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Venerdì, 20 Luglio 2012 08:20

Festa del Carmine a Quinta de Tilcoco, Cile

Festa-del-CarmineIl 16 di Luglio scorso, giorno della Vergine del Carmine, Patrona del Cile, tutta la comunità di Quinta de Tilcoco ha rivolto al Signore uno speciale ringraziamento per intercessione della Vergine Maria. Fin dalla mattina c’è stato il saluto del popolo alla Madonna verso le 6 del mattino con il nostro inno nazionale, la nostra danza e la santa messa. Al termine la banda  militare ha eseguito un concerto nella piazza principale in onore della Madre del  Carmelo e in serata, si è svolta la grande procesione e la celebrazione della Eucaristia presieduta dal nostro vescovo Mons. Alejandro Goic, e dal nostro parroco Guillermo Arceu e da altri padri delle parrocchie vicine insieme a tutto il popolo di Quinta di Tilcoco, all’incirca duemila persone. Mons. Goic  ha riportato alcune notizie tragiche successe in questi giorni domandandosi: “Cosa accade con l’uomo di oggi?” E da lì ha riferito la necessità dell’ascolto come quello di Maria a Cana : “Fate quello che Egli vi dirà! Facciamo quello che Lui oggi ci dice: Amare e sostenere la giustizia.

20 luglio 2012
 
Roma-per-Santa-Maria-in-PorticoLa solenne celebrazione di Santa Maria in Portico in Campitelli è stata presieduta a Roma dal Signor Cardinale Manuel Monteiro De Castro Penitenziere Maggiore. Il Cardinale ha venerato la piccola immagine di Santa Maria in Portico custodita sull’altare maggiore della Chiesa, salendo la tribuna e sostando in preghiera, poi con il Parroco P. Davide Carbonaro ha intonato l’Ave Maria, affidando alla Madre di Dio le intenzioni del Papa Benedetto per la Chiesa universale. Durante l’omelia il Cardinale ha ricordato come l’icona, tanto cara al Fondatore San Giovanni Leonardi e ai suoi Chierici:  “Raffigura la Vergine Maria con Gesù Bambino in braccio, nel corso dei secoli, è diventata davvero “un porto di rifugio” per il popolo dell’Urbe il quale, in diverse occasioni di pericolo e disagio, è accorso ai piedi di questo altare privilegiato invocando, con successo, l’intercessione di Maria, Romanae Portus Securitatis. Molti Papi hanno nutrito una filiale devozione alla Vergine del Portico come attestano i numerosi rescritti di concessione dell’indulgenza plenaria ai devoti di questa tenera e dolce Madre”. Così ha proseguito Sua Eminenza: “La devozione alla Madre di Dio non consiste in alcun modo “né in uno sterile e passeggero sentimentalismo, né in una certa quale vana credulità” di persone immature per età o per formazione carente. Al contrario, segnala il Concilio Vaticano II, procede “dalla fede vera, dalla quale siamo portati a  riconoscere la preminenza della Madre di Dio, e siamo spinti al filiale amore verso la Madre nostra e all’imitazione delle sue virtù” (Lumen gentium, 67). L’amore per la Madre di Dio ci spinge a imitarla e, pertanto, al compimento fedele dei nostri doveri, a diffondere la gioia intorno a noi. Ella ci muove a respingere il peccato, anche il più lieve, e ci incoraggia a lottare con impegno contro i nostri difetti, ci stimola a compiere la volontà di Dio in ogni momento”. Al termine del rito il Cardinale ha incontrato la comunità religiosa di Campitelli e la Comunità delle Suore Bonaerensi di San Giuseppe giunte in pellegrinaggio per la conclusione di uno speciale anno mariano della Congregazione. La festa mariana di Campitelli è stata preceduta nella vigilia dai Vespri solenni animati dalla Cappella Musicale diretta dal Maestro Vincenzo Di Betta; dalla fiaccolata e omaggio floreale presso il palazzo dell’Anagrafe di Roma luogo dell’apparizione dell’immagine avvenuta il 17 luglio 524 a Santa Galla e a San Giovanni I.

19 Luglio 2012

  pdf  Omelia di Cardinale Monteiro 17 luglio 2012
Mercoledì, 18 Luglio 2012 07:46

Nigeria: ordinazione di Jude Onuoha Chukwudi

ordinazione-di-JudeFesta grande nella provincia ecclesiastica di Owerri.  In effetti quest’anno si commemorano il centenario dell’ arrivo della fede cattolica in questa regione della Nigeria. Nel 1912 missionari portoghesi si fermarono nella famiglia reale di Eze Eyeshi Amadi in Emeckuku per estendere il Vangelo. Oggi, cent’anni dopo, Owerri ha   40% di abitanti cattolici e grande fede delle sue comunità. L’arcivescovo di Owerri Mons. Obinna Antony ha voluto celebrare l’anniversario con l’ordinazione di 24 sacerdoti formati nella sua provincia. Vi  erano presenti il vescovo di Abba, il Vescovo di Orlu, il vescovo di Ahiara e il P. Generale dell’ Ordine della Madre di Dio e oltre 200 sacerdoti. La celebrazione è stata piena di gioia, di fede, di canti nigeriani con una moltitudine di fedeli. La gioia della Diocesi di Owerri è divenuta gioia di tutto l’Ordine della Madre di Dio per aver ottenuto da Dio il suo secondo sacerdote nigeriano. Sono sacerdoti del secondo secolo che saranno plasmati su quello che nel 1912 i missionari europei  hanno lasciato nei loro cuori e, forse, saranno loro ad evangelizzare l’Europa.

Il sacerdote dell’Ordine della Madre di Dio si chiama Jude Chukwudi ed è nato il 18 luglio 1980 in una famiglia cattolica con 5 fratelli. Ha conosciuto l’Ordine  nel 2004 ed è stato mandato nell’Istituto filosofico dei Clarettani. Nel 2008 visse il suo noviziato ad AmaKoia  e fece la sua Professione nelle mani del Vescovo Obinna e del Padre Generale P. Francesco Petrillo. Continuò gli studi nel seminario “Sede della Sapienza” di Owerri. Ricevette la sua Professione Solenne il 18 febbraio 2012. Il 20  febbraio il vescovo lo ordinò diacono  e, oggi, 16 luglio, sacerdote.

Tutto l’Ordine vuole rendere grazia a Dio per questo dono immenso e sostenere il P. Jude con la sua preghiera perchè possa, con il primo sacerdote nigeriano, P. Stephen, lanciarsi  nei primi passi del secondo secolo cristiano.

17 luglio 2012
 
Sabato, 14 Luglio 2012 10:11

A due a due

203Partono i discepoli a due a due. E non ad uno ad uno. Perché, se è solo, l'uomo è portato a dubitare perfino di se stesso. La prima predicazione è senza parole, è già in questo accompagnarsi, l'uno al passo dell'altro. Partono forti di una pa­rola e di un amico: ordinò loro di non prendere nient'altro che un bastone. Solo un bastone a sorreggere il passo e un amico a sorreggere il cuore. Un bastone per appoggiarvi la stanchezza, un amico per appoggiarvi la solitudine.

E proclamarono che la gente si convertisse, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Il loro messaggio è conversione: giratevi verso la lu­ce, perché la luce è già qui. Le loro mani sui malati annunciano: Dio è già qui, è vicino a te con amore, e guarisce la vita, girati verso di lui. Quello dei dodici è un viaggio dentro l'uomo più autentico, liberato da tutto il superfluo: non portate né pane né sacca né denaro, perché la nostra vita non dipende dai nostri beni, voi vivrete di fiducia: fiducia in Dio, che non farà mancare nulla, e fiducia negli uomini, che apriranno le loro case. «Bagaglio leggero impone il viaggio e cuore fiducioso. Domani non so se qualcuno aprirà la porta ma confido nel tesoro d'amore disseminato per strade e città, mani e sorrisi che aprono case e ristorano cuori...» (M. Marcolini).

I dodici, senza parole, con il loro stile di vita, contestano il mondo dell'accumulo, dell'apparire, del denaro. Proclamano: «ci sono due mondi noi siamo dell'altro» (Cristina Campo). In questo mondo altro, la forza non risiede nei grandi mezzi materiali, ma nel fuoco interiore, nel suo contagio misterioso e lucente. La povertà dei discepoli fa risaltare la potenza creativa dell'amore. Invece le cose, il denaro, i mezzi, lungo i secoli hanno spento la creatività della Chiesa. L'annunciatore deve essere infinitamente piccolo, solo così l'annuncio sarà infinitamente grande. Sono partiti a due a due, con niente. Ma i dodici avevano un fuoco. Il fuoco si propaga col fuoco. Entrati in una casa lì rima­nete. Ecco il punto di approdo: la casa, il luogo dove la vita nasce ed è più vera, abbracciata dal cerchio degli affetti che fanno vivere. E il Vangelo deve essere significativo lì, nella casa, deve par­lare e guarire nei giorni delle lacrime e in quelli della festa, quando il figlio se ne va, quando l'anziano perde il senno o la salute... Se in qualche luogo non vi ascoltassero, andatevene, al rifiuto i discepoli non oppongono risentimenti solo un po' di polvere scossa dai sandali. E non deprimetevi per una sconfitta, non abbattetevi per un rifiuto: c'è un'altra casa poco più avanti, un altro villaggio, un altro cuore. All'angolo di ogni strada germoglia l'infinito. (E. Ronchi).
La-nuova-scuola-IIl P. Generale  si trova in visita Nigeria tra i nostri fratelli. Mentre si prepara all’ordinazione sacerdotale del secondo nostro fratello Jude, si è recato al cantiere della nostra scuola di Amakoia per prendere contatto con l’impresa che la costruisce. La scuola, che ricordiamo, era il regalo del IV centenario di san Giovanni Leonardi, che  abbiamo vissuto in pienezza nel 2009. La scuola, offerta da tanti benefettori, ma in particolare la Conferenza Episcopale Italiana, sta diventando una realtà. La EsseGiElle,  è stato il promotore di tutto il progetto che verso la fine dell’anno starà pienamente al servizio dei ragazzi nigeriani con l’apporto dei nostri religiosi.

13 luglio 2012

 
Mercoledì, 11 Luglio 2012 21:47

A Campitelli professione solenne di Esron

professione-solenne-di-EsronDurante la celebrazione di domenica 8 luglio nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli a Roma ha emesso la professione solenne nelle mani del Rev.mo P. Generale P. Francesco Petrillo il Chierico Esron che, ha ricordato P. Carbonaro Rettore della Comunità di Campitelli nell’indirizzo di saluto: “in modo speciale oggi è chiamato a rispondere in prima persona al dono della vocazione ricevuto perché davanti alla comunità si impegni a seguire Cristo Signore casto, povero e obbediente, senza anteporre nulla a Cristo”. Esron  proviene dalla Delegazione indiana dell’Ordine della Madre di Dio, ha iniziato la sua prima formazione nella comunità di Samayapuram dove ha compiuto gli anni di postulato e di noviziato. Inviato nella comunità formativa di Napoli ha percorso l’itinerario della formazione religiosa insieme a quella accademica in filosofia e teologia. Giunto a Roma nella Casa internazionale di Studi OMD completa l’iter accademico in Comunicazioni sociali presso la Pontificia Università della Santa Croce. Nella Comunità di Roma ha espletato le ultime tappe formative che oggi lo portano a compiere il segno della Professione Solenne che chiude un percorso e ne apre un altro alla piena sequela di Cristo. Nei riti della Professione solenne si manifestano appieno i segni di quella sequela del Signore che San Giovanni Leonardi ha vissuto e che ha lasciato come carisma nell’Ordine. Così il P. Generale durante l’omelia ha riferito che: “Se Gesù ci ha rivelato che cosa è l’uomo e che cosa è Dio, scegliere di seguire fino in fondo ciò che Lui ha fatto, e diventato una cosa affascinante, un paradosso. Il paradosso cristiano continua anche nella vita del discepolo Esron. Dio si è fatto uomo e dunque si rende presente nell’umiltà,la  povertà, la castità e del’obbedienza di Esron, della sua condizione umana. Conseguentemente, perché Esron possa essere efficace nella sua decisione, non c’è affatto bisogno che egli sia potente in se stesso e per se stesso. Gli è necessaria e sufficiente la forza di Cristo, che in un apostolo debole, povero ed ammalato raggiunge la sua manifestazione di potenza. Paolo, ad affermare: ‘ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza’”. Le Comunità di Roma, Torre Maura e Napoli si sono strette intorno ad Esron per celebrare insieme la gratitudine e la gioia per la sua consacrazione.

11 luglio 2012

pdf  Omelia del P. Generale

saluto-a-P.-Petrongelli-IIl 13 Giugno P.Starlin ha celebrato la prima messa nella casa di formazione di Amalagam (India). Il novello sacerdote  svolgerà il suo ministero in questo casa e comincerà un master in attività sociali.  Il P. Cyril ha celebrato la sua prima eucarestia, il 28 giugno. Due momenti molto importanti  perché in questa casa i nuovi sacerdoti hanno compiuto i loro studi di formazione iniziale, esperienza che hanno raccontato durante la loro omelia .  Il 30 mattina la comunità formativa si è ritrovata con il Delegato P. Tommaso per un momento di gratitudine e la celebrazione di ringraziamento prima della sua partenza. Questi momenti esprimono insieme dolore , gioia e ringraziamento per gli otto anni trascorsi dal Padre in India e per un anno nella casa di Madurai.  Durante l'omelia P. Tommaso ha ricordato quello che il Signore ha fatto per la delagazione Indiana e anche per la casa formativa di Amalagam. Egli infatti, ha semplicemente offerto quello che ha ricevuto dal Signore. Il Rettore P. Beno e  P. Starlin hanno ringraziato per l’amorevole  dedicazione verso la delegazione indiana e per i notevoli frutti di  crescita. Dopo la messa P. Tommaso ha consegnato un piccolo libro di Preghiere che utilizzeranno  i ragazzi e la guida degli studenti di questo anno academico. La celebrazione si è conclusa con un momento di festa.

5 luglio 2012
 
P.-Gianfranco-Marchi-50“Questo impegno non si può compiere senza l’opera di due mani: quella di Dio e quella dell’uomo”. Con queste parole P. Marchi ha voluto condividere con noi la sua storia e la sua consacrazione, facendo ricordo del suo 50° anno di Professione Solenne nell’Ordine della Madre di Dio. Infatti, vivere la propria consacrazione richiede prima di tutto il lasciarsi prendere per mano, per essere guidati verso la piena conformazione a Cristo, nostro modello. E, per farlo, bisogna imparare giorno dopo giorno a lasciarsi guidare, come fin ora a fatto P. Gianfranco, da Dio e dai fratelli. E’ per questo motivo, che ci siamo riuniti il lunedì 2 luglio, insieme P. Marchi per celebrare e Rendere Grazie al Signore per il suo dono. Per l’occasione erano presenti il Rev. mo P. Generale Francesco Petrillo, i suoi confratelli di comunità, P. Felix, alcuni suoi parenti e tanti amici e fedeli della parrocchia san Giovanni Leonardi.  La testimonianza che ci regala P. Marchi con questa, memoria della sua consacrazione, non solo è un evento silenzioso e gioioso per tutti noi. E’ anche la possibilità di riscoprire una vita piena di speranza e di incoraggiamento per quanti sperimentano in P. Gianfranco un sostegno e un amico sempre presente. Ad Multus annos P. Marchi!!!

 

7 luglio 2012
 
Lunedì, 09 Luglio 2012 10:26

Quotidiana profezia

202A Nazaret va in scena il conflitto perenne tra quotidiano e profezia. All'inizio parole e prodigi di Gesù stupiscono, immettono un «di più» dentro la normalità della vita. Poi l'ordinario instaura di nuovo la sua dittatura. Che un profeta sia un uomo straordinario, carismatico, ce lo aspettiamo. Ma che la profezia sia nel quotidiano, in uno che non ha cultura e titoli, le mani segnate dalla fatica, nel profeta della porta accanto, questo ci pare impossibile. A Nazaret pensano: «Il figlio di Dio non può venire in questo modo, con mani da carpentiere, con i problemi di tutti, non c'è nulla di sublime, nulla di divino. Se sceglie questi mezzi poveri non è Dio». Ma lo Spirito scende proprio nel quotidiano, fa delle case un tempio, entra dove la vita celebra la sua mite e solenne liturgia. Noi cerchiamo Dio, il pastore di costellazioni, nell'infinito dei cieli, quando invece è inginocchiato a ter­ra con le mani nel catino per lavarci i piedi. Ed era per loro motivo di scandalo. Che cosa li scan­dalizza? Scandalizza l'umanità, la prossimità. Eppure è proprio questa la buona notizia del Vangelo: che Dio si incarna dentro l'ordinarietà della vita. Gesù cresce nella bottega di un artigiano, le sue mani diventano forti a forza di stringere manici, il suo naso fiuta le colle, la resina, il sudore di chi lavora, sa riconoscere il legno al profumo e al tatto. Una intuizione luminosa di Heidewick di Anversa: «Ho capito che questa è la compiuta fierezza dell'amore: non si può amare la divinità di Cristo senza amare prima la sua umanità». Riscoprire ogni frammento, ogni fremito di umanità nel Vangelo, cercare tutte le molecole di umanità di Gesù: il suo rapporto con i bambini, con gli amici, con le donne, con il sole, con il vento, con gli uccelli, con i fiori, con il pane e con il vino. Il suo modo di avere paura, il suo modo di avere coraggio e come piangeva e come gridava, e la sua carne bambina e poi la sua carne piagata, e poi il suo amore per il profumo di nardo a Betania, la casa de­gli amici. Amare l'umanità di Gesù, perché il Vangelo rivela pro­prio questo: che il divino è rivelato dall'umano, che Dio ha il volto di un uomo. Gesù al rifiuto dei compaesani mostra il suo candore, il suo bellissimo cuore fanciullo: «Non vi poté operare nessun prodigio» scrive Marco, ma subito si corregge: «Solo impose le mani a pochi malati e li guarì». Il Dio rifiutato si fa ancora guarigione, anche di pochi, anche di uno solo. L'amante respinto continua ad amare anche pochi, anche uno solo. L'amore non è stanco: è solo stupito. Il nostro Dio non nutre rancori o stanchezze, ma la gioia impenitente di inviare sempre e solo segnali di vita attorno a sé. (E. Ronchi)

 
Lunedì, 09 Luglio 2012 10:07

Oblate del Bambino Gesù in festa

Oblate-del-Bambino-Ges-in-festa-1La Congregazione delle suore oblate del Bambino Gesù fondate dai servi di Dio P. Cosimo Berlinsani OMD e Anna Moroni, hanno festeggiato sabato 30 giugno e domenica 1 luglio i 340 anni di fondazione (1672).Un ricco programma formativo e spirituale è stato presentato dalle Oblate in queste giornate, dalle conferenze pomeridiane al momento di spiritualità con gli inni e i salmi concertati dal Vespro della Beata Vergine nella Roma dei Papi tra rinascimento e barocco con brani di de Victoria e C. Monteverdi, eseguiti dalla Cappella Musicale di Santa Maria in Campitelli. Domenica 1 luglio la conferenza commemorativa tenuta dal P. Generale P. Francesco Petrillo, ha rinnovato l’urgenza della santità per il nostro tempo: “abbiamo bisogno dei santi!”. In effetti, ha proseguito il Padre: “Celebrare significa per un verso conoscere secondo verità, ma anche rinnovare in “fedeltà creativa” e dunque interpretare alla luce del ‘nostro tempo’.Ci si dovrà chiedere, con fedeltà e creatività, quali sono gli aspetti della loro illuminazione carismatica  di Anna Morioni e Cosimo Berlinsani, che permangono immutabili. Ci si chiede se la loro vita è una vita da santi per santificare anche noi. Per capire la loro vita che Cristo è risorto  e vive in  mezzo a noi”. In mattinata la solenne concelebrazione presieduta dall’Arcivescovo r2t6qeph Tobin William  Segretario della Congregazione degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

 
2 luglio 2012

 
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Relazione del Rev.mo P. Generale
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