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Il 15 agosto, la famiglia religiosa dell’Ordine della Madre di Dio ha celebrato con profonda devozione la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, patrona dell’Ordine. Questa festa liturgica, oltre a ricordare il mistero della gloriosa assunzione di Maria al cielo, sottolinea il ruolo della Vergine come modello di vita consacrata e di totale donazione a Dio, fondamento della vocazione di ogni consacrato.

A mezzogiorno, la comunità di Gallipoli si è raccolta insieme ai Chierici presenti per il solenne momento del rinnovo dei voti religiosi, nella liturgia presieduta dal Padre Generale. Tutti i membri hanno rinnovato la propria consacrazione, manifestando la gioia e l’impegno quotidiano di vivere pienamente la propria vocazione. Tra i partecipanti, il Ch. Luigi Bilotto ha concluso un mese di preparazione rinnovando la sua Professione in vista della Professione Solenne, che si terrà il 21 settembre a San Ferdinando di Puglia.

San Giovanni Leonardi, fondatore dell’Ordine, volle che i Chierici rinnovassero i voti religiosi due volte l’anno: nel giorno di Pasqua e nella solennità dell’Assunzione, considerata la “Pasqua di Maria”. Questa scelta sottolinea la continuità tra il mistero pasquale di Cristo e la vita consacrata, ricordando che il rinnovamento dei voti è un vero e proprio cammino di risurrezione personale e comunitaria, in cui ogni consacrato rinnova l’adesione totale a Dio, rinnovando il suo “sì” quotidiano alla vita evangelica.

La liturgia ha proposto la lettura tratta dal Libro del Siracide (24,14-17), scelta come guida per la meditazione sul significato della vita consacrata. La Sapienza divina, incarnata in Maria, si manifesta come un giardino fiorito e profumato: così la vita consacrata, immagine della “piantagione di rose a Gerico”, diffonde nel mondo la bellezza e il profumo della presenza di Dio. Il consacrato, attraverso la propria testimonianza e la fedeltà alle promesse, diventa segno tangibile della Sapienza che illumina ogni aspetto della vita e invita a camminare nella luce del Vangelo.

In serata, presso la parrocchia, il Padre Generale ha presieduto la solenne Celebrazione Eucaristica, espressione di comunione tra la famiglia religiosa e la comunità cristiana locale. Nell’omelia ha invitato a contemplare Maria come prima discepola di Cristo, modello di accoglienza della volontà di Dio e di amore gratuito: «Maria si è fatta piccola per accogliere il Signore» e «la sua piccolezza non è umiliazione, ma libertà, quella che permette a Dio di operare grandi cose».

Il celebrante ha ricordato che l’Assunzione non è un privilegio isolato, riservato a Maria, ma il destino verso il quale tutti siamo chiamati se viviamo con docilità e fiducia la nostra fede quotidiana, abbandonandoci alla guida dello Spirito Santo. La vita consacrata, allora, diventa non solo testimonianza personale, ma segno della presenza divina che trasforma la storia e porta speranza a chi incontra la Chiesa.

La celebrazione si è conclusa con un affidamento alla Vergine Assunta, accompagnato dall’antica invocazione del nostro Ordine, Sub Tuum Praesidium e dalla frase latina “Trahe nos post te” (“Attiraci dietro di te”), come soleva ripetere con gioia il Fondatore. Con queste parole, i consacrati affidano a Maria la guida del loro cammino, certi della sua protezione e della dolcezza della sua presenza, che accompagna ogni passo nella fedeltà e nella gioia della vita consacrata.

Pubblicato in 2025
Sabato, 07 Maggio 2016 10:34

Di questo voi siete testimoni

371La morte di Gesù ha costituito uno scandalo per i suoi discepoli, perché essi si erano plasmati un Cristo senza croce. Ma Gesù di Nazaret è il Messia; e non esiste altro Messia che il crocifisso e il glorificato. È attraverso la catechesi del Signore, risuscitato, che i discepoli capiscono che il Messia doveva soffrire e risuscitare dai morti. Era il disegno di Dio manifestato nelle Scritture. Il senso della croce e dell’accompagnamento dei discepoli sulla croce, si scontra con l’intelligenza, con il cuore e con i progetti dell’uomo.

Affinché i discepoli possano essere i testimoni autorizzati di Gesù Cristo, non solo devono comprendere la sua morte redentrice, ma anche ricevere lo Spirito Santo. Gesù si separa dai discepoli benedicendoli e affidandoli alla protezione di Dio Padre. Ascensione del Signore al cielo e invio dello Spirito Santo, per fare dei discepoli dei testimoni coraggiosi e per accompagnarli fino al ritorno di Gesù, sono strettamente collegati.

Lo Spirito Santo aumenterà la potenza della parola del predicatore e aprirà l’intelligenza degli ascoltatori. Della vita fragile del missionario egli farà una testimonianza eloquente di Gesù Cristo morto sulla croce e vivo per sempre. Nel mondo, al fianco dei discepoli, lo Spirito Santo sarà il grande Testimone di Gesù.

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