proprio in tal senso, perché il lavoro tra i bambini orfani e tra i ragazzi con famiglie problematiche o già provati da vicende giudiziarie, lo toccarono profondamente: sperimentò e comprese la sete d’amore che questi bambini, tutti questi bambini, avevano e comprese come questo bisogno corrispondesse perfettamente al suo. Fu il primo incontro tra due necessità di amore. Amore desiderato ed amore donato che ultimamente si intrecciano e si scambiano reciprocamente. Questa sarà poi la dinamica di ogni successivo incontro tra il bambino adottato e la famiglia adottiva. Sì, perché padre Alceste, per tutti in Cile padre Pier, si rese conto che il suo amore non sarebbe stato sufficiente: era necessario dare a ciascun bambino una famiglia, un padre ed una madre.

Quello per lui fu il punto di non ritorno: il Cile sarebbe diventata la sua terra e quei bambini, tutti, sarebbero diventati suoi figli sino a quando non avrebbe trovato loro una famiglia reale, fatta di un padre ed una madre che li accogliessero tra le braccia con amore.

Nell’arco dei cinquant’anni della sua vita missionaria, il suo grande carisma fu di aver donato a più di mille bambini una famiglia.

La prima volta che ho incontrato padre Alceste fu nel 1999. Da tempo io e mia moglie desideravamo adottare un bambino cileno per i legami affettivi che avevamo con quel Paese così lontano. Fu una nostra amica, la sig.ra Anita Fresno de Leighton, ad indirizzarci in quell’anno verso padre Alceste.

Venimmo a sapere che il padre era di origine italiana, appartenente all’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, e che ogni anno tornava nei mesi estivi in Italia sia per le sue precarie condizioni di salute che non sopportavano il freddo eccessivo, sia soprattutto per incontrare i bambini che negli anni aveva fatto adottare in Italia e le famiglie che li avevano accolti.

L’incontro ci lasciò un po’ spiazzati: la prima impressione fu di un uomo burbero, che non eccedeva nel dar confidenza, e anzi …  con quel suo fare arguto, faceva in modo di provocarti, di farti sentire a disagio quasi arrivavi a chiederti “ma io cosa son venuto a fare qui da questo uomo così impenetrabile?”.

Andammo a pranzare al ristorante e lì fece perder quasi le staffe al proprietario, che era un nostro amico: ogni piatto romagnolo, che questi gli proponeva, veniva rimandato indietro con qualche commento fino ad arrivare a scegliere mozzarella e pomodoro, poi lasciati quasi interamente sul piatto.

Passarono i mesi e nessuna notizia arrivava dal Cile, per cui decisi, d’accordo con mia moglie, di avvisarlo che saremmo partiti comunque per il Cile (il viaggio sarebbe stato in ogni caso decisivo, perché non avremmo avuto la possibilità economica di ripeterne altri) come segno della nostra determinazione a rischiare tutto, per esaudire il nostro desiderio. Non saprei dire se l’aerogramma si è incrociato con la sua decisione o se essa è stata presa al suo arrivo (cosa che ritengo più probabile).

Fatto è che la domenica successiva, al ritorno da un viaggio al mio paese natale, verso l’una di notte squillò il telefono: padre Alceste dopo aver premesso che ci aveva cercato ininterrottamente nei giorni precedenti, ci annunciò che Paolo, questo era il nome del bambino che avremmo adottato, aspettava che lo andassimo a prendere e da quel momento la nostra famiglia sarebbe diventata ancor più una ‘famiglia di Paoli’ (anche io e mia moglie portiamo tale nome).

Ho fatto questa premessa per parlare del primo aspetto del carattere di padre Alceste, a cui però ne faceva seguito immediatamente un secondo: dal momento che aveva deciso che quel bambino era per te e tua moglie, lui diventava tenerissimo e pieno di attenzioni. Certo rimaneva il suo carattere rustico, ma accompagnato da un grande affetto.

Si trattava di due aspetti comportamentali agli antipodi tra loro, ma che recavano in sé la stessa logica: la preoccupazione per il figlio che donava alla famiglia. Voleva essere certo che questi futuri genitori avrebbero sfidato qualsiasi avversità o difficoltà per amore del figlio.

Padre Alceste, che indubbiamente aveva un grande carisma sia nel conoscere i bambini nel loro profondo essere, sia quelli che ne sarebbero divenuti i genitori, ci confidò più volte che quando si trattava di assegnare un bambino per lui era come un parto (non dormiva per notti intere) perché si rendeva conto della enorme responsabilità della sua decisione. E di questi … parti … ne avrebbe avuti più di mille!

All’inizio, quindi, saggiava la consistenza delle persone che si trovava di fronte sia singolarmente che come coppia, perché quella coppia doveva diventare la famiglia di un bambino che già tanto soffriva per non averne mai avuta una.

I bambini gli volevano tutti bene e lui li conosceva uno per uno, la loro indole, la loro storia, i loro desideri. Per ciascuno di loro dedicava del tempo ed essi lo amavano. All’hogar la sera non venivano mai chiusi i cancelli ed era una cosa di cui si vantava, perché nessun bambino aveva mai tentato di scappare da lì, dove si sentiva benvoluto. Questo comportava da parte di padre Alceste, non solo un’attenzione particolare ai piccoli, ma anche un’attenzione educativa nei confronti del personale dell’hogar, che doveva sentirsi impegnato in una missione più ancora che in un lavoro retribuito.

Di tutto il lavoro educativo di padre Alceste resta la prova indelebile data dai ragazzi che, ormai diventati adulti, continuano a ricordarlo sempre, con affetto immutato. In realtà, è stato lui che li ha raccolti da ogni dove, facendosi carico delle loro storie più disparate e disperate, e li ha rigenerati, donando loro una speranza, un futuro, un senso alla loro vita: una famiglia.

Lui diceva che questi bambini adottati non solo ricevevano amore, ma loro stessi donavano amore: si trattava di un dono reciproco, il riempimento di una solitudine affettiva che ognuno aveva vissuto per il suo proprio stato e che ora diveniva il terreno fertile ove la rispettiva vocazione di genitori e di figli andava verso il suo compimento.

Padre Alceste era certo che l’amore non solo curasse le ferite dello spirito, ma anche quelle del fisico. Era il testimone di bambini magari sordastri che, inseriti in una famiglia ed amati, ricuperavano il corretto uso dell’udito. Bambini incapaci di parlare e vissuti come animaletti cibandosi poco più che di radici, inseriti in una famiglia, recuperavano la parola, iniziavano a mangiare regolarmente seduti a tavola ed imparavano a leggere ed a scrivere. I miracoli dell’amore!

Tante sono le iniziative che ha promosso in quel periodo, per alleviare il disagio di quei bambini e, quando andava nei tribunali a difenderli per far ottener loro l’adottabilità di fronte allo sciagurato comportamento dei genitori naturali, non esitava a dare battaglia ad oltranza pur di salvaguardare il volto innocente di quei bambini. Questo, fintanto che il giudice avesse ben chiara la situazione del bambino nel caso avesse pensato di lasciare la patria potestà a quei genitori naturali che lo avevano già abbandonato.

Di una cosa si rammaricava molto: la non curanza della chiesa per l’adozione; nessun vescovo e pochissimi preti consigliavano le famiglie a adottare un bambino, famiglie che poi si sarebbero magari messe poi alla ricerca sfrenata e discutibile di tecniche fecondative economicamente significative alla fine spesso deludenti e mortificanti. Il padre si chiedeva come mai il clero avesse così tanta insensibilità verso l’adozione.

Ma ecco che, poco prima della morte, la sua vita fu inondata da una gioia inaspettata: il papa Giovanni Paolo II incontrò le famiglie adottive di Madre Teresa di Calcutta e dedicò al tema dell’adozione l’intera udienza, trattando il tema nel modo in cui padre Alceste aveva sempre desiderato.

Dalla nostra prima adozione, a cui poi ne è seguita una seconda, la amicizia e familiarità tra noi si sono sempre più rinsaldate. La sua vicinanza più stretta ed affettuosa con noi come con ogni altra famiglia che lo avesse voluto (lui era molto discreto e se percepiva che una famiglia non aveva piacere di continuare il rapporto con l’hogar, non insisteva anche se cercava comunque di avere sempre notizie dei suoi bambini).

L’ultima volta che io e la mia famiglia lo abbia incontrato è stato nel settembre 2003. Padre Alceste si sentiva vicino alla morte e ci mandò a dire che aveva desiderio di rivederci e così andammo a trovarlo a Tuscania. Ci mettemmo intorno al suo letto, io mia moglie Paola, i nostri figli Paolo Andrea e Luis Alejandro: parlammo a lungo e lui ebbe parole buone per ciascuno di noi, soprattutto per i nostri figli che aveva sempre portato nel suo cuore.

Ci disse che ormai la sua morte era prossima e che proprio per questo sarebbe tornato in Cile, quella che ormai era la sua terra … di adozione. Desiderava essere sepolto nell’hogar, in un luogo semplice … lì dove i suoi bambini avrebbero potuto andare a fare la pipì. È morto a Quinta de Tilcoco il 20 novembre 2003. Questo è il padre Alceste che io ho conosciuto.

Domenica, 12 Novembre 2023 11:22

L’OMD in Inghilterra

Sarà dopo la recente visita del P. Generale, che l’Ordine avvierà una nuova comunità religiosa in Inghilterra. In questi anni due confratelli della Delegazione nigeriana, hanno prestato servizio presso la Diocesi Salford Manchester. Il P. Generale è stato accolto dal Vescovo John Arnold e nel colloquio cordiale, ha manifestato il desiderio che una Comunità con il carisma di san Giovanni Leonardi, potesse servire a breve la Chiesa diocesana, che in questo tempo ha accolto con gioia e fraternità P. Joseph e P. Samson, ora in servizio pastorale rispettivamente nella Chiesa di San Bernardo e in una Clinica di Manchester. La regolare vita comune richiesta dal carisma leonardino, non potrà che rafforzare la testimonianza apostolica e la fraternità sacerdotale. Nei quattrocentocinquanta anni di vita, l’Ordine non è stato presente in Inghilterra, anche se un tentativo fu progettato dal Venerabile Cesare Franciotti, lo provano i manoscritti della sua opera spirituale tradotti in inglese e conservati presso la Biblioteca Statale di Lucca. Altre opere di Scrittori OMD sono ancora oggi presenti nelle speciali collezioni della Ryland Library dell’Università di Manchester. Gli scritti arabi di Marracci Ludovico (Vita di Maometto XVIII sec.) e la Biblioteca mariana di Ippolito Marracci (1649). Inoltre alcune opere del Mansi, la traduzione latina dell’Eneide di Bartolomeo Beverini e alcuni scritti di Costantino Roncaglia. Le tracce del contributo spirituale ed umanistico dell’Ordine sono ancora vive in queste opere, ma sarà ancora più vivace la testimonianza del Vangelo che la comunità leonardina potrà offrire alla Chiesa del Regno Unito in questo nostro tempo.

Domenica, 12 Novembre 2023 11:15

Necrologio Thiruthuvappiragasam

Il Padre Generale  il suo Consiglio e l’Ordine tutto, appresa la notizia della morte del Signor Thiruthuvappiragasam,  fratello di p. Arockia Doss OMD, esprime il suo cordoglio al confratello e alla sua famiglia, assicurando la preghiera di suffragio.

Domenica, 12 Novembre 2023 11:10

Necrologio P. Gerard Pauc

Il P. Generale ed il suo Consiglio affidano al Signore e alla Madre di Dio P. Gerard Pauc già professo temporaneo OMD rinnovano per la sua anima i suffragi previsti per i nostri benefattori.

Nella mattinata di Domenica 8 ottobre il P. Generale P. Antonio Piccolo ha presieduto la solenne eucarestia nella memoria del Transito di san Giovanni Leonardi, fondatore dell’Ordine. Durante l’omelia rivolta ai fedeli e pellegrini nella Chiesa di Campitelli dove riposano le spoglie del Santo ha ricordato come: ”Il transito del Leonardi è compimento della sua corsa verso Cristo. Per un cristiano transito è voce del verbo trascendere, dove veniamo condotti ad una relazione più intima con il nostro Maestro e Signore. Egli fu profeta chiamato da Dio a richiamare la sua vigna, la sua Chiesa perché riprendesse la sua bellezza originaria. Il cammino sinodale che la Chiesa sta compiendo è perché possiamo trovare un unico passo dietro un unico Maestro”.

Ed è proprio all’evengelizzazione dei popoli che lo sguardo di san Giovanni Leonardi si è rivolto costantemente: nel 1608, il «Memoriale a papa Paolo V» sull’importante questione dell’evangelizzazione reca, assieme ai nomi di monsignor Juan Bautista Vives e Martìn de Funes, la firma del santo. Tale documento può considerarsi il primo seme della costituzione della Congregazione de Propaganda Fide che vedrà la luce nel 1627. Una celebrazione che guarda, dunque, già al prossimo importante anniversario: il 2027 che vedrà impegnato l’intero Ordine dei Chierici Regolari della Gran Madre di Dio in molteplici iniziative a ricordo dell’importante evento.

«Quasi tutte le pecore di Cristo dell’Asia, dell’Africa, della maggior parte dell’Europa e dell’America periscono nella loro infedeltà perché non hanno pastori che le cerchino e le conducano alla Chiesa. E’ necessario perciò erigere seminari nei quali siano raccolti, formati e preparati delle guide delle anime che sentano l’urgenza, lasciata al sicuro una pecora nella Chiesa, di cercare e pascere le novantanove che sono del deserto». Con queste parole iniziava il «Memoriale» in cui veniva sottolineata l’emergenza di formare buoni sacerdoti per le missioni. La spinta evangelizzatrice animerà l’intera esistenza di san Giovanni Leonardi. E’ nella devozione profonda del santo alla Vergine Maria che va ricercata questa sua visione profetica sull’apostolato del Vangelo: Lei, la Madre di Cristo, la prima custode del Messaggio del Figlio da annunciare al popolo di Dio, a l’intero globo terrestre.

In una delle più antiche ed esaustive biografie del santo, G. Bonafede nella sua «Vita del Vener. P. Giovanni Leonardi», scrive: «Questo santo zelo verso la fede cattolica portato fin dalle fascie, s’andò con lìetà crescendo nel suo cuore, fino che visse, a segno che negli ultimi anni di vita con un pensiero, che con altri servi di Dio ebbe nell’animo. (...) Questo fu che si fondasse nella santa Chiesa una nuova congregazione di Preti che avesse per unico proprio primario istituto e non secondario, il predicare la Fede ai gentili e altri infedeli e dopo convertire l’anime di quelli alla fede». Nell’agosto 1627, grazie alla «Bolla Immortalis Dei Filius» di papa Urbano VIII nascerà il Collegio de Propaganda Fide, il sogno del santo - morto diciassette anni prima - si era finalmente avverato.

 

 

Giovedì, 05 Ottobre 2023 06:43

Necrologio Molinaro Franco

Il P. Generale il suo Consiglio e l’Ordine tutto si unisce al Rev.mo P. Vincenzo Molinaro per la morte del caro fratello Franco Molinaro e partecipando ai congiunti la preghiera di suffragio, invoca per l’anima del defunto l’intercessione della Madre di Dio e di san Giovanni Leonardi nostro Padre. I funerali si terranno venerdì 6 ottobre ore 10.00 a Como.

Sarà il cardinale Tagle pro-prefetto del Dicastero per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari a presiedere  lunedì 9 ottobre ore 18,30 la solennità di san Giovanni Leonardi presso la Chiesa di santa Maria in Portico in Campitelli a Roma, sede della Curia Generalizia dei chierici regolari della Madre di Dio. La celebrazione del Santo cofondatore del Collegio di Propaganda Fide, avviene mentre la Chiesa muove i primi passi del Sinodo dei Vescovi. San Giovanni Leonardi è tra i protagonisti della Riforma cattolica del XVI secolo ed ebbe a cuore il rinnovamento della Chiesa. Una riforma a partire dal Vangelo che doveva curare il tessuto ecclesiale sia nei capi che nelle membra. Un corpo malato che necessitava la cura attraverso il ritorno all’esperienza degli apostoli in cammino con il Signore Gesù. Così scrive Vittorio Pascucci storico dell’Ordine: “La costante urgenza di revisione e di riforma che rese pensosamente attento e vigile Giovanni Leonardi, la totale disponibilità all'azione di Dio che impose a sé, prima ancora che ai suoi religiosi, lo spirito di fede che gli dava serenità e pace anche nei momenti più difficili della sua personalissima esperienza storica, sono valori che lo rendono contemporaneo”. Mentre si compiranno il prossimo anno il quattrocento cinquantesimo anniversario  dalla Fondazione dell’Ordine, rimane ancora sublime nella Chiesa la voce del Leonardi che addita il Vangelo vissuto nello stile della Madre di Gesù. Guardando a Maria il Leonardi esclamava: “Preoccupati solo di anteporre in ogni cosa Dio e spogliarsi di ogni personale interesse”. Ci è contemporaneo il Leonardi in questo momento di grande rinnovamento ecclesiale, quando egli afferma: “Ricordiamoci spesso Padri e Fratelli che la Congregazione è opera di Dio; essa per le difficoltà avute, avrebbe dovuto dissolversi mille volte... ma invece è andata crescendo; questo è segno evidente che è opera di Sua Maestà Divina...Ho voluto richiamare lo vostra attenzione su questo affinché ci disponiamo ogni giorno a renderci strumenti sempre più flessibili per corrispondere alla divina volontà. Ciò avrà effetto quando la nostra volontà non sarà più nostra e ci sforzeremo di morire in tutto a noi stessi.”. Queste parole, sono rivolte alla sua piccola famiglia di Chierici, ma al contempo è voce profetica per la Chiesa tutta. Il Leonardi ci rammenta con la sua santità nascosta e feconda, che è indispensabile amare e soffrire per la Chiesa, amata e redenta da Cristo.

Il mese di ottobre è dedicato alla memoria liturgica di san Giovanni Leonardi, Fondatore dell’Ordine della Madre di Dio Cofondatore di Propaganda Fide e Patrono dei Farmacisti. Il santo lucchese sarà ricordato nella parrocchia romana di Santa Maria in Portico in Campitelli, dove riposano le sue reliquie sede della Curia generale dell’Ordine da lui Fondato a Lucca nel 1574. Domenica 8 ottobre  alle 8.00 la messa presieduta dal Cardinale Vicario Angelo De Donatis in occasione 73a Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro. Alle 10.00 la messa presieduta dal Padre Generale dell’Ordine della Madre di Dio P. Antonio Piccolo OMD nella memoria del Transito. Nel pomeriggio sono previsti alcuni pellegrinaggi alla tomba del Santo e alle 18.30 la celebrazione vigiliare presieduta  Mons. Samuele Sangalli sottosegretario del Dicastero per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari. Nella giornata del 9 ottobre, solennità liturgica del Cofondatore di Propaganda Fide, alle 18.30 la concelebrazione eucaristica  presieduta dal Cardinale Luis Antonio Tagle  pro-prefetto del Dicastero per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari. Le celebrazioni saranno animate dalla Cappella Musicale di Santa Maria in Campitelli.

© 2024 Ordine della Madre di Dio. All Rights Reserved. Powered by VICIS