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Pubblichiamo di seguito i collegamenti agli ariticoli di varie testate giornalistiche che hanno riportato la notizia del XV centenario di Santa Maria in Portico.

 

Articoli in PDF:

In santamariainportico.it:

 

 

Pubblicato in 2024

Mercoldì 17 luglio 2024, il Cardinale Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della C.E.I., ha celebrato la memoria romana di Santa Maria in Portico particolare protettrice della Città, nel 1500° anniversario dell’Apparizione al Papa san Giovanni I e a santa Galla. Insieme a numerosi confratelli e sacerdoti, hanno concelebrato con lui il sig. Cardinale Michael Louis Fitzgerald M.Afr., del Titolo di Santa Maria in Portico, l'Arcivescovo di Potenza - Muro Lucano - Marsico Nuovo, Mons. Davide Carbonaro O.M.D., Padre Antonio Piccolo, Rettore Generale dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio e il Vicario Generale, Padre Luigi Murra O.M.D., che dal prossimo mese di settembre assumerà l'incarico di Parroco di Campitelli.

Al termine della Celebrazione Eucaristica il segretario generale, p. Rafael Andres Pereira Barbato O.M.D. ha dato lettura della lettera che il Santo Padre Francesco ha voluto rivolgere ai fedeli di Santa Maria in Portico in Campitelli e all'Ordine della Madre di Dio in occasione di questo importante anniversario.

 

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Pubblicato in 2024
Mercoledì, 17 Luglio 2024 12:20

Padre Antonio Piccolo presiede la Supplica

Il Rettore Generale dei Chierici Regolari della Madre di Dio e Amministratore parrocchiale di Campitelli, P. Antonio Piccolo, alle ore 12:00 ha presieduto la Supplica a Santa Maria in Portico, Romanae Portus Securitatis, particolare protettrice della città di Roma nelle pubblice e private avversità.

La preghiera, in questo giorno solenne, ci ricorda che la celeste apparizione dell'immagine della Vergine Maria è segno di sicura speranza, segno che è "apparsa in Cristo la grazia di Dio apportatirice di salvezza".

Maria, Madre della Chiesa, faccia di noi un popolo santo e devoto. 

 

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Pubblicato in 2024

Durante i primi dei Vespri che inaugurano la solennità di Santa Maria in Portico nel 1500° anniversario dall’apparizione,  martedì 16 luglio si è rinnovato l’antico rito dell’ostensione dell’icona di Santa Maria in Portico. Dopo l’antica orazione che ricorda come l’immagine della Madre di Dio è stata “in questo luogo” esaltata dagli Angeli, il Rettore Generale dell'Ordinde dei Chierici Regolari della Madre di Dio, P. Antonio Piccolo ha aperto le quattrocentesche porticine che custodiscono l’icona, rendendola manifesta ai fedeli al suono festante delle campane e dell’organo. Di seguito il canto dei Vespri presieduti da S. E. Mons. Davide Carbonaro, Arcivescovo Metropolita di Potenza - Muro Lucano - Marsico Nuovo, già parroco di Santa Maria in Portico, e animati dalla Cappella musicale di Campitelli diretta dal M° Vincenzo Di Betta.
Durante la riflessione Mons. Carbonaro ha ricordato 
la gratitudine che dobbiamo alla Madre di Dio, per la predilezione che ha per la Chiesa e per questa nostra città di Roma.

La presenza di Maria ci è significata da una piccola icona, quasi una carezza calda e materna. Fra Mariano da Firenze già nel 1517 definiva questa icona ‘Pietra di Zaffiro nella quale si vede miracolosamente impressa l’immagine della Vergine e di Gesù bambino’. Da secoli il Popolo romano viene qui per scaldarsi al cuore, al focolare della Madre invocando con fede "Santa Maria in Portico, Porto della Romana Sicurezza".

Da Gerusalemme, con Maria, nel cenacolo, a Roma nella casa di Galla, ancora oggi si perpetua il dono della presenza della Madre di Dio, degli Apostoli e della carità di Cristo.

Pubblicato in 2024

"Qui è l’immagine della Madre di Dio apparsa a Galla, mentre timorosa serviva i poveri"

Questo antico verso latino scolpito su pietra fin dal XI secolo, indicava il sacello medievale, oggi scomparso, dove era custodita l’icona di Santa Maria in Portico: “Porto della Romana Sicurezza”. In poche battute, il testo raccoglie, per i pellegrini che si accostavano in devota venerazione, il cuore degli avvenimenti accaduti il 17 luglio del 524, 1500 anni fa. Quelle parole sono ancora oggi la testimonianza di una straordinaria presenza di Maria nella casa di una donna dedita al servizio dei poveri, piena del timore di Dio, che caratterizza la vita dei giusti. L’esercizio della Carità evangelica, è vocazione primordiale che stabilisce il primato della Chiesa di Roma, chiamata appunto, a “presiedere nell’Amore”. Galla in quel momento è la mano caritatevole e accogliente del Pontefice Giovanni I, che confermerà in quella primitiva dimora, la presenza luminosa della Madre di Dio. Il racconto dei fatti, è raccolto in una antica “legenda” trasmessa dalla fede devota di Roma, ma anche custodita in un’antica orazione rivolta a Dio per intercessione di Santa Maria in Portico.

Ecco il testo:

Dio onnipotente ed eterno, tu hai dato a Mosè la legge scritta  con il tuo dito sulle tavole di pietra e hai fatto innalzare il serpente di bronzo nel deserto. Concedici di onorare devotamente la santissima immagine della Madre del Figlio tuo, plasmata dalle tue mani e in questo luogo mirabilmente esaltata per mezzo dei tuoi santi angeli. Fa che guardando a lei siamo liberati dal mortale contagio dell’antico serpente e da ogni altro male.

Più volte il culto alla Madre di Dio, apparsa agli albori del VI secolo a Santa Galla e al Papa Giovanni I, fu celebrato e vissuto dalla Città, in tempi di singolari epidemie o avversità. L’orazione lo evidenzia, mettendo in relazione il male fisico e lesivo della persona umana, in rapporto al contagio “dell’antico serpente” all’origine di tutti i mali. L’orazione veniva recitata dal Papa o da un suo delegato durante il rito popolare dell’ostensione dell’icona. Quanti vi partecipavano avevano lo sguardo fisso in alto e il desiderio di intravvedere la “luce apparsa” nella casa di Santa Galla. Tutto questo fu rappresentato in modo suggestivo nell’architettura della gloria angelica dell’Altare Maggiore di Campitelli,  disegnata da Carlo Rainaldi ed eseguita dalle maestranze berniniane che lavorarono su commissione di papa Alessandro VII nella seconda metà del XVIII secolo. Il cielo squarciato e Maria che scende nella sua prodigiosa icona - “non fatta da mano d’uomo” (Acheropita) - per proteggere i suoi figli. Tutto questo è cifra del barocco, ma anche profonda rilettura della fede popolare di Roma, che affrontò coraggiosa il terribile contagio del 1656. Due “testimoni” dunque, accompagnano ancora oggi la secolare memoria di Santa Maria in Portico: uno scolpito su pietra, l’altro cantato dalla fede orante del popolo di Dio.

Pubblicato in 2024

Presentato in occasione del XV centenario dell'apparizione dell'icona di Santa Maria in Portico il libro "60 colori della grazia. Da santa Lucia a Giuseppe Puglisi" di Antonio Tarallo, con prefazione del direttore dell'Osservatore Romano dott. Andrea Monda, edito da Edizioni Ares.

Un prezioso volume di oltre 180 pagine, una raccolta di scritti agiografici di sessanta santi e beati scritti da Antonio Tarallo per l'Osservatore Romano, dalla martire siracusana, Lucia, del IV secolo, fino a giungere alla seconda metà del XX secolo con il martire della mafia don Giuseppe Puglisi.

L'evento si è svolto nella ex sacrestia del Santuario Parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli, la attuale sala Carlo Baldini. Il moderatore, p. Antonio Piccolo, O.M.D., ha sottolineato come la storia di tanti nostri fratelli ci mostra, partendo da Maria, il cammino da percorrere.

Il dialogo con l'autore ha ripercorso proprio questa strada, a volte impervia, che trova il suo porto sicuro nella Vergine madre, modello di ogni beatitudine.

Come popolo sei battezzati siamo chiami ad essere santi: pellegrini sulla terra, mendicanti del cielo.

Pubblicato in 2024
Ecclesia-in-AmericaCon una Celebrazione Eucaristica nella Basilica di San Pietro, si è aperto domenica 9 dicembre, il Congresso Internazionale Ecclesia in America, organizzato dalla Pontificia Commissione per l’America Latina e dai Cavalieri di Colombo, con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Studi Guadalupani.
Il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, ha invitato Il Padre Generale P. Francesco Petrillo,  a intervenire in detto convegno per il suo amore per l’America Latina e per aver partecipato alla V Conferenza dei vescovi latinoamericani ad Aparecida. (Brasile) 
Ouellet ha  affidato il congresso alla protezione di Nostra Signora di Guadalupe, patrona delle Americhe e Stella della Nuova Evangelizzazione.
Al termine della Santa Messa, papa Benedetto XVI ha raggiunto la Basilica per rivolgere il proprio saluto ai partecipanti. “I vostri volti – ha detto loro il Pontefice – mi riportano nella mente e nel cuore i palpiti del Continente americano, tanto presente nella preghiera del Papa, la cui devozione alla Sede Apostolica ho potuto sperimentare con gratitudine, non solo durante le mie visite pastorali in alcuni dei vostri paesi ma anche ogni volta che incontro qui i pastori e i fedeli di quelle care terre”.
Gli auspici di cooperazione tra le chiese americane da parte di Giovanni Paolo II “meritano di essere rinnovati, nella speranza che il messaggio redentore di Cristo sia messo in pratica con maggior serietà e produca abbondanti frutti di santità e rinnovamento ecclesiale”, ha affermato Benedetto XVI.
Lo svolgimento del congresso Ecclesia in America a due mesi dall’avvio dell’Anno della Fede e a poca distanza temporale dalla conclusione del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione, è stato definito dal Papa un “regalo della Provvidenza”.
 Il Congresso internazionale organizzato dalla Commissione per l’America  ha convocato per i giorni 9-12 dicembre la partecipazione di più di 200 partecipanti. Sono stati invitati più di cento personalità del Nord, Centro e Sud America, tra i quali numerosi Prelati, che hanno già confermato la loro presenza. Ci saranno i Cardinali Thomas C. Collins (Toronto), Sean Patrick O’Malley (Boston), Juan Sandoval Íñiguez (emerito di Guadalajara), Nicolás de Jesús López Rodríguez (Santo Domingo), Oscar Rodríguez Maradiaga (Tegucigalpa) e arcivescovi e vescovi di molti Paesi del continente. Insieme a loro, l’invito è stato anche trasmesso ai Superiori dei diversi Dicasteri della Curia Romana.
Si può ben affermare che il programma del Congresso non manca di una certa originalità. È lontano dall’offrire una successione ininterrotta di conferenze e di interventi, come spesso succede. Sa combinare adeguatamente momenti accademici, di riflessione teologica-pastorale e di dibattito generale, con altri di condivisione in gruppi di lavoro tra i partecipanti, con conclusioni propositive e operative, insieme a fondamentali celebrazioni liturgiche e a significative espressioni di devozione.
Nella mattina di lunedì 10 dicembre, sotto la presidenza del Sig. Cardinale Marc Ouellet, Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, nell’aula del Sinodo si sono tenute tre relazioni: "L’avvenimento guadalupano all’origine dell’evangelizzazione del Nuovo Mondo", pronunciata da Mons. Eduardo Chávez, Direttore dell’Istituto di Studi Guadalupani, "L’Esortazione apostolica post-sinodale: profezia, insegnamenti e impegni", a carico del Prof. Avv. Guzmán Carriquiry Lecour, Segretario della Pontificia Commissione, e "L’Esortazione Apostolica Ecclesia in America sotto l’intercessione di Nostra Signora di Guadalupe, stella della nuova evangelizzazione e madre della civiltà dell’amore", che sarà presentata dal Prof. Carl Anderson, Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo. Tutto il pomeriggio sarà dedicato allo scambio di esperienze, riflessioni e proposte in 8 gruppi di lavoro, sui temi fondamentali per la cooperazione tra le Chiese nel continente, introdotti da diversi Prelati e studiosi. In essi si affronteranno temi come la nuova evangelizzazione nel continente americano, esperienze di filiazione e discepolato nei popoli americani, la Chiesa come sacramento di comunione e di riconciliazione nel continente, le sfide che vi si pongono alla famiglia cristiana, alla dignità della donna e alla speranza dei giovani, l’impegno delle Chiese nel campo dell’educazione e specialmente nel mondo universitario, l’unità dei cristiani e la sfida delle sette, la carità e la solidarietà dall’amore preferenziale per i poveri e alcuni altri problemi sociali come la corruzione, le droghe, la corsa agli armamenti, la cultura della morte, la situazione degli indigeni e degli afro-americani, la problematica degli immigrati…Concluderà la giornata una Conferenza di S.E.R. Mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.I. sul "Significato dell’Anno della fede".
Nella giornata di martedì 11 dicembre sono da mettere in rilievo due preziosi gesti di devozione. Il primo sarà la recita del Santo Rosario nei Giardini Vaticani, alle ore 11.30, attorno alla statua che raffigura Nostra Signora di Guadalupe insieme con Juan Diego e l’Arcivescovo Juan de Zumárraga. La preghiera sarà guidata dalla lettura di testi ispirati dal "Nican Mopohua", primo documento che raccoglie i dialoghi della Santissima Vergine Maria con Juan Diego nella collina del Tepeyac. E alle 16.00, nell’Aula Pio X, in via della Conciliazione n. 5, si svolgerà un atto allo stesso tempo culturale, teologico e devozionale in cui si presenterà attraverso mezzi audiovisivi lo splendore della bellezza nell’immagine di Nostra Signora di Guadalupe, arricchito dalle più serie ricerche scientifiche sulla "tilma" e intercalato anche da inni guadalupani.
Nella mattina di mercoledì 12 dicembre i congressisti parteciperanno all’Udienza generale presieduta dal Santo Padre. Nel pomeriggio seguirà la conferenza propositiva sugli "Scenari e proposte per la comunione e la cooperazione tra le Chiese del continente americano e per la solidarietà tra i loro popoli", a carico del Sig. Cardinale Sean Patrick O’Malley O.F.M., arcivescovo di Boston, alla quale seguirà un dibattito generale e la sintesi conclusiva del Sig. Cardinale Marc Ouellet. I risultati del Congresso saranno poi comunicati ai Dicasteri della Curia Romana, alle Conferenze episcopali del continente e al CELAM.
Nella foto sono presenti: Il P. Generale P. Francesco Petrillo, il Prof. Guzmàn Carriquiry, Secretario della Pontifica Commissione per l’America Latina e Mons. Eduardo Chavez, Direttore dell’Istituto  Superiore di Studi Guadalupano.

11 dicembre 2012
Pubblicato in 2012
Roma-per-Santa-Maria-in-PorticoLa solenne celebrazione di Santa Maria in Portico in Campitelli è stata presieduta a Roma dal Signor Cardinale Manuel Monteiro De Castro Penitenziere Maggiore. Il Cardinale ha venerato la piccola immagine di Santa Maria in Portico custodita sull’altare maggiore della Chiesa, salendo la tribuna e sostando in preghiera, poi con il Parroco P. Davide Carbonaro ha intonato l’Ave Maria, affidando alla Madre di Dio le intenzioni del Papa Benedetto per la Chiesa universale. Durante l’omelia il Cardinale ha ricordato come l’icona, tanto cara al Fondatore San Giovanni Leonardi e ai suoi Chierici:  “Raffigura la Vergine Maria con Gesù Bambino in braccio, nel corso dei secoli, è diventata davvero “un porto di rifugio” per il popolo dell’Urbe il quale, in diverse occasioni di pericolo e disagio, è accorso ai piedi di questo altare privilegiato invocando, con successo, l’intercessione di Maria, Romanae Portus Securitatis. Molti Papi hanno nutrito una filiale devozione alla Vergine del Portico come attestano i numerosi rescritti di concessione dell’indulgenza plenaria ai devoti di questa tenera e dolce Madre”. Così ha proseguito Sua Eminenza: “La devozione alla Madre di Dio non consiste in alcun modo “né in uno sterile e passeggero sentimentalismo, né in una certa quale vana credulità” di persone immature per età o per formazione carente. Al contrario, segnala il Concilio Vaticano II, procede “dalla fede vera, dalla quale siamo portati a  riconoscere la preminenza della Madre di Dio, e siamo spinti al filiale amore verso la Madre nostra e all’imitazione delle sue virtù” (Lumen gentium, 67). L’amore per la Madre di Dio ci spinge a imitarla e, pertanto, al compimento fedele dei nostri doveri, a diffondere la gioia intorno a noi. Ella ci muove a respingere il peccato, anche il più lieve, e ci incoraggia a lottare con impegno contro i nostri difetti, ci stimola a compiere la volontà di Dio in ogni momento”. Al termine del rito il Cardinale ha incontrato la comunità religiosa di Campitelli e la Comunità delle Suore Bonaerensi di San Giuseppe giunte in pellegrinaggio per la conclusione di uno speciale anno mariano della Congregazione. La festa mariana di Campitelli è stata preceduta nella vigilia dai Vespri solenni animati dalla Cappella Musicale diretta dal Maestro Vincenzo Di Betta; dalla fiaccolata e omaggio floreale presso il palazzo dell’Anagrafe di Roma luogo dell’apparizione dell’immagine avvenuta il 17 luglio 524 a Santa Galla e a San Giovanni I.

19 Luglio 2012

  pdf  Omelia di Cardinale Monteiro 17 luglio 2012
Pubblicato in 2012
Domenica, 26 Febbraio 2012 11:44

A Roma Convegno su Papa Odescalchi

Innocenzo-XIDa giovedì 23 a sabato 25 febbraio a Roma si terrà un convegno internazionale dedicato a Innocenzo XI Odescalchi (1611 – 1689) in occasione del quarto centenario della nascita. La manifestazione è organizzata dall’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, dal Centro Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma, dall’Istituto Storico Austriaco a Roma, dall’Istituto Storico “Fraknòi” presso l’Accademia d’Ungheria a Roma, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal Dipartimento di Filologia e Storia dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, dal Dipartimento di Scienze Tecniche e Applicate dell’Università degli Studi dell’Insubria, dal Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea della “Sapienza” Università degli Studi di Roma e con il sostegno di Sorgente – Group Roma. Benedetto Odescalchi (Como 1611 – Roma 1689), cardinale dal 1645, legato di Ferrara (1645–50), vescovo di Novara (1654), fu eletto papa, benché riluttante, alla morte di Clemente X (1676) e assunse il nome di Innocenzo XI. Il suo pontificato fu caratterizzato da un rigoroso impegno religioso, dalla condanna del nepotismo e dagli sforzi di moralizzazione dei costumi ecclesiastici e laici. In campo dogmatico, avversò il “probabilismo” teologico-morale e il lassismo dei gesuiti; prima tollerante con il quietismo, lo condannò nel 1687. Energico difensore dell’autorità del pontificato, ebbe quasi perpetua contesa con Luigi XIV, in particolare per la pretesa del sovrano di imporre i quattro articoli delle libertà gallicane che prefiguravano una Chiesa nazionale francese svincolata dall'obbedienza romana (1682); la decisione di Innocenzo XI di scomunicare Ch. De Beaumanoir (1687–88), ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, provocò per rappresaglia l’occupazione di Avignone e del Contado Venassino da parte di Luigi XIV. Ma la sua principale mira fu una grande crociata cristiana contro i Turchi: tale disegno non poté essere realizzato per i contrasti tra i vari stati europei, ma la diplomazia del papa non fu per questo inattiva e favorì l’alleanza tra l’imperatore e Giovanni Sobieski di Polonia e l’adesione di Venezia alla Lega Santa nel 1684. Venerato come santo alla sua morte, il processo di beatificazione, iniziato nel 1714, si è concluso con la beatificazione il 7 ottobre 1956.   Il convegno sarà articolato in quattro sessioni, di cui la prima, giovedì 23 febbraio alle ore 14.30, dedicata al tema La corte romana fra politica e spiritualità, si terrà presso la Sala Igea di Palazzo Mattei di Paganica (piazza della Enciclopedia Italiana 4), storica sede della Treccani, con gli interventi di Gianvittorio Signorotto, Maria Antonietta Visceglia, Antonio Menniti Ippolito, Massimo Giannini, Stefania Nanni, Silvano Giordano e Renata Ago. La seconda e la terza sessione (Il respiro europeo dell’azione papale e L’arte innocenziana) si terranno presso la sede dell’Istituto Storico Austriaco (viale Bruno Buozzi 113) rispettivamente alle ore 9.00 e alle ore 14.30 di venerdì 24 febbraio. La quarta e ultima sessione, La città innocenziana, si svolgerà sabato 25 alle ore 9.00 presso la sede dell’Istituto Storico “Fraknòi” (Palazzo Falconieri, via Giulia 1).

Roma 26 febbraio 2012


pdf  Programma del Convegno (1.04 MB)


Pubblicato in 2012
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Sabato, 04 Febbraio 2012 13:53

Campitelli ricorda la Madonna che protegge Roma

Not-home-1Due giornate di celebrazione nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli a Roma per ricordare la Madonna che ha protetto Roma e  che da diversi secoli ha il titolo di “Porto della Romana sicurezza”. L’icona custodita nello scrigno dell’altare maggiore è una sorta di ostensorio barocco che mostra una luce arcana segno di quel “bagliore” che illuminò la casa di Galla patrizia romana il 17 luglio del 524 e dall’ora in poi, fu acclamata dai fedeli: “la madonna dei romani”. E come da tradizione anche quest’anno il sindaco dell’Urbe Gianni Alemanno, nella festività del 2 febbraio, ha voluto rendere omaggio a Maria con una ghirlanda di fiori portati da una rappresentanza di vigili urbani. La celebrazione solenne del ringraziamento è stata presieduta dall’Arcivescovo Gioia Delegato del Papa per la Basilica di Padova. Durante l’omelia mons. Gioia ha ricordato gli anni della sua presenza nel territorio di Campitelli e quante volte si è soffermato orante davanti all’insigne icona. “Il popolo non dimentica –ha affermato- quella donna che nel rituale antico presenta suo figlio, è accanto agli uomini quando si ‘appestano’, a lei ci rivolgiamo –ha proseguito il presule - perché ci guarisca dalle odierne piaghe dell’egoismo e ci aiuti a stare accanto a coloro che hanno accolto Cristo, la Salvezza”. Al termine della liturgia, il P. Generale ringraziando il Vescovo Gioia, ha offerto una medaglia commemorativa con l’effigie di Santa Maria in Portico. Il 1 febbraio La comunità religiosa di Campitelli insieme ai religiosi e alle religiose della parrocchia ha cantato il vespro della Presentazione al Tempio presieduto da S. Ecc.za Mons. Edmond Farhat. Che nell’omelia ha proposto il paragone tra la luce apparsa nel tempio di Gerusalemme ed il “bagliore” manifestato tra le mura del portico di Galla. In effetti: “al Tempio di Gerusalemme Giuseppe e Maria presentarono Gesù per adempiere la legge di Mosè. In Santa Maria in Portico il Signore si presentò lui stesso portato nelle braccia di sua Madre per salvare la città dalla peste e per confermare i fedeli nella fede e nell'opera del bene che stavano facendo”. Oggi  – ha proseguito mons. Farhat - forse Roma, non bada al bagliore che Dio manda. La nostra città forse è troppo stordita dal suo proprio rumore. I suoi adulti sono troppo presi dalla frenesia dell'agitazione. I suoi vecchi hanno paura di fermarsi per non essere abbagliati. I giovani si turano gli orecchi per non sentire provocazioni diverse. Ma Dio paziente è presente in mezzo a loro, vive nella nostra città, chiama tutti in qualsiasi ora, alla sua sequela. Tiene molti focolari di santità e di carità, di evangelizzazione, di catechesi, di vita sacramentale e di cultura, come faceva San Giovanni Leonardi, e come fanno i suoi figli, nella continuazione moderna dell'antico operato di Galla romana. Dopo il Vespro si sono elevate suppliche per la città di Roma e per quanti la governano chiedendo che: “ci si ispiri ai grandi testimoni che con la saggezza del vivere e la testimonianza evangelica hanno segnato i tratti dell’autentica ‘forma urbis’. Si guardi al bene, alla tutela ed alla crescita della cittadinanza. Non agli interessi personali, ma si faccia attenzione ai bisogni delle persone più fragili e indifese, si sostengano la creatività e la lungimiranza, e si abbia  a cuore un’equa distribuzione delle sostanze”.

 

4 febbraio 2012

Pubblicato in 2012
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