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Venerdì, 17 Febbraio 2012 17:43

Storia della mariologia


notAppare pubblico in questi giorni per i tipi di Città Nuova il secondo volume della storia della Mariologia nel quale ha collaborato il P. Generale, P. Francesco Petrillo con un contributo che indaga sul “Paradigma enciclopedico italiano”. Il  secondo volume della storia della Mariologia, a cura di E. Boaga e L. Gambero presenta l'incidenza profonda di Maria di Nazaret negli atteggiamenti, nei valori, nei vissuti di fede e culturali di generazioni, testimoniata dalla dovizia di scritti su di lei e dall'abbondante documentazione mariologica e mariana, trova in questa Storia della mariologia una prima organica e strutturata sistemazione. Dalla Parola di Dio attestata dalle Scritture, ai documenti delle prime comunità cristiane o agli elementi sviluppati e illustrati dalle generazioni successive; dalla riflessione dei Padri della Chiesa agli scritti degli autori cristiani, uomini spirituali, teologi e teologhe; dai Concili ecumenici e locali o dai Sinodi al magistero ampiamente inteso; dalla comprensione delle varie confessioni cristiane; dal culto liturgico alle forme di pietà; dall'iconografia alla letteratura e all'arte nelle sue molteplici manifestazioni, l'affresco storico-culturale che emerge appare un caleidoscopio che nei diversi paradigmi e nei numerosi modelli attesta l'indissolubile legame della Madre con il Figlio, ma anche la singolare "indissolubilità" con epoche e culture diverse.

17 febbraio 2012

Il Paradigma enciclopidico mariano di P. Francesco Petrillo




Sabato, 11 Febbraio 2012 13:51

Liberaci dal male

181I l legame del male al peccato è arcano. Non si tratta naturalmente dell'ovvia corrispondenza fra un male perpetrato che configura immediatamente un peccato conclamato. Non è tanto in questione la colpa di chi ha compiuto il male. Ma, più enigmaticamente, del senso della colpa che affiora alla coscienza di chi il male gli tocca patirlo. Appena toccato nella carne, l'essere umano si chiede istintivamente per quale responsabilità debba patire quel dolore. Il paradosso è di quelli radicali che chiamano in causa la costitutiva contingenza umana. Il dolore, anche quando è semplicemente subìto, non è mai percepito come innocente. L'irragionevolezza del dolore invoca responsabilità che l'uomo si sente costretto a proiettare su di sé. La forza del male del resto, nella sua oscura invincibile potenza, fa sempre la sua apparizione con i tratti inconfondibili del sacro.

A questo enigma, incandescente e oscuro a un tempo, la religione ha offerto spesso la sua cornice teologale. Nemmeno nell'antica alleanza, patria letteraria e spirituale del Dio della misericordia e delle viscere, sa evitare l'equazione che collega i sintomi della malattia all’impurità morale, il dolore alla colpa, la sofferenza all'espiazione. La verità dell'equazione sta nel fatto che il male documenta quell'irre­solutezza umana la cui ricomposizione rinvia necessariamente alla giusta relazione con Dio. La sua falsità sta nel semplificare questo rinvio in un atto di meccanica autoritaria decisione divina. Gli amici teologi di Giobbe, ci si ricorderà, sono l'insuperabile incarnazione letteraria della teorizzazione dogmatica di quella falsità. Potere e strapotere del sacro arcaico. La sua potenza, così onnipotente da es­sere prepotente, tutela la propria sovrana grandezza mediante un giustizialismo che adotta come moneta di scambio il dolore della carne. Essa è dunque documento della scomunica divina. Naturalmente si trasforma anche in esclusione sociale.

Di queste abiette e cupe convenzioni, come si sa, Gesù sarà metodico maestro di sospetto. In esse egli vede nascosta la propensione umana a forgiare caricature del divino a uso e consumo di ben discutibili ordini sociali. Ma la sua vocazione (fin dal principio dei tempi) di essere icona veritiera del Dio dell'alleanza gli impone di scagionare l'immagine di Dio dalle infamie attribuite ad essa da ogni religione da bancarella. I segni di guarigione, che il Figlio opera fra la costernazione stessa di chi ne è oggetto diretto, hanno precisamente questa ragione. Essi si intendono come rivelazione in atto del Dio vero che, di fronte all'uomo fragile, si china ristabilendone l'integrità. Di questo ordinario miracolo non si dovrà fare propaganda ai quattro venti. Il beneficiato ne farà personale atto di fede. Ma che almeno ai sacerdoti però ne sia mostrata la tangibile evidenza. Il loro accertamento è chiamato a leggere il fenomeno clinico come rivelazione dell’Altissimo. Eppure è difficile, per quanto maldestro, chiudere la bocca alla meraviglia. (Giuliano Zanchi) 

 
Sabato, 11 Febbraio 2012 13:34

Amalagam India: A day to remember

okAn important day for the Madurai community. It’s the inauguration day for our House “Amalagam”, 10years back. (on 4th feb 2002). After 10 years , today Amalgam, cradle of Our order in India,  till now gave birth to 12 Priests, 4 deacons, and many brothers.

We the community wanted to celebrate it in a simple manner on 5th Feb Sunday, inviting only our community from Trichy and Azilkhal. Except Fr.Maschio, Fr.Baskar, Diac. Cyril (who were engaged in some other program) all other were present. We had a solemn Mass, presided by our new priest Fr. Santhosh Kumar. Fr. Beno, rector of the community, read out the message of Fr. Delegate and thank all the participants. During the mass we honored our Fathers Fr.Lourdu and Fr. Donathius former formators  & Superiors of this community. After the mass the brothers screened-out a short film prepared by them, with the photos of all the events celebrated in Amalagam during these years.  Then Fr. Lourdu and Fr. Donathius remembered their years of presence in this community and the recent development in the house.  We want this moment not only as a mere celebration, but also as a moment of coming together with one heart and mind, to reconcile and to start working for the future development of our communities in India. I personally realized and experienced the moment as the psalmist says “How good is that brother live together”.  In this auspicious moment as the Rector of this Community I take this opportunity to Thank God for all the benefits, for His guidance for the past ten years. I extend my Heartfelt Thanks to Rev. Fr. Francesco pertillo, our beloved Father Rector General, and His council members, Rev.Fr. Vincenzo Molinaro, Former Rector General, our beloved Father Thomas, Indian Delegate(Thank u father Thomas, for your love towards India and for the nice poem, we too love you). Our former delegates, Fr. Innocenzo, Fr. Bruno and all the fathers, benefactors and  our well-wishers. I also thank our former Formators / Superiors of this community, Fr. Jeyabalan, Fr. Lourdu, Fr. Manohar, Fr. Donathius. Thanks to Fr. James Methos , who was incharge of this building during its construction. Thanks to Fr. Maschio  & Fr, James Rosario who were here in this community for a short period. Thanks a lot to all the fathers who supported these years. We also remember all the fathers and seminarians who passed- by Amalgam during their formation period. Let us continue to work together for the future growth of our Order.

 

11 febbraio 2012

 
Sabato, 04 Febbraio 2012 17:32

Il mistero del dolore

180Il legame del male al peccato è arcano. Non si tratta naturalmente dell'ovvia corrispondenza fra un male perpetrato che configura immediatamente un peccato conclamato. Non è tanto in questione la colpa di chi ha compiuto il male. Ma, più enigmaticamente, del senso della colpa che affiora alla coscienza di chi il male gli tocca patirlo. Appena toccato nella carne, l'essere umano si chiede istintivamente per quale responsabilità debba patire quel dolore. Il paradosso è di quelli radicali che chiamano in causa la costitutiva contingenza umana. Il dolore, anche quando è semplicemente subìto, non è mai percepito come innocente. L'irragionevolezza del dolore invoca responsabilità che l'uomo si sente costretto a proiettare su di sé. La forza del male del resto, nella sua oscura invincibile potenza, fa sempre la sua apparizione con i tratti inconfondibili del sacro. A questo enigma, incandescente e oscuro a un tempo, la religione ha offerto spesso la sua cornice teologale. Nemmeno nell'antica alleanza, patria letteraria e spirituale del Dio della misericordia e delle viscere, sa evitare l'equazione che collega i sintomi della malattia all’impurità morale, il dolore alla colpa, la sofferenza all'espiazione. La verità dell'equazione sta nel fatto che il male documenta quell'irre-solutezza umana la cui ricomposizione rinvia necessariamente alla giusta relazione con Dio. La sua falsità sta nel semplificare questo rinvio in un atto di meccanica autoritaria decisione divina. Gli amici teologi di Giobbe, ci si ricorderà, sono l'insuperabile incarnazione letteraria della teorizzazione dogmatica di quella falsità. Potere e strapotere del sacro arcaico. La sua potenza, così onnipotente da essere prepotente, tutela la propria sovrana grandezza mediante un giustizialismo che adotta come moneta di scambio il dolore della carne. Essa è dunque documento della scomunica divina. Naturalmente si trasforma anche in esclusione sociale. Di queste abiette e cupe convenzioni, come si sa, Gesù sarà metodico maestro di sospetto. In esse egli vede nascosta la propensione umana a forgiare caricature del divino a uso e consumo di ben discutibili ordini sociali. Ma la sua vocazione (fin dal principio dei tempi) di essere icona veritiera del Dio dell'alleanza gli impone di scagionare l'immagine di Dio dalle infamie attribuite ad essa da ogni religione da bancarella. I segni di guarigione, che il Figlio opera fra la costernazione stessa di chi ne è oggetto diretto, hanno precisamente questa ragione. Essi si intendono come rivelazione in atto del Dio vero che, di fronte all'uomo fragile, si china ristabilendone l'integrità. Di questo ordinario miracolo non si dovrà fare propaganda ai quattro venti. Il beneficiato ne farà personale atto di fede. Ma che almeno ai sacerdoti però ne sia mostrata la tangibile evidenza. Il loro accertamento è chiamato a leggere il fenomeno clinico come rivelazione dell’Altissimo. Eppure è difficile, per quanto maldestro, chiudere la bocca alla meraviglia. (Giuliano Zanchi)

 
Benedetto-XVINell'Anno della fede  “siete invitati ad approfondire ancora di più il rapporto con Dio”, “al fine di essere testimoni credibili per la Chiesa e per il mondo di oggi”. Sono le parole che Benedetto XVI ha rivolto ai religiosi radunati nella Basilica di San Pietro per i vespri nella solennità della Presentazione del Signore, Giornata della Vita Consacrata. Nel corso dell'omelia, il Papa ha ricordato come tale occasione, voluta dal beato Giovanni Paolo II, abbia alcuni scopi particolari. Anzitutto, infatti, vuole rispondere “all'esigenza di lodare e ringraziare il Signore per il dono di questo stato di vita”; intende poi “valorizzare sempre più la testimonianza di coloro che hanno scelto di seguire Cristo”.

4 febbraio 2012

 
Not-home-1Due giornate di celebrazione nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli a Roma per ricordare la Madonna che ha protetto Roma e  che da diversi secoli ha il titolo di “Porto della Romana sicurezza”. L’icona custodita nello scrigno dell’altare maggiore è una sorta di ostensorio barocco che mostra una luce arcana segno di quel “bagliore” che illuminò la casa di Galla patrizia romana il 17 luglio del 524 e dall’ora in poi, fu acclamata dai fedeli: “la madonna dei romani”. E come da tradizione anche quest’anno il sindaco dell’Urbe Gianni Alemanno, nella festività del 2 febbraio, ha voluto rendere omaggio a Maria con una ghirlanda di fiori portati da una rappresentanza di vigili urbani. La celebrazione solenne del ringraziamento è stata presieduta dall’Arcivescovo Gioia Delegato del Papa per la Basilica di Padova. Durante l’omelia mons. Gioia ha ricordato gli anni della sua presenza nel territorio di Campitelli e quante volte si è soffermato orante davanti all’insigne icona. “Il popolo non dimentica –ha affermato- quella donna che nel rituale antico presenta suo figlio, è accanto agli uomini quando si ‘appestano’, a lei ci rivolgiamo –ha proseguito il presule - perché ci guarisca dalle odierne piaghe dell’egoismo e ci aiuti a stare accanto a coloro che hanno accolto Cristo, la Salvezza”. Al termine della liturgia, il P. Generale ringraziando il Vescovo Gioia, ha offerto una medaglia commemorativa con l’effigie di Santa Maria in Portico. Il 1 febbraio La comunità religiosa di Campitelli insieme ai religiosi e alle religiose della parrocchia ha cantato il vespro della Presentazione al Tempio presieduto da S. Ecc.za Mons. Edmond Farhat. Che nell’omelia ha proposto il paragone tra la luce apparsa nel tempio di Gerusalemme ed il “bagliore” manifestato tra le mura del portico di Galla. In effetti: “al Tempio di Gerusalemme Giuseppe e Maria presentarono Gesù per adempiere la legge di Mosè. In Santa Maria in Portico il Signore si presentò lui stesso portato nelle braccia di sua Madre per salvare la città dalla peste e per confermare i fedeli nella fede e nell'opera del bene che stavano facendo”. Oggi  – ha proseguito mons. Farhat - forse Roma, non bada al bagliore che Dio manda. La nostra città forse è troppo stordita dal suo proprio rumore. I suoi adulti sono troppo presi dalla frenesia dell'agitazione. I suoi vecchi hanno paura di fermarsi per non essere abbagliati. I giovani si turano gli orecchi per non sentire provocazioni diverse. Ma Dio paziente è presente in mezzo a loro, vive nella nostra città, chiama tutti in qualsiasi ora, alla sua sequela. Tiene molti focolari di santità e di carità, di evangelizzazione, di catechesi, di vita sacramentale e di cultura, come faceva San Giovanni Leonardi, e come fanno i suoi figli, nella continuazione moderna dell'antico operato di Galla romana. Dopo il Vespro si sono elevate suppliche per la città di Roma e per quanti la governano chiedendo che: “ci si ispiri ai grandi testimoni che con la saggezza del vivere e la testimonianza evangelica hanno segnato i tratti dell’autentica ‘forma urbis’. Si guardi al bene, alla tutela ed alla crescita della cittadinanza. Non agli interessi personali, ma si faccia attenzione ai bisogni delle persone più fragili e indifese, si sostengano la creatività e la lungimiranza, e si abbia  a cuore un’equa distribuzione delle sostanze”.

 

4 febbraio 2012

sila-FestivalAnche quest’anno sta per prendere il via il Roma Sila Festival, la manifestazione che, dal 23 al 29 gennaio 2012, presenterà a Roma una serie di impegni che promettono di interessare ed appassionare quanti vorranno partecipare ai numerosi appuntamenti, tra l’altro, tutti con ingresso gratuito per il Pubblico.Gli organizzatori, il Cav. Raffaele ALBERTO Presidente del festival e l’Avv. Domenico MONTELEONE Direttore Generale, spinti da inesauribile entusiasmo e voglia di confronto, hanno preparato un ricco calendario di eventi con l’ambizione di far diventare il Roma Sila Festival un Luogo simbolo dove far incontrare tutte le Discipline Artistiche ed anche un Palcoscenico virtuale dove promuovere, sperimentare e vivere un diverso modo di approcciare, discutere e divulgare l'Arte, e per questo sarà interessante registrare l’intima partecipazione degli ospiti, siano essi Artisti, Osservatori e soprattutto il Pubblico. Nel ricchissimo programma presentato, reso ancora più interessante dalla presenza di numerosi ed illustri ospiti, sono previsti ben sette Caffè Letterari, due Spettacoli Teatrali, sei Proiezioni di Film Lungometraggi con successivo Dibattito, quattro "One Man Show", un Concerto di Canto Lirico con Inserti di Recitazione, dieci Proiezioni di Film Cortometraggi, quattro Incontri a Tema, una Mostra di Alto Artigianato, tre Mostre di Pittura, una Mostra di Scultura, una Conferenza sul Tema dell'Anti Mafia, Spettacoli con il Mentalista, Intervalli Musicali ed un Talk Show Conclusivo di Gran Gala. Il Festival si svolgerà in più location nel cuore di Roma dalla Sala Baldini in piazza Campitelli 9, al Teatro dell'Istituto Scolastico Paritario Sacro Cuore, allo Studio Centrale di Radio Italia Anni 60,l’Aula Magna dell'Istituto Superiore Federico Caffè fino alla Sala del Carroccio in Campidoglio, occasione in più per visitare, spostandosi, angoli estremamente suggestivi del panorama capitolino. Spostandoci dal contesto artistico a quello più strettamente culturale, il Roma-Sila-Festival 2012 prevede anche un Grande Conferenza sul tema dell’Antimafia dal Titolo "Come la Gente Comune vede la Criminalità Organizzata" con l'Intervento di Personalità che si sono distinte nella lotta alla Mafia e tra gli ospiti confermati si annoverano il Dott. Rocco COSENTINO (Magistrato presso la Procura di Reggio Calabria e Scrittore), l’On. Angela NAPOLI (Parlamentare e Vicepresidente della Commissione Antimafia), l’On. Domenico NACCARI (Giurista e Consigliere Comunale di Roma), il Dott. Erminio AMELIO (Magistrato presso la Procura di Roma). Infine, per aggiungere un tocco di fashion e glamour alla Manifestazione, sfileranno in passerella con le Loro creazioni numerose e prestigiose Case di Moda, grazie alla disponibilità offerta dalla Camera Regionale della Moda. Insomma, il ROMA-SILA-FESTIVAL 2012, offre una enorme varietà di iniziative finalizzate ad allietare questo inizio di anno ma offre anche tantissimi stimoli per confrontarsi, mettersi in discussione, riflettere, vivere e sentire la società moderna, stuzzicando la curiosità di quanti vorranno prendere spunti di riflessione per affrontare diversamente la vita quotidiana! (Ufficio Stampa Roma-Sila-Festival)

 


ROMA-SILA-FESTIVAL
Rassegna di Cinema, Arte, Cultura e Spettacolo



Programma in Sala Baldini

Lunedì 23 Gennaio
Sala Baldini (Piazza Campitelli, 9)

15.30 Inaugurazione Mostre, incontro con l’Artista MARILENA CARROZZA

16.45 Momento Mentalista con GIANLUCA LIGUORI

17.00 Caffè Letterario con DANIELA MOLINA + recitazione brani a cura di ANTONELLA CIVALE

19.15 Momento Mentalista con GIANLUCA LIGUORI

19.30 Incontro a tema “L’Africa: suoni e cultura”

20.30 Proiezione film + dibattito “Anna, Teresa e le resistenti” di MATTEO SCARFO’

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Martedì 24 Gennaio
Sala Baldini (Piazza Campitelli, 9)

15.30 Incontro con l’artista PASQUALE RESTUCCIA

16.45 Momento Mentalista con GIANLUCA LIGUORI

17.00 Proiezione cortometraggi


Scuola Federico Caffè (via Fonteiana, 111)

17.00 Proiezione film + dibattito “Liberarsi” di SALVATORE ROMANO


Sala Baldini (Piazza Campitelli, 9)

19.15 Momento Mentalista con GIANLUCA LIGUORI

19.30 Incontro a tema “Gli ebrei in Calabria”

20.30 Proiezione film + dibattito “18 anni dopo” di e con EDOARDO LEO + MINI SHOW dell’attore/regista

 
Sabato, 28 Gennaio 2012 13:01

Nel breve sabato

179Nell’ economia spirituale dell’Antico Testamento l’esercizio della profezia può certamente permettersi di stare sempre un gradino sopra le altre grandi istituzioni del popolo. Il sacerdozio e la regalità sono costantemente sottomesse al suo caustico potere di discernimento. Come una spada a doppio taglio la parola del profeta sa disinnescare il delirio di onnipotenza del re, come smascherare il formalismo rituale del sacerdote. Il profeta è la voce con cui Dio diagnostica attimo per attimo lo stato di salute dell’alleanza. Ma persino il primato della profezia è giustamente condizionato al suo grado di alta fedeltà all’intenzione teologale che la fonda. Il serrato dialogo dell’altissimo con il grande Mosé, profeta dei profeti prima del Figlio, mette in scena la giusta subordinazione della voce profetica  alla sua fonte divina , paventando persino la morte a fronte di una trasgressione tanto grave. In fondo anche il profeta ha le stesse tentazioni del re e del sacerdote. Sono del resto sempre le stesse. Una sta nell’impadronirsi della voce di Dio per trasformarla in veicolo di preoccupazioni troppo umane. L’altra addirittura mette la presunzione profetica a servizio di idoli lontani dallo spirito dell’alleanza . L’essere umano, specie se religioso, sa fare mercato di tutto, persino della voce di Dio. Ma essa possiede anche sempre le sue strategie di riscatto. I falsi profeti, prima o poi, vengono alla luce. Quando un giovane rabbino di provincia entra nella sinagoga della sua città e si mette a insegnare, il bagliore di un’autorevolezza inaudita invade di colpo la storia. E tutti sono immediatamente capaci di riconoscere la differenza. Succede anche semplicemente nell’incessante mormorio della comunicazione umana. Quando in mezzo a mille quaquaraqua da marciapiede si alza la voce della persona che sa quel che dice, chiunque se ne accorge. Persino che sono in malafede. Ma nel caso del rabbino Gesù di Nazareth, questa elementare prova di umana eloquenza mostra di avere radici dalle profondità inimmaginabili. L’autorevolezza capace di emanare dall’eloquio di Gesù riguarda gli orizzonti sfuggenti e gli abissi impenetrabili delle questioni teologali. Quando Gesù parla delle cose di Dio, mostra di sapere quello di cui parla. Letteralmente. Non con la sapienza indiretta del fariseo che ha setacciato con la fatica degli anni un piccolo tesoro di convinzioni dentro la rete misteriosa della Scrittura, ma con la scienza di prima mano di qualcuno che parla di qualcosa di proprio. Di questa autorevolezza gli ascoltatori hanno subito un’immediata sensazione. Essa è persino capace di risvegliare l’inquietudine dei demoni, figure dell’irreligione, sempre molto a loro agio con la lingua convenzionale del formalismo religioso, ma sempre in difficoltà con la parola di fuoco della fede profonda. E con studiata nonchalance Marco la mette subito a confronto con la parola opaca dei farisei, umiliata un istante, archiviata in un battere di ciglia, messa ai margini da un atto di rivelazioni di un sabato come gli altri.
Giovedì, 26 Gennaio 2012 21:56

Lettera del Vicario Generale

VicarioCon una lettera rivolta ai confratelli dell’Ordine il Vicario ha annunciato che il P. Generale dopo, il periodo di convalescenza a causa del suo malore, ha ripreso le facoltà di Governo a norma delle Costituzioni. Nella missiva si fa anche  riferimento agli ultimi eventi della vita dell’Ordine.

27 gennaio 2012
Not-home-1-okSantiago-Chile. Con el lema “Porque te quiero te vengo a ver” ´jóvenes de la Parroquia de Nuestra Sra. del Carmen de Rancagua, de San Lázaro y Nuestra Sra. de Guadalupe de Santiago llevaron adelante la Misión Juvenil  Leonardina en la localidad de Quilimarí, de la Diócesis de Illapel. Desde el 13 al 22 de Enero, los jóvenes misioneros compartieron con los lugareños, entregando toda su  juventud y esperanza a través de la Palabra de Nuestro Señor Jesucristo, acompañados por Padre Oscar Blanco y Padre Eduardo Winser, también por los seminaristas Javier González y Claudio Godoy. La principal actividad fue conocer a la familia quilimarina, divida en tres grandes sectores: La Estación, El Esfuerzo y Los Loros. Durante la mañana realizaron un puerta a puerta, donde los jóvenes pudieron llevar una palabra de amor y de esperanza ante las particularidades de cada hogar. Y por la tarde se concentró la actividad en  Talleres Bíblicos para los adultos y  Talleres de la Paz para los jóvenes y niños, siendo estos últimos la gran alegría de la Misión. Para los Misioneros la experiencia ha sido inolvidable, cargada de emotividad y de sacrificio por estar ler2t6q de sus familias y también de sus comodidades, ya que cambiaron sus vacaciones, la playa, el sol y las amistades por las exigencias de la Misión, como lo es levantarse temprano, caminar bajo el sol, dormir poco y la inevitable visita de los zancudos (mosquitos) que generó varios dolores de cabeza. Sin embargo, ninguno de estos factores que para otros jóvenes pueden resultar incómodos, gracias a la constante oración para ellos fue sólo parte de una hermosa labor que lleno sin duda alguna sus corazones, reflejo de esto fue su responsabilidad y compromiso con cada familia visitada y en cada actividad realizada. Nos vamos convencidos de que hemos sido llamados a anunciar la Buena Noticia a nuestros hermanos, que los queremos y por eso los hemos venido a ver, con el compromiso de volver en una próxima misión.

 

23 gennaio 2012
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