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Martedì, 24 Dicembre 2013 20:36

Dagli ultimi

273A Natale non celebriamo un ricordo, ma una profezia. Natale non è una festa sentimentale, ma il giudizio sul mondo e il nuovo ordinamento di tutte le cose. Quella notte il senso della storia ha imboccato un'altra direzione: Dio verso l'uomo, il grande verso il piccolo, dal cielo verso il basso, da una città verso una grotta, dal tempio a un campo di pastori. La storia ricomincia dagli ultimi. Mentre a Roma si decidono le sorti del mondo, mentre le legioni mantengono la pace con la spada, in questo meccanismo perfettamente oliato cade un granello di sabbia: nasce un bambino, suf­ficiente a mutare la direzione della storia. La nuova capitale del mondo è Betlemme. Lì Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia... nella greppia degli animali, che Maria nel suo bisogno legge come una culla. La stalla e la mangiatoia sono un 'no' ai modelli mondani, un 'no' alla fame di potere, un no al 'così vanno le cose. Dio entra nel mondo dal punto più basso perché nessuna creatura sia più in basso, nessuno non raggiunto dal suo abbraccio che salva. Natale è il più grande atto di fede di Dio nell'umanità, affida il figlio alle mani di una ragazza inesperta e generosa, ha fede in lei. Maria si prende cura del neonato, lo nutre di latte, di carezze e di sogni. Lo fa vivere con il suo abbraccio. Allo stesso modo, nell'incarnazione mai conclusa del Verbo, Dio vivrà sulla nostra terra solo se noi ci prendiamo cura di lui, come una ma­dre, ogni giorno. C'erano in quella regione alcuni pastori... una nuvola di ali e di canto li avvolge. È così bello che Luca prenda nota di questa unica visita, un gruppo di pastori, odorosi di lana e di latte... È bello per tutti i poveri, gli ultimi, gli anonimi, i dimenticati. Dio riparte da loro. Vanno e trovano un bambino. Lo guardano: i suoi occhi sono gli occhi di Dio, la sua fame è la fame di Dio, quelle manine che si tendono verso la madre, sono le mani di Dio tese verso di loro. Perché il Natale? Dio si è fatto uomo perché l'uomo si faccia Dio. Cristo nasce perché io nasca. La nascita di Gesù vuole la mia nascita: che io nasca diverso e nuovo, che nasca con lo Spirito di Dio in me. Natale è la riconsacrazione del corpo. La certezza che la nostra carne che Dio ha preso, amato, fatto sua, in qualche sua parte è santa, che la nostra storia in qualche sua pagina è sacra. Il creatore che aveva plasmato Adamo con la creta del suolo si fa lui stesso creta di questo nostro suolo. Il vasaio si fa argilla di una vaso fragile e bellissimo. E nessuno può dire: qui finisce l'uomo, qui comincia Dio, perché Creatore e creatura ormai si sono abbracciati. Ed è per sempre.
 
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Martedì, 24 Dicembre 2013 20:26

Ordinazioni diaconali in Cile

Diaconi-Cile-Domenica 22 dicembre IV domenica di avvento, nella parrocchia N. S. del Carmine, sono stati ordinati diaconi i chierici Javier González e Claudio Godoy. Il rito è stoto presieduto dal Vescovo Mons. Miguel Caviedes, emerito della Diocesi degli Angeli ad accompagnare i nuovi diaconi i religiosi, novizi, amici sacerdoti, famiglie e fedeli. Mons. Caviedes si è rivolto agli ordinandi ed a tutto il popolo, ed indicato ciò che significa questo gradino del sacramento dell’Ordine, sottolineando che: “soprattutto, siete servitori, ma non qualunque, se non servitori sul modello di Gesú, il diacono per antonomasia”. Dopo la celebrazione i neo diaconi hanno salutato  tutti i presenti icontrandoli in un momento di condivisione.

24 dicembre 2013
 
Pubblicato in 2013
Lunedì, 23 Dicembre 2013 17:02

A Campitelli ordinazioni diaconali

DiaconiSono stati ordinati diaconi a Roma nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, domenica 22 dicembre i chierici Agowuike Augustine Akachukwu ed Enyi Francis Chukwudubem. Il rito è stato presieduto dal Vescovo Matteo Zuppi Ausiliare di Roma. Nel giorno nel quale la Chiesa si prepara a celebrare il mistero dell’Incarnazione, i novelli diaconi, ha ricordato Mons. Zuppi, sono chiamati ad imitare il servizio generoso e la carità sincera di Maria e Giuseppe. Prendendo in prestito un immagine della vita del Fondatore il Vescovo ha concluso dicendo che il Leonardi al termine della sua vita fu preso da una forte ansia missionaria i cui frutti oggi sono visibile nell’Ordine che come una madre custodito dalla Madre di Dio invia nuovi figli per il servizio e la missione.

23 dicembre 2013
 
Pubblicato in 2013
Sabato, 21 Dicembre 2013 17:15

Giuseppe Verdi

verdi-1Il Coro “Orazio Vecchi” diretto dal M° Alessandro Anniballi presenta “Il Coro nell’Opera di Giuseppe Verdi venerdì 20 dicembre 2013 ore 19,00.
 
19 dicembre 2013 
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Sabato, 21 Dicembre 2013 17:08

I sogni del giusto

272Secondo il Vangelo di Luca l'Annunciazione è fatta a Maria, secondo Matteo l'angelo parla a Giuseppe. Chi ha ragione? Sovrapponiamo i due Vangeli e scopriamo che l'annuncio è fatto alla coppia, allo sposo e alla sposa insieme, al giusto e alla vergine innamorati. Dio non ruba spazio alla famiglia, la coinvolge tutta; non ferisce l'armonia, cerca invece un sì plurale, che diventa creativo perché è la somma di due cuori, di molti sogni e moltissima fede. Dio è all'opera nelle nostre relazioni, parla dentro le famiglie, dentro le nostre case, nel dialogo, nel dramma, nella crisi, nei dubbi, negli slanci, nelle oasi di verità e di amore che sottraggono il cuore al deserto. Maria si trovò incinta, dice Matteo. Sorpresa assoluta della creatura che arriva a concepire l'inconcepibile, il proprio Creatore. Qualcosa che però strazia il cuore di Giuseppe: non volendo accusarla pubblicamente pensò di ripudiarla in segreto. Ma è insoddisfatto della decisione presa, perché è in­namorato di Maria, e continua a pensare a lei, presente fin dentro i suoi sogni. Giuseppe, l'uomo dei sogni, non parla mai, ma sa ascoltare il proprio profondo, i sogni che lo abitano: anzi, l'uomo giusto ha gli stessi sogni di Dio. Non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Non temere, non avere paura, sono le prime parole con cui nella Bibbia Dio apre il dialogo con gli uomini: la paura è il contrario della fede, della paternità, del futuro, della libertà. Perché Dio non fa paura; se hai paura, non è da Dio. Giuseppe prende con sé la madre e il bambino, preferisce l'amore per Maria, e per Dio, al suo amor proprio. La sua grandezza è amare qualcuno più di se stesso, il primato dell'amore. Per amore di Maria, scava spazio nel suo cuore e accoglie quel bambino non suo. E diventa vero padre di Gesù, anche se non è il genitore. Generare un figlio è facile, ma essergli padre e madre, amarlo, farlo crescere, farlo felice, insegnargli il mestiere di uomo, è tutta un'altra avventura. Padri e madri si diventa nel corso di tutta la vita. L'annunciazione ha luogo nelle case. Al tempio Dio preferisce la casa, perché lì si gioca la buona battaglia della vita. Ogni giorno di vita offerto è una annunciazione quotidiana. Ogni figlio che nasce ci guarda con uno sguardo in cui ci attende tutta l'eternità. Dio ci benedice ponendoci accanto persone come angeli, annunciatori dell'infinito, e talvolta - per i più forti tra noi - ponendoci accanto persone che hanno bisogno, un enorme bisogno di noi. Ed è così che non ci lascia vivere senza mistero.
 
Venerdì, 20 Dicembre 2013 13:01

Lettera del P. Generale per il Natale 2013

generale-IE’ con la significativa immagine del “Ravi” che il P. Generale invia all’Ordine gli auguri del santo Natale che non smette mai di incantare per il grande mistero dell’Incarnazione.

19 dicembre 2013
pdf  LETTERA DEL PADRE GENERALE PER NATALE 2013  
Pubblicato in 2013
Venerdì, 20 Dicembre 2013 07:04

Preghiere per P. Bruno Dessì

P.-Cesare-FranciottiLa comunità religiosa e parrocchiale B. V. Maria del SS Rosario in . Ferdinando di Puglia , sollecitata dal P Generale a chiedere l’intercessione del Venerabile Cesare Franciotti per la guarigione di P. Bruno Dessì, ha voluto riscoprire anche la figura di questo nostro confratello e il suo spessore spirituale.

A tal fine è stato dedicato un incontro con le madrine per evidenziarne la profonda spiritualità eucaristica e l’acume di promuovere una vera devozione eucaristica che sapesse coniugare la celebrazione della santa messa e la Parola di Dio in essa offerta con  il Verbo della vita mangiato e adorato nelle specie eucaristiche. Da questa profetica intuizione nascono le sue Meditazioni innanzi e dopo l’Eucaristia, come quelle sul Natale e sui misteri della Croce di Nostro Signore Gesù Cristo.

Le madrine si sono quindi impegnate in una novena di preghiera che prevedeva la partecipazione quotidiana alla Eucaristia e la preghiera per la concessione della grazia per intercessione del Venerabile Padre.

In questo itinerario la scoperta di alcuni bellissimi testi delle Meditazioni sul Natale ci ha suggerito di vivere la Novena di Natale guidati dai testi del Franciotti. Il miracolo che chiediamo è che aumenti in  ciascuno di noi il fervore spirituale e possiamo ardere di quello stesso amore verso Dio che tanto ha infiammato di carità il cuore di Cesare Franciotti.

17 dicembre 2013
 
Pubblicato in 2013
Lunedì, 16 Dicembre 2013 11:50

Lucca ricorda P. Ludovico Marracci

Ludovico-MarracciUna giornata di Studio organizzata dalla Provincia di Lucca in collaborazione con il Centro studi OMD, ha visto radunarsi dopo il convegno romano, diversi studiosi che hanno proposto la vicenda umana e intellettuale di P. Ludovico Marracci orientalista e traduttore del Corano. Nel salone dell’arcivescovado sabato 14 dicembre le riflessioni hanno toccato la “Figura  il contesto storico e spirituale di P. Ludovico Marracci. il Prof. Ignazio Del Punta dell’Università di San Marino, Luca Santini storico di Camaiore, Gian Luca D’Errico dell’Università di Bologna, Francesco Bustaffa dell’Università di San Marino, Paolo Branca dell’Università Cattolica di Milano. Nel saluto rivolto ai convenuti il Segretario Generale dell’Ordine P. Davide Carbonaro ha e sottolineato la gratitudine:  “per il dono di uomini  come Ludovico Marracci figlio di questa terra. Ad essi riconosciamo il ruolo di ‘puntellatori’ della società umana e cristiana. Certo del Marracci possiamo riaffermare, guardando al patrimonio di cultura e di fede di cui fu estensore,  la lungimiranza profetica del Leonardi: “uomo di grammatica e di spirito” (Cf. Lettera del 21 novembre 1608). Il suo ingegno e la sua passione per la cultura araba ed orientale in genere, lo rendono per il suo tempo custode intelligente di quelle “porte del mediterraneo” oggi così al centro di tragedie umane che la cronaca del nostro tempo evidenzia,  generando nei cuori domande antiche e nuove”. Così, ha proseguito p. Davide: “Ludovico si mise in ascolto di una cultura diversa dalla sua. Egli stesso ricorda che fu ‘la curiosità intellettuale’ che lo spinse a decifrare i caratteri cufici che erano su un foglietto abbandonato dai ‘levantini del Tevere’. Quell’episodio emblematico e rivelativo dell’animo di Marracci: curioso, intelligente, investigatore, prudente, scientificamente onesto; ma pur sempre figlio della Chiesa e del Leonardi e quindi ‘uomo di obbedienza’.  Lo riconosciamo a pieno titolo tra i protagonisti ‘del meticciato culturale’ che nel XVII secolo condurrà all’incontro tra la lingua sacra dell’Islam ed il latino, la lingua dell’Europa. In effetti, la traduzione del Corano, come ‘apostolato intellettuale’ operò una sorta di dialogo interreligioso anzitempo e permise di accostare senza paura colui che rimaneva pur sempre l’atavico ‘nemico’. Con la penna di P. Ludovico  l’Islam entrò in Europa in un modo nuovo senza spada, e senza sangue. Ben venga questo Convegno a Lucca che segue immediatamente quello di Roma. Ringrazio quanti ne hanno curato la preparazione scientifica e documentale  e gli aspetti organizzativi ed economici. Il Centro Studi dell’Ordine della Madre di Dio continuerà nel prossimo futuro lo studio, la conservazione e la trasmissione del patrimonio marracciano che rimane un caposaldo del’umanesimo cristiano e italiano”.

16 dicembre 2013

Pubblicato in 2013
Lunedì, 16 Dicembre 2013 11:37

Fosciandora: Una Statua e una Stella

StellaNel ricordo dei 1550 anni del Concilio di Efeso che proclamava la Divina Maternità di Maria, fu innalzata nel piazzale del Santuario una statua della Madonna. Era il 1981. Il tempo l’aveva deteriorata annerita e privata di una mano. La ripulitura e il restauro l’hanno riportata al prezioso splendore del marmo di Carrara. L’otto di dicembre, con una breve cerimonia, è stata nuovamente benedetta e riproposta alla venerazione dei fedeli. 
Lo stesso giorno, nell’ affresco della Vergine è stata posta una “Stella” in argento dorato per ricordarci che, il Papa Benedetto XVI, aveva posto la “Nuova Evangelizzazione” sotto il manto della Vergine di Nazareth. E le rinnovava il titolo di “Stella della Nuova Evangelizzazione”.
Due segni importanti per il nostro Ordine e per i fedeli della “ Valle del Serchio”.

16 dicembre 2013
 
Pubblicato in 2013
Venerdì, 13 Dicembre 2013 18:03

La statura dello spirito

271«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». Grande domanda che permane intatta: perseveriamo dietro il Vangelo o cerchiamo altrove?
Giovanni è colto dal dubbio, eppure Gesù non perde niente della stima immensa che nutre per lui: «È il più grande!» I dubbi non diminuiscono la statura di questo gigante dello spirito. Ed è di conforto per tutti i nostri dubbi: io dubito, e Dio continua a volermi bene. Io dubito, e la fiducia di Dio resta intatta. Sei tu? Gesù non risponde con argomentazioni, ma con un elenco di fatti: ciechi, storpi, sordi, lebbrosi, guariscono, si rimettono in cammino hanno una seconda opportunità, la loro vita cambia . Dove il Signore tocca, porta vita, guarisce, fa fiorire. La risposta ai nostri dubbi è semplicemente questa: se l'incontro con Lui ha prodotto in me frutti buoni (gioia, coraggio, fiducia nella vita, apertura agli altri, speranza, altruismo). Se invece non sono cambiato, se sono sempre quello di prima, vuol dire che sto sbagliando qualcosa nel mio rapporto con il Signore. I fatti che Gesù elenca non hanno trasformato il mondo, eppure quei piccoli segni sono sufficienti perché noi non consideriamo più il mondo come un malato inguaribile. Gesù non ha mai promesso di risolvere i problemi della storia con i miracoli. Ha promesso qualcosa di più forte ancora: il miracolo del seme, la laboriosa costanza del seme. Con Cristo è già iniziato, ma come seme che diventerà albero, un tutt'altro modo di essere uomini. Un seme di fuoco è sceso dentro di noi e non si spegne. Sta a noi ora moltiplicare quei segni (voi farete segni ancora più grandi dei miei), mettendo tempo e cuore nell'aiutare chi soffre, nel curare ogni germoglio che spunta, come il contadino: Guardate l'agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra. La fede è fatta di due cose: occhi che sanno vedere oltre l'inverno del presente, e la speranza laboriosa del contadino. Fino a che c'è fatica c'è speranza. Beato chi non trova in me motivo di scandalo. Gesù portava scandalo e lo porta oggi, a meno che non ci facciamo un Cristo a nostra misura e addomestichiamo il suo messaggio: non stava con la maggioranza, ha cambiato il volto di Dio e le regole del potere, ha messo la persona prima della legge e il prossimo al mio pari. E tutto con i mezzi poveri, e il più scandalosamente povero è stata la croce. Gesù: un uomo solo, con un pugno di amici, di fronte a tutti i mali del mondo. Beato chi lo sente come piccolo e fortissimo seme di luce, goccia di fuoco che vive e geme nel cuore dell'uomo. Unico miracolo di cui abbiamo bisogno.
 
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