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Venerdì, 06 Luglio 2012 16:45

Lariano Esercizi Spirituali OMD

eserciziCelebrati a Lariano dal 25 al 30 giugno gli esercizi spirituali dell’ordine a guidarli don Giuseppe Sovernigo sacerdote della diocesi di Treviso sul tema “Riconciliati per riconciliare”. Tale esperienza richiede l’incontro con Dio con se stessi e con gli altri ed avviare un autentico cambiamento. “Stiamo vivendo in un periodo di forte conflittualità a tutti i livelli,- ha affermato- e credo che vivere riconciliati sia una delle aspirazioni più profonde delle persone, perché va a beneficio della gioia e della pienezza di vita che ciascuno cerca, soprattutto dopo aver sperimentato l’ostilità, la lotta, il risentimento, la rottura di una relazione. Non è un’operazione facile, perché incontriamo numerosi ostacoli dentro e fuori di noi o del nostro gruppo. Bisogna allora mettersi nella strada della formazione permanente, umana e spirituale, ed esercitarsi continuamente per scoprire quali siano le fratture che bloccano la riconciliazione, che cosa la faciliti o la ostacoli, quali passi bisogna muovere per favorirla concretamente”. Il corso degli esercizi conclude l’itinerario voluto dal 110 Capitolo Generale che ha chiesto di puntare in questi anni sui temi della Riconciliazione come terapia umana e spirituale.
 
Venerdì, 06 Luglio 2012 16:21

Commemorazione di P. Migliaccio

in-memoria-di-PAlla presenza di numerose personalità ed amici è stato commemorato lunedì 25 giugno P. Lucio Migliaccio già XXIX Rettore Generale dell’Ordine. Nelle parole di accoglienza ai convenuti il Rettore Generale ha messo in evidenza i tratti di umanità e della spiritualità vissute da P. Migliaccio e la sua capacità a mettere in comune il desiderio fattivo di molti nell’esercizio della carità. Per non lasciare cadere tanta storia di bene, il P. Generale ha proposto la costituzione di una fondazione dal titolo “Amen” proprio perché la carità nasce dalla fede ed è da questa supportata. Il solenne amen che conclude lo “Stabat del Pergolesi”, eseguito, insieme ad altri Brani di Durante e Gardella, dalla Cappella Musicale di S. Maria in Campitelli, diretta dal M° Vincenzo Di Betta, ha evocato questo contatto con l’animo romantico napoletano che P. Migliaccio incarnò e che ancora oggi è vivo nella memoria di tutti. Sono intervenuti S. Ecc.za Rev.ma Mons. Matteo Zuppi Vescovo Ausiliare del Settore Centro di Roma, ed il Signor Vincenzo Morelli che ha proposto in memoria di P. Lucio il restauro dell’Organo monumentale di Santa Maria in Campitelli costruito dall’austrica famiglia Riger e inaugurato nel 1909.

27 giugno 2012
 
Domenica, 01 Luglio 2012 05:11

Alzati

201Gesù cammina verso la casa dove una bambina è morta. Cammina ed è Giairo, il padre, a dettare il ritmo; Gesù gli cammina vicino, offre un cuore perché possa appoggiarvi il suo dolore: «Non temere, soltanto continua ad aver fede». Ma come è possibile non temere quando la morte è entrata in casa mia, e si è portata via il mio sole? Secondo Gesù il contrario della paura non è il coraggio, da scovare a fatica nel fondo dell'animo, ma la fede: Tu continua ad aver fede. Anche se dubiti, anche se la tua fede non ha nulla di eroico, lascia che la sua Parola riprenda a mormorare in cuore, che il suo Nome salga alle labbra con un'ostinazione da innamorati. Aver fede: che cosa significa? La fede è un atto umanissimo, vitale, che tende alla vita e si oppone all'abbandono e alla morte. È aderire: come un bambino aderisce al petto della madre, così io aderisco al Signore, ho fiducia nella madre mia, un bambino appena svezzato è il mio cuore. Giunsero alla casa e vide trambusto e gente che piangeva. Entrato, disse loro: «Perché piangete? Non è morta questa bambina, ma dorme». Dorme, come tutti i nostri che ci hanno preceduto e che sono in attesa del risveglio. Dormono, come una parentesi tra questo sole e il sole di domani, e per Dio l'ultimo risveglio è sulla vita.  Lo deridono, allora, con quella stessa derisione con cui dicono anche a noi: tu credi nella vita dopo la morte? Ti inganni, ti sbagli, sei un illuso, non c'è niente dopo la morte. Ma la fede biblica è che Dio è Dio dei vivi e non dei morti, che le «creature del mondo sono portatrici di salvezza e in esse non c'è veleno di morte. Dio non ha creato la morte» (Sap 1,13-14). Gesù cacciati fuori tutti, prende con sé il padre e la madre, ricompone il cerchio vitale degli affetti, il cerchio dell'amore che fa vivere. Poi prende per mano la bambina. Non era lecito per la legge toccare un morto, ma Gesù profuma di libertà. E ci insegna che bisogna toccare la disperazione delle persone per poterle rialzare. La prende per mano. Chi è Gesù ? Una mano che ti prende per mano. La sua mano nella mia mano. E le disse: «Talità kum. Bambina alzati». Lui può aiutarla, sostenerla, ma è lei, è solo lei che può risollevarsi: alzati. E lei si alza e si mette a camminare. A ciascuno di noi, qualunque sia la porzione di dolore che portiamo dentro, qualunque sia la porzione di morte, il Signore ripete: Talità kum. In ognuno di noi c'è una vita che è giovane sempre: allora, risorgi, riprendi la fede, la lotta, il sogno. Su ogni creatura, su ogni fiore, su ogni uomo, su ogni donna ripete la benedizione di quelle antiche parole: Talità kum, giovane vita, dico a te, alzati, rivivi, risplendi. Tu porti salvezza. (E. Ronchi)

 
sinodoOccorre reagire con coraggio e dinamismo al problema del “distacco della fede”, che attanaglia il mondo contemporaneo, e immaginare "nuovi strumenti e nuove parole" per rendere comprensibile “nei deserti del mondo” la Parola di Dio. Su questo binario corrono le pagine dell'Instrumentum Laboris del prossimo Sinodo dei Vescovi, dal 7 al 28 ottobre prossimi, sul tema: "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana". Il documento, presentato oggi in Sala Stampa Vaticana, aiuterà a tracciare un itinerario concreto per diffondere il Vangelo, passando per una  “fede professata, celebrata, vissuta e pregata”.

24 giugno 2012



 
Speziale-XII-secUna storia della medicina attraverso i santi. “L’arte del guarire” di Paolo Giulisano edito da Ancora 2012.  La storia della medicina non è soltanto la storia di invenzioni, di scoperte, di progressi scientifici. È anche la storia di uomini che hanno dedicato la propria vita a prendersi cura di chi soffre. Medici, ma anche infermieri, o altre figure che fin dall'antichità praticarono in modo eroico, fino alla santità, l'arte del guarire. Da Gesù Cristo, che era anche medico, al Medioevo che inventa gli ospedali, fino al Rinascimento e infine alla modernità ipertecnologica, dove chi soffre ha bisogno anzitutto di una presenza umana accanto a sé. Alle pagine 120-124 Giulisano ricorda i tratti de “Il santo farmacista” per il Leonardi infatti: “prudenza e ponderata fermezza” – due qualità da buon medico e buon farmacista – devono guidare la Chiesa nell’applicazione dei rimedi”. Provocazioni che trovano ampio consenso per la Chiesa del nostro tempo.

23 giugno 2012

Sabato, 23 Giugno 2012 07:00

Protagonisti dei tempi nuovi

200L’accorato annuncio che Isaia mette sulla bocca di questo anonimo servo dell’Altissimo chiama in causa un futuro di pienezza nel quale Giovanni il Battezzatore e Gesù il Nazareno si trovano a condividere la luminosa realizzazione. La liturgia, proponendolo in questa posizione di ascolto, costruisce abilmente i termini di una ambivalenza. Sono parole che dovrebbero valere per l’annuncio del Cristo. Ma risuonano in questo caso a definire gli sfumati contorni del ritratto del Precursore. Il sentiero su cui scorre la speranza con cui la fede dell’alleanza va incontro all’imminente avvento del servo del Signore, mette sulla stessa linea di continuità figure umane capaci di stare sotto la stessa luce profetica. Questo servo senza nome, chiamato fin dal grembo della madre, dalla lingua affilata come una spada, efficace come una freccia appuntita, ha tutte le caratteristiche richieste dall’attesa del Messia, ma possiede anche tutta l’energia e tutta l’autorevolezza che, a posteriori, si possono attribuire a questo nuovo Elia di nome Giovanni, chiamato dalla storia a introdurre la manifestazione del Figlio.

La sua dignità di cerniera che collega e, nello stesso tempo, separa l’economia dell’Antico Testamento da quella del Nuovo, lo assimila il più possibile alla vicenda umana del suo straordinario e definitivo successore. Anche la nascita di Giovanni precorre in qualche maniera quella di Gesù. Intanto, come nel caso del figlio di Maria rinnova la meravigliosa attitudine di un Dio abituato a confermare i segni tangibili delle sue migliori promesse attraverso la grazia di nascite impossibili, mediante il soccorso premuroso alla fragilità umana, alla sua impotenza a creare. Giovanni è uno dei tanti figli entrati in case senza speranza. In questi casi quello che conta non è l’idea di una sterilità biologica vinta dal prodigio soprannaturale. Quello che conta sta nell’invito a vedere ogni nascita come il prolungarsi del primordiale impulso della creazione. Nella catena delle generazioni il Dio dell’alleanza plasma la storia. Non gli servono fulmini, pestilenze, catastrofi. Ma solo la fede elementare nella quale ogni madre e ogni padre mettano al mondo un figlio sapendo che la vita nuova viene comunque da Dio.

Ma le storie dei due protagonisti dei tempi  nuovi sono parallele nel loro insieme. Luca gioca con abilità a preparare anche per Giovanni un’annunciazione, una gestazione consumata fra i misteri, una nascita costellata di prodigi, un’infanzia assistita dallo Spirito, insomma una biografia spirituale necessaria a portarlo più da vicino possibile al cospetto della dignità del Figlio. Davvero simili in tutto. Eppure differenti nell’essenziale. Giovanni è come Mosè. Vede la terra promessa ma non entra. Giovanni precorre il Nuovo Testamento ma rimane una figura dell’antica Legge. Ma la sua nascita è già il punto di non ritorno di un disegno della salvezza per il quale Dio non mostra pentimenti. L’Agnello è già da qualche parte. Ma anche  lo sguardo capace di riconoscerlo. (Giulio Zanchi)

 
Amalagam-India-6Durante lai visita del P.Generale in India, il 7 giugno mattina con la santa Messa dello Spirito Santo è stato  inagurato il nuovo Anno Accademico presso la casa di formazione in Amalagam a Madurai. Dodici aspiranti  andranno in università e due  inizieranno la filosofia. Durante l’Eucarisitia il Padre Generale ha insisto molto di unirsi  a Cristo Crucifisso centro della nostra vita. Dopo la celebrazione il Padre Generale, alla presenza del  Delegato P. Tommaso  e del P. Rettore P. Beno,  ha accolto la richiesta di cinque  nuovi aspiranti ad entrare nell'Ordine per un anno di discernimento.

21 giugno 2012

 
Mercoledì, 20 Giugno 2012 16:33

Opera Madrine OMD: “Una giornata con MARIA”

Opera-Madrine-OMD-1
Lo scorso 2 giugno le Madrine dell’Ordine della Madre di Dio si sono ritrovate a Capurso, ridente cittadina della provincia di Bari, presso il Santuario della Madonna del Pozzo gestito dall’ordine dei Frati Minori, per l’annuale incontro di formazione e di programmazione di un importante pilastro della vita dell’Ordine. Quasi in perfetto orario secondo il programma, sono giunte a Capurso le delegazioni delle Madrine delle Parrocchie di San Ferdinando di Puglia, Gallipoli, Napoli e Roma, calorosamente accolte dai frati del Santuario che hanno illustrato,  prima dell’inizio dell’incontro, la storia della Basilica di Santa Maria del Pozzo,
progettata dall'architetto barese G. Sforza,  ultimata nel 1770 che per volontà di Papa Pio IX, venne elevata al rango di Basilica minore e in seguito, per interessamento della famiglia reale di Napoli, i Borbone delle Due Sicilie, a Reale Basilica. Al suo interno si conserva ed è venerata l'icona bizantina della Madonna, ritrovata il 30 agosto 1770, da don Domenico Tanzella all'interno del pozzo sito nella contrada Piscino nella periferia campestre di Capurso. Il culto a Capurso della Madonna del Pozzo è tra le più importanti realtà di turismo religioso mariano del meridione.


Numerosi anche i religiosi OMD presenti, coordinati da P. Luigi Piccolo relatore della catechesi sul tema: “Donne testimoni del mistero per generare Dio nel Mondo” .

A seguito della lettura del brano dal  Vangelo secondo Luca, ci è stato presentato il bellissimo dipinto che rappresenta “La Visitazione”,  l’incontro di Maria con la cugina Elisabetta.

Nell’esaminare i dettagli, la prima cosa che p. Luigi Piccolo, ha voluto evidenziare, la meraviglia degli sguardi delle due donne, l’abbraccio leggero e delicato di Maria nei confronti della cugina Elisabetta che nel salutarla sembra sollevarsi da terra nonostante la sua venerabile età, oltre al mantello di Maria meravigliosamente rappresentato gonfio di quella grazia ricevuta da Dio. Al termine dell’incontro i presenti hanno partecipato alla S.Messa concelebrata dai Padri OMD e successivamente, nonostante il caldo, si sono recati a piedi alla  Cappella del Pozzo (edificata sul pozzo dove fu  ritrovata l'icona della Santa Vergine) e dove hanno potuto bere dell’acqua che sgorga dalle fontanelle del pozzo per poi pregare ed accompagnare col canto l’atto di sottoscrizione di una pergamena da consegnare al P. Generale. Una così ben organizzata iniziativa non poteva che concludersi con un momento di convivialità   per tutti i circa cento partecipanti presso un agriturismo nei pressi del Comune di Rutigliano (Bari), un momento di festa ed una buona occasione per riassaporare la sana cucina pugliese con i prodotti tipici locali. Al termine prima dei saluti e dei ringraziamenti finali le rappresentati dei rispettivi gruppi delle madrine con il Padre Luigi Piccolo hanno omaggiato i presenti con una torta dall’aspetto e dal sapore “eccellente” . Dell’aspetto ve ne diamo conto con le foto pubblicate, dell’ottimo sapore ne danno testimonianza  i presenti e le preziose madrine dell’Ordine della Madre di Dio. Arrivederci al prossimo anno, senza dimenticare che il successivo appuntamento per tutte è fissato per il 9 ottobre nelle rispettive Parrocchie per pregare con San Giovanni Leonardi per tutti i sacerdoti dell’Ordine e per le vocazioni.

18 giugno 2012

 
Martedì, 19 Giugno 2012 08:42

Concerto per commemorare Padre Migliaccio

Il-trionfo-della-luceCon un concerto nella Chiesa di Campitelli lunedì 25 giugno ore 20,30 l’Ordine ricorderà P. Lucio Migliaccio già Rettore Generale OMD. Saranno proposte musiche di Pergolesi, Durante, Gardella, eseguite dalla Cappella Musicale di S. Maria in Campitelli e dall’Ensable La Cantoria dirette dal M° Vincenzo Di Betta (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

19 giugno 2012


 
Case-dei-Santi“C’è una santità che si può cogliere nel vissuto e lo storico ha il dovere di rintracciarne i segni”. Con queste battute il Prof. Gian Luca D’Errico, dell’Alma Mater – Università di Bologna, ha introdotto  sabato 16 giugno ore 19,00 la conferenza: “Progetti di riforma ed esperienze spirituali di San Giovanni Leonardi nella Roma dei papi”. L’incontro si è svolto nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli sede della Curia generalizia dei Chierici Regolari della Madre di Dio in occasione della II edizione dell’iniziativa “Case dei Santi”. La santità passa anche attraverso le pieghe ed i giochi di potere, lì s’inscrive la virtù dell’obbedienza e la saldezza morale unita alla profonda vita evangelica che il Leonardi conservò nella Roma a cavallo tra il XVI ed il XVII secolo. Parlare di esperienze pastorali come di modelli di riforma, in questo arco temporale, ha proseguito D’Errico:  “Obbliga a una profonda riflessione sul contesto storico, politico e religioso del tempo e sulle circostanze che videro maturare la figura di s. Giovanni Leonardi nella Roma dell'età moderna. Data questa premessa si può operare una distinzione torica fra due periodi fondamentali della vita e dell'azione pastorale del nostro, che ruota attorno all'anno 1587: negli anni precedenti a questa data, infatti, si compie la svolta religiosa (in termini di vocazione), la formazione spirituale, la raccolta attorno a sé di un consistente numero di concittadini che accolsero il messaggio del futuro santo, fino allo scontro con la repubblica di Lucca che si tradusse nell'allontanamento coatto di Leonardi dalla propria città”. La presenza romana del Leonardi fu essenzialmente legata alla cattedra di Pietro e l’ossequio fedele ed operativo a quelle istanze di riforma che scaturirono dall’assise tridentina e che i pontefici proseguirono in una serie di progetti spesso affidati a chi della santità di vita e del servizio apostolico aveva fatto il motivo dell’esistenza. Così, ha concluso D’Errico: “Per affrontare in modo più esplicito il tema delle esperienze pastorali e i modelli di riforma di Giovanni Leonardi in relazione al papato, sicuramente un documento, o forse meglio dire un'iniziativa, che assume particolare rilievo è quella del Progetto Missionario, composto insieme a Giovan Battista Vives e Martin de Funes fra il 1607 ed il 1608. L'importanza che viene accordata a questa operazione non vuole sminuire tutte le altre, come appunto il vissuto a Lucca, le visite apostoliche, la stesura definitiva delle Costituzioni della Congregazione approvate da Clemente VIII nel 1604, il Memoriale a Paolo V per la riforma universale della Chiesa del 1605; anzi, usando le parole di Vittorio Pascucci riferite al Memoriale, il Progetto Missionario, che fra l'altro rappresenta una delle ultime espressioni di apostolato della vita di Leonardi, si può considerare un punto in cui si ricapitolano esperienze remote con quelle più recenti, oppure si enunciano proposte, rilievi, o vere e proprie provocazioni evangeliche, come quella relativa alla necessità di formare pastori che tali veramente siano, in modo che mettano tutto se stessi al servizio della Chiesa di Cristo e non viceversa”.Il Leonardi con voce profetica e schiettezza evangelica si fa carico di quelle istanze di Riforma che rendono la Chiesa di ogni tempo, anche quella nostra, semper reformanda. Così, registrano le fonti. Mentre la Chiesa era in attesa del successore di Leone XI, il santo scrive nel 1605 una missiva ai suoi religiosi senza peli sulla lingua, esortando tutti a  pregare Iddio perché ‘provveda alla Chiesa sua di buon pastore e non di mercenario’ e all’eletto Paolo V nei memoriali che redige chiede che chi si mette a disposizione dalla riforma e della missione: “non cerchi i propri interessi ma quelli di Gesù Cristo”. Nell’indirizzo di saluto P. Davide Carbonaro Segretario Generale OMD, ha ricordato che: “La ‘Casa di Pietro’  e dei suoi successori, secondo le parole promesse da Gesù è la roccia salda nella quale si edifica la Chiesa. Ecco perché i santi, di ieri e di oggi, uomini e donne illuminate dalla grazie, profondamente segnati dai bisogni dell’umanità pellegrina sulla terra, hanno bussato alla ‘Casa di Pietro’ a Roma per ricevere conferma del particolare dono dello Spirito ed attingere a quei gesti e parole di Gesù di cui l’Apostolo è primo testimone e servo nella carità. Comprendiamo allora perché molti santi e sante hanno dimorato nell’Urbe e ancora oggi le loro ‘Case’ sono, accanto alla ‘Casa di Pietro’.

17 giugno 2012


pdf  Introduzione conferenza Case dei Santi 16-06-12
 
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