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Sabato, 08 Febbraio 2014 22:51

Dio è luce

280Dio è luce: una delle più belle definizio­ni di Dio (1 Giovanni 1,5). Ma il Vangelo oggi rilancia: anche voi siete luce. Una delle più belle definizioni dell'uomo. E non dice: voi dovete essere, sforzatevi di diventare, ma voi siete già luce. La luce non è un dovere ma il frutto naturale in chi ha respirato Dio. La Parola mi assicura che in qualche modo misterioso e grande, grande ed emozionante, noi tutti, con Dio in cuore, siamo luce da luce, proprio come proclamiamo di Gesù nella professione di fede: Dio da Dio, luce da luce. Io non sono né luce né sa­le, lo so bene, per lunga esperienza. Eppure il Vangelo parla di me a me, e dice: Non fermarti alla superficie, al ruvido dell'argilla, cerca in profondità, verso la cella segreta del cuore; là, al centro di te, troverai una lucerna accesa, una manciata di sale. Per pura grazia. Non un vanto, ma una responsabilità. Voi siete la luce, non io o tu, ma voi. Quando un io e un tu s'incontrano generando un noi, quando due sulla terra si amano, nel noi della famiglia dove ci si vuol bene, nella comunità accogliente, nel gruppo solidale è conservato senso e sale del vivere. Come mettere la lampada sul candelabro? Isaia suggerisce: Spezza il tuo pane, introduci in casa lo straniero, vesti chi è nudo, non distogliere gli occhi dalla tua gente... Allora la tua luce sorgerà come l'aurora (Isaia 58,10). Tutto un incalzare di azioni: non restare curvo sulle tue storie e sul­le tue sconfitte, ma occu­pati della città e della tua gente, illumina altri e ti illuminerai, guarisci altri e guarirà la tua vita. Voi siete il sale, «che ascende dalla massa del mare rispondendo al luminoso appello del sole. Allo stesso modo il discepolo ascende, rispondendo all'attrazione dell'infinita luce divina» (Vannucci). Ma poi discende sulla mensa, perché se resta chiuso in sé non serve a niente: deve sciogliersi nel cibo, deve donarsi. Il sale dà sapore: Io non ho voluto sapere nient'altro che Cristo crocifisso (1 Corinzi 2 ,1 -5). «Sapere» è molto più che «conoscere»: è avere il sapore di Cristo. E accade quando Cristo, come sale, è disciolto dentro di me; quando, come pane, penetra in tutte le fibre della vita e diventa mia parola, mio gesto, mio cuore. Il sale conserva. Gesù non dice «voi siete il miele del mondo», un generico buonismo che rende tutto accettabile, ma il sale, qualcosa che è una forza, un istinto di vita che penetra le scelte, si oppone al degrado delle cose, e rilancia ciò che merita futuro.
 
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Sabato, 08 Febbraio 2014 22:14

Lucca saluta Nunzia

s mariaAl secolo Giovanna di Nunno: Nunzia, è deceduta lunedì 4 febbraio all’età di 84 anni nella Comunità di Santa Maria Corteorlandini a Lucca. Originaria di Canosa, già tra le suore della Madre di Dio, per tanti anni ha servito le comunità leonardine di Fosciandora e Lucca. Mentre un sincero cordoglio sale, l’Ordine si unisce nella preghiera di suffraggio per questa sorella in Cristo. I funerali sono stati celebrati mercoledì 6 febbraio nella Chiesa di Santa Maria Corteorlandini a Lucca Casa Madre dell’Ordine, dove Nunzia ha vissuto questi ultimi anni della sua vita.

8 febbraio 2014
 
Pubblicato in 2014
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Martedì, 04 Febbraio 2014 18:02

India: P. Generale nel giorno della Vita Consacrata

visita-india-1Il giorno della Presentazione del Signore al Tempio, il P. Generale, P. Francesco Petrillo ha celebrato la  giornata della Vita Religiosa in India, dove si è  recato dal  19 gennaio. La  giornata è stata nella nostra Parrocchia di Alihzal, preceduta da una lunga “maratone” di  rosari che i diversi gruppi parrocchiale hanno celebrato dalle ore 7,00 del mattino fino alle 18,00 del pomeriggio, per giungere  a benedire la grotta di Nostra Signora di Lourdes all’ingresso del campo parrocchiale. La grotta di Lourdes è stata donata dalla famiglia del Parroco P. Donatius, in ricordo del suo padre Nicola. E’ stata una celebrazione  ricca di spunti mariani che hanno fatto crescere in tutti noi il segno di appartenza al Signore che ci ha incontrati e che, grazia alla maternità di Maria, ci ha fatti suoi figli. La partecipazione della comunità cristiana è stata notevole e piena di spirito di fraternità.

2 febbraio 2014
Pubblicato in 2014
francesco-consacrati1Per la festa della Presentazione al Tempio, Francesco ha presieduto una Messa a San Pietro durante la quale ha pronunciato un’omelia sul rapporto di trasmissione della conoscenza tra giovani e anziani.

“Al centro c’è Lui, Lui muove tutto». Ricorda l’affresco del “Giudizio Universale”, in Cappella Sistina, l’omelia di Papa Francesco in occasione della XVIII Giornata della vita consacrata. Nel capolavoro michelangiolesco tutto ruota intorno alla figura centrale del Cristo giudice delle anime; dal Gesù bambino, invece, parte l’omelia di Francesco. È il giorno, quello di domenica 2 febbraio, nel quale la Chiesa ricorda la Presentazione al Tempio, la «festa dell’incontro» tra Gesù e il suo popolo «rappresentato - ha detto il Papa - dai due anziani Simeone e Anna». Il figlio di Dio «viene a noi, portato da Maria e Giuseppe» e, ha aggiunto Francesco, «siamo noi che andiamo verso di Lui, guidati dallo Spirito Santo. Lui ci attira al Tempio, alla Chiesa, dove possiamo incontrarlo, riconoscerlo, abbracciarlo».

Quello del Tempio è «un singolare incontro tra osservanza e profezia, dove i giovani sono gli osservanti e gli anziani sono i profetici. Ma sembra il rovescio, no?» ha chiesto il Pontefice per poi continuare «in realtà, se riflettiamo bene, l’osservanza della Legge è animata dallo stesso Spirito, e la profezia si muove nella strada tracciata dalla Legge. Chi più di Maria è piena dello Spirito Santo? Chi più di lei è docile alla sua azione?». Alla luce di questa scena evangelica «guardiamo alla vita consacrata come ad un incontro con Cristo che ci viene incontro nella Chiesa attraverso il carisma fondazionale di un Istituto».

«Il nostro incontro con Cristo - ha aggiunto il Papa - ha preso la sua forma nella Chiesa mediante il carisma di un suo testimone, di una sua testimone. Questo sempre ci stupisce e ci fa rendere grazie. E anche nella vita consacrata si vive l’incontro tra i giovani e gli anziani, tra osservanza e profezia. Non vediamole come due realtà contrapposte!». Secondo Francesco bisognerebbe, invece, permettere allo Spirito Santo di «animare» entrambe le realtà attraverso il segno della gioia: «la gioia di osservare, di camminare in una regola di vita, di essere guidati dallo Spirito, mai rigidi, mai chiusi, sempre aperti alla voce di Dio che parla, che apre, che conduce, che ci invita ad andar verso l’orizzonte».

Anziani e giovani ruotano intorno alla presenza di Gesù, come fu durante la Presentazione al Tempio anche oggi, ha concluso il Papa «fa bene agli anziani comunicare la saggezza ai giovani; e fa bene ai giovani raccogliere questo patrimonio di esperienza e di saggezza e portarlo avanti, non per custodirlo in un museo. No! Per portarlo avanti con le sfide che la vita ci pone. Portarlo avanti per il bene delle rispettive famiglie religiose e di tutta la Chiesa».

3 febbraio 2014
 
Pubblicato in 2014
3Nella luminosa festività del quarantesimo giorno dal Natale, mentre la Chiesa celebra la Presentazione del Signore al Tempio, la comunità parrocchiale di Campitelli ha rinnovato il secolare ringraziamento alla Madre di Dio per i benefici concessi alla città di Roma. La solenne eucaristia di Domenica 2 febbraio è stata presieduta da S.E. il Signor Cardinale Salvatore De Giorgi, mentre ha rappresentato il Sindaco di Roma per il tradizionale omaggio floreale l’On. Daniela Tiburzi. La liturgia odierna, ha ricordato  il Cardinale annunzia: “La prima offerta di Gesù al Padre che si prolunga fino alla croce”. In fondo, “è la festa di noi che accogliamo il Signore con gioia in questo santuario romano di Maria e in questa icona che ha segnato la nostra città da Gregorio Magno fino al Beato Giovanni Paolo II” e che raccoglie il grido e la fede del popolo. “Porto dell’umana sicurezza, la invochiamo anche questa sera - ha proseguito il Cardinale - per tante persone che nella nostra città e nel mondo intero vivono in difficoltà”;  mentre riconosciamo “l’amore del popolo romano per Maria”, professiamo davanti a questa prodigiosa immagine “che il suo Figlio è l’unico salvatore del mondo”.  Già la fede, non basta conoscerla solo nel suo sviluppo dottrinale: “Occorre incarnarla nella vita” come è accaduto ai santi ed in questo luogo a San Giovanni Leonardi che ha amato e servito il popolo di Dio “con il cuore di Cristo”. Ai cresimandi, Alessandro Viola e Stefania il Cardinale ha ricordato che il Signore ci invita a vivere il Vangelo attraverso la grazia della preghiera e che, “accostandoci ai sacramenti diventiamo il Paradiso di Dio”. Solo amando e servendo la vita, ha concluso il Cardinale, e per alcuni di noi la scelta della vita di speciale consacrazione, lasceremo come per Maria che: “la vita sbocci in noi e così la nostra città diventerà migliore, più fraterna, più umana”.

3 febbraio 2014
 
Pubblicato in 2014
Venerdì, 31 Gennaio 2014 13:14

Gesù appartiene all’uomo

279Maria e Giuseppe portano Gesù al tempio per presentarlo al Signore, ma non fanno nemmeno in tempo a entrare che subito le braccia di un uomo e di una donna se lo contendono: Gesù non appartiene al tempio, egli appartiene all'uomo. È nostro, di tutti gli uomini e le donne assetati, di quelli che non smettono di cercare e sognare mai, come Simeone; di quelli che sanno vedere oltre, come Anna, e incantarsi davanti a un neonato, perché sentono Dio come futuro. Gesù non è accolto dai sacerdoti, ma da un anziano e un'anziana senza ruolo, due innamorati di Dio che hanno occhi velati dalla vecchiaia ma ancora accesi dal desiderio. È la vecchiaia del mondo che accoglie fra le sue braccia l'eterna giovinezza di Dio. Lo Spirito aveva rivelato a Simeone che non avrebbe visto la morte senza aver prima veduto il Messia. Parole che lo Spirito ha conservato nella Bibbia perché io le conservassi nel cuore: tu non morirai senza aver visto il Signore. La tua vita non si spegnerà senza risposte, senza incontri, senza luce. Verrà anche per me il Signore, verrà come aiuto in ciò che fa soffrire, come forza di ciò che fa partire. Io non morirò senza aver visto l'offensiva di Dio, l'offensiva del bene, già in atto, di un Dio all'opera tra noi, lievito nel nostro pane. Simeone aspettava la consolazione di Israele. Lui sapeva aspettare, come chi ha speranza. Come lui il cristiano è il contrario di chi non si aspetta più niente, ma crede tenacemente che qualcosa può accadere. Se aspetti, gli occhi si fanno attenti, penetranti, vigili e vedono: ho visto la luce preparata per i popoli. Ma quale luce emana da questo piccolo figlio della terra? La luce è Gesù, luce incarnata, carne illuminata, storia fecondata. La salvezza non è un opera particolare, ma Dio che è venuto, si lascia abbracciare dall'uomo, mescola la sua vita alle nostre. E a quella di tutti i popoli, di tutte le genti... la salvezza non è un fatto individuale, che riguarda solo la mia vita: o ci salveremo tutti insieme o periremo tutti. Simeone dice poi tre parole immense a Maria, e che sono per noi: egli è qui come caduta e risurrezione, come segno di contraddizione. Cristo come caduta e contraddizione. Caduta dei nostri piccoli o grandi idoli, che fa cadere in rovina il nostro mondo di maschere e bugie, che contraddice la quieta mediocrità, il disamore e le idee false di Dio. Cristo come risurrezione: forza che mi ha fatto ripartire quando avevo il vuoto dentro e il nero davanti agli occhi. Risurrezione della nobiltà che è in ogni uomo, anche il più perduto e disperato. Caduta, risurrezione contraddizione. Tre parole che danno respiro alla vita, aprono brecce. Gesù ha il luminoso potere di far vedere che le cose sono abitate da un «oltre».
 
Martedì, 28 Gennaio 2014 17:22

Domenica 9 febbraio Preghiera per la pace in Siria

siria1Una veglia di preghiera per la pace in Siria sarà animata domenica 9 febbraio 2014 ore 19,30 nel santuario parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli sullo stile ecumenico di Taizé. L’incontro è in collaborazione con il Centro per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese, l’Ufficio per la Pastorale delle Migrazioni della Diocesi di Roma, insieme alla “Finestra per il Medio Oriente” e la Comunità melchita di Santa Maria in Cosmedin. La Veglia sarà presieduta dal Vescovo Matteo Zuppi ausiliare di Roma per il settore centro ed incaricato per la Cooperazione missionaria tra le Chiese. Saranno presenti i fratelli delle comunità mediorientali di Roma. 

27 Gennaio 2014
 
Pubblicato in 2014
Sabato, 25 Gennaio 2014 22:00

Convegno giovani e Musica

violinoLa Filarmonica Prenestina presenta venerdì 24 gennaio 2014 dall 9,00 alle 12,45 il Convegno sul tema “La situazione della Musica in italia: quale futuro per i giovani talenti?” Interventi del Prof. Guido Zaccagnini, e della Prof.ssa Chiara Bertoglio.

24 Gennaio 2014
 
Sabato, 25 Gennaio 2014 21:53

Lo sguardo creatore

278La parola inaugurale di Gesù, premessa a tutto il Vangelo è: convertitevi. E subito il «perché» della conversione: perché il regno si è fatto vicino. Ovvero: Dio si è fatto vicino, vicinissimo a te, ti avvolge, è dentro di te. Allora «convértiti» significa: gìrati verso la luce, perché la luce è già qui. La conversione non è la causa ma l'effetto della tua «notte toccata dall'allegria della luce» (Maria Zambrano).  Immaginavo la conversione come un fare penitenza del passato, come una condizione imposta da Dio per il perdono, pensavo di trovare Dio come risultato e ricompensa all'impegno. Ma che buona notizia sarebbe un Dio che dà secondo le prestazioni? Gesù viene a rivelarci che il movimento è esattamente l'inverso: è Lui che mi incontra, che mi raggiunge, mi abita. Gratuitamente. Prima che io faccia qualcosa, prima che io sia buono, Lui mi è venuto vicino. Allora io cambio vita, cambio luce, cambio il modo di intendere le cose. Scrive padre Vannucci: «la verità è che noi siamo immersi in un mare d'amore e non ce ne rendiamo conto». Quando finalmente me ne rendo conto, comincia la conversione. Cade il velo dagli occhi, come a Paolo a Damasco. Abbandono le barche come i quattro pescatori, lascio le piccole reti per qualcosa di ben più grande. Gesù passando vide... Due coppie di fratelli, due barche, un lavoro? No, vede molto di più: in Si­mone bar Jona vede Kefa', Pietro, la roccia su cui fondare la sua chiesa; in Giovanni intuisce il discepolo dalla più folgorante definizione di Dio: Dio è amore; Giacomo sarà «figlio del tuono», uno che ha dentro la vibrazione e la potenza del tuono. Lo sguardo di Gesù è uno sguardo creatore, una profezia. Mi guarda, e vede in me un tesoro sepolto, nel mio inverno vede grano che matura, una generosità che non sapevo di avere, strade nel sole. Nel suo sguardo vedo per me la luce di orizzonti più grandi.  Venite dietro a me: vi farò pescatori di uomini. Raccoglieremo uomini per la vita. Li porteremo dalla vita sepolta alla vita nel sole. Risponderemo alla loro fame di libertà, amore, felicità. I quattro pescatori lo seguono subito, senza sapere dove li condurrà, senza neppure do­mandarselo: hanno dentro ormai le strade del mondo e il cuore di Dio. Gesù camminava per la Galilea e annunciava la buona novella, camminava e guariva la vita. La bella notizia è che Dio cammina con te, senza condizioni, per guarire ogni male, per curare le ferite che la vita ti ha inferto, e i tuoi sbagli d'amore. Dio è con te e guarisce. Dio è con te, con amore: la sola cosa che guarisce la vita.  Questo è il Vangelo di Gesù: Dio con voi, con amore.
 
Venerdì, 24 Gennaio 2014 07:18

Quattrocento anni fa l’unione con le Scuole Pie

due-santi-1E’ del 14 gennaio 1614 il breve di Paolo V che stabilisce l’unione fra i Chierici riformati della Beata Vergine fondati a Lucca dal Leonardi è l’opera delle Scuole Pie istituita dal Calasanzio. Si compiono in questi giorni i quattrocento anni dall’unione . L'avvio dell'opera non fu facile: tra il 1604 e il 1612 (anno in cui la scuola venne trasferita presso la chiesa di San Pantaleo) si avvicendarono all'insegnamento nella scuola oltre ottanta maestri, ma di questi solo quattro o cinque rimasero a lungo legati a Calasanzio.Per assicurare un futuro alla sua scuola, il fondatore pensò di legare la sua congregazione all'ordine dei chierici regolari della Madre di Dio di Giovanni Leonardi e papa Paolo V sancì l'unione delle due famiglie religiose il 13 giugno 1614; ma l'insegnamento non era tra le finalità principali dei leonardini e l'unione non si rivelò proficua né per loro né per le scuole, così nel 1616 Calasanzio fondò una nuova scuola a Frascati e chiese al pontefice di sciogliere l'unione (cosa che avvenne il 6 marzo 1617). Per l’occasione pubblichiamo un articolo dello Scolopio P. Manuel Rodríguez Espejo: S. Juan Leonardi y Calasan: ¿Quién influyóen quién?.

23 Gennaio 2014

pdf  S. Juan Leonardi y Calasan  
Pubblicato in 2014
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