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Mercoledì, 23 Maggio 2012 21:12

La forza della memoria

196L’intenso metabolismo della vita pasquale sta tutto nel necessario sforzo, mentale e affettivo, di rileggere completamente la vicenda umana e spirituale di Gesù, con quel ta­gliente sguardo a ritroso con cui siamo capaci di affondare la lama della memoria nella spessa materia dei nostri ricordi, ma guardando tutto alla luce radente degli eventi definitivi, quella matassa inestricabile di violenza e di riscatto che la Pasqua ha posto a compimento di ogni cosa. Da quel punto di vista, ogni cosa appare illuminata di un senso un attimo prima semplicemente invisibile. Allora lo storia umana di Gesù acquisisce i contorni della vita del Figlio, si comprende il senso di parole rimaste a lungo enigmatiche, si scopre lo profondità profetica di gesti apparentemente pretenziosi, ci si riconcilia soprattutto con quel criterio della dedizione assoluta che fino all'ultimo era stato creduto incompatibile con la presenza di Dio. Dall'alto dell'esperienza pasquale ogni tassello va al suo posto e alla vita di Gesù è resa giustizia.  Una forza di illuminazione superiore, a cui l'evangelista Giovanni dà un nome e un profilo specifico, entra nella storia della salvezza come avvocato istruttore di questo atto di testimonianza che la memoria consente di dare in favore della vicenda umana di Gesù. Giovanni lo fa dire a Gesù stesso prima che tutte le cose accadano. Ma deve essere per lui un'esperienza già così prepotentemente in atto da guidare la sua memoria di evangelista. La presenza dello Spirito è una di quelle cose di cui deve aver tanto sentito parlare ma di cui solo adesso comprende pienamente la realtà. Può dunque metterla sulla bocca di Gesù con la certezza di farlo parlare con parole veramente sue. Nell'evocare la presenza dello Spirito, Gesù rinnova un atteggiamento di coerenza di cui è intrisa la sua attenta e intensa convivenza con gli umani. Nemmeno coi suoi discepoli Gesù ha mai ristretto l'orizzonte della relazione allo scambio puramente duale: ha sempre rimandato il suo rapporto con gli amici a quello terzo con il Padre. Di questo l'evangelo di Giovanni documenta con precisione l'assoluto rigore. Gesù riflette la gloria del Padre, parla di quello che sente dal Padre, compie quello che vede operare dal Padre. Custodisce la vita degli amici/figli per portarli al cospetto del Padre. Nessun narcisismo del sacro nella libera dedizione del Figlio.

Sicché ora, nel momento della glorificazione, della purificazione della memoria, della rilet­tura teologica della storia umana del Figlio, non è Gesù a tirare da se stesso i fili dello sve­lamento della verità, quasi dovesse enumerare con puntiglio gli elementi di una rivincita per­sonale, ma chiama in causa un nuovo Terzo, da cui ricevere testimonianza, a cui lasciare il compito di rendere ragione all'autenticità del Figlio, a metterne in mostra da giudice impar­ziale l'assoluta veridicità.  A sua volta anche lo Spirito non agirà per protagonismo personale. Parlerà di cose attinte dalla gloriosa presenza del Figlio. Si comporterà come la luce. Fa vedere tutto restando sempre invisibile. (Giuliano Zanchi)
Mercoledì, 23 Maggio 2012 21:04

Comunità formativa di Napoli: Lettorato

LettoratoIl 19 Maggio 2012 alle ore 19:30, il Rev.mo.Padre Generale accompagnato dal diacono ed altri ministeri ha conferito il ministero del lettorato a Augustine Agowuike e Francis Enyi nella Parochia di Santa Maria in Portico con la partecipazione dei fedeli durante la celebrazione solenne dei primi vespri dell’ascensione del Signore. Il giorno successivo, il 20 Maggio, i due Lettori istituiti hanno esercitato ufficialmente l’ufficio del lettore con la proclamazione della parola di Dio nella assemblea liturgica durante la messa dell’Ascensione del Signore.

23 maggio 2012

 
Domenica, 20 Maggio 2012 10:13

Nuovo crocifisso a Gallipoli

Gallipoli-2Qualcuno ha scritto che il Dio della Bibbia è un Dio “antropopatico”, ossia un Dio che prova pathos verso il suo popolo. Nel percorso dedicato alla conversione, la comunità del Sacro Cuore di Gesù di Gallipoli, commossa, si è lasciata avvolgere dalla “passione dell’amore, sofferente e misericordioso”, del Cristo partecipando all’adorazione della santa croce nella notte del venerdì santo con l’inaugurazione di una nuova immagine del crocifisso. Esposta alla venerazione dei fedeli, certamente susciterà emozione, tenerezza e sentimenti di rinnovamento.

 

20 maggio 2012

 
1A San Ferdinando di Puglia, nella sede della confraternita del Rosario, domenica 22 aprile, p. Luigi Piccolo, rettore della comunità formativa S. Maria in Portico in Napoli, ha presieduto un incontro con il gruppo delle Madrine della Parrocchia. Questo gruppo è formato da numerose donne che, nel silenzio, con costanza e decisione, sostengono le vocazioni con la preghiera e piccole donazioni, incarnando la figura materna della Chiesa verso l’OMD. L’incontro è stato in realtà un ritiro dove p. Luigi ha “introdotto”i convenuti  nella II Preghiera eucaristica della riconciliazione, spiegando ogni passaggio testuale  ed aprendo ad una profonda riflessione sulla Riconciliazione come fondamento della concordia umana. L’ Eucaristia è in realtà è il momento celestiale dove lo spirito santo compie il miracolo della riconciliazione e tutto il creato diventa un cuor solo e un’anima sola con Cristo, per Cristo ed in Cristo elevando tutti all’Altissimo.

 

19 maggio 2012

pdf  Invito Madrine 2012

pdf  locandina madrine 2012  
Venerdì, 18 Maggio 2012 20:53

Essegielle: Non solo Jazz


esseglConcerto a favore dell’organizzazione non governativa Essegielle sabato 19 maggio ore 16,30, Sala Baldini Piazza Campitelli 9. Con la partecipazione dell’Istituto S. Ivo di Roma presenta “Non Solo Jazz”.


 

19 maggio 2012 

 
Venerdì, 18 Maggio 2012 20:32

Cercare altrove

195Questo libro delle cronache evangelicamente aggiornato che è il racconto di Atti degli apostoli esordisce, a beneficio di ogni Teofilo interessato alle ragioni del Regno, con una sorta di compendio del grande evento pasquale, con tanto di richiamo alla passione, rinverdendo la meraviglia delle sue apparizioni, arricchendo di ulteriori dettagli il resoconto di un appartato segmento di storia destinato a diventarne il nucleo salvifico. In quei quaranta giorni, rinnovazione rituale delle quarantine che nella Scrittura hanno ospitato le grandi svolte spirituali della rivelazione, dal diluvio alle tentazioni, il Cristo sigilla nel cibo e nella parola i segni distintivi della sua presenza viva e indefettibile. Nel sacro vincolo della tavola, quotidiano santuario dei più elementari patti umani, egli consegna istruzioni vitali a lasciar evolvere un manipolo di ometti frastornati nel cemento di una fraternità destinata a irraggiare ovunque.

Con la prima chiede loro di frenare definitivamente l'impulso centrifugo dei discepoli, ansiosi di allontanarsi dal teatro degli eventi che hanno mortificato ogni loro aspettativa, perché invece restino a Gerusalemme, epicentro di tutte le promesse, luogo di destinazione di ogni atto nel quale l'alleanza è destinata a compiersi. È di più che semplicemente non fuggire da un luogo impegnativo. Significa soprattutto impiantarsi per sempre e senza pentimenti nel perimetro spirituale delle antiche attese, delle promesse messianiche, delle speranze proiettate da secoli sopra il fascinoso panorama di Sion. Stare a Gerusalemme significa sigillare definitivamente la vicenda di Gesù alla grande promessa del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.

La seconda istruzione è per non evadere lo spazio della storia. Nemmeno al discepolo chiamato a testimoniare le ragioni del Regno spetta conoscere i tempi del suo definitivo compimento. Quella a cui chiama il Signore Gesù non è una fede che possa vivere scavalcando i compiti di una giusta costruzione della storia. Secondo quanto lo Spirito stesso concederà in forza e comprensione. Due istruzioni che sono un programma ecclesiale. Confessare Gesù compimento delle Scritture. Abitare la terra accendendo pazientemente segni del Regno. Rinsaldare la propria fede nella promessa e in­carnarla nella tenace costruzione della storia rende capaci di affrontare anche il necessario tempo dell'assenza. Il Figlio rientra nel perimetro della vita divina con la fierezza dell’umano che ha il proprio destino scritto nella carne. Luca descrive questo secondo congedo come la scoperta del sepolcro vuoto. Di nuovo un'assenza e uomini in bianco, figure della fede pasquale, che invitano a non fissarsi su di essa, ma a cercare altrove. Esistono assenze che scavano semplicemente il vuoto. Ne esistono altre che predispongono uno spazio. Quella del Figlio è una di queste. Dove il suo corpo ha fatto largo alla promessa, ora i discepoli possono dimorare custodendone l'accesso. Il secondo corpo umano di Gesù è quello dei suoi discepoli raccolti nella sua memoria. (Giuliano Zanchi) 
Venerdì, 18 Maggio 2012 05:52

Maria Segno dell’amore di Dio

guadalupe-1Sabato 12 e domenica 13 maggio l’immagine della Madonna di Guadalupe venerata da oltre due secoli nella Basilica di San Nicola in Carcere a Roma è stata traslata per una breve sosta nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli. Alla presenza di S. Ecc.za Mons. Gianfranco Girotti reggente della Penitenzieria apostolica. In serata la Comunità di Campitelli ha celebrato le lodi di Maria con il canto dell’inno Akathistos. La solenne Eucaristia celebrata dal Rev.mo P. Generale domenica 13 maggio ha preceduto la processione di ritorno nella Basilica di San Nicola in Carcere dove , L’immagine della Madonna di Guadalupe, copia di quella originaria di Messico,  venerata da oltre due secoli, fu dipinta in Messico agli inizi del XVIII secolo. Venerata dai Padri della Compagnia di Gesù, durante le repressioni messicane per evitare che fosse bruciata da mano sacrilega i Gesuiti di nascosto la condussero a Roma e per un certo tempo fu venerata nella Chiesa di Santa Maria in Vinea probabilmente nel quartiere Trevi. Nel 1776 fu traslata nella Basilica di San Nicola in Carcere dove ancora oggi è molto venerata dai numerosi Messicani e Latino americani presenti nell’Urbe. Nell’ultimo decennio del 1800 Papa Leone XIII indisse un sinodo per il Messico e i Vescovi presenti a Roma per quella occasione si radunarono davanti all’icona mariana. I Vescovi promisero che avrebbero offerto alla Vergine una corona d’oro. L’incoronazione venne compiuta nei primi del novecento. Nel 1796 l’immagina di santa Maria di Guadalupe di San Nicola mosse gli occhi per diciassette giorni consecutivi dal 15 al 31 luglio.

17 luglio 2012

pdf  Omelia P. Generale Guadalupe 13-05-12  
Venerdì, 18 Maggio 2012 05:07

Formazione permanente OMD

Permanente-2012Si conclude quest’anno il percorso della Formazione Permanente OMD. Gli incontri si svolgeranno a Lariano (RM) rispettivamente nei giorni 15-16 e 22-23 maggio animati dall’equipe formativa di P. Giovanni Salonia. Un tempo di verifica nel quale ripensare i criteri interni ed esterni della vita relazionale. Se da una parte i conflitti hanno la loro necessità fisiologica dall’altra la riconciliazione nella sua gradualità e gratitudine rispetta tempi, spazi, storie, relazioni, vissuti, che accadono in sé e nell’altro.
Domenica, 13 Maggio 2012 09:32

Comunione non è confusione

194Nell'imbarazzo con cui Pietro si ritrae dall’esasperata devozione di un uomo che gli rende omaggio, misuriamo il grado di secolare pulizia etica che la rivelazione evangelica ha giustamente introdotto nelle forme della relazione religiosa. Nemmeno chi è stato a fianco della sua incarnazione pensa più di presentarsi come intermediario semidivinizzato della grazia di Dio. Da che il Dio degli eserciti è stato uomo in Gesù, tutti lo possono essere senza sentirsene diminuiti. Spogliatosi per essere uguale a noi, egli scoraggia in tutti i modi l'ambizione a voler essere simili a lui. Che è peraltro il ritornello dell'antica tentazione (sarete simili a lui). Non esiste dunque più ragione che un uomo si debba prostrare davanti a un altro uomo. Lo Spirito, del resto, volteggia sul mondo degli umani con la sovrana libertà di avvolgerli tutti senza differenze. Dio difatti non fa diffe­renze. Nemmeno le cancella.

Nella logica degli affetti divini le identità si accendono dell'incandescenza con cui vengono unite. Il legame non sopprime le differenze. Dà loro il senso di esistere. Il principio con cui la rivelazione di Dio in Gesù si traduce in un nuovo definitivo esperimento di convivenza ruota attorno a una forma di unione che non è uniformità. Siamo uguali ma non equivalenti. Siamo prossimi ma non intercambiabili. Viviamo nella comunione ma non ci perdiamo nella confusione.

Per mantenere viva questa tensione, in cui le identità si fondano sul vincolo, occorre l'equilibrio di forze specifico del paradosso evangelico. Esso consiste alla sua radice nel comandare l'amore. Paradosso inciso nell'enigma umano del desiderio. Se, difatti, esiste qualcosa che, per definizione, non può prodursi sotto l'orizzonte dell'obbligazione, è l'affidamento amoroso. Esso, al contrario, nasce per principio come frutto della libertà. La nostra cultura ha poi contribuito a trasformare questo paradosso in alternativa. Nel dialetto libertario, con cui nessuno di noi può ormai fare a meno di esprimersi, la sfera del comandamento è per definizione contraddittoria rispetto all'esperienza dell'amore. Dove si impone l'uno, non esiste l'altra. Dove regna il vincolo della regola, non respira la libertà del sentimento. Ma spezzare in due i poli di questa corrente alternata ha immiserito la potenza dell'enigma umano che essi devono tenere vivo.

Gesù tiene saldamente uniti i due termini. L'amore è il senso della libertà. Ma proprio per questo esso ha i suoi perimetri di necessità. Il termine che ricompone eticamente il paradosso di un amore comandato, tenendolo in feconda sospensione è quello della responsabilità. La vita di ognuno sta nelle mani della cura dell'altro. Al di fuori di questo crocifiggente esercizio di fraternità, esiste spazio solo per identità perdute nella solitudine. Amarsi gli uni gli altri: semplice da morire, elementare fino all'impossibile. Se non fosse l'unilaterale anticipazione del Figlio. La sua incondizionata dedizione resta come matrice di ogni amore tentato nella sincerità. Amarsi, semplicemente. Come lui con noi. (Giuliano Zanchi)
 
Santuario-della-Stella-2Con una celebrazione eucaristica domenica 6 maggio il P. Generale presiede il nuovo affidamento del Santuario della Stella ai Chierici Regolari della Madre di Dio; di seguito l’omelia.

8 maggio 2012

pdf  Omelia del P. Generale, Santuario della Stella-Fosciandora, 06-05-12 (140.78 kB)


 
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