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Mercoledì, 18 Aprile 2018 17:25

Il pellegrinaggio verso la Santità

Canonizzazione.pellegrini.1FESTEGGIAMENTI PER LA CANONIZZAZIONE DI S. GIOVANNI LEONARDI A FOSCIANDORA: 18 SETTEMBRE 1938

P. Domenico Cipollini, OMD,  ci Racconta

 Fin da ragazzo mi sentivo attratto alla vita sacerdotale .La chiamata interna crebbe con la presenza dei  nostri Chierici  di Migliano  al mio paese natale Vagli Sotto (Lucca) in occasione del 25° di sacerdozio del mio parroco  Don Pilade Guerrini: era il 22 febbraio del 1934

Rimasi colpito dalla serietà e compostezza di quei chierici  che già indossavano  la veste talare . E poi il servizio all'altare fatto con decoro  e amore mi attraevano,  ed io rimuginavo dentro di me: anche io voglio essere come loro.

Mi  colpì in modo particolare un chierico bassotto dai capelli rossicci. Quando sono entrato in Collegio l' ho rivisto cresciuto e siamo diventati amici fino al punto di seguirlo poi in Cile. Quel ragazzo, cresciuto,    era Padre Mario Feroci. 

Il  mio parroco vedeva in me segni di  vocazione sicura e mi insegnava il latino  e l' italiano per tenermi pronto per il possibile ingresso al Collegio di Migliano. Don Guerrini conosceva bene quei Religiosi ,ai quali indirizzò tutta la documentazione per essere accolto come aspirante.

La mia richiesta fu subito esaudita ed   io non vedevo l'ora di entrare o almeno di poter parlare quanto prima con il Rettore di allora, il Padre Nicolta d'Amato. Questa 'occasione si presentò con i festeggiamenti  che si tenevano   al Santuario della Madonna della Stella per la recente canonizzazione di  S Giovanni Leonardi .

In molte  parrocchie della Garfagnana furono inviati  dei manifesti con il programma dei solenni festeggiamenti . I nostri Sacerdoti del  Santuario della Stella da anni aiutavano i  vari parroci con i differenti ministeri pastorali,  compresa la devozione al Santo canonizzato da poco .

La festa veramente solenne  culminava  il 18 Settembre 1938 con la celebrazione del pontificale presieduto dal cardinale Ermenigilo Pellegrinetti . Dai vari  paesi accorrevano  gruppi parrocchiali, comitive spontanee e  singoli fedeli: Per  tutto il giorno le  arterie stradali che collegano al Santuario erano piene di fedeli. I canti di quelli che erano arrivati sulla collina si incrociavano con i pellegrini della valle: era una sinfonia di gioia.

Io e mia madre ci organizzammo da soli: a me premeva tanto rivedere quei chierici e parlare  con il Rettore di allora per presentarmi come nuovo aspirante  della comunità .Di buon mattino partimmo da Vagli Sotto con la corriera per Castelnuovo e poi a piedi fino Santuario: la voglia e la gioia superavano la fatica.

Con mia madre ci trovammo  immersi a una folla che  saliva verso il Santuario: tutti eravamo contenti di camminare  insieme, di cantare, di invocare e acclamare .

In  mezzo a tanta gente  io ero felice e mi ritenevo fortunato come uno che per la prima volta entra in una  nuova casa. dove mi aspettavano confratelli  con i quali  avrei condiviso tutta la vita. il piazzale del Santuario e del Collegio era un tappeto di gente. Molti stavano appollaiati sui poggi , sui sentieri .

Gli addobbi fatti di stoffe pregiate decoravano  non solo la chiesa ma tutto l'altare esterno situato davanti il portone di casa . Dentro la chiesa troneggiava una grande tela raffigurante S Giovanni Leonardi nella gloria dei Santi con la protezione della Madonna. . Il quadro della Madonna della Stella si trovava ancora sull'altare laterale. La scola cantorum era posizionata al lato destro del Santuario:   mi è rimasto impresso   nella mente e nel cuore  il canto latino "Exultate iusti in Domino"  a varie voci. Mi  sentivo felice  dietro quelle note che poi imparai bene nel Collegio. Io non  provavo stanchezza a stare tutto il tempo in piedi: tanto è vero che mia madre rimase  ammirata della mia attenzione e gioia.

            Dopo il pontificale i vari gruppi si sono sparpagliati nei vicini poggi e prati per il loro picnic.  Io con mia madre e qualche parente  ci siamo recati al ponte  di Ceserana da una  una famiglia conosciuta dove abbiamo consumato il nostro pasto . Mentre che stavamo li' abbiamo visto altri gruppi arrivare con il treno per salire al Santuario . Un gruppo numeroso era quello di Diecimo, paese natale del Santo appena canonizzato.

 L'entusiasmo di quei pellegrini mi spinse a risalire : volevo assolutamente rivedere e parlare con il Rettore per esprimergli la mia   di essere stato ammesso al Collegio. Dentro la così detta "galleria" (corridoio che collega il Collegio alla chiesa santuario)  vedevo un via vai di chierici. molto indaffarati. Ho chiesto a più di qualcuno di loro che volevo parlare con il P Rettore; ma ognuno mi rispondeva che egli era molto  occupato. Allora capii che quello non era il momento adatto, per cui con mia madre facemmo ritorno a Vagli Sotto. Però io  portavo a casa un bagaglio di entusiasmo sacro.

 Il  mio ingresso al Collegio di Migliano avvenne il  3  novembre del  1938, anno speciale  per la canonizzazione di S Giovanni Leonardi e anno  fortunato  per me:  mi ha dato l'occasione di stare nell'Ordine della Madre di Dio, da lui fondato ..

Ora che sono passati 80 anni da quel giorno , tutto mi ritorna nella mente  e ne ringrazio il Signore insieme al nostro Fondatore. Lo preghiamo che dal cielo continui a guidare la nostra famiglia religiosa dell'Ordine della Madre di Dio e interceda  per tutti i suoi devoti .

P. Domenico Cipollini
Napoli 01 Marzo  2018


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Pubblicato in 2018

80Messa.ReliL’Omelia 17 aprile 2018

80° Canonizzazione di S. Giovanni Leonardi

Se ci guardiamo intorno possiamo dire che la storia, l’arte, la bellezza che appunto è vicino a noi, ci guardano e magari un po’ ci sfidano. Se ci guardiamo indietro troviamo nella salma nel corpo del nostro Santo Fondatore quel mistero di amore di Dio che ha appunto preso possesso attraverso i doni dello Spirito Santo della sua vita e ne ha fatto una vita splendente di santità.

Se guardiamo alla nostra storia, vediamo appunto come questo fermento è cresciuto pian piano, si è diffuso proprio secondo la volontà del Fondatore fino ad arrivare in terre lontane e fino ad arrivare a tante persone, a tanti fratelli, a coloro che sono consacrati dentro la vita religiosa e anche ad altri che respirano lo stesso dono di Dio attraverso la nostra presenza, attraverso la nostra predicazione, attraverso la nostra testimonianza.

Ebbene, oggi è una giornata certamente da ricordare perché il Signore si manifesta con le nostre capacità, secondo le nostre capacità: si  manifesta nel tempo, e nel tempo ha rivelato la santità di Giovanni Leonardi, una rivelazione che come sempre poi si espande, si moltiplica attraverso il tempo e attraverso la nostra risposta e la nostra partecipazione.

Io vorrei arrivare appunto a questo momento nel quale dire un grazie profondo al Signore perché riconosciamo la sua mano nella vita del Fondatore, la riconosciamo perché nonostante tutti gli ostacoli che gli sono stati messi davanti lui ha superato ogni barriere e sempre si è fidato di Dio, messo nelle sue mani come strumento nelle mani del Signore. Questo è il riconoscimento che Il Signore non si lascia intimorire, non si lascia fermare dalla nostra umanità spesso fragile, a volte cattiva, che tende attraverso l’opera del diavolo, o anche attraverso la nostra povertà a impedire la crescita del Regno.

Ecco, nel nostro Fondatore si è rivelata la misericordia del Signore e la sua potenza, e di questo noi lo ringraziamo profondamente perché in questo modo ha dato alla Chiesa uno stimolo forte ad andare oltre.

Allora vogliamo domandarci qual è il nostro ruolo oggi dopo 80 anni dalla sua canonizzazione?

Cosa c’è di nuovo nella nostra famiglia religiosa, cosa c’è di antico, cosa c’è che continua, che continua e che cresce, sviluppa i doni che il fondatore ha seminato? I germi di santità che ha posto nel popolo di Dio.

Credo la prima risposta debba essere quella di noi religiosi, di noi consacrati, la prima risposta  debba essere necessariamente uno scavo dentro di noi, personalmente e dentro le nostra comunità per trovare lo spirito iniziale, quello della sorgente.

Forse ci accorgiamo che c’è un grande lavoro da fare, grande lavoro che faremo insieme, come comunità ma è altrettanto importante che lo facciamo come singoli, individualmente, che noi ci confrontiamo con il nostro Fondatore e chiediamoci se il nostro apporto alla vita della comunità è quello che lui desidera, è  nella sua linea, se la nostra presenza dentro una comunità sé una presenza costruttiva, una presenza che offre stimoli, che offre aiuto, che dà sostegno, che appunto incoraggia coloro che fossero in difficoltà nella comunità …. Credo che questo discorso della vita comune sia proprio per la storia della vita religiosa sia il primo punto per la storia della nostra comunità, perciò vi invito a pensarci un po’, a parlarne un po’.

A cosa ci chiama il nostro Fondatore? Al dialogo, a un impegno, a un confronto che è l’impegno peraltro sempre apprezzabile in un presbitero diocesano?? Sentiamo primariamente e direi totalmente questa gioia profonda dell’appartenenza alla vita religiosa, a san Giovanni Leonardi, questo credo debba essere prima, rendere la comunità un luogo di incontro di confronto, di crescita.

E poi guardiamo anche al di fuori, guardiamo al di fuori come il vangelo, come la prima lettura ci hanno ricordato e come sappiamo anche i testi eucologici, che ci hanno ricordato di questo suo grande desiderio di annunciare la parola dappertutto, di portare ai confini della chiesa, i confini del regno un po’ più avanti,  un po’ oltre.

Allora domandiamoci se noi appunto stiamo facendo questo cammino, se siamo fedeli non soltanto perché ci sono comunità nelle varie nazioni. Chiediamoci se dentro ogni comunità dove siamo, stiamo facendo questo processo, se noi accettiamo questo processo di crescita, se noi accettiamo di andare un po’ oltre, se non ci fermiamo dentro quello che è al sicuro...

Certamente c’è il dono di Dio, ma c’è anche la nostra risposta. Appunto, abbiamo sentito da S. Paolo, siamo amministratori, e dobbiamo seguire le indicazioni che ci sono state date, ci è stato consegnato un tesoro, e dobbiamo farlo crescere come i talenti del vangelo, perché questo tesoro sia sempre più ricco, per farlo sempre più bello, più attraente perché  esprima sempre più la gioia della santità

Noi abbiamo, oltre il santo Fondatore, abbiamo altri personaggi nella nostra storia, abbiamo quelli che aspettano il processo appunto di beatificazione ma credo che ne abbiamo molti di più e Dio li ha riconosciuti come buoni servitori del regno e della parola.

Dobbiamo camminare dietro queste orme, dobbiamo seguire questi esempi splendidi che abbiamo avuto di dedizione, di totale dedizione al regno di Dio, alla vita religiosa, alla chiesa.

Questa deve essere la nostra gioia, la nostra vera gioia, quando diciamo al Signore sono povero sono limitato ma quello che sono lo voglio vivere davanti a te, lo voglio impegnare, lo voglio  mettere come risorsa a servizio della chiesa.

Fratelli e sorelle, 80 anni di canonizzazione, sono un traguardo. Ma cosa sarà ai 100 anni? Ma nel frattempo ci sono tutti i giorni, e tutti i giorni devono essere riempiti dello spirito del Fondatore, deve esser profumo che si espande e che è la sua presenza, la presenza della chiesa che è misericordiosa, che accoglie come Dio è misericordioso.

Veniamo qui alla intercessione di san Giovanni Leonardi e alla mediazione della Vergine Maria, proprio in questa chiesa dove abbiamo l’immagine di Santa Maria in Portico, proprio questa chiesa, per questo motivo è luogo dello spirito, per noi, che non possiamo dimenticare un luogo dove tante volte il Fondatore è stato prostrato in ginocchio. A lei, alla Madre del Signore, chiediamo di fare da madre ancora una volta, alla nostra vita religiosa, chiediamo a lei di darle quella unità, quello spirito di famiglia che lei sa conservare.

Il nostro grazie dal profondo del cuore per tutte le vostre presenze e anche per la presenza di tanti altri confratelli che magari stanno pregando come noi. Questo è il nostro piccolo grazie, ma viene dal profondo del cuore e allora diciamo al Signore che lo faccia crescere dentro il nostro cuore fino alla sua pienezza, quella della santità alla quale il Signore ci chiama.

(P. Vincenzo Molinaro).



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