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Mercoledì, 09 Ottobre 2013 06:46

Il Leonardi un santo attuale

Festa09Durante la celebrazione dei Primi vespri della solennità di San Giovanni Leonardi, L’Arcivescovo Farhat, ha ricordato, l’attualità del santo lucchese nella Chiesa odierna. In effetti: “Non cerca la Chiesa di oggi la riforma interiore e l’impegno di tutti i suoi figli laici per testimoniare il suo splendore? Tante furono le intuizioni di padre Leonardi per riformare la vita spirituale e sociale dei cristiani”.  Con la sua genialità e lungimiranza insieme ai suoi sacerdoti divenne “lume di fiducia e maestro di speranza”. “Desideroso di riforma, pensava di iniziare dalla parte interiore dell’uomo per giungere più efficacemente alla riforma delle forme e delle strutture esteriori”.

9 ottobre 2013
 
Pubblicato in 2013
Martedì, 08 Ottobre 2013 15:42

Lettera del P. Generale

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“Alla vigilia della solennità di san Giovanni Leonardi mentre l’Anno delle Costituzioni sta concludendosi e si eleva a Dio un inno di ringraziamento per i doni ricevuti in questo anno di grazia. Chiediamogli la fedeltà agli impegni presi e invochiamolo perché continui a donarci quella osservanza creativa ed evangelica che il nostro santo Fondatore ci ha indicato come via sicura della santità e dell’assimilazione a Cristo, misura di tutte le cose”. Con queste parole il P. Generale l’8 ottobre alla vigilia della solennità liturgica di San Giovanni Leonardi ha scritto all’Ordine.

8 ottobre 2013
pdf
 Lettera P. Generale
 
Pubblicato in 2013
Martedì, 08 Ottobre 2013 15:01

Festa di San Giovanni Leonardi ad Amalagam India

AmalagamDomenica 6 Ottobre è stata celebrata la festa del santo Foundatore San Giovanni Leonardi ad Amalagam, Casa di formazione di Madurai . La comunità si è ritrovata nella concelebrazione eucaristica serale insieme al Padre Delegato ed al Consiglio Durante la sua omelia P. Manohar ha ricordato le qualità del Fondatore quale  Catechista ed Evangelizzatore. P. Beno Rettore della Comunità ha  ringraziato tutti i presenti. Specialmente i tanti sacerdoti, religiousi e parrocchiani, professori  ed amici. La celebrazione si è conclusa con un posto condiviso tra i presenti.  

8 ottobre 2013
 
Pubblicato in 2013
Martedì, 08 Ottobre 2013 14:52

Indian Delegation: Permanent Formation

India-FPThe fourth sitting of the on going formation took place on 6th October, 2013. The resource person focused on 'Relationship with others'. He explained with apt examples how we need to constantly move from co-dependence to independence, and from independence to interdependence. He also vividly explained, through a game, about the mind set which play a crucial role in building up or destroying a relationship.

8 ottobre 2013
 
Pubblicato in 2013
FreemanIl benedettino Dom Laurence Freeman ha incontrato i gruppi romani del The World Community for Christian Meditetion nella Chiesa di  Santa Maria in Campitelli domenica 6 ottobre.  Il tema condiviso: “Il primo passo della felicità” la beatitudine dei poveri in spirito. Potrebbe sembrare paradossale, ma la tradizione cristiano ce lo dice: “Il silenzio e la solitudine sono elementi importanti della nostra esperienza di Dio”.  Possiamo dire che: “La meditazione crea la comunità ed è proprio nella preghiera che si forma il corpo di Cristo”.  Solo il paradosso cristiano può affermare che il silenzio e la solitudine generano la comunità. E’ questa è un’altra economia, non quella capitalista che lega la felicità dell’uomo al possesso e al dominio sull’altro. Ecco perché è necessario fare il primo passo della beatitudine evangelica: “Felici i poveri in spirito”.Tale povertà comporta i suoi due aspetti: esteriore ed interiore e trova la sua pienezza nella “condivisione”. In una società globalizzata dl possesso, il passo della povertà evangelica “ci chiede di non accumulare più di quanto abbiamo bisogno”. Spesso siamo “isole di benessere in un oceano di indifferenza”. Ora la felicità autentica non è quella economica, ma quella “che deriva dalle relazioni. E’ quando condividiamo che siamo persone felici, Tale condivisione  è completa quando trascende noi stessi e la creazione e condividiamo lo stesso essere di Dio”. La pratica regolare della meditazione nella vita di uomini e donne - ha concluso Freeman: “E’una sfida che bisogna accettare e tale sfida ha la capacità in sé di cambiare la vita e ci fa entrare nel mistero della povertà”. La ripetizione nella meditazione di una semplice parola come Gesù, Abbà, Maranatha, ci educa a non possedere niente, a vivere la beatitudine della povertà e a verificare la verità della propria fede.

7 ottobre 2013
 
Pubblicato in 2013
Domenica, 06 Ottobre 2013 20:29

Concentus leonardino: Laudi per celebrare la fede

Concentus-leonardinoIl Concentus leonardino sabato 5 ottobre ha dato il via alle celebrazioni liturgiche di San Giovanni Leonardi. La forma oratoriale ha previsto la lettura di alcuni brani scelti tra i sermoni del santo e mottetti  a voce sola di C.Monteverdi, A.Banchieri, F.Sances, G.Frescobaldi, A. Stradella. Un percorso nel seicento romano Le musiche sono state eseguite dall’Ensemble La Cantoria e dalla Cappella Musicale di Campitelli e dirette dal Maestro Vincenzo Di Betta,  mentra ha dato voce al Leonardi il Dott. Nicolas Paccialoni. Il santo lucchese fu attento a favorire un dialogo profondo tra culto e musica. Intuì che i grandi temi della fede dovevano essere trasmessi attraverso quel “recitar cantando” che ebbe nell’oratorio la sua fioritura, un autentico dialogo tra arte e fede. Nella prima Biografia  a noi trasmessa, scritta da Giuseppe Bonafede, si riportano stralci di alcune lettere inviate al santo lucchese dal Vescovo Giovan Battista Castelli di Rimini, visitatore apostolico, già segretario di San Carlo Borromeo; così il Castelli: “Scrivetemi tal’hora per quella via che vorrete, e fra tanto vi prego a mandarmi alcune laudi con il suo tono et particolarmente una nella quale vi sono certe parole, che dicono. Guidami tu etc.” (Bonafede, Ms. 170v) Siamo nel 1578 ed il Leonardi è prete da sei anni. Si tratta di quelle “laudi” che la prima comunità dei chierici leonardini cantava perché la fede fosse annunziata soprattutto ai più piccoli, come tra l’altro testimonia un altro stralcio: “Ho havuto la lettera che mi scrisse a Roma, poiché son tornato, e l’altra con la dottrina Christiana in versi, et ebbi le laudi, e la ringratio di buon cuore”;  ed ancora: “Godo sommamente  del frutto che fa la Dottrina Christiana” (Bonafede, Ms. 171r). Che questi versi fossero recitati e cantati dai ragazzi nell’oratorio lucchese si fa riferimento ancora in un’altra richiesta del Vescovo Castelli: “Se  non vi fosse grave, vorria l’aria del canto delle sue laudi, non quelle in musica,  ma quelle che cantano i ragazzi. Godo anche sommamente, che  hyems  transierit; così fanno tutte l’opere di Dio: e poiché si vede che Dio si serve di quell’oratorio per mandare genti  alle religioni, potete star in viva speranza che per mano vostra s’abbi a fare gran bene” (Bonafede, Ms. 171v). Hyems transierit il titolo di un inno? o l’invito a sperare in Dio perché l’inverno Hyems delle prove del Leonardi sta per passare ed il canto ritorna come fa riferimento il Cantico dei Cantici:  “L’inverno è passato, il tempo delle piogge è finito, se n’è andato; i fiori appaiono sulla terra, il tempo del cantare è giunto, e la voce della tortora si fa udire nelle nostre contrade” Ct 2,11-12.  Purtroppo nella nostra contemporaneità complessa e globalizzata, assistiamo al divorzio tra culto e musica, tra fede e musica sancito, per certi versi, dalla secolarizzazione e dall’allontanamento radicale della società da ogni visione religiosa. L’impegno è, dunque, necessario e grave proprio per impedire quello che già nel VI secolo minacciava un originale scrittore cristiano come Cassiodoro che nelle sue Institutiones ammoniva: «Se continueremo a commettere ingiustizia, Dio ci lascerà senza la musica».

6 ottobre 2013

Pubblicato in 2013
Sabato, 05 Ottobre 2013 13:04

Un granellino di fede

253Gli apostoli dissero al Signore: accresci in noi la fede. Nel Vangelo tutte le preghiere, di uomini donne malati peccatori discepoli, stanno dentro due sole domande. La prima: Signore, abbi pietà; la seconda: aumenta la nostra fede. Qui è riassunto l'universo del cuore, il nostro mondo di dolore e di mistero. Aumenta la fede: perché senza fede non c'è vita umana. Come sarebbe possibile vivere senza fidarsi di qualcuno? Noi ci umanizziamo per relazioni di fiducia, a partire dai genitori, a co­minciare dalla madre. Fede che una forza immensa penetra l'universo. Se aveste fede quanto un gra­nellino di senape. Un granellino microscopico, basta pochissima fede, quasi niente: è questione di qualità, non di quantità. Non una fede sicura e spavalda, ma quella che nella sua fragilità ha ancora più bisogno di Dio, che nella sua piccolezza ha ancora più fiducia in Lui, e si abbandona, si affida. Potrete dire a questo gelso sradicati e vai a piantarti nel mare. Ho visto il mare riempirsi di alberi. Fuori metafora: ho visto missionari vivere in luoghi impossibili; ho visto uomini e donne di fede, nella loro casa, portare problemi senza soluzione, con un coraggio da leoni; ho visto mura invalicabili di odio dissolversi. Ho visto gelsi volare sul mare, e non attraverso miracoli spettacolari, ma con il miracolo quotidiano di un amore che non si arrende. Anche voi, quando avete fatto tutto dite: siamo servi inutili. Una parola che sembra contraddire altri passi del Vangelo ( beato quel servo... il padrone lo metterà a tavola e passerà a servirlo), che ci sorprende con l'aggettivo «inutili». Inutile in italiano significa che non serve a niente, incapace. Ma non è questo il senso della parola originaria: servi non tanto inutili, ma che non si aspettano un utile, che non ricercano un vantaggio; servi senza pretese, né rivendicazioni, né secondi fini, che di nulla hanno bisogno se non di essere se stessi, che agiscono senza un fine che non sia la sola motivazione d'amore. Scrive Madre Teresa di Calcutta: nel nostro servizio non contano i risultati, ma quanto amore metti in ciò che fai. Il servizio è più vero dei suoi risultati, più importante della ricompensa e dei successi. Fede vera non è piantare alberi nel mare, neanche Gesù l'ha mai fatto. Fede vera è nel miracolo di dire: voglio essere semplicemente servitore di quelle vite che mi sono affidate: mio marito, mia moglie, i miei figli, l'anziano che ha perso la salute, e non avanzo neppure la pretesa della sua guarigione. Servitore come il mio Signore, venuto per servire, non per essere servito. Mi bastano allora grandi campi da arare, un granellino di fede, e occhi nuovi di speranza.
 
Sabato, 05 Ottobre 2013 09:07

Rito di chiusura per l’anno delle Costituzioni

Costituzioni-1Nella solennità di San Giovanni Leonardi volgerà al termine l’anno speciale dedicato alle Costituzioni e Regole per mezzo delle quali il Fondatore: “ha vincolato il cammino della santità personale e della santificazione del prossimo”. Si tratta di un “segno di gratitudine e di impegno”. Per tale occasione è stato predisposto un Rito di conclusione.

5 ottobre 2013

pdf  RITO DI CONCLUSIONE ANNO DELLE COSTITUZIONI  
Pubblicato in 2013
MiglianoNei giorni 21 e 22 di settembre, come annunciato, hanno fatto visita al complesso del santuario undici ex alunni della scuola Apostolica OMD. Provenivano da diverse regioni dal Piemonte alla Sicilia. E’ stato, per loro, un ritorno a un luogo che ha profondamente marcato la loro adolescenza. Tanti ricordi, tante immagini. Ora sono persone mature che nella loro vita hanno formato nuclei familiari molto soldi. Hanno creato un sito su internet; “i fratini di Migliano” che li mantiene uniti.

Essi sono Minunno Vincenzo (promotore del incontro), Gentili Pietro, Romaggioli Primo, Salducco Benvenuto, Sperduto Francesco, Sperduto Roberto, Spagone Alfonso, Santoro Mario, Acucella Terigio, Grossale Gerardo, Fabbri Giovanni.

5 ottobre 2013
 
Pubblicato in 2013
Venerdì, 05 Luglio 2013 23:04

La casa della pace

editoriale 07-07-13Partono senza pane, né sacca, né denaro, senza nulla di superfluo, anzi senza nemmeno le cose più utili. Solo un bastone cui appoggiare la stanchezza e un amico a sorreggere il cuore. Senza cose. Semplicemente uomini. Perché l'incisività del messaggio non sta nello spiegamento di forza o di mezzi, ma nel bruciore del cuore dei discepoli, sta in quella forza che ti fa partire, e che ha nome: Dio. La forza del Vangelo, e del cristianesimo, non sta nell'organizzazione, nei mass-media, nel denaro, nel numero. Ancora oggi passa di cuore in cuore, per un contagio buono.  Partono senza cose, perché risalti il primato dell'amore. L'abbondanza di mezzi forse ha spento la creatività nelle chiese. Il viaggio dei discepoli è come una discesa verso l'uomo essenziale, verso quella radice pura che è prima del denaro, del pane, dei ruoli. Anche per questo saranno perseguitati, perché capovolgono tutta una gerarchia di valori.  Gesù affida ai discepoli una missione che concentra attorno a tre nuclei: Dove entrate dite: pace a questa casa; guarite i malati; dite loro: è vicino a voi il Regno di Dio. I tre nuclei della missione: seminare pace, prendersi cura, confermare che Dio è vicino. Portano pace. E la portano a due a due, perché non si vive da soli, la pace. La pace è relazione. Comporta almeno un altro, comporta due in pace, in attesa dei molti che siano in pace, dei tutti che siano in pace. La pace non è semplicemente la fine delle guerre: Shalom è pienezza di tutto ciò che desideri dalla vita. Guariscono i malati. La guarigione comincia dentro, quando qualcuno si avvicina, ti tocca, condivide un po' di tempo e un po' di cuore con te. Esistono malattie inguaribili, ma nessuna incurabile, nessuna di cui non ci si possa prendere cura. Poi l'annuncio: è vicino, si è avvicinato, è qui il Regno di Dio. Il Regno è il mondo come Dio lo sogna. Dove la vita è guarita, dove la pace è fiorita.  Dite loro: Dio è vicino, più vicino a te di te stesso; è qui, come intenzione di bene, come guaritore della vita.  E poi la casa.  Quante volte è nominata la casa in questo brano! La casa, il luogo più vero, dove la vita può essere guarita. Il cristianesimo dev'essere significativo nel nostro quotidiano, nei giorni delle lacrime e della festa, nei figli buoni e in quelli prodighi, quando l'amore sembra lacerarsi, quando l'anziano perde il senno e la salute. Lì la Parola è conforto, forza, luce; lì scende come pane e come sale, sta come roccia la Parola di Dio, a sostenere la casa.
 
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